Passi tanto tempo a leggere i racconti del gotico rurale all’italiana – genere di cui si occupano autori eccellenti, come Mana, Borgio e Musolino – ma non sempre sei nello stato mentale in cui tieni presente che certi luoghi, certe situazioni possono essere terribilmente vere. O quantomeno verosimili.
Non te ne ricordi finché il tuo navigatore satellitare, durante un viaggio in auto dalla Val d’Aosta all’hinterland di Milano, decide di farti fare una strada alternativa.
Tale strada salta tutto il pezzo di autostrada da Ivrea fino al vercellese, attraversando le colline della provincia di Biella.
In tal modo io e la mia compagna ci siamo fatti un’oretta di tragitto in aperta campagna, tra casolari e paesaggi che paiono usciti dai racconti di H.P. Lovecraft (alla faccia di chi dice che il vecchio HPL ha uno stile sorpassato dal tempo e dall’attualità).
Mi sarei voluto fermare più volte a scattare foto e a prendere appunti, tanto era la suggestione dei minuscoli borghi attraversati per puro caso. Già dai nomi sono posti evocativi: Piletta, Vermogno, Zimone, Salomone, Salussola.
Allo stesso tempo aveva un indefinito, infantile timore che la macchina si fermasse nei lunghi tratti di “nulla” tra un paesino e l’altro. Con l’oscurità che arriva già nel primo pomeriggio, il giorno dopo Halloween, in punti in cui il cellulare Wind prendeva poco e male.
Prospettiva eccitante, oltre che inquietante.
Perché quelli come noi sono sempre e comunque alla ricerca di qualche brivido, di ispirazione, e non solo su libri e nei film.
È in momenti come questo che mi rendo conto che certi brividi, evocati da autori come quelli citati a inizio post, sono molto più verosimili di tanta altra fuffa libresca che gli editori spacciano per realismo. Storielle d’amore di provincia, che fanno presa su quella fascia di lettrici e lettori ancora disposta a spendere soldi per libri ed ebook, ma che coprono solo una microscopica percentuale delle realtà di provincia.
Chi parla, nella grande editoria, delle dinamiche oscure che gestiscono in potere locale in piccoli paesi dimenticati dal mondo moderno?
Chi accenna a grandi misteri irrisolti di quell’Italia occulta e antica, in cui santi e streghe spesso si sovrappongono, così come i rituali atti a garantire la loro intercessione?
Per dire, i posti attraversati nel mio strano viaggio potrebbero benissimo ospitare una storia come quella di Libera Me (di Marco Siena), uno dei migliori racconti di gotico rurale italiano tra i tanti letti in questi anni.
Che essi vengano visti come metafora o come intrattenimento, poco importa. Il bello della narrativa dell’immaginario è anche quello di lasciare spazio alle interpretazioni personali.
Peccato che ancora troppe persone ne parlino. E dire che a volte basterebbe fare una pedalata fuori dal quartiere per scoprire delle bellissime, inquietanti località…
(A.G. – Follow me on Twitter)
Vien voglia di mettersi in viaggio dopo un post così 😉
Un saluto.
Io credo che anche la recente crisi economica abbia contribuito a rendere più inquietanti questi luoghi – e resto convinto che antiche suggestioni e recenti vicissitudini sociali e politiche lavorino benissimo insieme.
Le sagre paesane, un classico delle comunità rurali, con la crisi hanno assunto un vago senso di disperazione, un “facciamo festa finché ci riusciamo, una volta ogni tanto”. Si tengono di solito in impianti sportivi o sotto i portici dei mercati, di sera – e il buio oltre le luci della festa sembra sempre più profondo, e ostile.
Probabilissimo.
Non a casa un altro ramo dell’italian gothic si occupa di vicende simili ambientate nell’immediato dopoguerra (secondo, ma a volte anche il primo). Altro periodo di miseria e di brutture sociali.
Esse sollecitano il peggio dell’uomo e magari risvegliano antiche cose malvagie e affamate di cattiveria.
Curiosa coincidenza, proprio questo weekend ho trovato a un mercatino dell’usato un romanzo di gotico rurale ambientato nelle Valli di Comacchio durante il secondo dopoguerra. L’ho acquistato perché la prima impressione avuta è stata l’associazione con “La casa dalle finestre che ridono”, onestamente. “Le maledizioni del ragno d’oro” di Luciano Boccaccini, secondo Amazon esiste anche l’edizione Kindle. Non posso dare indicazioni soggettive od oggettive sulla qualità, sebbene ci siano aspetti che mi fanno storcere il naso e di cui vorrei che mi sbagliassi.
Innanzitutto un grosso Grazie per la citazione e poi si, il nord Piemonte, tra Biellese, vai d’Ossola e val Sesia si possono considerare un po’ il New England della regione!