The Butterfly Effect (2004)

The Butterfly effect
Di Eric Bress e G. Mackye Gruber
USA 2004

Sinossi

Evan Treborn (Ashton Kutcher) ha sofferto sin dall’infanzia di vuoti di memoria soprattutto in concomitanza con eventi traumatici. Visto che anche suo padre aveva sofferto di una sindrome simile, i medici gli consigliano di tenere dei diari per focalizzare meglio i suoi ricordi.
Nel corso del tempo questa sindrome va sempre più sparendo finché un giorno Evan, rileggendo uno dei suoi diari rivive l’episodio che aveva rimosso in maniera particolarmente coinvolgente.
I suoi vecchi amici dell’infanzia, Kay (Amy Smart), Tommy (William Lee Scott) e Lenny (Elden Henson)), sembrano essere vividi, quasi reali e in effetti lo sono visto che Evan può addirittura cambiare il passato.
Ma modificare il continuum temporale può essere decisamente pericoloso visto che tutto si ripercuote lungo la linea del futuro e ciò che cambia ieri può essere fondamentale per il presente. Evan si troverà così in un futuro sempre più incerto e catastrofico, con il rischio di distruggere la sua vita. (Fonte: filmup.leonardo.it )

Commento

Ripesco volentieri questa mia vecchia recensione per confermare le buone impressioni derivate dalla prima visione di questo film. Considerando che è molto in tema con gli argomenti trattati spesso e volentieri su Plutonia Experiment mi sembrava opportuno riparlare di The Butterfly Effect, nella prospettiva di completare poco alla volta la categoria di articoli e recensioni riguardanti il viaggio nel tempo, gli universi paralleli e la fisica quantistica “prestata” alla narrativa. Quindi, eccovi questo mio datato articolo, riveduto e corretto.

The Butterfly Effect prende spunto da uno dei più suggestivi e abusati temi del filone fantascientifico: i viaggi nel tempo e le possibili conseguenze di un intervento che modifica il passato. Il rischio di girare un’idiozia è sempre molto forte, quando ci si butta su certi temi delicati, anche dal punto di vista scientifico. Per fortuna questo film sfugge a questo rischio, rivelandosi una piacevole sorpresa, lontano da tanti film facili e stupidi, indirizzati principalmente a un pubblico di decerebrati senza alcun interesse per gli sviluppi logici di una trama degna di questo nome. Trovo insopportabile la giustificazione “è solo un film!“, che permette agli sceneggiatori di inventarsi trame stupide e offensive per l’intelligenza degli spettatori. Vedendo il cast di giovani attori (Ashton Kutcher!) di The Butterfly Effect temevo di dovermi sorbire qualcosa del genere, invece la storia regge e rivela perfino una serie di spunti più complessi/interessanti rispetto al previsto.

Il film non è però esente da difetti. La trama risente di alcuni cliché, e di un po’ troppa carne messa al fuoco, tanto che non tutti gli spunti vengono poi sviluppati al meglio. Ciò nonostante l’insieme funziona bene, diverte e fa anche pensare, specialmente dalla metà in poi, quando il protagonista si dispera nel tentativo di cambiare il suo passato in modo che nessuno dei suoi amici debba poi vivere un futuro infelice. Perfino il bisteccone, intrisicamente antipatico, Ashton Kutcher riesce nel difficile compito di non allontanare la voglia di schiacciare “avanti veloce” ogni volta che lo si vede comparire sullo schermo. Ossia, detto in italiano comprensibile, bisteccone fornisce una buona prova, funzionale alla storia e al personaggio.
Per gustarsi il film occorre seguirlo con attenzione (con buona pace di chi usa l’orrida espressione “film da vedere a cervello spento”), perchè ogni avvenimento si ripercuote su quelli successivi, in una catena ben riuscita e altrettanto ben costruita.
Infine: nota di merito per un finale una volta tanto riuscito, da film di categoria medio/alta. Insomma, The Butterfly Effect è da recuperare se cercate qualcosa di un po’ più complesso e avvincente rispetto ai soliti filmetti che hanno come tematica il viaggio del tempo a “breve raggio”.
Promosso.
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«Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo.» 

L’espressione “Effetto farfalla” si ritiene in genere sia stata ispirata da uno dei più celebri racconti fantascientifici di Ray Bradbury: Rumore di tuono (A Sound of Thunder, in R is for Rocket) del 1952, in cui si immagina che nel futuro, grazie ad una macchina del tempo, vengano organizzati dei safari temporali per turisti. In una remota epoca preistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana.
Alan Turing in un saggio del 1950, Macchine calcolatrici ed intelligenza, anticipava questo concetto: “Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza“.
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(A.G. – Follow me on Twitter)

7 commenti

  1. bella critica, il film non l’ho visto ma lo recupero, tra l’altro ho letto il racconto di Bradbury, lo stile è il suo , semplicissimo ed immediato, senza fronzoli, e forse questo lo rende ancora più credibile, se si può parlare di credibilità per la fantascienza, of course!negli anni ’50 il tema era molto sentito e molti autori hanno girovagato nei dintorni dei coontinuum spazio-temporali, xome si scriveva al tempo..ciao Ale.

    1. La fantascienza anni ’50, con tutti i suoi eccessi, era assolutamente spettacolare e visionaria. Adoro quel periodo cinematografico, e i sogni che ne derivavano.

  2. Guarda guarda cosa hai tirato fuori dall’armadio! Veramente simpatico è molto al di sopra anche delle mie aspettative. Sicuramente da vedere anzi, dato che lo ricordo proprio male, penso che lo rivedró a breve.

    P.S.
    Turing è una delle menti più sottovalutate e meno conosciute del nostro secolo e del precedente, quando un bell’articolo? 🙂

  3. Uno dei miei film sui “viaggi spazio/temporali” preferiti. I vari universi che si creano a seconda dei cambiamenti che il protagonista opera ritornando indietro nel tempo con i suoi quaderni sono uno più splendido dell’altro. E’ vero che certe cose non sono sviluppate e approfondite meglio, la parte finale forse pigia un po’ troppo il tasto sull’acceleratore ma…si fa guardare ancora, e sempre con molto piacere.

    Ah, ho visto pure il 2…TREMENDO! 😉

  4. L’ho visto poco tempo fa e l’ho pure recensito sul blog. Mi è piaciuto molto a parte alcuni “buchi” di sceneggiatura, difficilissimi da evitare quando si parla di viaggi nel tempo. Menzione d’onore per il personaggio del ciccione metallaro, voglio anch’io un amico così… 😀
    Oltre al finale inserito nel film ne esistono altri 3 alternativi, si trovano sul tubo o narrati su wikipedia, tutti inferiori all’originale.
    Quoto chi dice che il 2 fa ca**re, non guardatelo mai! Il 3 non ho avuto il coraggio di vederlo.

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