World War Z (il film – 2013)

WorldWarZ-Poster

World War Z
di Marc Foster
USA 2013

Sinossi

Una pandemia zombie s’insinua pian piano sul pianeta, partendo dai paesi del Terzo Mondo, ignorata o quasi dal resto dell’Occidente.
Quando il virus arriva in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, la velocità e la violenza del contagio lo pongono presto fuori dal controllo delle autorità.
Mentre le grandi città cadono una dopo l’altra, tocca all’ispettore dell’ONU Gerry Lane cercare un qualunque indizio che possa aiutare gli scienziati a scoprire un vaccino contro il virus.E’ così che per Gerry, separato dalla sua famiglia, inizia un rocambolesco giro del mondo, nelle aree pesantemente zombificate…

Commento

Già dalla sinossi, scritta di mio pugno, si capisce che l’aderenza di questo film al romanzo di Max Brooks è pari si è no al 3-4%.
Esagerando in eccesso.
Ora, qualcuno mi viene a dire che i media sono diversi, che è sbagliato valutare un film in base alla fedeltà al libro o al fumetto da cui è tratto. C’è del vero, in questa puntualizzazione.
Tuttavia, mai come oggi, trovo davvero stupido intitolare un film World War Z e poi girare una storia che fin dai titoli di testa prende una direzione inversa e autonoma.
E’ come se girassero il film La Seconda Guerra Mondiale, parlando però della guerra in Vietnam.
E con questo concludo il mio rant da fan del libro di Brooks.

Passando oltre, cercherò di esaminare il film per quello che è, e lo farò su due piani differenti.
Per gli spettatori non patiti di zombie movie, WWZ è una buona pellicola fantahorror, che di horror ha poco, di fanta qualcosa, di spessore mah, e di azione il giusto. Pellicola impreziosita, occorre riconoscerlo, dalla buona prova di Brad Pitt che, piaccia o non piaccia, è un bravo attore.
Per gli appassionati di zombie movie, invece, WWZ è un film mediocre, che si lascia vedere (e poi si dimentica) senza regalare granché di nuovo al genere.

Eppure gli spunti interessanti, a voler ben guardare, non mancano. Su tutti apprezzo l’idea della “spersonalizzazione” dello zombie, qui trattato alla stregua di un insetto, che agisce nel contesto di uno sciame, o di una colonia.
La tanto pubblicizzata scena della “piramide umana” di zombie, e le precedenti riprese aeree dei dintorni di Gerusalemme invasi dai non morti, sono dei buoni momenti, forse i migliori della pellicola.
Peccato che il regista, Marc Foster, non abbia sviluppato maggiormente questa idea, lasciandola relegata a un paio di battute lanciate a casaccio, qua e là.

World-War-Z-la piramide di zombie

Il difetto di WWZ è poi proprio questo: non si concede mai un momento di approfondimento psicologico, puntando tutto sulla frenetica (e a tratti sciocca) ricerca di una cura da parte di Gerry, ispettore ONU riesumato dalla naftalina, per visitare il mondo divorato dalla pandemia. Non c’è nemmeno quel tanto di infodump che avrebbe fatto la sua porca figura.
Lo zombie si spoglia quindi di ogni possibile lettura antropologica, sociale o umana, e diventa un nemico “videogiocoso” da abbattere o da cui scappare. L’unica cosa positiva di questa scelta, per chi si accontenta, è la mancanza delle solite scene strappalacrime da sceneggiato napoletano-zombiano, tipo il padre infetto che si fa ammazzare dal figlio o cose del genere.

Torniamo un momento al rapporto tra libro e film.
Quest’ultimo cerca in un paio di occasioni di riallacciarsi malamente al romanzo di Max Brooks. Lo fa quando decide di spostare gli eventi in Israele, paese che ha saputo difendersi dai non-morti, e lo fa (ancor peggio) in una vaga citazione correlata alla Corea del Nord.
Tutto qua, più o meno.
Pochino? Sì, pochino.

Un’ultima nota sul make up degli zombie che, per assurdo, raramente si vedono da vicino. Quando accade appaiono come creature essiccate, più che putrefatte. L’effetto è poco realistico, poco horror. Le scene in cui i ritornanti funzionano meglio sono infatti quelle caotiche, di massa.

In definitiva siamo in presenza di un film guardabile, soprattutto considerando il periodo estivo che molti vogliono disimpegnato e leggero.
Per gli appassionati, come ho già accennato, si tratta tuttavia di una grande occasione mancata, giusto una pellicola zombie in più da mettere in curriculum.

La battaglia di Yonkers*? Scordatevela.
La battaglia di Yonkers*? Scordatevela.

* Uno dei capitoli più suggestivi del libro.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

21 commenti

  1. Io come sai sono interessato soprattutto all’aspetto “ideologico” degli zombie – mostri che rappresentano “il proletariato” dell’orrore (mentre vampiri e licantropi sono piuttosto una elite o aristocrazia), e che spaventano proprio perché promettono – alle vittime del contagio – un futuro di squallore e ricerca coatta del cibo.
    L’impressione è che film come questo cerchino però di farne non tanto più una metafora della società in crisi, quanto una forza della natura.
    È come se in WWZ avessero voluto fare un film sul collasso ambientale, usando gli zombie invece – per dire – delle tsunami.
    Sarà interessante vedere se questo shift delle metafore dovesse attecchire.

    1. La tua è un’impressione corretta. Personalmente la trovo anche affascinante, e mi sarebbe senz’altro piaciuta vederla sviluppata come si deve. Invece ci sono solo pochi accenni, perché ancora una volta si è preferito dare spazio alla parte action.
      Un’occasione sprecata.

    2. sull’aspetto ideologico hai perfettamente ragione, e forse non è un caso che negli anni 70/80 le orde zombesche invadano i centri commerciali e nelle pellicole odierne infiammano strade e piazze.
      per quanto riguarda WWZ probabilmente è una storia troppo corale e di ampio respiro per rendere davvero bene al cinema, renderebbe bene in una serie televisiva

      1. Qualsiasi altra scelta sarebbe stata preferibile.
        Soprattutto quella di girare questo film, chiamandolo in qualunque altro modo.
        Speriamo in un reboot, o in una serie televisiva che non sia però come TWD.

  2. Io ero indeciso fin dai primi trailer e dai primi articoli riguardanti questo film se andarlo a vedere o meno.
    Mi dispiace ma a me l’idea di sciame non piace per nulla, gli zombie io li voglio vedere per bene in faccia, voglio la putrefazione, la degradazione dell’umanità e le situazioni da melodramma da lacrime napulitane (purtroppo sono rimasto ai tempi di Romero).
    Mi ricordo la mia reazione alla vista del primo trailer, di fronte all’ “ondata” di zombie ho detto mie testuali parole “ma quella è acqua”, cioè basta levare l’effetto speciale dei corpi e mettere dell’acqua e l’effetto è identico.
    Molto probabilmente lo andrò a vedere tanto per “inserirlo nel curriculum” ma so già che rimarrò deluso viste le premesse.

  3. ho letto la trama completa (per filmetti leggeri e d’intrattenimento lo faccio), non lo vedrò. Il fatto che come al solito chi deve scortare l’eroe (normalmente questo non rambo) è sempre un gruppo di soldati iper-addestrati che fanno la fine più miserevole e assurda. Quindi per me gli gli yankee del cazzo se ne possono andare a fanculo, mi leggerò il libro. Maledetti produttori e sceneggiatori, vi odio! Rendono le trame dei film idiote e rendono serie come defiance o last resort delle cagate pazzesche!

    1. Ma poveri yankee, io li adoro.
      L’autore del libro WWZ, Max Brooks, è yankee che più yankee non si può.
      Al limite la colpa la darei ai produttori di Hollywood 🙂

      1. Beh in questi commenti utilizzare un lieve tono razzista è sempre divertente! 😀 Cmq la colpa è dei produttori senza dubbio, ma gli sceneggiatori si trovano a scrivere scene indecenti… vedi gli sviluppi di defiance ad esempio, ogni volta mi terrorizzo prima dell’inizio delle puntate. 😀

  4. George Romero, il suo zombi barcollante e tutto lo scenario apocalittico che ne deriva, rappresentano una sorta di religione laica per me. Una roba seria, per intenderci. In questo caso, però, ho approcciato il film facendo finta che il titolo fosse un altro e, quindi, ho trascorso un buon paio d’ore di intrattenimento. Per assurdo, il più critico è stato addirittura mio figlio sedicenne, studente di terza liceo, il quale non ha affatto gradito questo tipo di rappresentazione del morto vivente. Anche io, così come Alex, spero in una futura possibile, diversa e più aderente trasposizione cinematografica (meglio un serial tv secondo me) del capolavoro letterario di Max Brooks. Anzi, chissà che proprio l’autore non ci stia pensando per conto proprio. In fondo, il padre è un grande regista e la madre è un attrice premiata con l’Oscar. Qualcosa, vorrà pure dire.

    1. Il vecchio Romero è ancora oggi il mio regista preferito (i suoi ultimi film… mah, facciamo finta che non esistono).
      Però gli zombie tradizionali hanno un po’ rotto, forse perché ne ho fatto il pieno per anni.
      Variazioni in tema sono gradite, ma se poi non vengono sviluppate bene, è perfino dannoso provarci.

  5. Avevo il sentore si trattasse di una storia che avesse poco a che fare con il capolavoro di Brooks.
    A questo punto, anch’io mi chiedo perchè titolarlo WWZ se, come dice Ale, l’attinenza del film al romanzo è così scarna.
    Lo vedrò, a questo punto non al cinema, giusto perchè il genere mi garba ma già preparato per l’occasione mancata…

  6. Il libro non l’ho ancora letto ma già il trailer m’era piaciuto poco. Interessante l’orda che si muove a grumo fluido, anche se fa involontariamente World War Z la Formica. Anch’io ho poca simpatia per chi prende una cosa e invece ne fa un’altra, non per una questione di linguaggio letterario e cinematografico che sono diversi – non ci sono cazzi – ma per buon senso interruptus. Fosse stato un mockumentary basato su WWZ lo sarei andato a vedere volentieri, ma trattandosi delle struggenti avventure di un Brad Pitt separato dalla famiglia che saltapicchia per il mondo nell’affannosa ricerca del vattelappesca, il mio interesse è andato a farsi la siesta sul divano. Poi magari lo guarderò, ma quando mi passerà davanti in TV o altro. Per ora, WWZZZzzz.

    1. Oh, il libro mi interessa e quello ho intenzione di prenderlo. Rileggendomi ho notato di essermi mangiato qualche parola e ho visto che non si capiva. Mi piace l’approccio del documento storico ucronico. Invece della tribolazione dell’uomo contro gli zombie mentre si fa le pippe mentali sulla famiglia eccetera ne ho già avuto abbastanza con TWD e ne farei volentieri a meno.

  7. A quanto pare, essendo uno a cui il film è piaciuto, sono una specie di intruso tra voi, qui a casa di Alex. 😉 E forse, il trucco è proprio questo: non essere degli integralisti della “classica” visione zombie, quella codificata da Brooks e Romero, col quale il film ha ben poco (ma dichiaratamente, basta guardare un qualsiasi trailer) da spartire.
    Di voi tutti accolgo le critiche a WWZ, perfettamente coerenti se di trasposizione pedissequa si fosse trattato fin dall’inizio…. Ma vi ricoro che, in best di co-sceneggiatore, c’era Mr. Brooks in persona, o almeno così è stato accreditato, quindi un po’ dovete incazzarvi anche con lui. 😀
    E poi, sul serio: ma non vi hanno ancora rotto i docuhorror, dopo l’indigestione di Paranormal Activity, Rec e compagnia? A me, sì.

    1. No, guarda, se leggi bene il film mi ha comunque divertito… e mi piacciono anche (soprattutto) gli zombie a sciame. Dai, non mi puoi accusare di essere un integralista della versione classica dei non morti…

      Rispondendo alla tua domanda, io i docuhorror li ODIO. Ma in questo singolo caso, ecco, questo formato avrebbe funzionato alla grande.

  8. Visto ieri. Fino all’ aereo che cade ,mi era piaciuto per la dimensione globale e corale che avevano dato alla storia, poi si avvita in un finalino alla Resident Evil / prima stagione di The Walking Dead, con un McGuffin custodito, guardacaso ,da un labirinto di zombies. Sviluppo assai deludente.
    Due note a margine: 1)se ti tagliano un arto probabilmente muori dissanguato e nel film non si vede una goccia di sangue. 2) Dov’e’ la Battaglia di Yonkers??

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