Generi letterari che vendono: un elenco

do it for money

Ammettiamo per un momento che scrivere un tanto al chilogrammo possa essere un lavoro come un altro.
Cioè, in realtà è così, ma in Italia non si può dire.
Però qualche scrittore che vive della sua penna (tastiera) esiste anche qui.
Mi viene in mente un noto autore, che io apprezzo, specializzato nelle biografie di cantanti e sportivi. Oppure tanti esperti romanzieri che pubblicano finanche sulle riviste femminili, pur di ricevere i soldi necessari a pagare le bollette.
Perché sì: con la “passione” non ci si campa, col denaro sì. E uno scrittore ha le medesime necessità di tutti gli altri esseri umani: mangiare, dormire al caldo, saldare i conti, comprarsi i vestiti etc etc.
In tutto il mondo sono pochissimi gli autori che possono permettersi il lusso di vivere scrivendo solamente le cose che adorano. Ci sono, per carità, e sono i più fortunati tra gli uomini. Gli altri alternano le opere scritte con piena passione (ma sempre con l’intento di venderle) a quelle scritte con gli occhi rivolti al mercato, e al conto in banca.
Spesso si tratta di lavori su commissione, altre volte di ebook autopubblicati, ma pensati per una specifica fetta di lettori.
Già, ma quali sono i generi su cui conviene puntare, se l’obiettivo è vendere?

L’elenco è molto lungo. Quello che segue può e deve essere ampliato da vostri contributi, idee e suggerimenti.
Comunque, in linea di massima, se siete dei bravi scrittori, pubblicando qualcosa pescato dalla lista che vi riporto, dovresti riuscire a monetizzare un po’ di soldini.

  • Libri di cucina. Anche se scritti da principianti, o da profani. La cucina interessa, anche nelle sue varianti basilari, come per esempio “come preparare uno spuntino se siete di fretta”. Usate dei toni divertenti, sappiate essere originali quanto basta e di certo venderete.
  • Paranormal romance. Non scopro l’acqua calda. Librerie ed ebook store sono pieni di robe su vampiri innamorati, diavoli dal cuore tenero, angeli che perdono la testa per liceali, streghe teenager e cose simili. Ci vuole un bel pelo sullo stomaco, per scrivere un paranormal romance, ma al limite può perfino essere divertente provarci, apportando delle minime, divertenti varianti.
  • New Adult. Per una definizione completa di questo genere, vi rimando a un mio vecchio post. In pratica si tratta di storie d’amore, con riferimenti sessuali più o meno blandi, e protagonisti che hanno un’età compresa tra i 25 e i 35 anni. Nulla che uno scrittore allenato non possa scrivere in una manciata di giorni di serrato lavoro.
  • Fantasy generico X. Altra roba che si può scrivere in un paio di settimane. Gli elementi sono arcinoti, basta mischiarli nel modo che ritenete più opportuno, senza uscire troppo dal seminato, confezionare una copertina accattivante, e usare le giuste chiavi di ricerca per indicizzare il libro sugli store online. Vendite forse non trascendetali, ma assicurate. Anche qui, come nel punto due, il divertente potrebbe essere mischiare le carte senza che i lettori se ne accorgano troppo.
  • Romanzo storico nell’Antica Roma. Forse non ve ne siete mai accorti, ma esistono decine e decine di titoli di questo filone, che a quanto pare vende benissimo. Le trame, gira e rigira, sono sempre le stesse. Un minimo di accuratezza storica e un uso sapiente degli elementi rodati (il centurione, i senatori, la concubina, il gladiatore, gli intrighi politici etc) dovrebbero essere sufficienti per produrre un romanzo o una novelette vendibile ai molti appassionati.
  • Romanzo sugli zombie (in inglese). Ve lo assicuro: esiste questo sottobosco fatto di zombie novel, spesso di scarsa qualità, che in inglese ha migliaia di estimatori. Si tratta di lettori dai gusti semplici, che sanno ciò che vogliono: fine del mondo e zombie antropofagi. Una roba che potrei scrivere in quindici giorni, se sapessi scrivere sufficientemente bene in inglese.
  • La prima indagine del commissario Sticazzi. Ossia il giallo più giallo che c’è, ma che in fase di vendita voi scrittori che state leggendo questo post definirete “thriller” o “noir”, perché fa figo dirlo. In realtà non è facile scrivere una storia di questo tipo, ma con un po’ di allenamento ci riuscirete senza grandi problemi. I gialli con tanto di commissario vendono sempre bene. Liscio come l’olio. E, se sarete fortunati, riuscirete a buttare fuori quattro o cinque titoli in serie.
  • Qualcosa di erotico. Eh sì: la narrativa erotica è tornata in auge. Vende bene, in tutte le sue declinazioni possibili e immaginabili, sia in forma normale che nelle tante varianti del fantastico (fantasy erotica, steampunk erotica etc), fino ad arrivare alle sue forme più estreme, come il tentacle erotica. Non è semplice affrontare il genere, ma può essere interessante provarci.
Il genere erotico vende sempre.
Il genere erotico vende sempre.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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51 commenti

  1. Io mi sono dato all’ultimo… era il genere su cui ero meno impreparato 🙂 e ho cercato a tavolino di costruire prima il target e di conseguenza il resto. Mi piacerebbe avere una chance di essere letto, dopo tutto.
    Però penso che il genere sia solo un contenitore: in fondo il messaggio che voglio comunicare (cioè il contenuto vero) lo posso far passare sia in una “guerra tra mondi” che in un storia romantica porno-soft. O almeno penso così dal basso della mia inesperienza…

  2. Fino a qualche anno fa di libri sull’antica roma ne compravo tanti, poi ho letto la serie sul 1 sec. a.c di Colleen mccullough e mi sono fermato: per ora sono soddisfatto, non credo si possa desiderare qualcosa sul genere in questione che non sia in quei libri. Invece altri romanzetti sull’antica roma sembravano un misto tra stupidi “fentasy” e young adult.

    1. Bè le res gestae della gens julia della Mc Cullough è un capolavoro del genere per documentazione e spessore dei personaggi (sono migliaia di pagine di storia romana dal 100 a.C. fino alle soglie dell’Impero) anche quelli minori: li ho letti tutti tranne l’ultimo. Ultimamente ho letto il primo volume della saga di Vespasiano di Roberto Fabbri e devo dire che non è male. Eccezionale e trovato per caso da Mondadori Io, Claudio di Robert Graves scritto in modo superbo narrante in prima persona l’avvincente ascesa al trono di Cla-Cla-Claudio considerato mezzo scemo da tutti, ma in realtà uno dei più colti e saggi Cesari di Roma. Segnalo pure un Eroe per l’Impero Romano di Andrea Frediani.

  3. Eh già, il genere erotico vende sempre…ne sa qualcosa la James, solo che, diamine, bisognerebbe saper scrivere, perchè i racconti degli amplessi tra Gray e Anastasia farebbero cascare le sfere anche a Siffredi. E ho detto tutto, presumo!
    Per il resto, hai dimenticato i “romanzi” politico-amorosi-storici alla B.Vespa 😀

  4. Aggiungerei “Qualcosa di Unico e Originale”, che non è mai stato scritto prima, che esca dal seminato, che contenga idee un po’ folli. Lo scrittore cammina per strada e a un certo punto si trova investito di un’idea così spiazzante che sorprenderà lui stesso per primo. La commerciabilità rimarrà un’incognita, ma almeno ne sarà valsa la pena.

  5. Editoria per ragazzi? Cloni di erripotter? Non vendono piú o sono rimasto indietro? So che é un settore molto spremuto ma ho un paio di progetti che dovrei riuscire a mettere sul mercato a fine 2014.

      1. e infatti il mio progetto si innesta nel sott-sottofilone mitologico, anche se non ambientato ai giorni nostri quanto agganciato al mio uorgheim appena pubblicato con un grosso editore inglese.

          1. no, credo di no. La fiction in inglese mi viene legnosa, soprattutto il dialogo. è più un progetto per divertirmi e fare qualcosa nella mia lingua. Libri in inglese ne pubblico tanti, ma sono in un linguaggio tecnico e specialistico che mi viene bene.

  6. Voglio fare i soldi:
    scriverò un libro ambientato nell’antica Roma dove un cuoco che cerca di dare un senso ai suoi 30 anni, tra una ricetta e l’altra, si improvvisa investigatore ed indaga sulle misteriose sparizioni tra le giovani figlie dei patrizi.
    Scoprirà un sottobosco fatto di perversioni sessuali tra le suddette giovincelle ed un lich che vuole trasformare in zombie tutto l’impero.
    Alla fine il lich si innamora di una delle pulzelle, (ovviamente la più insignificante che grazie alle cure della tenutaria del bordello ed ex moglie del cuoco diventa una strafiga) che lo convince ad abbandonare il suo piano malefico.
    Alla fine il lich e la ragazza scappano in Bretagna per coronare il loro sogno d’amore prendendo il nome di Merlino e Morgana, mentre il cuoco dopo una fugace apparizione a teatro nello show “ostium ad ostium” diventa senatore e viene coinvolto dal suo amante segreto di nome Bruto nell’omicidio di Cesare.

    Dici che vende?

  7. Eh, no. Ti devo correggere: il fantasy non è mai “generico”, deve essere qualcosa che “ridefinisce il genere”, o quantomeno “getta una luce nuova” su di esso.

      1. Peter ho sempre voluto conoscerti!
        Dai salomonexeno, anche io leggo molto fantasy, ma tirare fuori un autore che non faccia semplicemente copia incolla da qualche libro precedente non è facile. Soprattutto per ciò che ci passano in Italia purtroppo, dove il fantasy è considerato peggio di uno young adult!
        Ciò non toglie che Pratchett è diverso da Tolkien che è diverso da Martin, ma quanti ne conti così?

  8. A me mette ansia tutte le volte che entro in una libreria e vedo i ” paranormal” romance che sono una pagina di wikipedia a caso, gli storici romani che sono uguali a quelli usciti l’anno scorso e gli erotici che ora stanno migrando dal fantasy dove le eroine romantiche hanno fatto un’ecatombe di testi allo storico con copertine bruttissime, e le fascette tipo “avreste mai pensato che nell’antica Roma…” beh SI. Cioè vendono ancora così tanto che ormai non esce mai niente di diverso, e quando succede sono così incredula che ci metto molto a comperarlo.

    1. I paranormal romance mettono ansia anche a me, con le loro copertine clone :-/
      Vampiri, angeli, licantropi… Oramai li rifuggo come la lebbra.
      Ma loro continuano a dilagare sugli scaffali, come un blob malefico.

  9. Anche gli intrighi Biblici/vaticani rendono. Qualche segreto che l’Opus Dei custodisce gelosamente tra le chiappe, tipo che gli Apostoli non erano 12 ma 1200, e la metà erano negri o gay, o cose così

    1. verissimo 🙂 Aggiungo altri due filoni: la saggistica sul nazismo e fascismo, che aggiunge dettagli e curiosità spicciole su un tema su cui ormai si è scritto quasi tutto, e il filone finto Dan Brown/Glen Cooper riconoscibili dai titoli ridondanti, una polverosa libreria sullo sfondo o una misteriosa figura incappucciata

        1. aggiungiamoci un testo perduto e i templari e siamo ( scusate il gioco di parole) a cavallo. A parte gli scherzi certe cose però bisogna riuscire a scriverle e io a tal proposito mi sono interrogato. In effetti non penso di essere in grado. Lo dico senza ironia. Giusto gli zombi in inglese, senza pretese, Forse. Ma la solo idea mi agghiaccia, ora come ora.
          oppure uno zombi/biblico/vaticano con Templari annessi, e qualche sicario (zombi) dell’Opus Dei.

      1. occhio che poi Kevin Smith ti fa causa, che già aveva usato il tredicesimo apostolo (censurato dalla storia perchè nero) nel film “Dogma”. 😀

        1. ah sì? Ecco, non lo sapevo. Non si inventa niente quindi. Come se un apostolo nero fosse ‘sto gran colpo di scena. Allora si potrebbe scrivere dei Re Magi bianchi …

  10. Il vero grosso problema dei generi che vendono – e della nuvola di romanzi prodotti a tavolino per surfare l’onda del genere che vende – è che poi si arriva ad un punto che i generi non vendono più.
    Ed è una moria paragonabile a quella dei dinosauri.
    Per cui se diamo un’occhiata agli ultimi vent’anni, non solo vediamo le passate di generi che vendono (i vampiri alla Rice, i post-apocalittici da dopo-bomba, il 90% del cyberpunk eccetera) – ma notiamo anche le estinzioni, e come siano sopravvissuti quei romanzi che o non erano stati costruiti cinicamente per sfruttare l’onda, o l’avevano saputa sfruttare senza tuttavia omologarsi completamente.
    Per cui, sì, scrivere è unmestiere, sì, è bene conoscere il mercato e sapere cosa tira, ma sulla lunga distanza (ed è sulla lunga distanza che si vive, non sull’immediato), mantenere una certa percentuale di originalità e di anticonformnismo paga di più che l’aderenza totale al modello.

    1. Tu hai perfettamente ragione.
      E’ che alcune penne si riciclano alla grande (si fa per dire) da una moda di tendenza all’altra.
      Che poi, e non sono ironico, magari sono bravi loro a vendersi dal paranormal romance al romanzo storico pieno di cliché.
      Credo (e anche qui non sono ironico) che occorra una gran dose di bravura per saper scrivere romanzi che magari l’autore stesso non leggerebbe nemmeno sotto tortura.

      1. Concordo – saper seguire il mercato richiede abilità e una certa dose di resistenza.
        Ed è unascelta rispettabilissima.
        Dopotutto i conti non si pagano da soli.
        È casomai l’editoria che è biasimabile nel promuovere preferenzialmente queste operazioni ad esaurimento – invece di pubblicare una pluralità di generi e stili, se ne fa a morte uno fino ad esaurirlo, epoi si passa al successivo. Non è bello.

        1. Non potrei essere più d’accordo.
          In effetti le CE sono compagnie mercenarie, e ci sta, è il gioco. Ma anche tra i mercenari si rincorreva una certa “qualità”, un’originalità…

  11. E sia, scriverò un romanzo erotico e vediamo se riesco a vendere qualche copia in più (per tutti gli altri generi sarei negato, tranne forse una storia nell’antica Roma, contesto che conosco discretamente grazie al mio pessimo difetto scolastico di essere sempre stato un appassionato di storia).

  12. Vivere scrivendo romanzi in Italia temo sia impossibile, anche scrivendone di questi generi. Forse i libri di cucina, viaggi, giardinaggio, insomma la varia manualistica possono far raccimolare qualcosa, ma dubito che ci si riesca con la narrativa. Zombie, vampiri, paranormal romance, classici romance purtroppo sono così inflazionati che non mi paiono un mercato appetibile. Io, insomma, continuo a scrivere quello che mi pare e ho rinunciato a vendere. Per lo più i miei romanzi li regalo.

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