La migliore amica dello scrittore

Nepenthes-grande1

Ogni scrittore ha una migliore amica che veglia su di lui mentre crea, progetta e si strugge. Può essere una musa (io ne ho molte, voi le conoscete), un pupazzetto, una statuina, un quadro, una foto, il wallpaper che fa da sfondo al computer.
Può essere molte cose.
Da due anni a questa parte la mia migliore amica è una Nepenthes Alata. Si tratta dunque di una pianta comunemente detta “carnivora”, che ha faticosamente superato l’inverno (per fortuna non troppo rigido), e che vedo pian piano rinascere col primo sole marzolino. Del resto le Nepenthes sono di origine tropicale, perciò stanno bene al caldo, con l’umidità e in assenza quasi totale di ventilazione.
La mia piantina – che si chiama Maria – ha patito il freddo, ma è sopravvissuta. L’ho curata come non ho mai curato nessun altro fiore, io che il pollice verde non l’ho mai avuto, a differenza dei miei nonni. Ho studiato i siti che suggeriscono come prendersi cura di piante carnivore, come questo. Ho comprato il mangime, procedendo con diversi tentativi per trovare il più appetibile a Maria. L’ho accudita e custodita, oserei dire con amore. E lei mi ha ricambiato con la sua silenziosa compagnia, rimanendo viva.
Questo post finisce qui. Un haiku, se lo misuriamo secondo i miei standard.
– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

19 commenti

    1. Bello l’acquario! *_* Ma necessita molta manutenzione, appunto. Ci avevo pensato pure io.
      Maria gli insetti se li mangia davvero. Non moltissimi, ma le sue due/tre mosche a settimana se le pappa, d’estate 😉

  1. Come sai, il riferimento (divertente, tra l’altro) all’ haiku è per me una provocazione. Il vecchio Basho avrebbe scritto qualcosa tipo:

    “Inizio d’inverno,
    sulla mia scrivania
    un verde solo”

    Vergy, invece, avrebbe trattato la materia così:
    “Pianta carnivora,
    dai Tropici,
    per rompere il mio cazzo”

    o qualcosa del genere. 🙂

  2. Mi hai ricordato il rapporto affettuoso tra Morticia Addams e Cleopatra, la sua strangolatrice africana, bellissimo post. 😀 Io ho il pollice nero, ho fatto marcire un cactus e seccare l’erba gatta, devo trovarmi una musa robusta e che richieda poca manutenzione, magari una pietra. XD

    1. Una replica della sfinge, da piazzare sulla scrivania? 😀

      Pollice nero anche per me, questa volta c’è stata un’eccezione. Sarà per il nome che le ho dato, ma mi sto impegnando un po’ di più 😛

      1. Mi prenderò un idolo al quale offrire libagioni e preghiere, devo solo trovarne uno abbastanza convincente, magari una miniatura di Takhisis o una statuetta di Pazuzu.

    1. Hermano, si può sempre piazzare uno specchio di fronte e tentare un difficile dialogo alterando la voce, ma poi mi sa che si arriverebbe a tiro di qualche nerboruto infermiere.

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