I fuochi di Valyria (d George R.R. Martin)

 

Sinossi

Nella sanguinaria epopea della guerra dei Cinque re, Stannis Baratheon è impegnato in un’estenuante marcia nel gelo contro il traditore lord Bolton, mentre un inquietante vuoto di potere circonda il Trono di Spade a causa della prigionia di Cersei Lannister, ancora presa negli artigli di un risorto fanatismo religioso. Mai prima d’ora il continente occidentale è stato tanto duramente devastato e mortalmente indebolito, così da diventare facile terra di conquista da parte di nemici vicini e lontani. Nelle Isole di Ferro, il sinistro Euron Occhio di Corvo si prepara a lanciare una nuova invasione dal mare, mentre a Dorne, la marca più meridionale del reame, un principe solo all’apparenza in declino ordisce una cospirazione volta a un nuovo, imprevedibile ritorno dell’antica dinastia. Oltre il Mare Stretto, Daenerys Targaryen, orgogliosa e coraggiosa regina dei draghi, si piega a un subdolo matrimonio di convenienza nel nome di una pace incerta, senza con questo rinunciare al suo sogno di tornare sul trono che fu di Aegon il Conquistatore. Finito suo malgrado nelle mani lorde di sangue degli schiavisti di Yunkai, città nemica giurata di Daenerys, l’indistruttibile nano Tyrion Lannister è costretto a giocare il tutto per tutto per sopravvivere a un assedio disastroso. Nel frattempo, all’ombra della titanica Barriera di ghiaccio nell’estremo Nord del reame, il giovane Jon Snow, coraggioso lord comandante dei Guardiani della notte, concepisce una temeraria strategia…

Commento

Nota n°1: Quest’articolo è privo delle coordinate minime e necessarie per l’acquisto diretto del romanzo, nel tentativo di boicottare Mondadori, che da anni segue una disonesta politica di spezzettamento dei libri di George R. Martin (venduti negli USA in un volumoni singoli) per lucrare sui fans della saga.
Nota n°2: Quella che segue NON è una vera e propria recensione. Non avendo mai recensito i precedenti volumi della saga mi sembra sciocco iniziare da quello che in Italia viene indicato come l’undicesimo libro. A ogni modo, avendoli letti tutti (i primi pure due volte), posso esprime un giudizio assennato sulla storia.
Nota n°3: Facendo riferimento all’operazione di boicottaggio enunciata nella nota n°1, tengo a precisare che ho letto I fuochi di Valyria gratuitamente, in Feltrinelli, sfruttando le pause pranzo.

Cercherò di essere breve. George R.R. Martin è uno dei pochissimi autori di fantasy classico (dinastico, medioevale etc etc) che riesce a non farmi addormentare sulla sedia. Mi piace il suo stile crudo e iperealista, mi piace il mondo che ha creato, povero di magia, libero da elfi, nani, drow e altri classici della narrativa di genere, ma ricco comunque di mistero e di leggenda. Mi piace il gioco del trono.

Quando ho iniziato a leggerti avevi la barba nera. Muoviti a finire la saga, ca**o!

Credo di essere stato uno dei suoi primissimi lettori, quando in Italia era ancora un perfetto sconosciuto. Ricordo di aver “infettato” almeno una decina di amici, prestando i libri di Martin o suggerendo la loro lettura.
I fuochi di Valyria, tuttavia, è un volume piuttosto inutile di questa saga che tende a estendersi all’infinito. Il libro è scritto benissimo, come al solito, ed è ricco di siparietti e dialoghi memorabili, in puro stile Martin. Tuttavia molti capitoli sono fini a se stessi e si ha la netta sensazione di sorbirsi un brodino allungato. Succede poco, ci sono troppi POV, alcuni davvero superflui.
Sembra di vederli, gli editori del buon Giorgione, mentre gli chiedono di allungare di millemila parole la saga, visto che vende un botto e che ora c’è pure l’uberfigo serial della HBO in TV.

Il lettore di lungo corso, quello come me, tanto per dire, inizia però ad averne le saccocce piene. Innanzitutto c’è un’obiettiva difficoltà a ricordare i quindici milioni (circa) di personaggi introdotti da Martin nel corso degli anni. Aggiungeteci lo snervamento di arrivare a fine di un capitolo per poi accorgersi che non è successo niente di niente.
E ne I fuochi di Valyria non succede appunto quasi un ca**o!
Insomma, per farla breve Giorgione scrive sempre da Dio, ma si deve muovere a finire il tutto, perché vorremmo conoscere la fine della storia prima di morire tutti di vecchiaia.
Lui per primo, vedendolo in foto.

29 commenti

  1. Ci manca che faccia la fine di Robert Jordan. Speriamo di no 🙂 Io amo i libri di Martin, e se il mio inglese non fosse così debole mi leggerei il tutto in lingua originale per non dar soddisfazioni alla Mondadori. Ma tantè, mi accontento di comprarli in ed. economica. Adoro il mondo creato da Martin, forse perché mi ricorda quello creato nei libri di Donaldson su Tomas Covenant che mi ha esaltato, ma devo dire che il dilungarsi potrebbe essere una pecca non da poco. Per carità, in un’intervista Martin ha detto che avrebbe chiuso il tutto in sette libri (americani) speriamo che gli editori con gli chiedano di allungare il tutto. Intanto io aspetto ottobre per la versione economica di “i guerrieri del ghiaccio”.

  2. per carità, i gusti son gusti , e mi rendo conto che per un lettore vorace, ( succede anche a me..) si legga di tutto, ma francamente…non mai letto nulla di quest’autore e certo la tua recensione non invoglia ad incominciare .in quanto al bello stile/ bella scrittura, anche King scrive benissimo, ma le ultime cose sono abbastanza inguardablili, a stò punto mi rileggo Lovecraft ed Ambrose Bierce!o no?…boh, forse sono io che invecchiando divento insofferente, tu comunque semnpre preciso, vai avanti così!

    1. Io credo sempre che non sia un male guardare al presente, ossia agli autori nuovi (pur nel rispetto dei mostri sacri). In realtà reputo Martin molto, molto bravo. È la strategia editoriale di pubblicare saghe infinite che contesto. A questo punto meglio i racconti, indubbiamente.

  3. Qualche anno fa arrivata al settimo libro (edizione italiana), ho detto stop: finché questo non finisce non prendo più nulla e poi ricomincio da capo a leggere perché mi sarò dimenticata un migliaio di particolari nel frattempo… quindi spero si muova a finire!

  4. Chissà perché avevo questa sensazione. Anche nel volume precedente in realtà succedeva molto poco, a parte qualche straordinario capitolo dedicato a Sansa che resta il mio personaggio preferito.
    Solo che, davvero, caro George, ti scongiuro, fallo per noi che ti leggiamo da secoli: falla finita, cazzarola! Io ho acquistato il volume intero in inglese, ma ancora non ho cominciato a leggerlo, proprio perché temevo l’incazzatura…

    1. Anch’io ho il volume – anzi, l’ebook – in inglese, ma ho scoperto che è un inglese molto ostico.
      Quindi mi limito a leggerlo in Italiano don qualche sotterfugio. Sperando che prima o poi finisca…

  5. Io sono rimasto al terzo libro della saga (A storm of sword). Il quarto non l’ho letto, perchè “metà” del quinto. E penso che riprenderò Martin sono quando finirà (ma finirà? Speriamo…) la sua ormai illimitata saga.
    Rimane comunque il fatto che Martin è uno dei pochi autori “fantasy” che riesco a leggere.

  6. Il guaio delle grosse saghe americane comincia nel momento di maggior successo, allora è facile che succeda di trovare capitoli in cui non accade niente, libroni infiniti laddove sarebbero bastate anche la metà delle pagine, millemila personaggi di contorno inutili e così via.
    Aggiungici anche che gli scrittori in America non pagati un tanto a parola ed avrai il quadro completo.
    Ciao.

  7. Come ho già detto più volte in passato, non sono un fan della serie – arrivato al quarto volume italiano, mi son detto che non sono abbastanza longevo da buttare degli anni per seguire le vicende – scritte benissimo – di personaggi che non mi dicono nulla in un mondo che non mi piace.
    Proprio molti degli elementi che tu segnali come origine del tuo interesse per questo lavoro sono gli stessi che me lo rendono inviso; il ciclo mi pare un polpettone storico coi numeri di serie limati, un fantasy per chi ha paura di idee troppo fantastiche ma si eccita all’idea delle spade e delle armature (presenti esclusi, naturalmente).
    Io dal mio fantasy voglio altre cose.

    Concordo in pieno col biasimo per Mondadori, e sulla politica della frammentazione.
    L’idea, mi hanno spiegato quelli che la sanno lunga, è che pubblicare i volumoni di Martin senza spezzarli significherebbe proporli ad un prezzo troppo alto, e ciò (insieme con lo spessore “spaventoso”) causerebbe un crollo nelle vendite – meglio due blocchi da 500 pagine a 15 euro l’uno che uno da mille a 25, insomma.
    Eh, sì, meglio.
    Ma evitiamo sterili polemiche 😉

    1. So che a te Martin non piace molto. Per carità! I gusti son gusti!
      Il mio rapporto col fantasy ha vissuto una fase di rigetto incredibile. Dopo aver letto quasi solo fantasy per 10 anni ora non riesco più a digerire il genere.
      Attualmente quello che mi intriga è semmai l’urban fantasy e qualche derivazione del “punk”, tipo lo steamfantasy. Ciò non coincide però con un mio giudizio negativo sul genere, bensì con un rigetto del medesimo per troppo abuso nel passato.

      Riguardo alle motivazioni di Mondadori posso solo dire: patetici. Patetici e indegni.

  8. Potessi smettere di mugolare Drogaaaaaa, datemi la drogaaaaa!!!!! a ogni uscita del ciccione stramaledetto… 😀
    Mi auguro davvero che almeno i miei pronipoti possano leggerne la fine.

  9. Francamente temevo un poco l’effetto “dai, allunga il brodo, quando ci ricapita una simile schiera di fans sbavanti?!”. Spero che questo volume inconcludente non sia altro che uno scivolone in una produzione per ora ottima. Mi sono fermata a “Il banchetto dei corvi”, e giuro che i prossimi volumi li prenderò (rigorosamente in economico tomo da edicola, Urania permettendo) ma NON LI LEGGERO’ finchè non sarà finita la saga. Ecco, ora che l’ho detto devo solo riuscire a resistere alla tentazione…facile, vero ?

    1. Ma anche non leggendoli finché la saga non sarà conclusa, poi che potrai fare? Per leggere la saga intera serviranno almeno sei sette mesi 😛
      Cioè, pazzesco, a pensarci…

      1. Vabbè, la durata della lettura non mi preoccupa troppo. pensa che sto rileggendo proprio in questo periodo la saga di Dune, e non è che si tratta di libri nè brevi nè leggeri (escluso il primo volume…). Se dopo un pò di full immersion in un universo schiumo , “spezzo” con un libro che non c’entra nulla per poi rituffarmi nella saga 🙂

  10. Sto aspettando che qualche buonanima carichi l’ebook piratato sul mulo, mi sento legittimato a scaricarlo perché possiedo la versione cartacea inglese di ADWD e ho l’intenzione di comprare l’edizione economica quando (se) uscirà in italiano.

    In più l’edizione digitale mi serve perché sto cercando di “riunire” A Feast For Crows e A Dance With Dragons di modo da avere i capitoli in ordine cronologico e non divisi geograficamente. Penso che ciò mi renda un geek senza speranza, ma tant’è.

    1. Figurati, fai benissimo ad aspettare l’ebook piratato, visto che hai comprato il cartaceo di ADWD. L’edizione economica italiana non uscirà prima di un annetto, mi sa…

  11. Comunque, riguardo il brodo allungato, penso che non dipenda poi tanto da scelte dell’editore. Martin ha messo troppa carne a fuoco e per far evolvere gli eventi in maniera naturale ha bisogno di spazio.

    Io non ho ancora iniziato ADWD ma sono uno dei pochi, penso, che non ha trovato per nulla brutta la piega presa con AFFC. Anzi, contribuisce a rendere il mondo vasto e vivo. Ci sono i capitoli mosciap***e, per carità, ma nell’insieme la storia si è evoluta eccome.

  12. Uaaa sto ancora ridendo. Io aspetto che finisca per leggere tutto insieme, in una volta sola…uauaaua (scherzo). Ho un’insana passione per la superfighesion serie di Game of Thrones.

  13. Mmh… fatico a capire come si possa leggere ADwD spezzato in tre. Soprattutto ADwD, ma al lettore italiano sarà più chiaro quando finalmente leggerà il terzo volume.
    Una cosa posso dirla. Verso la fine compaiono anche personaggi del filone che era stato narrato in AFfC, quindi c’è la volontà di far convergere un po’ le storie. A quanto dichiara il buon George, infatti, mancano 2 libri alla conclusione della vicenda. Quello che mi spaventa, personalmente, non è tanto la dispersione di tutte le trame e sottotrame, quanto il tempo che ci mette a scrivere ogni libro.

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