Audible e la riscoperta degli audiobook

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Volete sapere come ho trascorso la notte di Halloween?
Non al cinema, non davanti a un DVD horror, non in lettura.
L’ho trascorso ascoltando un audiolibro molto interessante, di cui fino a qualche giorno fa non conoscevo nemmeno l’esistenza: World War Z: The Lost Files. Ovvero dei capitoli inediti di WWZ, il libro cult di Max Brooks, che ha rivoluzionato il modo di raccontare le zombie apocalypse.
The Lost Files è letto (ovviamente in inglese) da 21 narratori di tutto rispetto. Citando dalla scheda dell’audiobook:

The Lost Files are Academy Award-winning director Martin Scorsese, Spiderman star Alfred Molina, The Walking Dead creator Frank Darabont, rapper Common, Firefly star Nathan Fillion, Shaun of the Dead’s Simon Pegg, F. Murray Abraham, René Auberjonois, Bruce Boxleitner, Nicki Clyne, Denise Crosby, Ade M’Cormack, Parminder Nagra, Masi Oka, Kal Penn, Jürgen Prochnow, Jeri Ryan, Paul Sorvino, David Ogden Stiers, Brian Tee, and Ric Young. Max Brooks reprises his role as The Interviewer.

L’esperienza è stata assolutamente positiva e soddisfacente, infatti sono qui oggi per parlarvene.

Questo ebook l’ho potuto scaricare e ascoltare grazie ad Audible, una società controllata di Amazon, con un vastissimo catalogo di audiolibri, quasi tutti in inglese (la lista di quelli in italiano la trovate qui, ma non aspettatevi granché).
Audible si appoggia a un’applicazione gratuita, che potete scaricare in pochi istanti per il vostro tablet, cellulare o computer (dal Google Play Store o da altri store simili). A me, col primo accesso, è stato offerto un audiobook gratuito (ho scelto quello di Brooks), ma non ho idea se si tratti di una prassi comune o di un’offerta che capita solo una tantum.

La qualità dell’audiolibro che ho ascoltato io è veramente eccellente, complici i narratori che ho elencato poco sopra.
L’inglese è ben comprensibile, specialmente se ascoltate la storia con gli auricolari, cosa che a me ha permesso di cogliere sfumature, accenti e particolarità che altrimenti mi sarebbero sfuggite.

Audible ha delle funzioni veramente utili, tra cui la possibilità di scegliere la velocità narrazione e la modalità di risparmio energetico.
Ovviamente esiste la funzione “segnalibro”, nonché quella che vi permette di ascoltare i vostri audiobook su più dispositivi, in modalità Cloud (la stessa che vale per gli ebook classici, privi di DRM).

Tra i “contro” non posso non citare i prezzi mediamente piuttosto alti degli audiolibri, assai più cari degli ebook. Ovviamente si tratta di due prodotti diversi, quindi il gap ci sta. Ma non aspettatevi di poter comprare dozzine di audiobook spendendo una decina di euro.
Tra i “pro” vale invece far la pena notare che molti audiolibri hanno dei narratori d’eccezione, come per esempio questa versione del Dracula di Stoker, letto da gente del calibro di Tim Curry (Van Helsing) e Alan Cumming (Dr. Seward).
Voi li spendereste 20 dollari per un prodotto del genere? Forse sì, se siete degli appassionati.

Quanto userò Audible?
Non spesso, proprio per contenere i costi, però lo userò, eccome. In primis perché l’idea di ascoltare degli audiolibri mentre guido o quando sono a letto mi piace molto, e poi perché lo trovo un bel modo per migliorare il mio inglese.
immagino che alcuni libri siano particolarmente adatti a questo formato. Sia The Lost FIles (finte interviste post-belliche, sulla falsariga di WWZ) che Dracula (romanzo epistolare e diaristico) appartengono a questa categoria.

The Lost Files

Voi che ne pensate?

– – –

Alex Girola – follow me on Twitter

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13 commenti

  1. Produrre un buon audiolibro o un radiodramma costa – costa in termini di tempo, di competenze in gioco, di mezzi tecnici.
    Io mi balocco da tempo con l’idea di provare a fare qualcosa del genere, e pur riducendo all’osso la produzione, e giocando sul fatto che mio fratello possiede sia le competenze tecniche che l’equipaggiamento per la produzione, si tratterebbe di un impegno colossale, impossibile da affrontare in due.
    Audible ha un campionario ampio, variato e con produzioni di lusso – ma in circolazione si trovano una quantità di audiodrammi e audiobook assolutamente straordinari. Io consiglio di dare un’occhiata alle produzioni di Noise Monster e della Big Finish (che se ben ricordo collabora con la BBC).
    In Italia – tanto per cambiare – queste cose hanno poco spazio e poco pubblico, ed è un peccato.
    Riguardo allo spendere dei soldi… per Tim Curry che fa Van Helsing sì, decisamente 😀
    Dopotutto, ho qui Bela Lugosi che fa Darth Vader… 😉

    1. Per me è un mondo tutto da scoprire, ma che mi interessa molto (se poi la qualità è quella dei primi “assaggi” che ho avuto, beh, come non restare affascinati?).

      Ammetto che da qualche giorno sto pensando all’eventuale realizzazione di un audiobook tratto da un mio racconto. Avrei già in mente anche la voce femminile a cui affidare la registrazione (e ok, a investire un piccolo budget).

      Però il problema è sempre quello: qui da noi a chi interesserebbe? Rientrerei almeno nelle spese?
      Mah…

      1. È appunto il rientrare nelle spese che non funziona, per lo meno sulla base di due conti fatti molto alla svelta l’estate scorsa: l’accoppiata prezzo alto/scarso pubblico è letale, ed è un serpente che si morde la coda (pochi potenziali acquirenti –> cresce il prezzo unitario –> diminuiscono i potenziali acquirenti).

  2. Ero incappato in Audible per lavoro una decina di anni fa, in tempi assolutamente non sospetti. All’epoca non esistevano smartphone e tablet (erano i PDA Palm e WinCE a fare la parte del leone) eppure Audible già allora aveva un catalogo straordinariamente ricco (e ai tempi non aveva ancora nulla a che fare con Amazon). Il grosso problema per cui se ne parla poco o nulla è l’assenza di titoli letti in italiano: quasi tutto in inglese, francese e tedesco (hai visto che esistono anche audible.de e audible.fr?).
    Il fatto che costino di più è sacrosanto: trovare un tizio che sia capace di leggere bene (cosa non da tutti) è estremamente costoso. Personalmente non li trovo comodi. Non riesco a seguire con la dovuta attenzione uno che mi parla. Sono uno che si distrae troppo facilmente.

    1. Non sapevo che Audible fosse così “vecchio”.

      Concordo riguardo alla pochezza dei titoli letti in italiano. Ancora una volta siamo ultimi tra gli ultimi.

  3. Non so se è la stessa cosa, ma ci siamo molto vicini, i radiodrammi liberamente scaricabili (o ascoltabili in streming) dal sito di radio rai sono notevoli per qualità. Per dire c’è anche Alle montagne della follia di HPL e Eymerich di Evangelisti rimanendo nel tema orrorifico, ma anche tanti classici dai Miserabili ai Tre moschettieri.

  4. Wow, che figata… Stavo pensando/parlando della “questione audiobook” proprio in questi giorni con mia moglie e un po’ di amici…
    Secondo me l’audiolibro è un mezzo davvero interessante, che purtroppo non ha ottenuto l’attenzione che merita… Parlo dell’Italia perché non sono affatto addentro al mercato anglosassone/statunitense degli audiobooks. Anzi, grazie al commento di Davide ora forse darò un’occhiata (o un’orecchiata? ahahah… Scusate) a un po’ di materiale.
    Intanto aggiungo alla discussione i miei due centesimi da un altro punto di vista: io sono un attore, insegnante di recitazione e dizione e con discrete capacità vocali, in particolare sui bassi e ho una voce calda e all’occorrenza piuttosto profonda. In più sono un lettore vorace e cerco ogni occasione per cimentarmi nello “storytelling”. Ecco, trovare qualcuno che sia disposto ad investire (anche poco) nella realizzazione di audiobook è davvero raro. Nella maggior parte delle occasioni si tratta di grosse case editrici che puntano su grandi nomi dello spettacolo (Cinema e tv, per carità, il Teatro ci fa orrore! :D) e comunque producono cose in tirature limitatissime. Che poi in alcuni casi si tratta solo di produzioni fatte per rimediare un po’ di fondi pubblici con la scusa della promozione della lettura *coff* *coff*…
    L’elenco degli audiobook italiani non è granché, effettivamente, ma forse darò una chance a Sherlock Holmes (Silvia Cecchini) o a Conan (Stefano Volpe)… Vedremo.

    1. Sì, ho visto le grandi produzioni a cui accenni… nomi altisonanti del cinema italiano che leggono robe tipo Susanna Tamaro… Forse vogliono fare concorrenza a note marche di sonniferi 😀

      Forse è il caso di fare due conti e di vedere se si può sperimentare qualcosa tra noi altri, che tanto oramai battiamo tutte le strade, anche le più impervie 😀

      1. Beh, perché no… Io non mi tirerei indietro. Il commento di Davide, poco più su, non lascia spazio a molti dubbi, ma tant’è… Ci si può provare. Facendo le cose “inter nos” i costi si potrebbero abbassare molto, e magari (utopia mode on) creare una piccola nicchia di mercato per questi prodotti.

  5. Sinceramente gli audiobook non mi hanno mai incuriosito. Del resto non riesco a mantenere la concentrazione nemmeno con un podcast da 5-10 minuti, figuriamoci con un libro intero.
    Però siccome ho profonda stima di tutti coloro i quali cercano in qualche modo di rompere gli schemi, se ne produci uno me lo compro sicuro. 🙂

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