La cuccia vuota

io e lothar

Oggi avrei voluto parlare d’altro, e a lungo ho riflettuto sull’opportunità di farlo comunque.
Poi ho deciso altrimenti.
Oggi Lothar, il mio cane, mi lascerà. Una brutta e improvvisa malattia richiede una decisione affinché smetta di soffrire. Una settimana di cure intense non ha fruttato alcun risultato, perciò le opzioni a mia disposizione stanno a zero.
Non credo sia necessario spiegare come mi sento – né come mi sono sentito in questi ultimi cinque giorni.
Un giorno uno scrittore in gamba mi disse, scherzando, che se si vuole ottenere un impatto sicuro sui lettori (affetto, commozione, dolore) basta inserire un cane nella storia. Ovviamente non funziona su tutti, ma capisco benissimo perché funziona su molti.
Lothar, come fanno moltissimi cani coi loro padroni, mi ha dato tanto chiedendo in cambio pochissimo. In sostanza voleva solo affetto, e due pasti al giorno.

Non amo umanizzare eccessivamente l’analisi del rapporto tra uomo e animale, nel senso che so bene siamo due specie diverse, mosse da istinti diversi.
Ciò non toglie però che possono essere rapporti fortissimi, a volte più che tra esseri umani.
Del resto, vedendo quel che è diventata la razza umana col passare del tempo, riesco a comprendere perché qualcuno preferisca l’affetto immediato di un cucciolo…

Lothar è arrivato in casa mia due settimane dopo la morte di mio papà.
Il suo percorso di vita è dunque coinciso con alcuni dei miei anni più difficili. La sua presenza è stata silenziosa ma intensa e costante. Nessun tradimento da parte sua, nessuna negazione di un momento d’affetto, nemmeno in questi giorni in cui stava male.
Non credo sia lecito chiedere altro a un essere vivente.
Non credo nemmeno che sia necessario aggiungere altro a questo post

Ciao Lothar, fratellone peloso.
Grazie di tutto.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

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31 commenti

  1. A casa mia purtroppo non mi hanno mai permesso di avere un cane o un gatto (cosa che avrei voluto tanto), ma mi sono affezionato tantissimo a Tex, il pastore tedesco del mio migliore amico. Quando se n’è andato è stato un brutto colpo.

    Ciao Lotharone. ❤

  2. Mi dispiace. Purtroppo ci sono passato e ho avuto la tua stessa sensazione: dopo aver ricevuto tanto ti ritrovi con la sua vita in mano e ti senti tremendamente in debito, ma sono sicuro che Lothar non avrebbe potuto chiedere un padrone migliore.

  3. Io ti comprendo molto bene. Ho avuto la fortuna di vivere in simbiosi con due animali. Da bambino un cane e da adolescente un gatto.
    Entrambi maschi come me.
    Il cane si chiamava Dich (si pronuncia come la parolaccia inglese ma non credo che mio nonno avesse idea, vabbé) ed era un bracco tedesco. Io mi ricordo che con lui dormivo, parlavo e giocavo era veramente il mio migliore amico da bambino e un giorno sparì, mai saputo più niente a parte il fatto che sicuramente è morto.
    Il gatto si chiamava Lillo ed era nero. Anche con lui era un rapporto simbiotico, anche lui sparito (sicuramente avvelenato in quanto nero, ma spero per lui di no) ma ho un suo graffio sull’avambraccio destro (lui riusciva a dormire sulla mia spalla) che me li ricorda entrambi perché sono stati fatti sparire da mani umane e morti in modi che non voglio neanche provare ad immaginare.
    Ho scritto anche dei racconti come elaborazione del lutto e per il figlio/a che un giorno avrò.
    C’è chi ti capisce e ti è vicino.

  4. Uno dei miei migliori amici, forse il migliore, si chiama Romeo. E’ uno yorkshire trovatello che vive con me da 11 anni.
    Ti capisco e ti abbraccio.

  5. Chi conosce i cani e ci vive insieme sa perfettamente quali sentimenti ti si arrotoleranno nello stomaco in questi giorni. Ci sono disgrazie peggiori al mondo, certo, ma la scomparsa di un amico spesso è sottovalutata. Posso darti un consiglio. Un cucciolo nuovo è la cosa migliore da fare al più presto, per immortalare il tuo Lothar e per travasare in un nuovo amico tutto il tuo affetto.

  6. Ormai due mesi fa , si è addormentata la mia Kira pastora tedesca di quattordici anni. Era molto malata e avevamo ormai preso la decisione di aiutarla per non farla più soffrire. Saremmo andati di sabato. Lei ha fatto da sola il giovedì prima mentre eravano in ufficio togliendoci il dolore di doverla accompagnarla. è stata migliore di noi anche in questo…

  7. Io ho due gatti abbastanza anziani (il maschio diciotto anni, la femmina sedici) e per me sono come figli. Il maschio, Sansone, non sta un granché bene. L’idea della sua perdita, che per motivi anagrafici aimé arriverà più prima che poi, è già pesante adesso, figuriamoci quando sarà il momento. Ho già avuto il lutto di altri due gatti, negli scorsi anni, ed ogni volta è sempre molto dura. Li penso spesso, anche se non ci sono più, e mi mancano sempre. Per cui ti capisco assolutamente. Personalmente supero la cosa pensando che diventino dei numi tutelari della casa e della famiglia, standoci sempre in qualche modo vicini. Un abbraccio! Samuel

  8. Ho avuto un gatto maschio che mi regalò una commessa di panetteria era veramente un grande mi accompagnava in cartoleria,di giorno usciva e andava sotto il pino,se il vicino aveva il viso buono rientrava se era cattivo tornava sotto il pino purtroppo è morto di leucemia,comunque condolianze anche se le parole in questi momento aiutano poco.
    Un Saluto.

  9. Vi ringrazio infinitamente e ricambio i vostri abbracci. Li ho sentiti per davvero, e questo mi ha fatto bene.
    Per come la vedo io, il modo migliore per rendere onore al mio Lothar è voler bene a un altro cane – magari due – come ho fatto con lui.

  10. Ho avuto tre cani , tutti maschi , nell’arco di trent’anni , tutti scomparsi tra i 7 e i 12 anni , da tano tempo ne desideravo un altro , anche per dare compagnia ai figli e qualche motivo di brontolio alla moglie .
    2 mesi fa è arrivata Ziva , una boxerina bianca che adesso ha quasi 4 mesi ed è diventata la regina della casa …mi ero quasi dimenticato di quanto si potesse voler bene ad un esserino che vive solo in funzione delle tue attenzioni ed emozioni.
    Noi abbiamo tanto dalla vita ,amici , gioie lavorative , dolori , la Tv , Internet e pifferi vari ….loro hanno solo noi , la simbiosi è totale .
    L’unico consiglio che mi sento di darti , da ” fratello maggiore ” , è di pensare quanto piena e felice è stata la sua vita in tua/vostra compagnia e magari , appena il dolore sarà meno forte , di prendere un altro cucciolo che riempia il tuo cuore .

  11. Ti leggo spesso anche se non commento mai. Mi dispiace tantissimo per il tuo cane e per quello che stai passando, ho vissuto questa dolorosa esperienza e so che avrai un vuoto dentro per parecchio tempo. Forse, pensare che Lothar non soffrirà più, potrebbe aiutarti un po’. Comunque spero che almeno le parole di chi ti segue, almeno in minima parte, possano aiutarti. Ti sono vicino.

  12. Si dice che è sbagliata l’umanizzazione ma le porte che apriamo possono essere solcate in tanti modi, e c’è chi ci entra a 4 zampe.
    E si dice pure che bisogna sempre mettere in conto certe cose, è vero, ma è dura, ogni volta.
    Mi dispiace Alex, un abbraccio.

  13. Mi dispiace molto. Ho sempre avuto cani fin da piccolo, e so bene che è come perdere una persona cara di famiglia. Se può esserti utile, ho anche imparato che l’unico modo per uscire da quello stato di tristezza è prendersi un altro cane. Un abbraccio.

  14. Ti abbraccio forte. Da gattara, so cosa significa avere una bestiola con cui si sviluppa un rapporto quasi simbiotico e so cosa significa perderla in questo modo. Però, ogni volta, ne vale sempre la pena.

  15. Io avevo una Labrador, tempo fa, e si chiamava Stella. Aveva undici anni quando le prese una paralisi tracheale. Faceva fatica a mangiare (lei che ha sempre mangiato di tutto), e diverse volte al giorno lanciava delle grida, grida così forti che sembrava stessero sgozzando qualcuno. Naturalmente non erano proprio grida, erano degli “sforzi” dovuti non solo alla paralisi ma, da quanto ho saputo dopo, anche a un esteso tumore allo stomaco.
    Due anni fa ci stavamo trasferendo dalla casa all’appartamento. Ricordo che l’ultimo giorno abbiamo portato via i divani (dove ogni tanto Stella dormiva), e lei ci guardava stranita. Ricordo anche che quel pomeriggio si era buttata a terra dove c’era il divano, e io mi ero steso di fianco a lei, per coccolarla un poco. Non sapevo, allora, che i miei avevano già preso la decisione, ma ricordo che, dopo aver utilizzato per l’ultima volta il bagno, ho trovato papà sulla panchina fuori casa, che teneva con le lacrime agli occhi la zampa di Stella.
    La sera, alla prima notte nella casa nuova, mi sentivo un’ansia schiacciante. Nell’altra casa, dalla mia camera, si sentiva sempre il russare di Stella (russava fortissimo!). Ora non c’era, e ciò mi ricordava che era da sola in una casa fredda e spoglia, la prima notte per lei in quella casa senza di noi. Sarebbe stata anche la sua ultima notte…
    Del giorno dopo infatti ricordo che mamma aveva fatto una telefonata, una telefonata che l’aveva fatta piangere in modo isterico. Non so perché, avevo 19 anni e potevo capire tutto, ma a me dissero che avevano portato il cane in un allevamento. In verità io avevo capito tutto dopo quella telefonata, anche se non davo a vederlo.
    Non ne sono stato distrutto, tutt’altro, oserei dire che ero spaventato dalla mia freddezza. In realtà la cosa mi creava creata una certa ansia, sia per la morte di Stella che per il comportamento dei miei, e così quella notte non ho dormito.
    Ora penso che, forse, avrei dovuto dare di più a quel cane. Prima avevo avuto solo un cocker che mi faceva paura perché mordeva tutti, e così l’ho tenuto solo tre anni (durante i quali ha mandato all’ospedale sette persone, me incluso). Ma Stella no, era proprio una cagna buona, tranquilla… L’abbiamo presa quando io avevo 7 anni, e all’epoca in verità non avevo davvero la concezione di avere per casa un essere vivente, avevo altri interessi, e anche da cresciuto ero in qualche modo “abituato”. Così non le ho mai dato l’affetto che avrebbe meritato.

    Spero tu abbia sfruttato il tempo che ti è stato concesso per dare al tuo cane ciò che meritava. Scusa se ho scritto un muro di testo sui fatti miei, ma non l’avevo mai raccontato a nessuno e qui se n’è presentata l’occasione, così mi sono sentito di doverlo fare.
    Ora ho un bassotto nano. Abbaia fortissimo, corre per tutta casa e non vuole mai stare da solo. Però ti da tanto affetto, quando torni a casa ti salta su per le gambe e si mette a correre.
    Anche io ti consiglio di comprare subito un altro cane, è la cosa migliore. Ecco, se vuoi, i bassotti sono cani divertenti.

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