Dracula arrivava nei pomeriggi d’estate

dracula

Avevo sì e no undici, dodici anni. Era quindi il 1986/87.
Estate, come adesso. Finite le scuole raggiungevo i nonni in Valsassina, dove trascorrevo un paio di mesi di vacanze estive.
Sì, quella stessa Valsassina che ora celebro spesso e volentieri nei miei racconti, e che ho rivisto solo dopo molti anni, perché mi ricordava i nonni, scomparsi oramai da tempo, ma non dal mio cuore.
Nei lunghi pomeriggi montanari, prima di andare a giocare all’oratorio estivo o ai videogiochi dell’unico bar di Taceno, i nonni si concedevano il pisolino post-pranzo. Io rimanevo piacevolmente solo, in quel grande salone ombreggiato della casa affittata per l’intera stagione estiva. I miei compagni in quelle ore erano i librogame, i fumetti di Zagor, Tex Willer (e la novità Dylan Dog) e i film delle 14.00 trasmessi da Rai Uno.
Tra cui Dracula il Vampiro, di Terence Fisher. Con Peter Cushing e Christopher Lee.

Col senno di poi, pare impossibile che certe cose siano accadute davvero.
Invece è così.
La Rai, Mamma Rai, la tv nazionale che ora stordisce adulti e anziani con interminabili talk show a base di efferati delitti e con fiction su preti, suore e carabinieri paciosi, mandava in onda i film horror della mitica Hammer nel primo pomeriggio.
Non solo: c’erano anche tante pellicole peplum e mitologiche, più molti polpettoni storici sull’Impero Romano.
Ma i film della Hammer erano davvero il meglio possibile e immaginabile per quelle estati afose.

Fu così che conobbi Christopher Lee e la sua nemesi, Peter Cushing. Il conte Dracula più magnetico di sempre, ma anche il mostro di Frankenstein e Kharis la Mummia.
Dalla visione di quei cult, immerso nel placido silenzio del meriggio valsassinese, ho imparato ad amare il fantastico più di ogni altra cosa al mondo. Perché la salute ti può abbandonare, amore e amicizie vanno e vengono, ma la passione per certe cose ti entra dentro e non ti abbandona.
Mai.

La morte di sir Lee, una delle rarissime persone che può dire di aver vissuto al meglio delle sue capacità, mi ha riportato alla mente questi ricordi
Christopher è stato anche Saruman, Dooku, Sherlock Holmes, Fu Manchu, Rasputin e molti altre icone – classiche e moderne.
Ma per me sarà sempre Dracula, prima di ogni altra cosa.

La nostalgia è un sentimento che mi affascina e mi repelle, al contempo. Vivere al passato è pericolosissimo e sterile. Per questo, da qualche anno a questa parte, cerco di proiettarmi sempre al futuro, o quantomeno al presente.
Eppure ogni tanto darei tutto quel che ho realizzato per tornare un paio d’ore in quel 1986.
Io, i nonni, una pace interiore tipica dell’età giovanile, Dracula e Van Helsing.
Null’altro.

La terre ti sia lieve, Conte.

lee e cushing

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

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7 commenti

  1. È una di quelle cose che mai ti aspetteresti: ok, aveva 93 anni circa, ma qualche tempo fa aveva partecipato alla produzione di un albo metal!
    Forse, dopo averlo visto come Dracula, Saruman e un inquietante padre di Willy Wonka, mi aspettavo che fosse immortale.

  2. Splendido post amarcord, molto poetico. Non c’è niente da fare, certe cose, certe persone, ti rimangono dentro, basta un’apparizione sullo schermo per riportare alla mente profumi, colori, sapori di altri tempi e altri luoghi.
    RIP Sir Christopher Lee.

  3. Bellissimo post, grazie per avermi fatto fare un salto nel passato. Pensa che quando ha interpretato Francisco Scaramanga avrei voluto che fosse lui il vincitore del duello con 007!

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