Il viaggiatore – Cronache del quarto regno
di John Twelve Hawks
Mondadori Editore
448 pagine, 9.40 euro
Sinossi
Fin dalla adolescenza ha tentato in ogni modo di sottrarsi al proprio destino e di condurre una vita normale, a Londra, immergendosi nello studio, nel lavoro, nell’amore. Ma la ventiseienne Maya non è una giovane qualunque. Come suo padre, appartiene a un’antica e quasi estinta stirpe di guerrieri, gli Arlecchini, che armati di spada proteggono gli ultimi, sparuti, Viaggiatori, anime elette capaci di muoversi fra mondi paralleli dove ricevono la forza e la saggezza con cui nutrire gli uomini della Terra.
Proprio per questo i potenti affiliati della Tabula, una setta segreta che tenta di ottenere il controllo assoluto della società, li considerano un pericolo e li perseguitano da tempo immemorabile. Una lotta senza quartiere per il controllo dell’umanità si combatte, infatti, sotto la superficie della storia.
Ma il tradizionale equilibrio tra le forze del bene e quelle del male si è infranto con l’avvento dell’Immensa Macchina, e la Tabula sembra ormai prossima alla vittoria definitiva. Ma forse esiste ancora una possibilità. Da qualche parte, in California, vivono Gabriel e Michael Corrigan, i figli di un Viaggiatore scomparso.
La missione a cui Maya decide infine di votarsi, dopo l’uccisione del padre, consiste nel rintracciare i due fratelli prima dei mercenari della Tabula e metterli in salvo. Come un moderno David che non ha rinunciato a battersi contro il gigante Golia, armata solo del suo puro idealismo e di una caparbia volontà di resistenza, la giovane si trova coinvolta in un’impresa epica per difendere l’ultima speranza di un mondo libero.
Commento
Questo libro l’ho letto due volte. La prima pochi giorni dopo la sua uscita, nel 2007. La seconda tre anni dopo, quando venne ristampato in versione economica, visto che avevo perso il volume rilegato acquistato in precedenza.
La cosa scandalosa – ma non dovrebbe nemmeno stupirci, trattandosi di Mondadori, è che nel mentre altrove (in paesi culturalmente più civili), la saga è andata avanti con altri due volumi, ovviamente mai tradotti in Italia.
Risulta difficile comprendere i motivi che stanno alla base di una scelta così idiota e irrispettosa del lettore che non ha familiarità con l’inglese, e che quindi si trova di fatto a comprare un terzo di una saga di cui non scoprirà mai il finale. Tra l’altro è un fenomeno, quello delle saghe pubblicate a metà, che ha diversi precedenti, anche con altre case editrici. Se c’è un indice di quanto siano poco considerati e rispettati i lettori dai nostri editori, beh, eccolo qui.
Per fortuna questo primo volume, Il viaggiatore – Cronache dal quarto regno, presenta una storia autoconclusiva, che lascia sì aperte molte parentesi, ma che almeno non si tronca nel bel mezzo di qualche colpo di scena.
Tra l’altro siamo in presenza di un interessante connubio tra fantascienza distopica/cospirazionista e urban fantasy. Non qualcosa di totalmente originale, ma il romanzo risulta ben scritto e coinvolgente, sia nelle sue parti full action che in quelle più filosofiche.
L’autore, di cui tra l’altro si sa pochissimo, prende spunto dall’idea di Jeremy Bentham, filosofo e giurista inglese vissuto tra ‘700 e ‘800: il Panottico. Si tratta di una prigione che, con alcuni accorgimenti architettonici e tecnologici, poteva essere gestita da un solo guardiano, in grado di sorvegliare più prigionieri senza essere visto. Bentham lo definiva come “un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente, in maniera e quantità mai vista prima”. Il mondo de Il Viaggiatore è come il nostro, è il nostro, ma suppone l’esistenza di un panottico segreto, informatico e globale, la Griglia, che spia tutti noi.
Da questo punto di partenza l’autore raccorda diversi temi per comporre il suo arazzo: dalle atmosfere complottiste/distopiche sul Nuovo Ordine Mondiale, all’orwelliano Grande Fratello, passando per la spiritualità buddista e la teoria delle stringhe. Si sfugge all’infodump pesante, lasciando spazio a quello utile e piacevole. C’è spazio per l’azione, per gli spunti fantascientici/fantasy degni dei migliori comics e per molto altro ancora.
Cronache dal quarto mondo riesce perfino nell’intento di non risultare banale e stupido. Scusate se è poco.
Nel mentre io ho recuperato e letto anche il secondo volume, The Dark River, ovviamente in inglese, ma questa è un’altra storia e magari ne riparleremo più in là.
Se intanto vi imbattete in questo libro in qualche bancarella dell’usato acquistatelo senza esitare.
letto e compreso, se lo trovo in giro provvederò all’uopo….
Urca, non lo conoscevo e mi ispira un botto!
Sì, non è affatto male 😉
Passato completamente inosservato.
E cita il povero Jeremy Bentham… che io e Jerry abbiamo una storia lunga, alle spalle.
Bisognerà assolutamente dargli un’occhiata.
Grazie della segnalazione.
In versione economica usata dovresti portartelo a casa per un paio di euro. Il livello è molto buono e su “Jerry” si basa buona parte della filosofia dei cattivi del romanzo.
Ma no, povero Bentham… anche questa, doveva toccargli.
Poi sfido che la sua anima inquieta infesta i corridoi dell’Università di Londra…
Eh, ma io ho banalizzato… Insomma, credo che occorra leggere per capire 🙂
PS: La storia del fantasma di Bentham me l’avevi raccontata proprio tu!
non so, questa cosa mi puzzava di young adult becero. dici che vale?
Fidati, ne vale la pena! 🙂
Per me vale. Ha qualche spunto YA, ma nulla a che spartire con lo YA così come viene inteso negli ultimi anni (ossia spazzatura).
Bravo te che hai recensito uno dei miei libri preferiti!
Io ne parlai sul blog quando ancora ero agli inizi e proprio in questi giorni sto leggendo il secondo volume, peraltro ben fatto (per ora…) a cui seguirà sicuramente il terzo visto che non ho intenzione di lasciare la saga a metà.
Bella recensione, mi piace! 😀
Dark river, il secondo volume, non è affatto male!
Il terzo lo devo recuperare. Se c’è in formato ebook presto sarà mio 🙂
Li ho acquistati entrambi su amazon, quindi non dovresti far fatica a trovarlo!
ok, li metto in coda allora. thanks