La Mosca (1986)

La Mosca
di David Cronenberg
USA 1986

Perché parlare di un film che – incredibile a dirsi – ha già compiuto le 26 primavere?
Innanzitutto perché è stato uno di quelli che ho rivisto nel periodo di Halloween. In secondo luogo perché è ancora oggi una pellicola potente, evocativa e coraggiosa. Infine perché, pur trattandosi di un remake, è fatto così di bene da pareggiare e superare l’originale.
La storia la sapete tutti, giusto? Seth Brundle è una scienziato e ha appena brevettato una macchina per il teletrasporto. Con gli oggetti inanimati funziona alla grande, mentre sugli esseri viventi mostra ancora rischi di non poco conto. Tipo quelli di entrare nella postazione A e di arrivare a destinazione, nella postazione B, rivoltati come guanti.
Seth allaccia una relazione con una giornalista scientifica, Veronica. Dopo una notte di passione, alticcio, decide infine di testare su se stesso la sua invenzione, teletrasportandosi con successo da un pod all’altro.
Anzi, nel processo di teleporting sembra esserene uscito addirittura potenziato: più forte, sessualmente vigoroso, ma anche più attivo e più aggressivo. Ciò che sembra un miracolo è in realtà un incubo: una mosca si è infilata nel macchinario al momento del test, mischiando così il suo DNA con quello di Seth.
E la trasformazione è appena cominciata…

Cronenberg, regista che con certe tematiche si è fatto un nome d’eccellenza nel panorama fanta-horror, ci regala la mutazione di Seth Brundle in uomo-mosca, senza risparmiarci nulla. L’iniziale esaltazione, poi l’orrore: la capacità di scalare le pareti, quella di secernere acido corrosivo, la trasfigurazione dei lineamenti, fino ad arrivare a uno status mostruoso, esattamente a metà tra l’essere umano e l’insetto.
Del Seth di inizio film non rimane che la passione, la possessività (amore?) per Veronica, al punto da volersi telatrasportare con lei, in modo da fondere i loro due corpi. Un ultimo gesto disperato che gli verrà precluso dall’ex fidanzato della giornalista, che a caro prezzo riuscirà a fermare Brundle. Anzi, la creatura ora nota come Brundlemosca.

Brundlemosca.

Film ancora visivamente moderno eppure così diverso da ciò che vediamo oggi al cinema. Pensate che il truccatore, Chris Walas, studiò diversi libri sulle malattie deformanti per capire come truccare Jeff Goldblum durante le fasi di mutazione. Il make up dell’attore portava via quasi cinque ore al giorno, risultando infinitamente più efficace della CGI a basso prezzo che vediamo sempre più spesso nei film di seconda fascia.
Il film di cui La Mosca è il remake, L’esperimento del dottor K, è già a suo modo (stiamo parlando del 1957) disturbante, ma Cronenberg supera se stesso, realizzando una delle migliori pellicole del filone “horror biologico”, che gli addetti al lavoro preferiscono chiamare body horror.
Anche l’idea del teletrasporto, che per gli amanti delle definizioni fa rientrare La Mosca direttamente nel genere fantahorror, è affrontata con sfumature affascinanti, morbose, non nel solito modo un po’ banale (perdonatemi, se potete) della science-fiction o del fantasy. L’idea dei corpi che si mischiano, che si fondono dando origine a mostruosità mai viste prima nel creato, è potente, efficace, e riprende al meglio quanto già accennato nel film del ’57.

Esiste anche un sequel, La Mosca 2. Pur non essendo del tutto privo di spunti interessanti non vale certo il film di Cronenberg. Visto il flop di questo sequel non è stato mai realizzato il terzo capitolo, che pure era previsto per il 1990.
In compenso da qualche tempo si parla di un possibile remake che coinvolgerebbe Cronenberg in persona. Il regista non ha smentito, dichiarando però che, nel caso si realizzasse, sarebbe una sorta di spin-off dello script originale e non un vero e proprio rifacimento. A quanto pare sono però emerse grandi difficoltà, visto che i produttori vorrebbero effettivamente un remake e non altro (sigh…) mentre Cronenberg ha pronta una sceneggiatura che pone l’accento sull’aspetto forse meno approfondito de La Mosca, ovvero l’invenzione di un macchinario per telatrasportare gli esseri viventi. Uno spunto che a me piacerebbe veder trasformato in film.
Succederà mai?
Chissà.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

23 commenti

  1. oddio, ti dirò, se adesso ci fosse la possibilità di trasportare qualcuno da qualche parte , ( tipo gobi, kamchatka, borneo interno, terra del fuoco..) e lasciarlo lì…non si potrebbe girare ( così prendiamo due piccioni …) un film-verità?..un carico di protagonisti da scegliere in un bel mazzo.comunque chiudo , un insetto mi sta infastidendo or ora…visto mai…a proposito . è qualche giorno che non vedo più il mio vicino, quello che si dilettava di elettronica, boh..

  2. Bello, molto bello il film di Cronemberg (e bella questa recensione soprattutto) che ho visto al cinema quando avevo 22 anni e, quindi, ero già un consumatore abituale e per tendenza del genere horror. Il ricordo che invece resta per me impresso in maniera indelebile, è la visione del film originale del 1957 che vidi per la prima volta in televisione da ragazzino a tarda. Mi riferisco alla scena finale del film. Ancora oggi, ogni tanto, vado a rivederla su youtube. Da allora, non riesco più a guardare le ragnatele in maniera del tutto serena.

    1. È vero! Una scena riuscitissima, di grande effetto. Il remake sceglie una strada verso un finale del tutto diverso (che però, la prima volta, mi suscitò parecchia inquietudine).

  3. Il film è grandissimo. Uno di quelli invecchiati bene e che ancora sono attuali. La sequenza del sogno di Geena Davis è ancora oggi atroce da sopportare, almeno per me.
    L’idea di realizzare un film che si concentri sulla costruzione del macchinario, sarebbe uberfiga, ma tanto non se ne farà mai nulla.
    E anzi, sarebbe interessante andarsi a cercare tutte le buone idee andate perdute in favore di sciocchi remake e farci un post, un giorno o l’altro

    1. È vero: è uno dei film invecchiati meglio. Anche per questo un capitolo 3 ci sarebbe stato alla grande, ma purtroppo…
      Interessante l’idea dei film naufragati sull’altare dei remake. Potrebbe essere uno splendido spunto per un articolo. Magari col nuovo anno ne parliamo 😉

  4. La macchina del teletrasbordo del dottor Brundle è una delle cose che più mi è rimasta impressa in assoluto. Così come il film di Cronenberg, sulle reti private napoletane fino a un paio di anni fa lo davano spessissimo. Il lunedì, in seconda serata, davano tutti ‘sti filmoni di “fantascienza”, anche quelli vecchissimi come Ultimatum alla terra, La cosa da un altro mondo e L’esperimento del dottor K.

    Nel sequel de “La mosca” c’è da dire che il figlio trasformato pare più un “Master” potentissimo…

    1. Anche qui. Le reti private, fino a una decina di anni fa, regalavano queste chicche, e anche i mitici film horror italiani prodotti negli anni 80… Oramai di tutto ciò non c’è più nulla. Assurdo, considerando che col digitale esistono millemila canali :-/

  5. Per quei tempi non ricordo un altro film così visivamente duro senza essere stemperato con umorismo di grana grossa e cazzone tipico degli anni ottanta. E infatti è invecchiato bene.
    E dire che lo vidi da infante, in prima serata, senza che un moige o un qualcosa di simile potesse fiatare. Forse perché si educavano ancora i figli con lo spavento e il baubau. Altri tempi davvero

    1. Anch’io me lo sono visto da ragazzino, alle otto e mezzo di sera 😮 Fu una bella botta, perché il film è duro e allucinato. Eppure siamo cresciuti senza traumi. In culo al moige.

  6. La Mosca lo vidi al suo passaggio in prima serata su Italia 1, credo. Mi affascinò soprattutto per la fusione degli organismi nel teletrasporto. Anni dopo vidi Society di Brian Yuzna, che in qualche modo me lo ricordò, in particolare la scena finale quando Brundelmosca vuole fondersi con Veronica, una pratica che i membri della Society praticavano con disinvoltura. Soprattutto nell’indimenticabile party-orgia-splatter finale. Trovo molto interessante il fatto che ci sia una sceneggiatura col teletrasporto al centro di tutto, anche perché è davvero quello ad essere fondamentale per innescare il tutto, anche se poi è comprensibile che ci si ricordi più che altro delle spettacolari metamorfosi. Mi piacerebbe vedere questa soluzione o interpretazione diversa, sarebbe interessante. Ho visto anche il sequel, piuttosto moscio e con un adolescente al centro di tutto, quindi centrato sulla solitudine, i poteri fuori controllo e il bisogno di fuggire che mi ha fatto pensare agli esperimenti sulla piccola Drew Barrymore in Fenomeni paranormali incontrollabili, ma con un’atmosfera non altrettanto disturbante. Per concludere, non ho mai visto L’Esperimento del Dottor K, quindi dovrò rimediare.

    1. Society è un altro film che mi son visto almeno quindici volte. L’atmosfera di mistero/complotto e la tematica della carne che si fonde con la carne hanno dato vita a una pellicola davvero particolare e “malata”.
      Peccato che con gli anni ’90 queste suggestioni siano andate del tutto perse, soprattutto nel cinema di serie A, quello facilmente reperibile.

      Un bel film incentrato sul teletrasporto lo vedrei ben volentieri anch’io!

  7. La Mosca è uno dei miei film preferiti,
    Lo ritengo praticamente perfetto ed ancora molto recente;
    A mio parere un Remake non potrebbe far altro che deludere,
    Perché non si può migliorare ciò che è già compiuto e perfetto proprio così com’è!

    P.S. Entro per la prima volta in questo Blog e trovo argomenti a mè molto vicini, anche se a volte con uno spirito un po’ troppo infantile, complimenti comunque!

    P.P.S. ma per cambiare la foto bisogna per forza passare da ”Gravatar”??
    La mia connessione è lenta e fa schifo ed il mio inglese è anche peggio…

    1. Mi spiace se ritieni il tuo stile un po’ troppo infantile. Non abbatterti però: continuando a frequentare dei buoni blog non potrai far altro che migliorare 😉

  8. Cavolo, complimenti per la velocità con cui rispondi…
    mi sa comunque che non hai capito bene cosa intendevo…

    — Ma per cambiare la foto bisogna per forza passare da ”Gravatar”??
    La mia connessione è lenta e fa schifo ed il mio inglese è anche peggio…
    ….

    1. No, guarda, ho capito bene: hai detto che i miei post trattano argomenti in maniera “infantile”.
      Al contrario io credo che sia infantile e maleducato comparire su un blog altrui con uscite del genere.
      Visto che non hai recepito la battuta, ora te l’ho spiegata, così magari te ne fai una ragione.

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