Il dottor Jan Dirk Blom, dell’istituto psichiatrico di Parnassia (La Hague, Normandia), è il primo ricercatore accademico a essersi occupato di effettuare un serio e documentato censimento dei licantropi passati nella clinica in cui lavora, partendo dal lontano 1850 a oggi.
Il risultato di tale censimento è stato recentemente pubblicato. Secondo Blom ci sono stati ben 56 casi di licantropia “effettiva”, 34 uomini e 22 donne.
Si tratta di individui convinti di essere in grado, volontariamente o meno, di tramutarsi in animali. Sorprendentemente non si tratta soltanto di uomini-lupo. I casi di mannari classici sono infatti soltanto 13. Gli altri 43 si dividono in persone che pensano di potersi trasformare in orsi, serpenti, rane, gatti.
Si tratterebbe di varianti non rare della sindrome psichiatrica nota come licantropia clinica.
A Parnassia sono transitati anche dei casi molto gravi. Uno su tutti riguarda il tizio – un licantropo “classico” – che arrivò a strapparsi le labbra per dare spazio ai suoi canini, in modo che risultassero quanto più possibile simili alle zanne di un lupo.
Blom ha confermato che la licantropia non è altro che una sottospecie molto singolare di altre malattie mentali, dalla depressione al disturbo bipolare, passando per la schizofrenia.
Le persone affette da questa sindrome sono sicure di potersi trasformare in animali. Il loro cervello fa percepire un’immagine distorta quando si riflettono negli specchi, tanto che si vedono davvero in forma bestiale, parziale o totale.
Secondo alcuni scienziati, tra cui Blom, è proprio un abnormale sviluppo di quella porzione di cervello che regola la percezione del nostro corpo a generare la licantropia clinica. Questo fenomeno si manifesta solitamente dopo la pubertà e peggiora col tempo.
Tra l’altro è un disturbo antico come l’umanità. Da esso potrebbero derivare molte leggende di varie parti del mondo, dai lupi mannari ai vampiri, passando per gli uomini-tigre indiani e africani, i berserker vichinghi e gli uomini-serpente che appartengono a diverse culture orientali (molte delle quali venerano tali creature).
Vi sono diversi casi di assassini psicopatici affetti dalla forma più grave di tale sindrome. Essi arrivano a fare a pezzi le vittime per cibarsi della loro carne cruda, proprio come fanno gli animali.
Non è il caso dei pazienti studiati dal dottor Blom, tra cui risultano più che altro dei soggetti orientanti verso l’autolesionismo.

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Nella mia zona di origine , da parte di padre , mia madre era friulana/slovena … , in Abruzzo , nella zona di Tagliacozzo , montagna aspra , selvaggia , lupi e orsi come se piovesse , i racconti sui lupi mannari si sprecano .
Alcuni me li raccontava mia nonna Giulia quando , da piccolo , ci sedevamo davanti al grande camino per scaldarci …. raccapriccianti come solo i racconti di montagna sanno essere , certo ti fanno pensare che qualcosa di vero ci sarà pure , da qualche parte ….
Magari si tratta proprio di gente che crede di essere affetta dalla licantropia…
In montagna, dove il contatto con la natura è più forte, questi casi sono più che possibi
Di Licantropi clinici era pieno il paese natale di mio padre Marcianise al punto che era frequente sentirli ululare sotto casa perchè durante gli attacchi più gravi della malattia alcuni si gettavano nella fontana in piazza.
Addirittura? O_O
Si pensa che mio padre mi raccontava che lui e i suoi fratelli una notte furono svegliati dagli “ululati” di uno dei suddetti licantropi.
Post molto bello e dettagliato, anche se vagamente inquietante! 😀
Dalle parti della famiglia di mia moglie, nel Reatino, quando le donne andavano nei campi o comunque uscivano, usavano legarsi i capelli con degli spilloni d’argento, per difendersi dai lupi mannari, si diceva. La stessa bisnonna di mia moglie lo faceva, quindi la tradizione è recente, forse addirittura ancora usata in certi casi!
Ho scoperto di recente che in molti paesi arabi le donne vanno in giro con spilloni di ferro, metallo che in antichità serviva per scacciare i djinn malvagi.
Questo tuo aneddotto, oltre a essere molto bello, cade a fagiolo!
Anche mia madre racconta dei suoi vicini di casa (genitori e un figlio) di quando era ragazza, tutta la famiglia che dava il meglio di sé con la luna piena.
Interessante, questo darebbe un quadro differente a tutta la questione storica della licantropia.