«C’è un mondo che vive tra i mondi. Non è altrove. È accanto. È dentro.»
Un vecchio manoscritto, una mappa incompleta, un varco che non avrebbe dovuto esistere.
Quando l’esploratore Juan de Sacramiento varca la soglia di una stanza impossibile, inizia un viaggio che lo condurrà oltre i confini dello spazio e della ragione.
Spirali di scale che sfidano l’orientamento, corridoi vivi che respirano come creature, visioni di identità alternative: L’Impero delle Stanze è il resoconto frammentario di una discesa nella parte nascosta del reale — un territorio dove l’architettura si piega alla memoria e l’identità si frantuma in eco.
Ma cosa sono le backrooms, se non il riflesso dimenticato di ciò che siamo sempre stati?
Con uno stile che mescola visionarietà filosofica e inquietudine onirica, Miguel De Bellota rilegge il mito contemporaneo delle backrooms come una leggenda eterna, pre-digitale, universale. Un romanzo breve che scava nella polvere dei secoli per riportare alla luce un orrore antico come l’animo umano.
Continua a leggere: L’Impero delle Stanze (Novella weird)Le backrooms sono, nel gergo della cultura contemporanea, luoghi liminali e infiniti, fatti di corridoi senza uscita, stanze impersonali, luci tremolanti e un senso strisciante di alienazione. Nate come creepypasta su forum di immagini e leggende metropolitane digitali, queste strutture impossibili si sono rapidamente evolute in una vera e propria neo-mitologia del XXI secolo: un pantheon di livelli, entità, regole e soglie, che mescola horror esistenziale, architettura dell’ansia e solitudine urbana.
Ma cosa accadrebbe se ci spingessimo oltre l’ovvia attribuzione digitale di queste leggende? Se ipotizzassimo che le backrooms non siano nate su internet, bensì che l’internet stesso — con il suo reticolo di dati, percorsi e loop — abbia soltanto dato voce a qualcosa che già esisteva nell’inconscio collettivo?
È da questa suggestione che nasce L’Impero delle Stanze, breve ma potentissimo romanzo di Miguel De Bellota. L’autore messicano, da sempre al crocevia tra fiction pop-psichedelica e dissertazione filosofica, ci propone un esperimento letterario radicale: raccontare le backrooms come se fossero parte del mondo ottocentesco, anteriori al web, alla modernità e persino alla nozione stessa di spazio cartesiano. L’ambientazione — una Europa che profuma di Verne, Borges e Lovecraft — non è un vezzo stilistico, ma una tesi narrativa. De Bellota sembra dirci che le backrooms non appartengono al nostro tempo, ma a tutti i tempi. Che non sono un prodotto di internet, ma una forma di vertigine radicata nel pensiero umano sin dall’antichità.
Compra L’Impero delle Stanze su Amazon
Compra L’Impero delle Stanze su Ko-fi
📲 Seguimi su Telegram: https://telegram.me/plutonia
🕒 Le nostre pubblicazioni: https://plutoniapublications.net
📚 La mia pagina autore: https://amazon.com/author/alessandrogirola
📸 Seguimi su Instagram: https://www.instagram.com/alexigirola
🎬 Su TikTok: https://tiktok.com/@alexigirola
👍 Plutonia su Facebook: https://www.facebook.com/PlutoniaPublications/
📹 YouTube: https://www.youtube.com/@LostBoysShow
🪡 Su Threads: https://www.threads.net/@alexigirola
☕ Mi offri un caffè?: https://ko-fi.com/alessandrogirola
