La sindrome di Cotard è una sindrome psichiatrica caratterizzata dalla convinzione illusoria di essere “morti”, di avere perso tutti gli organi vitali o tutto il proprio sangue.
Incredibile ma vero, questa malattia è reale e fa parte dei cosiddetti “deliri di negazione”. Fortunatamente è una sindrome rarissima, tanto che ne esistono un centinaio di casi in tutto il mondo. Fu diagnosticata per la prima volta da Jules Cotard, neurologo transalpino, nel 1880. Il suo caso di studio fu particolarmente angosciante, visto che aveva in cura una paziente che negava l’esistenza di alcune parti del suo corpo, nonché la necessità di nutrirsi.
La cosa più inquietante di tale malattia riguarda infatti le sue tante varianti: oltre ai casi di pazienti che credono di essere dei “morti che camminano”, ci sono anche quelli che si convincono di essere pietrificati, o altri che negano l’esistenza di organi e/o arti del proprio corpo.
Dal punto di vista medico la sindrome è paragonabile a uno stato di coma vegetativo, localizzato sul lobo parietale e frontale.
Per alcuni scienziati si tratta di una forma particolarmente complessa di depressione, che azzera gli stati emozionali, dando la sensazione al paziente di essere morto o prossimo alla morte, visto che non è più in grado di provare nulla.
Oltre ad aver compromesso il funzionamento di alcuni sensi, come per esempio l’olfatto, i pazienti affetti da Cotard non sono più in grado di distinguere le emozioni nemmeno sui volti di familiari e amici. Per esempio non comprendono più il “significato” di un sorriso o di un’espressione triste.
Per questo, banalizzando molto, alcuni definisco tale malattia “Sindrome del morto che cammina”.
O Sindrome dello zombie.
Per fortuna in questi ultimi anni è stata studiata una cura, a base di antipsicotici, antidepressivi e di sedute psichiatriche.
Quindi dalla Cotard è possibile guarire.
Fa scuola il recente caso di una ragazzina dell’Alabama, Haley Smith, uscita dalla sindrome dello zombie dopo ben tre anni di malattia.
La cosa curiosa, nel caso in questione, è che Haley iniziò a provare una fascinazione per i cimiteri e per le cose inanimate dopo la separazione dei suoi genitori (trauma scatenante), mentre la cura, il mezzo per uscire dalla fase più profonda della Cotard, per poi rivolgersi a uno psichiatra, è iniziata guardando i film d’animazione della Disney…
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Le fissazioni della mente sono sempre inquietanti ma al tempo stesso affascinanti. In effetti è abbastanza normale che una persona soggetta a forme depressive si convinca di avere una brutta malattia come il cancro, basta “alzare l’asticella” e ci vuole poco a sconfinare in malattie impossibili come l’assenza di organi fisici e qualche lieve accenno di delirio.
I film della Disney come terapia, beh, questa è la parte più… stimolante 😉
A me i film della Disney, soprattutto quelli vecchi e zuccherosi, farebbero un effetto contrario 😀
Questa malattia è aghiacciante!
Riguardo alla ragazzina che ha iniziato a guarire dalla Disney… perché no? Sono spesso zuccherosi, ma non si può negare un certo grado di bellezza tecnica, la presenza di simbolismi più o meno nascosti… e la struttura del viaggio dell’eroe, anche se abusata nelle trame Disney (e non solo) è un insieme di metafore potenti che può spingere a ragionare sulla vita.
Forse una di queste cose ha colpito la ragazza al punto di desiderare di “tornare in vita”. Ma non sono psicologo o psichiatra, quindi sno solo riflessioni da profano
Ps: chiedo scusa per gli errorini, il tablet tende a mangiarsi la mia ortografia e ho commesso l’errore di non rileggere il messaggio prima di inviare 😛
Sì, per carità: non sono di quelli cinici a tutti i costi. I film della Disney posso trasmettere speranza. Se funzionano, perché no?
Lungi da me definirti ultracinico 😉 anche a me non piace troppa melassa nelle storie, ma mi sembra che in casa Sorciolino stia cambiando qualcosa: forse sono solo diventati un po’ più furbi, ma trovo i loro film recenti lievemente meno scontati, per quanto ancora strutturati in una formula tanto vendibile quanto prevedibile.
Pazzesco! Beh, ti consiglio di leggere ”L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”. Sono raccontati vari casi di pazienti con danni cerebrali (per incidenti o malattie) e trovi delle situazione veramente assurde. Persone che non percepiscono più il proprio corpo, gente che perde la memoria visiva, cioè non ha memoria di cosa sia un’immagine pur avendo gli occhi che funzionano perfettamente, addirittura persone che perdono il concetto di ”sinistra”. Veramente, lettura consigliatissima. E’ tanto divertente quanto inquietante.
Sono cose che al contempo mi affascinano e mi spaventano…
Mi informo sul libro, grazie 😉