Se i blogger fossero scimmie

Monkey Computer

Questo guest post nasce su mia richiesta (quindi la cattiveria alla base è del sottoscritto). L’autore è Davide Mana che, in qualità di blogger e di scienziato, si intende di entrambe le cose.
La discussione ha avuto origine un paio di settimane fa, quando la Rete italiana si è divisa riguardo al futuro e allo scopo del blogging. C’è chi sostiene che dovremmo tutti ricorrere a post più semplici e immediati (chi ha detto stupidi?) per andare incontro a lettori sempre più svogliati e distratti. C’è invece chi ritiene che la via giusta sia quella opposta, vale a dire continuare a creare contenuti.
Inutile riprendere la questione in questa sede, visto che le posizioni sono poco conciliabili per quanto ancora piuttosto confuse. Preferiamo quindi buttarla sull’ironico.
E allora, ecco qua:
Se i blogger fossero scimmie?
Buona lettura.

Se i blogger fossero scimmie? (Guest post di Davide Mana)

La richiesta è abbastanza strana da divertirmi – un post su primati e blogsfera.
È possibile creare un parallelo fra i principali gruppi dei nostri cugini primati, e alcune tipologie tipiche di utente della rete?

Proviamo.

Gorilla

  • Gorilla – i gorilla hanno una struttura sociale costruita attorno a una piccola famiglia, costituita dal maschio anziano, dal suo harem di femmine e dalla prole. Il gorilla è territoriale e particolarmente aggressivo e protettivo del proprio territorio – una caratteristica comune a tutti i primati.
    Il blogger gorilla è massiccio e aggressivo. Si batte il petto e strilla per spaventare coloro che invadono il suo territorio – la chiave per eliminare la concorrenza è assalirla con tale ferocia che quelli preferiscano andarsene. Il blogger-gorilla rimane così l’unico dominatore del territorio. Il blogger gorilla è il prototipo dell’aspirante guru o padrone del vapore – ambisce ad essere l’unica autorità  riguardo ad un determinato argomento (il suo territorio). È possibile tuttavia che la sua comunità , organizzata come un nucleo familiare esteso, finisca col chiudersi su se stessa.

scimpanzè

  • Scimpanzé – ne esistono due specie, che si differenziano per il diverso utilizzo di strumenti diversi, e per la diversa struttura sociale (che è comunque basata sulla tribù o sul clan).
    – Lo scimpanzé comune (Pan troglodytes) è parte di una comunità  estesa, guidata da un maschio alpha e legata da relazioni sociali complesse. Esiste una gerarchia, e si costruiscono alleanze all’interno del gruppo. La comunità tende ad essere aggressiva e mantiene un atteggiamento difensivo. Sono possibili vere e proprie guerre fra diverse tribù.
    – Il bonobo (Pan paniscus) appartiene ad una comunità estesa, frugivora e matriarcale, e non è insolito che utilizzi il sesso come strumento di interazione sociale o mezzo di scambio – la concessione di favori sessuali in cambio di cibo o favori non è insolita.
    Il blogger scimpanzé di solito fa riferimento a una comunità  di qualche genere, composta di più individui che condividono uno o più interessi (il territorio). In questi gruppi emerge spesso un blogger di riferimento (il maschio alpha), del quale diventa fondamentale ottenere l’approvazione, attaccando coloro che sono riconosciuti come avversari per il dominio del territorio (nel caso di P. troglodytes) o concedendo al maschio alpha favori sessuali (nel caso di P. paniscus).

babbuino

  • Babbuino – È un termine generico che si usa per riunire una quantità  di generi di scimmie catarrine del vecchio continente, caratterizzati da una conformazione del cranio che ricorda il muso di un cane. Sono gregari, nomadi e aggressivi. La struttura sociale è rafforzata e segnalata attraverso sistemi vocali – chi strilla più forte comanda e si accoppia per primo.
    Un comportamento noto fra i babbuini è lo “sbadiglio” – che in realtà  non indica noia, ma serve a mostrare i denti aguzzi, e a minacciare gli avversari.
    Sono genericamente ladri – sono documentati e abbastanza comuni i casi in cui tribù di babbuini (note come “truppe”) assaltino gli insediamenti umani per svaligiarli.
    Il blogger babbuino fa riferimento ad una comunità , ma non ha un tema o un territorio definito. È probabilmente più a proprio agio sui social network “veloci” come Facebook o Twitter.
    Non si fa troppi problemi a spacciare per proprie le idee altrui, e non capisce perché ci sia gente che si agita tanto per certe cose.

macaco giapponese

  • Macaco Giapponese – o Nihonzaru, anche noto come Scimmia delle Nevi. Mostrano una gerarchia basata sull’anzianità  e mostrano il proprio status attraverso l’atto di spulciare i compagni della tribù – l’atto di pulirsi reciprocamente la pelliccia rafforza i legami tribali. Si tratta di una specie estremamente intelligente, che ha mostrato in più occasioni di poter condividere le conoscenze. Diverse tribù mostrano strutture di comunicazione diverse – parlano insomma diversi dialetti.
    Uno di loro ha vissuto in centro a Tokyo per molti mesi, interagendo senza problemi con gli abitanti del quartiere.
    Il blogger Nihonzaru è ormai limitato a territori (argomenti) molto specifici – e se da una parte è un po’ considerato la mascotte dagli abitanti di quel territorio, il pericolo di estinzione o marginalizzazione è sempre in agguato. Appartiene ad una comunità  i cui membri si prendono cura gli uni degli altri.
    Viene frequentemente accusato di essere settario e snob.

marmoset

  • Marmoset – tipica scimmietta nana del nuovo mondo, iperattiva e rumorosa, particolarmente dispettosa. Ha una struttura cerebrale estremamente semplice rispetto ai primati.
    Non blogga – usa Twitter.

Nota: nessun animale ha subito maltrattamenti durante la stesura di questo post.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

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17 commenti

    1. Dipende da che obbiettivi si vogliono raggiungere con un blog (ottenere like, condivisioni, visibilità, divertire, acculturare, stupire, indottrinare, annoiare ecc)

      1. Attualmente siamo entrati nell’era dei “mendicanti di attenzioni” (e sono educato a chiamarli così).
        Credo che creare contenuti sia l’ultima loro preoccupazione.

  1. Probabilmente dipende molto dal tipo di pubblico a cui ci si rivolge. Io farei anche post cortissimi (è più semplice farlo), ma scrivendo un blog per aspiranti scrittori nessuno mi leggerebbe. Invece, nel mio caso, più sono lunghi e complessi (in senso di ricchi) i post che scrivo, maggiori è la partecipazione dei lettori.

    P.S. Dimenticavo, probabilmente faccio parte del genere: scimpanzé; ma non prometto favori sessuali ai miei lettori. Non a tutti almeno…

    1. 😀
      Mille punti bonus per il tuo P.S. 😉

      Scrivere post brevi è la tendenza del momento.
      Pur non amando le persone prolisse (mi è capitato di leggere recensioni di libri più lunghe dei libri medesimi), credo che stare sulle 500 parole, argomentando senza annoiare, sia un buon format da adottare.

      1. Questa cosa mi ha fatto ridere. Scrivere recensioni più lunghe dello stesso libro recensito è da geni. Sarebbe come raccontare ad un amico le proprie vacanze rivivendole secondo per secondo, magari migliorandole qua e là, e impiegando un giorno o due in più della durata delle stesse. In quanto ai blogger scimmie, be’, tutto molto azzeccato, direi. Ormai in alcuni casi si arriva al lancio dei propri escrementi, in linea, mi pare, con l’abitudine di alcuni primati (abitudine che non critico. si fa ciò che si può con ciò che si ha).

        1. Eppure ci sono blogger che straparlano, andando a pescare retro-significati che probabilmente l’autore stesso del libro recensito nemmeno si sognava di accennare.
          Senza parlare di quelli che elencano ogni fottuto refuso, pagina per pagina, bocciando magari un romanzo di 500 pagine per quattro virgole mancanti.

          1. Lo so, figurati. C’è molta – chiamiamola frustrazione – in giro. In parte comprensibile, secondo me. In parte no. Poi vuoi mettere il piacere di farti notare una bella virgola mancante? Certi piaceri che la vita offre vanno assaporati.

      2. Mi hai beccato, i miei post sono sulle mille parole. Però lo divido in porzioni, con l’ausilio di sottotitoli, così dovrebbe scorrere più velocemente. 😉

  2. Il post è sicuramente divertente.
    Ma per fortuna non tutti i bloggers sono scimmie 🙂
    A parte tutto, credo dipenda dal tipo di blog (in primis) e dal tipo di argomento trattato nel post. Io stesso oscillo tra post lunghissimi e post volutamente corti (pillole, da inserire in un dato giorno). L’importante per me è non disorientare il lettore, quindi mantenere un certo filo logico (di stile?) tra tutti gli articoli: che parlino di giochi, di libri, di televisione, di vissuto o di scimmie 🙂

    Moz-

  3. Oltre che divertente, questo post è davvero molto arguto. La territorialità in questo campo esiste, eccome. Quindi complimenti all’autore e all’ospite!
    Sulla lunghezza dei post, io ho sempre la paura che i miei siano troppo lunghi. Forse è proprio così, ma d’altra parte neanche come lettrice amo molto quelli mordi e fuggi… 🙂

  4. L’ha ribloggato su Iho's Chroniclese ha commentato:
    Tenete conto che vi vi rebogga in questo momento è piuttosto stanco e svogliato e intento al litgare con gli angoli strani delle insoltie geomentrie del suo tablet 🙂

  5. Mi sono istintivamente visto nel macaco giapponese, partendo dal presupposto che non riesco a definirmi blogger. I blogger sono altri, io ci gioco a farlo…

  6. In qualità di lettore-scimmia, direi che sono un macaco giapponese. Mi piacciono i bei post lunghi e frequento con una certa continuità due o tre blog, i migliori.

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