Sette teorie del complotto sulla Disney

walt disney

Chiunque si occupi di cospirazionismo, per diletto, per ricerca o per curiosità, conosce quale gran quantità di dicerie esiste riguardo il buon Walt Disney.
Come tutte le persone ricche, potenti, famose e impegnate nei mass media, anche il caro Walt ha attirato su di sé le attenzioni dei complottisti di tutto il mondo. Di certo alcuni suoi collaboratori ci hanno messo del loro per rincarare la dose, tra fotogrammi di nudità, contenenti messaggi sessuali espliciti etc etc inseriti in arcinoti film d’animazione. Di cosa sto parlando? Di questi, per esempio.
Si tratta di episodi che sono stati spiegati come “gesti da burloni”, compiuti da anonimi disegnatori della lunghissima catena produttiva che contribuisce alla realizzazione di film come La Sirenetta e Il Re Leone.
Oggi ci occuperemo invece delle sette teorie del complotto più conosciute (nell’ambiente) riguardanti la Disney. Piccole e grandi, e non tutte necessariamente false.

Sette teorie del complotto sulla Disney

  • Walt Disney ibernato

Partiamo alla grande, con la storia che vuole il vecchio Walt nascosto in una bara di stasi criogenica, in attesa di essere risvegliato nel futuro, quando la scienza sarà in grado di curare il tumore al polmone sinistro (malattia che lo colpì nel 1966, allontanandolo dal “lavoro sul campo” della sua company).
Una scelta che Disney avrebbe fatto per poter tornare a lavorare su nuovi progetti d’animazione, ossia a ciò che più amava al mondo.
Ovviamente non c’è alcuna prova a sostegno di questa teoria del complotto, se non l’irreperibilità del corpo (cremato, su volontà di Walt). Tuttavia al mondo ci sono diverse migliaia di persone che sperano di vedere il buon Disney tornare sulle scene per rimettere mano al suo impero di fantasia…

  • Nessuno muore nei parchi Disney

Ascoltante questa: i legali della Walt Disney Company farebbero pressioni su chiunque – giornalisti, pubblico, media di vario genere – per nascondere ogni notizia luttuosa registrata all’interno dei parchi facenti parte del Disneyworld. Non stiamo parlando di omicidi o di atti violenti, bensì anche di semplici malori (infarti e altre piacevolezze). Questa teoria viene smentita dai fatti, visto che di spettatori morti nei parchi Disney ce ne sono stati diversi, tutti regolarmente citati dai quotidiani locali.

  • Andy’s coming!

Questa teoria del complotto, piccola piccola, era vera! Fino a poco tempo fa era sufficiente entrare in un parco-giochi Disney, urlare “Andy’s coming!” per vedere tutti i personaggi in costume del mondo di Toy Story cadere a terra, fingendosi morti.
Come vi ho già detto, questo fatto era vero. Si trattava di un piccolo giochino deciso dai vertici della Company, un inside joke che funzionò finché la voce si diffuse a macchia d’olio su Internet, azzerando l’effetto sorpresa. Lo scherzetto in questione venne sospeso.

andy

  • Disney contro gli Asili Nido

La teoria del complotto nasce così: un giorno a Miami si diffuse la voce che la Disney Company aveva denunciato tre asili nido perché questi avevano dipinto sui loro muri delle immagini di Topolino senza chiedere il permesso alla casa-madre.
Sorpresa… la notizia è vera! Variano soltanto i dettagli: non ci fu denuncia, bensì minaccia della medesima. Gli asili nido in questione, poco desiderosi di mettersi contro il colosso dell’animazione, optarono semplicemente per rimuovere i dipinti.
Una pessima figura, messa in risalto dai rivali di Hanna-Barbera, che si fecero avanti per offrire i loro personaggi (ovviamente in libero usufrutto) agli asili in questione.

  • Disney Company, società maschilista

La teoria vuole che alla Disney non lavorino donne, non nei ruoli più importanti della produzione. Anche in questo caso c’è un fondo di verità. Fino al 1938 gli studios “sconsigliavano” l’assunzione di donne, in quanto esse erano naturalmente predisposte a fare figli e a occuparsene. Questa politica sessista ebbe una vita assai breve. Bastò il lento ma inesorabile sviluppo della società per rimuovere pregiudizi e ingiustizie. Non a caso Disney può vantare delle celebri donne che contribuirono al successo di alcune pellicole cult: Mary Blair e Retta Scott su tutte.

  • La storia delle mestruazioni secondo la Disney

La diceria: nel 1946 la Disney realizzò un ardito corto d’animazione, con lo scopo di spiegare il ciclo mestruale femminile alle giovani spettatrici.
Ebbene… il corto esiste e potete tranquillamente vederlo su Youtube. Esso faceva parte di una serie di film educativi, che in quegli anni venivano prodotti per essere distribuiti nelle scuole.

age of menstruation

  • Papero nudo finlandese

Ok, ridete pure: per un certo periodo, Paperino rischiò di essere bandito dalla Finlandia perché un politico locale, conservatore e bacchettone, lo giudicò indecente, in quanto “nudo”. La proposta di legge fu avanzata e respinta.
Non contento, il nostro buon politicante tentò una seconda mossa, scrivendo alla Disney per chiedere di “mettere delle mutande” alla versione finlandese di Paperino.
Non fu nemmeno ascoltato e la sciocca querelle fu dimenticata per sempre.

– – –

Alex Girola – follow me on Twitter

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15 commenti

  1. L’idea di mettere le mutande a Paperino è impagabile. D’altro canto, anche per le opere d’arte, c’è una certa tradizione. Fatico invece a capire i motivi di inserire riferimenti sessuali nelle pellicole. A meno che non fossero semplici goliardate. Oppure serviva a catturare in modo subliminale l’attenzione del pubblico?

    1. Secondo i complottisti si tratta proprio di “condizionamento subliminale”, io propendo per le goliardate di anonimi. Senza contare il noto processo mentale per il quale crediamo di vedere determinate forme solo perché il nostro cervello le crea automaticamente per ricondurre tutto a figure note.
      Il “ritorno” di Walt Disney potrebbe essere un buono spunto per un racconto; una roba sulla falsariga di “Lui è tornato”, ovviamente con tutt’altre tematiche 🙂

  2. Quanto a querele e minacce la Disney sembra comportarsi sempre in maniera idiota oltre misura. Deve essere un vizio delle aziende più grosse: minacciare istericamente chiunque non rappresenti un concorrente, rimediando colossali figuracce. E in questo caso anche un punto per i rivali Hanna e Barbera. Ai bambini l’orso Yoghi sarà andato benissimo 🙂

  3. Oddio quella di Andy non la sapevo è geniale! Io conoscevo quella secondo cui non era capace di inventare ed era un disegnatore discreto, quindi rubò il Topo (tanto in quegli anni non c’era questo controllo, come per Popeye), e ogni film che produceva infatti era basato su una fiaba. Poi la spietata caccia ai comunisti, anche. O che mandó animatori in Turingia negli anni Trenta per gli studi realizzare Biancaneve… e nessuno di loro sapeva fare animazione benchè fosse un’arte già in uso da trent’anni, e pare che servisse per coprire la fuga dalla Germania di qualcuno. La storia che lui possa risvegliarsi dalla bara per ritornare tipo Belfagor la raccontano ai dipendenti degli Studios per farli rigare dritto, diceva un mio prof xD

    1. Ho visto il video… finalmente ho capito che quando le donne parlano di ciclo non vogliono andare in bicicletta…

      P.S.
      seriamente, iniziative come quelle sono da apprezzare, soprattutto in quei periodi

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