You can’t bring me down

E dire che avevo immaginato un luglio di tranquilla programmazione, tra recensioni leggere e qualche articolo consuntivo della stagione che va a chiudersi. Invece una serie di piccoli eventi e discussioni mi spingono a rivedere la scaletta, a spostare articoli e a stare sul pezzo. In fondo è bello così. Vuol dire che il blog è vivo e lotta con noi (cosa di cui tra l’altro non ho mai avuto dubbi).
Il post di oggi però è un po’ particolare. Personale, se vogliamo. Va a sfiorare quella categoria di libri che ho sempre evitato come la peste, ossia i manuali motivazionali. Come diventare il capo di te stesso. Oppure: Come vivere felici in dieci semplici lezioni. Come arricchirsi utilizzando Facebook. O peggio, ancor più roboante: Guadagna fiducia in te stesso!
Per fortuna la categoria la sfioriamo appena e per sommi capi. Il punto di partenza è questo: da settembre, come qualcuno già sa, mi piacerebbe fare qualche esperimento per monetizzare la mia passione per la scrittura. Il che non vuol dire vendere libri, bensì scrivere per siti, portali, webzine e blogzine disposte a pagare un tot ad articolo. Qualche contatto già ce l’ho, l’esperienza pure, idem lo stomaco per occuparmi di argomenti ben diversi da quelli di cui mi occupo qui su Plutonia Experiment.
Bene, direte voi, quindi dove sta il problema? Ve lo spiego subito.

Il problema sta in tutti quelli che mi stanno martellando le gonadi con il mantra: Ma che cazzo vai a fare, c’è la Crisi, basta pensare a queste stronzate, vai a spazzare le strade.
Variano i termini ma il concetto è quello.
Il punto è che sono frasi che arrivano da persone che dovrebbero avere interesse -almeno sulla carta- a fare il tifo per me. Il punto è anche che non sono logiche obiezioni fatte per il mio bene, bensì critiche preventive pronunciate col tono di un adulto che parla a un bambino.
Perché l’adulto è quello coi piedi per terra, che ha disimparato a sognare e ad avere ambizioni (seppur minime). L’adulto è quello che adotta un ciclo vitale ripetitivo e basato su solide certezze: siamo degli schiavi sociali destinati a lavorare in posti orrendi, a fidanzarci/sposarci con persone che non sopportiamo, e poi a morire.
Però sono -appunto- certezze.

La Crisi, poi. Come sostiene un vicino di cella del blog qui accanto, è l’ideale per governare un popolo che ha smesso di sognare e di alzare la testa, se non con stupidi banner piazzati su Facebook, magari mentre si vede il porno della Tommasi. La Crisi che diventa una scusa per giustificare qualunque cosa, soprattutto un’apatia che avvolge tutto e tutti, soprattutto in Italia.
No, ok, non saltatemi alla gola. Non sto negando nulla, non sto prendendo in giro nessuno. Ho il massimo rispetto per chi la Crisi se la sta beccando nel groppone. Oh, non è che qui da dove vi scrivo le cose vanno alla grande, eh… Intendiamoci.
Dico soltanto che sarebbe il momento di rivedere, in grande, molti meccanismi che ci hanno portato dove siamo. E che una cosa del genere può iniziare anche nel piccolo. Anche dal singolo
Qualche mese fa si parlava dell’Islanda come esempio virtuoso di rinascita dopo il crollo finanziario totale. Ovviamente è una notizia che hanno fatto passare sotto silenzio, perché dimostra che un’alternativa è dunque possibile, pur fatti i dovuti distinguo e tutte le considerazioni tecniche del caso. 

Inoltre la gente è infastidita nel constatare che qualcuno ha un piano B (e magari anche un piano C) per trarsi d’impiccio. Piano che contempla creatività, smarcamento dagli schemi, ma anche rinuncia al superfluo, sia in negativo (soldi, stipendio fisso) sia in positivo (inutili e costosi spostamenti quotidiani, spese extra, mal di fegato dovuto alla convivenza con personaggi più o meno ignobili).
Una vita fuori dagli schemi. In tono minore, ma non sminuente. Più autogestita. Less is more.
Aggiungiamo anche che a molti pare perfino scandalosa l’idea di tentare di guadagnarsi il pane quotidiano occupando di cose così inutili come la scrittura, la comunicazione, la creatività. Perché se il mondo sta diventando un posto brutto dobbiamo per forza imbruttirci tutti con lui. Perché se una cosa non funziona (“la cultura non paga!”) non è lecito nemmeno tentare di cambiare questo trend, bisogna prenderne atto e abbassare drastricamente l’asticella delle nostre aspettative.
Il prossimo -spesso anche chi dovrebbe fare il tifo per noi- odia chiunque gli ricordi che si può giocare d’azzardo anche se non siamo più dei ragazzini. Lamentarsi è liberatorio, scarica tossine, ma non tentare mai di eliminare o ridurre la fonte delle lamentele è dolo puro e semplice.

Alla fine di tutto questo sfogo non ho problemi ad ammettere che eventuali cambiamenti (anche radicali) della mia vita sono tutti da stabilire e da decidere. Magari non se ne farà nulla, magari sarà un percorso lento e accidentato. Ricevere bastonate ancora prima di cominciare mi fa però capire la proporzione della devastazione mentale che c’è là fuori. E anche della rabbia che cova nel modo e nella direzione sbagliata.
Non è un bel panorama.

Ve l’ho già detto che ho scoperto che a Cape Town cercano un sacco di persone esperte in new media? Per dire, eh.

26 commenti

  1. Penso che quello che dirò già lo immagini, anche se ci “conosciamo” da poco. Ovvero, sono pienamente d’accordo con te. Anche se mi sfugge in particolare, cioè molleresti di punto in bianco il tuo lavoro? Anche perché se così non fosse, non riesco a carpire chi punta a tarparti le ali. Da parte tua si tratta di perseguire comunque qualcosa che ti piace fare, e non vedo cosa debba dar fastidio in questo, l’unica risposta che mi son dato in questi anni, in cui ho subito lo stesso trattamento, è che la gente attacca perché non ha il coraggio di seguire ciò che ama per non essere a propria volta deriso e/o schernito e/o abbattuto dall’antiaerea moralista.
    Ovviamente facci sapere dove poter leggere i tuoi articoli 🙂

    1. Nel caso dovessi buttarmi in questo campo dovrebbe essere un passaggio progressivo, ma il sogno sarebbe quello di farne il lavoro primario, almeno a lungo termine.
      Io sono fortunato perché ho qualcosa da parte, e in più non intendo mettere su famiglia, quindi posso ragionare in termini individualisti…

  2. Penso che se certi soggetti si allontanano da te perchè non cindividono questa tua idea sarà solo un mal di fegato in meno di cui occuparsi.
    Queste persone hanno paura o sono stupide oppure, dio ce ne scampi, entrambe le cose. Non potranno mai comprendere come vivere al di fuori di certi schemi prefissati.
    L’unica cosa che mi rattrista di tutto ciò (poichè non me ne importa una mazza di loro) è che sono talmente impauriti e stupidi da non essere felici per qualcuno che trova un’alternativa e tentino di affossarlo.
    Ps:Dicci dove scriverai 😉

    1. Sono d’accordo, però quando a non capirti sono persone con cui si hanno dei legami stretti la delusione è tanta e spesso non basta fregarsene (come invece faccio con gli altri).

  3. Ma si, che te frega di questi che criticano?! Magari sono solo invidiosi, c’avessero loro la possibilità di far qualche soldino scrivendo! Che poi scusa che male c’è? Immagino che tu stia già lavorando in altro modo, quindi se hai una fonte di guadagno in più con la tua passione per la scrittura tanto meglio no?

  4. Non devi prendertela. A volte faccio anche io questo genere di discorsi. A volte viene spontaneo perché, quando tutto è effimero, la concretezza diventa qualcosa di importante. E c’è chi non è abituato a credere che i “bit” siano concreti. Per questo affossano, o cercano di farti rinsavire da, le tue idee di monetizzare l’attività di blogger.

    Non sapevo di queste tue intenzioni e ti faccio i miei più sinceri auguri. Se proprio devo dare un consiglio non richiesto, è: occhio alla pecunia. So di persone che hanno tentato questa strada e si son trovati di fronte a siti che non pagano… e fagli causa se ci riesci?
    Ma tu c’hai le palle. E pure l’occhio di lince. Per cui son certo che hai esaminato ogni angolo nascosto di questa nuova impresa. ^_^

    Come dice Domenico, facci sape dove scriverai!

    1. Un conto è parlarne con serenità, esprimendo anche un franco dissenso. Un conto è lavorare ai fianchi, con ferocia, per demoralizzare chiunque ha una mezza idea non in linea con le solite convenzioni sociali. Immagino sia capitato anche a te di vivere situazioni del genere… Perché scrivi? Perché ebook? Perché il Filo? Guarda che butti il tuo tempo… Etc etc… Senza magari nemmeno conoscere di preciso ciò di cui si parla.

      1. Si, è capitato anche a me. Il più delle volte sorrido in faccia a chi mi fa quelle pressioni e me ne vado, altre volte me ne vado senza neppure il sorriso. Per ora mi trattengo ancora dal mandare a “Fuckawaysomewherefarfromhere” chi mi attacca.
        Le aggressioni verbali sono odiose. Ti capisco.

        Però ammetto che a me, la voglia di proseguire, si sta accorciando per colpa di ben altre figure, figure che lavorano nell’ambito ebook-narrativa, che spesso mi fanno promesse, mi fanno lavorare, e poi scompaiono come vapore. Ho un paio di lavori che nella primavera di questo 2012 dovevano essere pubblicati ufficialmente, e che invece languono sul mio HD.

        Ecco! L’autopubblicazione è da sfigati. L’editore a pagamento è una truffa. L’editore “serio” emette solo nuvole di vapore. Comincio davvero a pensare che butto il mio tempo. E di tempo, in questo campo, ce ne ho speso davvero tanto.
        Ci son giorni che se solo fossi vicino a un computer, cancellerei totalmente la mia roba dalla rete. Demoralizzato? No. Sono esausto!

        E per questo che faccio il tifo per te. Se qualcuno con più palle di me ci riesce, allora c’è ancora speranza nell’ambiente. NON MOLLARE e segui la tua strada senza ascoltare gli altri.

        1. Lo stesso genere di persone che hanno esaurito anche me. Non a caso le uniche soddisfazioni le trovo nelle autoproduzioni, quando al limite collaboro con amici che credono in un progetto… Il resto è una delusione totale.
          Non a caso, parlando di “guadagnare attraverso la scrittura”, mi riferisco a campi attigui, non all’editoria. Per esempio a quando scrivevo com. stampa per L’Aura, cose così. Se pensassi di vivere vendendo libri sarei un folle 😛

  5. Ho dei colleghi che si sono trasferiti in Namibia, a parte la vaga sensazione di essere a Berlino negli anni ’30 (retaggio del colonialismo tedesco) si vive benissimo. Sei mesi qui e sei mesi la, con 1000 euri affitti una villa servitù compresa!

    1. Conosco anch’io dei tizi che fanno una cosa del genere, ma in Kenya.
      Ecco, diciamo che io preferirei un paese un po’ più evoluto, eppure non mi sento di dar loro degli stupidi!

  6. Non credo che ti servano consigli, ma se riesci a guadagnare (anche poco) da un’attività che ti piace, perché no? Può darsi che con altri generi di part-time si guadagni di più, ma la vita è tua e decidi tu.
    Per usare una grossa volgarità che spero vorrai perdonarmi: tanta gente ha la pessima abitudine di voler fare il frocio con il culo degli altri…
    Molte “sagge esortazioni” rientrano nella succitata categoria…

  7. C’è solo un modo per vedere se il tuo progetto può funzionare. 🙂
    Quanto ai consigli: sono gratis, no? Mica uno deve pensarci su, prima di darli. XD

  8. Always have a “B” plan.(cit.)
    Chi ti fa questo tipo di osservazioni in realtà ti sta dicendo che non capisce cosa ti piace, cosa sogni e dove vuoi andare. Il che vuol dire firmarsi una bella richiesta per essere mandati a stendere ASAP.
    Fai bene a dare corso a questa sperimentazione, non fosse altro che per capire che genere di soldi possono girare e che tipo di rapporto impegno/risultati ne può derivare. Facci sapere dove usciranno gli articoli, almeno si viene a fare il tifo per te.

    1. La tua non è una considerazione da poco: chi fa queste osservazioni, magari conoscendomi da anni (perché è di questo che sto parlando) non ha ancora capito quali sono i miei sogni, le mie attitudini.
      Vorrebbero soltanto vedermi sguazzare nella melma, per poter così darci reciproche pacche sulle spalle tutta la vita, maledendo il destino cinico e baro.

  9. Aggressioni verbali? Allora sono davvero preoccupati, eh?
    Magari temono che non metterai più un piede fuori di casa 🙂
    Al di là dell’ironia spicciola, penso che alla fine della giostra devi fare ciò che ti senti, altrimenti sentirai sempre tirato quel piccolo freno a mano dell’anima che non è la coscienza ma è la presa degli altri.
    Anch’io ho sempre qualcuno pronto a dirmi ciò che è giusto fare, che cosa scrivere…. beh… ho risolto il problema.
    Per il momento io sto bene e sto progettando e limando il mio piano B

  10. Alex, direi che, oltre a farti i miei complimenti per la scelta e gli auguri, ti sostengo e se hai bisogno di qualche dito in medio in più da mostrare, ti presto i miei volentieri 😉 Gli altri rimangano ancorati alle loro finte incertezze, tu prosegui a testa bassa. Un po’ come faccio io con i libercoli: fossero pure due soldi, entrano facendo qualcosa che mi piace e a fatica zero. Ne entrassero qualcuno con cifre un po’ più alte, non esiterei a mollare il lavoro “sicuro”. Come diciamo a Modena: “T’è fat sol ben!”

    1. Appunto, non vedo perché rimanere ancorati alle incertezze degli altri 😉
      Mi bastano già le mie, e cerco pure di superarle. Non ho bisogno di disfattismo.
      Grazie mille dell’incoraggiamento 🙂

      1. Sai che in me troverai sempre appoggio su questo argomento. Magra consolazione se vuoi, ma almeno sappiamo che ci sono altri che la pensano come noi 😀

  11. C’è anche da dire che chi dà questo genere di consigli di solito ha già un lavoro del genere. Non si rendono conto dell’aria che tira, impegnati come sono a dimostrare a sè stessi di essere nel giusto (anche se loro credono di doverlo dimostrare a te).
    Vai a spazzare le strade?? Ma magari! Avercelo un lavoro così!
    Il mondo del lavoro è più chiuso del culo di un riccio. E’ di ieri la notizia che solo il 20% delle nuove assunzioni in Italia è a tempo indeterminato. E poi ci si stupisce che qualcuno cerchi di inventarsi un mestiere alternativo. Cos’è, hanno paura che possa dimostrare che forse non sono poi così nel giusto?
    Cercare strade che escano dagli schemi che ci siamo imposti dal dopoguerra sta diventando sempre di più una necessità, altro che un vezzo. Go and kick some ass!
    Il Moro

  12. Non mollare! Mai per dio! Insegui i tuoi sogni e sbattitene delle considerazioni degli altri. L’unica voce da seguire è quella dentro di noi; gia sono in pochi quelli che realmente riescono a dialogarci non facciamo mai in modo che gli altri con i loro urli la soffochino.
    Cristo, non potremo cambiare il mondo ma non lasciamo che sia il mondo a cambiare noi!

  13. Alex, lo dici già tu:

    “critiche preventive pronunciate col tono di un adulto che parla a un bambino.
    Perché l’adulto è quello coi piedi per terra, che ha disimparato a sognare e ad avere ambizioni (seppur minime). L’adulto è quello che adotta un ciclo vitale ripetitivo e basato su solide certezze: siamo degli schiavi sociali destinati a lavorare in posti orrendi, a fidanzarci/sposarci con persone che non sopportiamo, e poi a morire”.

    Vogliamo morire prima del tempo? No, mio caro, e non devi farlo tu.
    Vai avanti col tuo progetto che di stoffa ne hai, tanta.

    Firmato

    Quella che dovrebbe fare figli e mettere la testa a posto invece di essere creativa

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