
Pandemia, collasso sociale ed economico, violenza indiscriminata.
Benvenuti nel futuro!
Negli slum di Milano, dove vive la peggior feccia senza legge e senza speranza, è stato commesso un crimine più grave del consueto.
Qualcuno ha rapito il figlio del sindaco e l’ha portato lì, tra i banditi e i disperati. Il riscatto chiesto dal sequestratore è troppo esoso. Inoltre il sindaco non tratta coi terroristi, nemmeno quando è in gioco la vita del suo primogenito.
Per questo ha deciso di richiedere l’intervento di un road warrior, un ex agente della Stradale d’Assalto. A lui e alla sua Garuda V8 toccherà trovare il rapitore e risolvere il problema.
A qualunque costo, in qualunque modo.
Il giudizio della strada ha delle riconoscibili fonti d’ispirazione: Interceptor (più ancora dei relativi Mad Max) e 1997: Fuga da New York.
Ci sono però altre fonti che hanno contribuito a formare il mio immaginario: videogiochi come Double Dragon e Final Fight, ma anche gli z-movie italiani come 1990 – I guerrieri del Bronx.
Un pizzico di questo, un pizzico di quello e il racconto è nato.
Spero sia venuto bene come sembra a me. Non solo come storia action, bensì anche in quanto storia di due fratelli. Un cliché? Forse. Però mi è piaciuto aggiungere questo elemento, che dieci anni dopo la prima stesura è diventato più importante del previsto.
Ah, un’altra cosa: Il giudizio della strada si presta alla perfezione a un eventuale seguito. Leggetelo e ditemi se non è così!
Se, una volta conclusa la lettura, vi andrà di averne ancora, fatemelo sapere tramite i miei social e sarò ben lieto di pensarci. Ora che sono tornato di nuovo nel mondo dei road warrior mi piacerebbe rimanerci ancora un po’.
PS; La splendida copertina che vedete è di Luca Morandi.
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