Scrivere un fantasy storico

Hammer and Cross

Da diverse settimane sto prendendo appunti riguardanti la stesura di una novelette spin-off de Il Palio. Il suddetto romanzo breve è un horror con sfumature dark fantasy, ambientato nel nostro presente, in un paese inventato delle campagne ferraresi, Torre d’Ambra.
La storia, che è stata molto apprezzata da voi lettori, offre uno spunto troppo ghiotto per essere ignorato. E infatti mi guardo bene dal trascurarlo. Da qui nasce l’idea dello spin-off (che poi potrebbero essere tre racconti concatenati, in una sorta di mini-saga sulla falsariga di quella di Maciste).
C’è però da considerare un netto cambio di impostazione, rispetto a Il Palio. Dall’ambientazione contemporanea si passa al 1500, senza rinunciare all’elemento fantastico, che è anzi il cuore del progetto.
Quindi parliamo di un fantasy storico, genere molto interessante, ma alquanto spinoso da affrontare.
Già: come si scrive un racconto di questo tipo?

Direi che le cose da tenere a mente sono poche, ma indispensabili:

  • Studiare il contesto storico

Non si chiede all’autore di scrivere un saggio sull’epoca in cui il suo racconto è ambientato, però occorre che la conosca piuttosto bene. Regni, feudi e governi, guerre, alleanze, carestie e pestilenze, cataclismi di carattere regionale o nazionale: questi sono, per sommi capi, le cose che bisogna conoscere per descrivere il contesto della storia senza fare la figura dei fessi. Anche usi e costumi dell’epoca devono essere studiati, onde evitare errori pacchiani.

  • Non farsi bloccare dalla documentazione

Al contempo, bisogna non farsi intrappolare dall’eccessiva ricerca in fase di documentazione. Il materiale che potreste consultare è infinito, e ciò rimanderebbe di mesi l’inizio della scrittura. Non cercate il dettaglio minuzioso, né la perfezione assoluta (che non appartiene all’uomo). Se siete in dubbio su qualcosa di non indispensabile alla storia, evitate di citarlo.

  • Moderare l’infodump

Un altro effetto collaterale della ricerca è la tentazione di infilare nella storia ogni minima cosa sfiziosa che avete imparato documentandovi sul periodo di cui dovete scrivere. Se lo farete andrete incontro a un abuso di infodump. Le nozioni “curiose” vanno bene, ma occorre infilarle a piccole dosi, senza aprire parentesi enormi, che ostacolano lo scorrere della storia.

  • Contestualizzare l’elemento fantasy

Cercate di utilizzare i giusti elementi fantasy a seconda del luogo geografico e del periodo storico di cui avete deciso di scrivere. Inserire degli Oni giapponesi in un racconto ambientato in Terra Santa non è una buona idea. Così come non mi pare geniale mettere un lupo mannaro in una storia che si svolge nel deserto egiziano durante la III Dinastia. Certo, è possibile anche fare l’esatto contrario di quanto vi ho appena consigliato, puntando così sul fattore sorpresa. Ma in tal caso l’autore in questione deve essere davvero bravo per evitare un risultato ridicolo.

  • Concentrarsi sui personaggi

Nonostante occorra prendersi cura del contesto storico/geografico di racconti di questo tipo, bisogna soprattutto ricordare che sono i personaggi a interessare la maggior parte dei lettori. I personaggi creano la storia, non viceversa. Occorre fare in modo che essi siano comunque al centro del processo narrativo.

black rhino

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14 commenti

  1. Il fanta systorico è divertente da scrivere, molto divertente da documentare, e pericolosissimo – errori a trappole sono in agguato nei posti più impensati.
    Il trucco, io credo, è trovare un equilibrio fra realtà storica, elemento fantastico ed anacronismi.
    Mai cedere all’idea che “tanto è fantasy” e ci posso fare quello che voglio.
    E poi tenersi pronti, perché i sapientini sono in agguato.

    1. Sì, i sapientini sono già lì che girano come corvi… Pronti a dirti che non era il fucile X che veniva usato nella guerra agli Zulu, bensì il modello X1.
      Gente che dovrebbe limitarsi a leggere riviste di Storia Militare, a mio parere.
      Col cuore freddo come il metallo dei cannoni.

      1. Una mia storia è stata cassata per l’espressione gergale che uno dei personaggi aveva usato per indicare una infedeltà coniugale.
        Troppo moderna, guastava l’atmosfera.

  2. Il mio problema è proprio quello, lascio trapelare troppo del lavoro di documentazione… Nell’ucronia che sto scrivendo Cerco di evitare l’infodump tramite delle note a piè pagina, ma gli epub le detestano.

  3. Forse sono stata fortunata, un professore mi ha insegnato che la storia è fluida, e nulla deve essere dato per certo perchè l’indomani potremmo trovare qualcosa che mette tutto di nuovo indiscussione (tipo Otzi). Io colleziono un sacco di documentazione storica e folkloristica e ricerco teorie perchè in realtà le trovo interessanti di mio -nei ritagli di tempo sto portando avanti ricerchine mie sui megaliti della costa atlantica E la società egizia contemporanea), ma cerco di contestualizzare il più possibile senza aggiungere troppe informazioni (ha importanza davvero la variante dell’elmo del cavaliere nel 1280 e non 1291? No, perchè non sto scrivendo un saggio e il tal modello non compare a caso, ci vuole un processo che noi al 99% non conosciamo). Per me l’importante è non cambiare il quadro storico che noi conosciamo adesso solo per pigrizia; mi è capitato un libro che parlava di una ragazza irlandese del 100 a.C. che doveva proteggere una pergamena in Ogham dalle legioni romane, era una condensa di cose storicamente improbabili. Un altro prendeva tutto il Libro delle invasioni paroparo ambientato in Italia… va bene il fantasy ma un paio di paletti a volte non fanno male.

    1. I “macro-errori” storici sono orribili, non si possono proprio vedere.
      I dettagli, come dici tu, possono essere invece fluidi, o perfino modificabili per favorire la trama. Purché non siano cose troppo assurde.

  4. Alessandro, sono felice della tua decisione di scrivere una novelette fantasy (genere che prediligo) e per di più storica e legata a Il Palio, ebook che ho apprezzato particolarmente.
    Non vedo l’ora che sia disponibile su Amazon!

    Ps: nel genere in argomento, ho adorato i Cicli delle Pietre del Potere e di Parmenion di David Gemmell, che ho letteralmente divorato in pochi giorni.
    Ovviamente, non è da dimenticare il ciclo Solomon Kane di Robert E. Howard, vero pioniere del genere e mio personale idolo!

    1. Spero e credo che Grifo ti piacerà!

      Parmenion e relativo seguito sono tra i miei fantasy storici preferiti in assoluto. Anzi, prima o poi dovrò parlarne in un post…

  5. In realtà i primi due punti sul documentarsi possono essere validi anche per altri generi (cambia l’oggetto della documentazione), così come il moderare l’infodump e concentrarsi sui personaggi credo siano ottimi consigli.

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