Una volta, non troppo tempo fa, ci schifavano tutti.
Ci dicevano che pubblicavamo da soli i nostri ebook perché l’editoria “vera” ci aveva rifiutato. C’è chi ci ha definito “cacca”, chi vanitosi, chi disperati.
Ora andiamo di moda, tanto che sempre più portali di editoria digitale (e non) offrono servizi a scrittori intenzionati ad autoprodursi (termine che preferisco rispetto ad “autopubblicarsi”). Qualche giornalista è arrivato a dire che saremo noi, gli indipendenti, a salvare l’editoria. Perché riempiamo le nicchie lasciate vuote dai grandi editori. Perché abbiamo pochi costi e margini di perdita prossimi a zero. Perché siamo determinati e creiamo più o meno consciamente vere e proprie catene di lettori.
Che poi, nel mare magnum delle autoproduzioni c’è davvero tanta roba brutta. Basta guardare su Amazon per accorgersene. Ma la natura ci ha fornito degli ottimi metodi per distinguere la spazzatura dal materiale valido, su di tutti l’intelligenza. E, come forse già sapete, le perle da scoprire non mancano.
Tiro l’acqua al mio mulino? Forse sì, ma non solo.
Con questo semplice decalogo intendo fornire qualche buon consiglio, dall’alto della mia esperienza quinquennale, a chi vuole tentare la strada dell’autoproduzione. Nessuno vi assicura che sarà un percorso coronato dal successo, ma partire col piede giusto vi darà un piccolo vantaggio sulla concorrenza.
Dieci consigli per lo scrittore autoprodotto
- Leggete molto. Che poi è la base per qualunque tipo di scrittore, non solo quello indipendente. Ma, nel nostro caso, dovendo arrangiarsi da soli occorre studiare il proprio genere di riferimento e carpirne i segreti, i meccanismi. Consiglio di alternare molta narrativa valida a qualche manuale di scrittura, di quelli user friendly. Niente nazisti dello stile, niente “dentro o fuori”, bensì qualche valida guida, intelligente e magari anche in grado di infondere positività.
- Aprite un blog. Il che vi aiuterà in mille modi a portare avanti la vostra passione. Troverete lettori pronti a farvi da “beta tester”. Conoscere blogger esperti pronti a darvi le dritte giuste. Imparerete a scrivere con cadenze fisse, grazie agli articoli da pubblicare sul blog. Fate sì che il blog non sia solo autoreferenziale ed egoriferito. Spaziate tra più argomenti, imparate a padroneggiare altri stili rispetto a quello che ritenete essere il vostro.
- Siate presenti sui social network. In parte per integrare il lavoro del punto 2 (il blog), in parte perché è assodato che sono i social network, Facebook e Twitter in particolare, a permettere la miglior autopromozione possibile e immaginabile. Ok, non a tutti piace socializzare, ma il settore oramai funziona così. Negarlo non migliorerà la vostra situazione.
- Impegnatevi a scrivere con cadenza regolare. Che si tratti di articoli per il blog, di racconti a puntate, di concorsi o del vostro romanzo, dovete imparare a scrivere anche quando non ne avete voglia. Ok la passione e bla bla bla, ma qui si parla di diventare professionali, perciò bisogna adottare uno stile di lavoro. L’ideale sarebbe scrivere un tot di parole giornaliere (500 è un buon numero), almeno cinque giorni su sette.
- Trovate una buona base di lettori. Punto che si riallaccia col numero due e col numero tre. Ma non basta avere dei generici lettori, dovete trovarne alcuni – esperti – disponibili a valutare il vostro modo di scrivere con sincerità e con utili consigli per risolvere i difetti più comuni. Quest’ultimi – i difetti – spesso sono davvero sciocchezze, ma se nessuno ve li fa mai notare, non li correggerete mai.
- Partecipate a qualche progetto di scrittura collettiva. Round Robin, concorsi, blog gestiti a più mani: tutto o quasi va bene, se siete dei novellini, per fare esperienza. Lavorando in un contesto che contempla la presenza di “colleghi” più esperti non potrete far altro che imparare da loro, adeguare lo stile, imparare.
- Fate girare i vostri ebook. Cosa indispensabile per trovare lettori (vedi punto 5), per far conoscere il vostro blog (vedi punto 2) e per far entrare il vostro nome nei motori di ricerca. Ci sono ottimi siti in grado di ospitare ebook a costo zero, in modo da pubblicizzarli. Uno su tutti è www.ebookgratis.net, ma ne esistono anche altri. Non abbiate paura a contattarli.
- Cercate un buon editor. Ossia qualcuno disposto, gratuitamente o a pagamento, a correggere in modo professionale i vostri lavori. Può essere un amico, purché sincero, oppure un professionista. State alla larga dai furbetti e da strane agenzie per sparano prezzi assurdi. Cercate su Google e troverete tutte le referenze che vi occorrono per scegliere.
- Siate gentili, ma non proni. Rispondete a commenti e recensioni. Portate a casa tutti i buoni consigli che vi danno, ma al contempo filtrate le cattiverie gratuite e gli insulti. E’ finita l’epoca di quelli che si fanno adorare dando dei ritardati al prossimo. Proteggete la vostra dignità senza che essa diventi una sciocca corazza impenetrabile dalle critiche oneste. E’ difficile raggiungere questo equilibrio, ma prima o poi ci si riesce.
- Esponetevi. I romanzi nel cassetto (nell’hard disk) non li legge nessuno. Non saprete mai se sono orrendi o se hanno potenziale. Tirateli fuori, ricavatene un ebook e buttatevi. Tutto inizia da qui, e finisce qui.
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(A.G. – Follow me on Twitter)
Con tutto quello che viene pubblicato oggi, penso che quei consigli valgano sia per chi vuole restare nel self publishing e sia per chi spera di pubblicare anche con una casa editrice.
C’è troppa roba in giro, ora, per poter restare sconosciuti a scrivere il proprio romanzo d’esordio senza farsi notare da nessuno. I punti 2, 4, 5, 6 e 8 sono fondamentali.
Io reputo che farsi pubblicare da molte case editrici sia perfino penalizzante rispetto alla scelta dell’autopubblicazione. Faccio specifico riferimento a quelle CE totalmente incapaci di fare adeguata promozione (in Italia sono tantissime, purtroppo).
Molti piccoli editori infatti fanno promozione zero (un paio di loro l’hanno proprio scritto nel loro sito…). In quel caso ottieni più pubblico col fai-da-te.
Ottimo, condivisibile e presto condiviso.
Come in ogni sistema dinamico, la varietà e la diversità sono una garanzia di robustezza e buona salute – e spesso l’estinzione dei grandi lascia spazio ai piccoli.
Qualche giorno fa Neil Gaiman (che a me non piace esageratamente, ma quando ha ragione ha ragione) spiegava che ogni autore è una voce unica (o dovrebbe esserlo) e quindi arricchisce il mondo (o dovrebbe arricchirlo) con la propria visione, le proprie idee.
Non ci sono mai troppi creatori di nuovo, non ci sono mai troppi scrittori, o artisti, o scienziati.
Grazie della condivisione 😉
Condivido quanto ha detto Neil Gaiman, e anche quanto aggiungi tu alla fine.
Poi rimango sempre fiducioso nella selezione naturale. Lasciamo che siano i lettori a decidere ciò che è bello e ciò che è brutto.
Molto utile. 10 punti da tenere a mente e fare propri. Il futuro è già qui!
… Nonostante ciò che dicono certi scienziati là fuori.
Seguaci di una scienza morta
Ottimi consigli, direi. Anche se la “voglia di socializzare” è un problema, per chi è asociale…
Sì, ammetto che non è facile.
Condivido in pieno, e già che ci sono lo spammo in giro. 😀
Questo decalogo ci voleva proprio!
Grazie! 😉
Bel post, ottimi spunti di riflessione. Equilibrati, pieni di buon senso e scaturiti anche dalla tua grande esperienza.
Se mai avrò il tempo di imbarcarmi in una avventura simile questo decalogo lo ricorderò certamente.
Grazie per la condivisione della tua esperienza! 🙂
Non dico che sia il metodo giusto da seguire, è solo quello che ho imparato in questi anni. Spero funzioni anche per gli altri 🙂
Li seguo quasi tutti, tranne la presenza sui social network e l’uso di un editor (salvo i casi in cui il buon Temistocle mi da una mano).
Sicuramente sono consigli utili.
E forse, quasi quasi, magari un account su twitter potrei aprirlo…
Tutto importante. Il punto 8 su tutti.
Anche se si crede che il nostro prodotto sia valido, un’occhio buttato da un editor serio riesce comunque a fare la differenza. Nella mia poca esperienza di scrittore molte volte ho presentato articoli che mi sembravano una meraviglia, salvo poi rendermi conto che il lavoro dell’editor ne migliorava (e di molto) la qualità. L’unico mio cruccio è che non mi garba di chiedere di fare un lavoro (a mio avviso abbastanza gramo) a titolo gratuito, perché trovo non sia corretto. Contemporaneamente non posso permettermi di pagare per avere un editor serio. Che fare? Pubblico lo stesso? Piuttosto che lasciar ammuffire sì.
Grezie grezie! Molto utile, soprattutto in vista del prossimo raccontino che vorrei provare a pubblicare. Il passaggio dell’editor mi sa che è uno dei più importanti. Oltre un certo numero di riletture non riesco più a vedere difetti in quel che ho scritto, se non a distanza di qualche mese (troppo).