L’Ultimo Cosmonauta (di Alaistair Reynolds)

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L’Ultimo Cosmonauta
di Alaistair Reynolds
Delos Books Editore – Odissea Fantascienza
120 pagine, 10.80 euro (cartaceo) 4.99 euro (ebook)

Sinossi

Un ex astronauta è in fuga nel gelo della notte siberiana. È vestito solo con un pigiama e un logoro cappotto. Lo stanno inseguendo e sa che molto probabilmente lo prenderanno molto presto.
Qualche anno prima: una piccola capsula russa con tre uomini di equipaggio vola nello spazio interplanetario. La sua missione è indagare l’oggetto misterioso comparso in orbita attorno al sole. Chiaramente artificiale. Una sfera nera, enorme, con la quale non è possibile comunicare.
L’ultimo cosmonauta (Troika, 2011), romanzo breve finalista al Premio Hugo e al Premio Locus, è un approccio del tutto originale al tema del primo contatto, una storia ricca di suspense, colta e affascinante. Una meditazione sul tempo, la storia e la natura stessa dell’individuo.

Commento

Il tema del “grosso oggetto volante non identificato” che raggiunge il nostro sistema solare è diventato un classico della fantascienza.
Potrei citare tanti film e libri col medesimo soggetto di questa novelette (defizione su cui torneremo presto), ma il primo che mi viene in mente è senz’altro Space Vampires, pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Colin Wilson.
Del resto, se ci pensate, l’idea è di per sé affascinante. Se un domani gli astronomi dovessero comunicare al mondo l’esistenza di un corpo celeste sconosciuto, di origine artificiale, grande più o meno come mezzo continente, sospeso nello spazio… beh, la nostra prospettiva delle cose cambierebbe radicalmente. Prima di tutto perché sarebbe la prova definitiva sull’esistenza di un’altra civiltà senziente ed evoluta, tra l’altro in grado di raggiungerci.

In questo L’Ultimo Cosmonauta l’autore, Alaistair Reynolds, decide di stare al gioco e di scrivere una storia molto in linea di cliché del soggetto in questione. Le varianti ci sono, ma sono di natura distopica. In un mondo del prossimo futuro s’intuisce un mondo occidentale ridotto alla depressione economica da un’infinita crisi finanziaria globale. Due sono le superpotenze che se la cavano decentemente: la Cina e la Russia. Quest’ultima è tornata ai tempi del comunismo ed è dominata dal Secondo Soviet, un totalitarismo perfetto, in cui Internet è stato abolito e in cui lo Stato pensa a tutto, e atutti.
Tocca proprio ai russi spedire nello spazio una missione in grado di penetrare i misteri della Matrioska, un misterioso oggetto volante comparso 44 anni prima nel sistema solare, grande come la Tasmania, di chiara origine non naturale, e apparentemente inerte.

Il racconto alterna due piani temporali: quello presente, in cui l’unico cosmonauta sopravvissuto alla missione (ora rinchiuso in un sanatorio) cerca qualcuno a cui rivelare il segreto scoperto all’interno della Matrioska, e l’altro, quello passato, in cui si rievoca la missione stessa.
La storia è ben narrata e dà quel che promette, né più né meno. Il finale, pur godibile, non rappresenta una particolare sorpresa per chi è appassionato del genere fantascientifico. Infatti il mistero della Matrioska si spiega con un’escamotage già visto in altre occasioni. Mi fermo qui, per non spoilerare troppo.

Quel che rimane da dire non coinvolge direttamente il valore del racconto, che definirei buono, bensì riguarda un aspetto molto pratico e materiale.
L’Ultimo Cosmonauta è tutto fuorché un romanzo. Trattasi di una novelette, di un racconto di media lunghezza, che in madrepatria è stato pubblicato in una più ampia antologia. Qui da noi Delos Books lo pubblica al non modico prezzo di 10.80 euro. Il libretto si legge in un paio d’ore, in rilegatura morbida, senza nessun contenuto speciale.
Visto che qualcuno lo deve pur dire, mi espongo io: il prezzo di copertina è vergognoso.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

17 commenti

  1. pienamente d’accordo! Da quando ho il Kindle, ( novembre..), ho acuistato/scaricato 23 tra romanzi /raccolte/racconti ( letti 15..putroppo…), ed acquistato in libreria solo 1 volume, per il resto mi trattengo e aspetto l’edizione digitale, magari inutilmente, però faccio un sacrificio, non intendo essere ulteriolmente preso in giro dagli editori.Il dispiacere è che molte cose non saranno mai pubblicate digitalmente, difficile possa succedere, e molto spesso l’editing è rozzo e superficiale, però insisto e sono riuscito a convertire anche qualche amico che guardava al reader come Belzebù…anche passandogli qualche Girolata, oltretutto..vediamo a fine anno quanti saremo, chissà che el pueblo unido..viva Tabacci!..ehehehe..

    1. Il Kindle ti cambia la vita, è vero 🙂
      Anche perché regalare soldi agli editori non piace a nessuno… E dire che adottare dei pressi onesti dovrebbe essere semplice e fruttuoso per entrambe le controparti.

      PS: grazie per la promozione coi tuoi amici 🙂

  2. e si, i prezzi Delos sono fuori mercato.
    Ma sembra che sia un tema che tocchi solo noi, e che sia poco sentito… del resto in campagna elettorale ci fosse stato uno che abbia parlato di incentivi alla cultura, alla digitalizzazione, al taglio iva per gli ebook, etc., etc.

  3. Nota di colore locale – ho letto Troika in originale, all’interno di un interessante ebook intitolato The Best Short SF Novels of 2011, che recensirò a giorni su Il Futuro è Tornato.
    Il volume include sette ottimi romanzi brevi/novelle, e viaggia sulle 500 pagine.
    Il costo dell’ebook in originale è inferiore a quello del volume in italiano.
    Chiaramente il diverso bacino di utenza pesa – Delos ha infinitamente meno lettori, e deve pure pagare un traduttore.
    Però…

    1. Avevo letto qualcosa riguardo alla versione originale del racconto, immaginando che l’antologia in cui è stato inserito sia meno costosa del volumetto della Delos.
      Grazie per la conferma.

  4. Trovo molto interessanti questi libricini Delos, peccato per il prezzo. Avevo letto quello di Landis, carino ma 10 euro sono troppi. Ci sono anche in ebook, non ho visto però a quanto lo vendono.

  5. Alla fine le edizioni cartacee della delos sono pure belle, peccato per le traduzioni. Poco tempo fa presi ‘Marziani, andate a casa!’, ricordo che c’era un punto in cui il testo era praticamente illeggibile per via di come erano state tradotte le frasi. Per 12 Euro mi aspettavo un pochino di più.

      1. Sono piccolo e innocente, mi sono fatto ingannare dalla bella edizione e pensavo che valesse la pena spenderci soldi per averla sullo scaffale.

        Il romanzo resta comunque spassosissimo.

  6. Il tema è piuttosto sfruttato (vedi Arthur C. Clarke, Incontro con Rama, tanto per fare un esempio) ma resta uno di quei classici che possono sempre dare spazio a un buon scrittore per darsi da fare. Sulle politiche commerciali di Delos è megli non dica altro, vorrei solo far notare che ormai molti utenti hanno accesso alla Rete, con tutto quello che ne consegue. Non si può fare editoria nel 2013 con le idee di mercato del 1993.

    1. Mi piacerebbe conoscere i loro dati di vendita, anche se possono contare su un vasto seguito di fedelissimi, tra blogger, pseudoblogger e spammatori più o meno abituali.

  7. Il problema del prezzo di copertina è sempre annoso. Contando che Delos può sicuramente permettersi tirature che consentono di “tirare” su un prezzo di stampa basso, direi che poteva abbassare sia il prezzo cartaceo ( io ho pubblicato libri da 120/140 pagine a 9,00 euro e il margine di guadagno è..va beh lasciamo stare), ma soprattutto quello del digitale. Dai 4,99…boh. Capisco i costi di traduzione, anche se solitamente è la carta che sopporta quell’ammortamento, non di certo il digitale.

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