Le donne di Plutonia: Cristina Scabbia

No, nessun pesce d’aprile. La domenica, come sempre, è dedicata a un’ospite presentata a voi, mille e più lettori che ogni week end venite da queste parti ad abbeverarvi di beltà.
Ora, il post di oggi vi presenterà una donna di cui sono un vero, totale e convinto ammiratore: Cristina Scabbia, cantante dei Lacuna Coil.
L’articolo su Cristina era in previsione da tempo, ma è un piacere anticiparlo, onorando una promessa fatta scherzosamente alla diretta interessata, su Twitter (cliccate per sbirciare l’account ufficiale di Miss Scabbia). Sta di fatto che l’altra sera io e l’amico Germano cazzeggiavamo sul social network cinguettante, postando alcuni video dei Lacuna, e Cristina ci ha risposto e salutato.
Eh, come ve la tirate per una sciocchezza da poco!” Vi sento: non fate finta di niente. Eppure – sarò scemo io – queste sono le piccole cose che danno un minimo di proporzione riguardo all’umanità dell’artista in questione. Se il talento è pubblico, il carattere e l’umiltà vanno sempre cercati e scoperti poco alla volta. Visto che accade di rado, son ben lieto di celebrare l’avvenimento.
Dunque questo articolo nasce proprio col cuore e spero che come tale venga percepito.
Ma veniamo a noi. Chi è Cristina Scabbia, esattamente?

Presto detto: voce femminile dei Lacuna Coil (come già detto) dal 1996. Per chi non lo sapesse – e senz’altro ce ne sono – i Lacuna compongono una band rock/metal italiana, con centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il mondo. Non vorrei dire una scemenza ma, dati alla mano, dovrebbero essere i cantanti nostrani attualmente più conosciuti, apprezzati e conosciuti fuori dai confini dello Stivale. Otto album pubblicati, tour che fanno il tutto esaurito negli States, riconoscimenti plurimi da parte di colleghi e stampa, una fama tale che li ha fatti diventare protagonisti di un noto videogioco.
Buona parte del successo è merito del carisma di Cristina. Carisma non vuol dire soltanto bellezza, bensì presenza scenica, intelligenza, eclettismo, bravura. Milanese, classe 1972, ex commessa e barista, Cristina è la classica cantante che si è fatta la cara, vecchia gavetta, saltando di genere in genere per migliorarsi e per trovare la giusta strada. Si avvicina al metal proprio nel momento in cui inizia la sua collaborazione coi Lacuna Coil, diventando subito una stella di prima grandezza a livello internazionale.

Vista dal vivo non si può non riconoscerle un totale controllo del palco e del concerto, qualcosa a metà tra l’ipnosi e l’adrenalina pura. Tra l’altro Cristina non si è mai preclusa la sperimentazione, per esempio collaborando come guest star con la mia amica L’Aura, in un singolare duetto direttamente sul palco dell’Ariston. Oppure in questa bellissima canzone interpretata insieme al maestro Battiato.
Qualcuno la critica perché “non fa vero metal”, altri perché “fa metal” (questo è il paese delle Laura Pausini e delle Emma Marrone, non scordiamolo), sta di fatto che i Lacuna e Cristina continuano a riscuotere successo praticamente ovunque e fancu*o le critiche e gli invidiosi.
Prima di lasciarvi alla gallery fotografica vi segnalo un bellissimo articolo scritto da un autore che apprezzo, Michele Monina. Uno che non le manda certo a dire. Beh, leggetelo. Ne vale la pena.

29 commenti

  1. Be’ sinceramente il gruppo l’ho conosciuto grazie a te e Germano e non posso che condividere il tuo pensiero in merito a certi meccanismi perversi che decretano il successo o meno di un artista.
    Cristina la vedo qui, con queste immagini, forse per la prima vola. La trovo affascinante e degno personaggio del tuo blog

    1. Sai, mi stupisce sempre scoprire che molti non conosco i Lacuna Coil. In fondo sono gli italiani che più vendono al mondo. E in Italia se li filano in pochi. Giustamente parli di “meccanismi perversi” che decretano il successo di un artista. In questo caso non posso fare a meno di complimentarmi coi Lacuna per aver saputo guardare fuori dal nostro piccolo mercato.
      Credo che anche in altri campi – compresa la scrittura – sia necessario mettere il naso fuori dai confini. Beato chi sa scrivere in un buon inglese!

  2. Con me sfondi una porta aperta perchè adoro il metal dei Lacuna Coil. Il gruppo di Cristina Scabbia fa un genere riconducibile a quello suonato da quei gruppi come gli Epica, Nightwish, Whitin Temptation, Delain e potrei andare all’infinito, che vanno per la maggiore nel nord Europa o anche nei paesi iberici ma che, sistematicamente, in Italia sono ignorati. Per fare un esempio, il 13 marzo è uscito il nuovo cd degli Epica che ho cercato in lungo ed in largo (anche da Feltrinelli per intenderci) ed è impossibile trovare perchè mai arrivati, nel mentre, gli scaffali traboccano dei lavori (omologatissimi) delle cantanti defilippiane. Un nervoso! Grazie Alex, non sbagli un colpo. P.S. suggerisco sommessamente – qualora già non li conosci – di sentire e vedere qualcosa degli Epica la cui cantante, tra le altre cose, è un vero angelo.

    1. Mi permetto di aggiungere una nota al malumore di Max: per avere un cd, o fai i salti mortali e trovi qualche negoziante capace, oppure ti tocca comprarli alla NB (Max, non faccio nomi ma mi hai capito) e spendere il prezzo di un cd – 14 euro – per il trasporto. Bah e ri-bah!

    2. Io sono poco esperto di Metal, ragione in più per dire che Cristina e i Lacuna sono riusciti ad “acchiappare” anche chi, come me, magari di solito ascolta altro.
      Per come la vedo io dovrebbero dedicarle delle statue, soprattutto perché danno un’immagine dell’Italia musicale che prescinde da Sanremo e da Eros Ramazzotti, invece i nostri media continuano a snobbarli. E in fondo credo che a questo punto sia perfino meglio così.

      PS: Indagherò sugli Epica, grazie mille per la dritta!

  3. Ottima segnalazione e riflessioni tanto giuste quanto amare sulla scena musicale italiana, da sempre in mano a personaggi che ben poco hanno fatto per farla evolvere. I Lacuna Coil non sono niente male, dal vivo tirano fuori una rabbia notevole.

    1. Visti dal vivo, confermo che meritano.
      Cristina l’ho poi rivista in altri ambiti, coi Rezophonic (meritevolissimo progetto musicale-sociale:http://it.wikipedia.org/wiki/Rezophonic), scoprendo un’artista a 360°, nonché impegnata sul serio in qualcosa di utile.
      Forse è per questo che risulta poco appetibile ai nostri telegiornali gossippari.

  4. Visti live anni addietro, come spalla dei Jethro Tull.
    Un incidente, quindi – ma pur non essendo un fan, è innegabile la professionalità della band.
    Che in Italia non si sia mai adeguati alle aspettative del pubblico… mah, dove l’ho già sentita?

  5. Ecco che il tuo appuntamento della domenica non è mai solo bellezza fine a sé stessa, visto che può essere stimolo di riflessioni interessanti. 🙂

    Alla faccia di chi la pensa diversamente. ^^

    Ciao,
    Gianluca

    1. Grazie! Sono felice che questo duplice aspetto filtri dagli articoli della domenica. Mi piace cercare di fare qualche ragionamento, oltre che pubblicare belle foto. Con certi soggetti mi risulta semplice 🙂

  6. In effetti, e te lo dico da metallaro convinto, questa cosa che dicano in giro che non facciano metal da fastidio anche a me. Voglio dire, abbiamo finalmente dei musicisti validi che sfondano all’estero ( in Italia avrebbero fatto la fame o sarebbero andati di nuovo a San Remo ) e cosa facciamo? Li critichiamo, o perché non sono commerciali, o perché non fanno metal come piacciono agli originaloni adoratori delle nicchie. Bah, ce ne fossero come i Lacuna Coil!

    1. Figurati!
      Noi italiani dobbiamo sempre vantarci delle cose sbagliate e snobbare quelle meritorie.
      Senza contare che la figura femminile in Italia deve essere riconducibile a quella della ragazzona di provincia, tutto “cuore, amore e famiglia”, come la Pausini. Una come Cristina non risponde agli stereotipi richiesti dal maschio italico medio, che sente minacciata la sua posizione di galletto ruspante.

      1. Che poi, a dirla tutta, è più femminile Cristina di Irene Grandi, tanto per citarne una, o appunto della Pausini. Comunque, chi sa apprezza e guarda con orgoglio a questa band che all’estero spacca!

        1. Ti dirò, io la Grandi l’ho vista due volte in concerto, aveva una grinta da vendere ed era lontanissima dallo stereotipo di “femmina pausiniana” che cito nel commento precedente. Poi i discografici o non so chi hanno deciso di ripulire la sua immagine, le hanno fatto incidere un album di canzoni natalizie e lì mi è scaduta definitivamente.
          La Pausini, mamma mia, è proprio deprecabile sotto mille punti di vista 😦

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