La malinconia di Hulk

bixby-hulk

Ogni puntata de L’incredibile Hulk si chiudeva con le malinconiche note di The Lonely Man, che accompagnavano l’eterno peregrinare di Bruce Banner (Bill Bixby), alla ricerca di un po’ di pace per sé stesso e per la creatura che vive dentro di lui, il gigante verde chiamato Hulk.
Di quel serial ricordavo poco – per scrivere questo post ho dovuto rivederne alcune puntate online – ma la colonna sonora finale la rammentavo molto bene. Ancora oggi la trovo bellissima e molto azzeccata.
Parliamo chiaramente di un Hulk lontanissimo da quello del vero universo Marvel, sia dai film che dai fumetti. La mancanza dei mezzi tecnici necessari per creare un Hulk spaventoso e folkloristico come quello che oggi ben conosciamo spinse la CBS a produrre un serial più “psicologico”, basato sul dualismo tra Banner e la creatura, quest’ultima interpretata dall’indimenticabile Lou Ferrigno.

La serie racconta la storia di uno scienziato geniale, il dottor David Bruce Banner, un ricercatore di fama mondiale, specializzato in radiazioni, biologia molecolare e scienze genetiche, che lavora al “Culver Insititute” in California. Rimasto vedovo in seguito a un terribile incidente d’auto, Banner, sconvolto nel proprio animo per non essere riuscito a salvare la moglie, si tuffa a capofitto nelle ricerche genetiche e radiologiche per sfruttare appieno la forza fisica nascosta in ciascun essere umano.

Trovata una connessione con i raggi gamma, lo scienziato ne utilizza una dose massiccia per bombardare segretamente il proprio corpo. Il suo sistema nervoso e le sue cellule ne risultano pesantemente colpiti, e da allora succede che ad ogni scatto d’ira, o ad ogni sensazione di paura o agitazione, egli reagisce assumendo le sembianze di un gigantesco e terrificante mostro verde, privo di intelligenza e incapace di parlare, ma dotato di una forza erculea, mosso completamente dalla rabbia e dal bisogno di distruggere tutto ciò che vede, per sfogare le proprie pulsioni. La creatura è alta quai tre metri, è di colore verde e dispone di istantanee capacità di guarigione e di rigenerazione dalle ferite, grazie al suo metabolismo accelerato, che lavora a una velocità sei volte maggiore del normale.

incredibile hulk

Wikipedia riassume piuttosto bene la tematica di base de L’Incredibile Hulk.
Per ben 82 puntate, divise in cinque stagioni, osserviamo il vagabondare di Banner, in cerca di quella pace che non riusciva a trovare da nessuna parte. Ovunque si fermava qualche problema lo perseguitava ma, al contempo, spesso grazie all’aiuto involontario di Hulk si faceva difensore dei più deboli e degli oppressi.
Braccato non dal generale Ross (come accade nei fumetti), bensì dal reporter Jack McGee, Banner poco a poco scopre di non essere il primo Hulk della storia.

Con il tempo scopre che il mostro che porta dentro di sé non è il primo, ma l’ultimo di una lunga serie: nella preistoria, con l’intervento delle supernove, il sole ha più e più volte scatenato superdosi di raggi gamma investendo gli uomini della pietra, i quali avevano identificato una cura in una pianta ora estinta.

Banner intende infatti liberarsi del mostro verde con cui convive, ma i suoi sforzi sembrano essere inutili, anche se, stagione dopo stagione, ha modo di avvicinarsi ad altri scienziati che hanno compiuto esperimenti e ricerche molto simili alle sue.

Gli episodi di Hulk sono andati in onda dal 1977 al 1982.
Il serial ha una fine drammatica, che non vi spoilero, nel caso voleste recuperarla (immagino che i lettori più giovani di Plutonia Experiment non abbiano mai sentito parlare di questo telefilm).
La produzione aveva in mente di produrre una nuova stagione de L’Incredibile Hulk, una sorta di revival degli anni ’90, ma purtroppo l’ottimo (e sottovalutato) Bill Bixby morì di cancro nel 1993.

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Esistono anche tre film – tre OAV – basati su questa serie:

La rivincita dell’incredibile Hulk (The Incredible Hulk Returns, 1988 – Durata 90 min), in cui il mostro verde combatte al fianco di Thor, l’incarnazione Marvel del leggendario Dio del Tuono; il film è stato presentato su ITALIA 1 negli anni ’90 con un diverso doppiaggio e un diverso titolo: Thor e Hulk – Gli invincibili.
Processo all’incredibile Hulk (Trial of the Incredible Hulk, 1989 – Durata 91 min), in cui lo scienziato incontra il supereroe Daredevil; il film è edito in home video con il titolo L’incredibile Hulk.
La morte dell’incredibile Hulk (The Death of the Incredible Hulk, 1990 – Durata 95 min) che chiude le vicende della serie.

Dimenticatevi i super-film odierni della Marvel: si tratta di produzioni molto più pezzenti, ma che costituiscono una sorta di prova generale per la costruzione dell’universo cinematografico di casa Marvel.
A ogni modo il telefilm resta a suo modo impareggiabile.

Se siete degli inguaribili nostalgici potete recuperare il cofanetto con tutte le cinque stagioni de L’Incredibile Hulk.
Ventitré DVD in tutto, a circa 43 euro.


(A.G. – Follow me on Twitter)

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13 commenti

  1. Quando ero un marmocchio lo trasmettevano regolarmente su Italia1 ed era uno dei miei telefilm preferiti all’epoca. Come scrivi era ben lontano dalle atmosfere del fumetto ma nel complesso non era affatto male.

  2. Ciao Alessandro , come ti ho già scritto tempo addietro , riguardo allo stesso soggetto citato in un altro post , ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscere Lou ferrigno e di parlarci per una mezzoretta . tra le altre cose , questo ragazzone educatissimo e completamente sordo ( dalla nascita , suo padre lo portò in palestra perché i ragazzini del quartiere lo sfottevano .. pensa tu .. ) , dall’alto dei suoi 196 centimetri , mi parlò anche del bellissimo rapporto che lo legava a Bixby , e del fatto che gli insegnò praticamente tutto sul set : da come muoversi al rapporto con il microfono ( si girava tutto in presa diretta ) , molto di più del tutor a pagamento messogli a disposizione dalla produzione .
    Vedere un omone con le lacrime agli occhi ricordando un compagno di lavoro è sempre toccante .
    Adesso , e già da parecchio tempo Ferrigno vive ( benissimo.. ) con seminari di Bodybuilding e apparizioni in show , oltre a curare un programma di inserimento sociale per minorati dell’udito .
    Persona fantastica !! ( marvelous , appunto .. )

    1. Ricordo bene che mi dicevi di aver conosciuto Ferrigno…
      Mi fa davvero piacere che sia una bella persona, e del suo buon rapporto con Bixby. Non credo sia comune trovare queste due cose (un attore buono d’animo e un cast unito da reale affetto).

  3. Quando ero un bimbo era anche uno dei miei telefilm preferiti, cercavo di non perderne neanche una puntata. La commistione tra la forza bruta di Hulk e il raziocinio di Banner era molto ben rappresentata e gestita da un punto di vista narrativo, e la solitudine/malinconia del protagonista, che non riusciva a trovare pace in nessun posto, era il vero elemento caratterizzante. Lontanissimo dai fumetti Marvel per forma, certamente, ma non così lontano nella sostanza e nei temi che sviluppava. Visto oggi il telefilm risente molto della sua età, ma resta cmq un prodotto televisivo che ha segnato un’epoca, riuscendo a essere popolarissimo e allo stesso tempo a trattare temi non banali. Ed è grazie a questa serie TV se la maggior parte del pubblico generico di ogni età sa chi sia “Hulk” 🙂

    1. Assolutamente vero!
      La serie TV ha sdoganato Hulk e lo ha fatto diventare iconico. Tra l’altro, considerando l’epoca, era fin troppo serio e dalle atmosfere malinconiche. Lo dico ovviamente in senso positivo.
      Ne conservo pure io un bel ricordo 🙂

      1. Pensandoci bene, per l’epoca non era cosa poi così rara che i telefilm americani avessero un tono piuttosto amaro (sebbene Hulk fosse un caso particolare). Probabilmente perché la gran massa della produzione televisiva di quegli anni era pensata per un pubblico mediamente più adulto di oggi. Però è una considerazione buttata lì, eh, potrei aver detto una baggianata. 🙂

  4. Quanto tempo.
    E sì, la musica era straordinaria.
    E quanto a Bill Bixby – che aveva esordito come “spalla” di Elvis Presley nel film del Re… ah, credo che farò un post sulla mia serie preferita, con Bixby.
    Ne parliamo domani 😉

  5. Boh… io me lo ricordo come molto noioso, triste e ripetitivo: di sicuro non una delle mie preferite tra le serie dei tempi… la sigla finale me la ricordo come epilogo delle puntate e infatti mi triggera una tristess che la metà basta… anche quando negli anni 90 girava il remix da club del main theme … mi toglieva dallo stato euforico dei party di quei tempi…

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