(Romanzo) Londra invisibile

Questo vecchio romanzo, pubblicato in Italia per la solita Urania, Londra Invisibile (titolo originale The Hunger and Ecstasy of Vampires), rientra nel filone della fantascienza retrofuturista, ma presenta alcuni elementi steampunk: la Londra Vittoriana, i personaggi celebri dell’epoca utilizzati come personaggi della storia, alcuni anacronismi scientifici, nonché la commistione tra persone realmente esistite (Oscar Wilde, Tesla etc) con altre rese famose attraverso delle famose opere di fantasia (Dracula, Sherlock Holmes).

Londra invisibile ha dei fortissimi debiti col romanzo di H.G.Wells La macchina del tempo, questione su cui l’autore gioca astutamente, instillandoci il dubbio su presunte doti da veggente del padre della fantascienza moderna. Non a caso lo stesso Wells è uno dei protagonisti del romanzo.

La droga inventata dal signor Copplestone altri non è che una macchina temporale in grado di far viaggiare nel futuro chi la consuma, seppur tale viaggio avvenga in forma psichica e non in quell fisica. Nel lontanissimo futuro dell’umanità non ci aspetta nulla di buono. Non ci sono i Morlock pensati da Wells a schiavizzarci, bensì la razza dei Sovrauomini, che scopriremo essere i discendenti iper-tecnologicizzati dei “nostri” vampiri, che non sono reali non-morti, bensì creature notturne dalle caratteristiche peculiari. I Sovrauomini hanno preso il nostro posto, sostiduendoci, quando la civiltà umana è andata incontro alla distruzione. in seguito a guerre sempre più distruttive e letali. Ciò che si è salvato della nostra razza costituisce una sorta di gregge di ignavi, schiavi allevati come capi da bestiame, al fine da essere munti in apposite fabbriche gestite dai Sovrauomini, che dal sottosuolo terrestre governano il pianeta.

Copplestone, inventore della droga temporale, raduna a sé un gruppo di persone geniali e dalla mente aperta, per rivelare loro queste scoperte fatte durante i suoi viaggi psichici. Peccato che Stableford decida di inserire nel gruppetto di investigatori londinesi anche un nobiluomo proveniente dall’est europeo, il conte Lugard, su cui circolano strane dicerie…

Il romanzo parte in quarta, pur non essendo caratterizzato da ritmi convulsi o da elementi d’azione. Lo stile ricercato tenta – riuscendoci – di ricalcare quello di fine ‘800, e così anche il futuro remoto, “visto” da persone del 1895, viene descritto con quel sense of wonder che doveva ispirare allora. Seppur si parli, in senso lato, di vampiri, mancano quasi del tutto i riferimenti agli stereotipi del caso. Vuoi anche perché, ed ecco un altro dettaglio non trascurato dall’autore, Bram Stoker non aveva ancora scritto Dracula, che sarebbe stato invece pubblicato nel 1897, due anni dopo i fatti narrati in Londra invisibile.

Peccato per il finale, un po’ frettoloso e quindi in parte deludente, pur non incidendo nella mia valutazione positiva di Londra invisibile. Esiste anche un seguito, Sherlock Holmes – The vampires of eternity, ma non è mai stato tradotto per il mercato italiano.

Alcune copie di Londra invisibile sono disponibili nel mercato dell’usato, su Amazon. Le trovate qui.


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