Oggi non avevo in previsione di aggiornare il blog.
Bastano due gradi in più, dopo un piacevolissimo giugno di pioggia e fresco, per far emergere quel clima estivo da “tutti in vacanza”. Se già il 2015/2016 si è caratterizzata come una stagione di declino per quanto riguarda i dibattiti sulla blogosfera (non parlo di un calo di visite, badate bene!), figuriamoci cosa ci si può aspettare dall’estate.
Che inizia oggi, tra parentesi.
Quindi: bevete molto, non uscite nelle ore più calde, vestite di chiaro, non mangiare cose pesanti.
Consigli sempre utili, vedi mai che ve li foste scordati.
Ottimi per questo modo sempre più diffuso di considerarci una massa di mediocri senza argomenti e senza cervello.
La cosa peggiore è che poi ti accorgi che magari hanno pure ragione.
Una volta, qualche tempo fa, Selvaggia Lucarelli vaneggiava online a proposito del “diritto alla mediocrità”.
Del resto ogni paese ha gli intellettuali che si merita.
E in effetti è da almeno cinque anni (ma probabilmente anche da più tempo) che vediamo la carica dei mediocri, sempre più bravi a piazzarsi nei posti che contano.
Mediocri nel mondo dell’arte e dell’intrattenimento.
Mediocri nel mondo della letteratura.
Mediocri nel mondo della religione (sparatemi, ma ritengo che Papa Marketing I sia soprattutto un uomo furbo, perfetto per farsi amare dai mediocri).
Mediocri nel mondo della politica.
È un’onda travolgente, inarrestabile.
Non aiuta chiamarli “barbari”, perché è inesatto. I barbari, quelli storicamente considerati tali, portavano con loro una brutale carica di distruzione, che obbligava la controparte a evolversi o a morire.
No, il mediocre urla e batte i piedini, ma non vuole cambiare una mazza. Vuole soltanto il suo posto al sole, in una versione 2.0 di quelli che al bar sono tutti presidenti del consiglio, CT della nazionale o presentatori di Sanremo.
Il mediocre è quello che crede che per governare una città grande come Roma sia sufficiente tappare le buche e magari reinserire lo strumento del baratto.
Il mediocre è anche quello che pensa che rinnovare una classe dirigente voglia dire spedire in pensione “i vecchi”, o quelli che della politica hanno fatto un mestiere. Come se poi fosse brutto, occuparsi a tempo pieno di politica.
In questo ragionamento sono coinvolti esponenti di tutte le forze politiche: quelle governative, quelle populiste “apartitiche”, quelle di destra.
Quindi non rompetemi i coglioni con commenti pro o contro uno specifico esponente del vostro partito del cuore.
Che poi il mediocre è anche quello che non sa vedere oltre l’immediato. Quello che magari è buono a risolvere un piccolo problema urgente – rattoppare il manto stradale – ma che non ha una visione sul lungo termine.
Se vogliamo restare nel mio campo – la scrittura – il mediocre è quello che crede che per definirsi autori basti buttare giù un racconto, rileggerlo svogliatamente un paio di volte e pubblicarlo su Amazon con una copertina di rara bruttezza.
Il bello è che il mediocre della scrittura crede anche, così facendo, di sfidare “i poteri forti”.
Come no. Complimenti.
Comunque la mediocrità è un movimento trasversale che avanza con la determinazione di un’orda di zombie (di quelli che corrono, i più pericolosi).
L’unica cosa consolatoria è che possiamo continuare a sfuggire alla mediocrità, anche se per farlo ci beccheremo sempre più spesso le peggiori accuse di essere collusi con chissà chi, o di essere snob.
Oppure, viceversa, possiamo abbandonarci all’onda, iniziare a postare minchiate sul kaffèèè, false notizie sugli hotel a cinque stelle in cui vivono i profughi e atteggiarci a grandi rivoluzionari da tastiera.
Ricordatevi di non fare il bagno a stomaco pieno.
Buona giornata.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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Il concetto di “diritto alla mediocrità” è forse uno dei più agghiaccianti mai espressi dalla mente umana.
Chi lo esprime perché ci crede è unidiota pericoloso, chi lo esprime per convenienza è un furbetto che tira a fregarci (e chi gli crede è un idiota pericoloso).
Complimenti, davvero. Fa piacere vedere che qualcuno riesce ancora a usare la testa, non che avessi dubbi nei tuoi riguardi eh! 🙂
Condivido tutto e aggiungo anche che, oltre all’aberrante diritto alla mediocrità, altre piaghe di questo triste secolo sono il politicamente corretto e la perdita del concetto di bellezza. Stiamo diventando un popolo capace esclusivamente ad offedersi per delle cazzate e a insultare. Un popolo che non sa più interpretare e in alcuni casi leggere, le critiche circostanziate e che sta iniziando a perdere la concezione del bello, dell’armonia, perché, imbeccata dai media, confonde la mediocrità e la bruttezza con l’arte.
La cosa preoccupante è che si stanno educando le nuove generazioni a tutto questo. Già dalla scuola dell’infanzia non esiste più la meritocrazia, non si boccia più e paradossalmente non si premia in modo adeguato chi lo merita. In nome di una privacy farlocca e di un senso d’uguaglianza distorto non s’insegna più ai ragazzi ad accettare sconfitte e anche le vittorie. E il continuo inculcare alle persone di “essere un vincente” o “essere il migliore” sta producendo effetti devastanti.
Certo, si celebrano sciocchezze alla stregua di capolavori, così come si portano sugli allori delle persone assolutamente squallide. La mediocrità è il nuovo trendy, purtroppo.
Sul politicamente corretto non farmi esprimere, potrebbero denunciarmi. Posso solo dire che – se voleva essere una soluzione a un problema culturale – si è dimostrata assai peggiore del male in questione.
A me viene in mente il dj incapace di Good Morning Vietnam: “ho dalla mia la maggioranza silenziosa”. Allora taceva, oggi urla di rabbia
E sarà sempre peggio. Non è un timore, bensì una previsione.
C’è davvero bisogno di politici come il professor Rocca (auto cit.) 😉
Questa mattina ho esposto un ragionamento che per certi versi si avvicina molto al tuo. Non sono andato nel dettaglio, ma insomma, l’aria era quella.
Questa coincidenza comunque non mi ha stupito.
Tutti abbiamo una radio dentro, da qualche parte tra cuore e cervello. E talvolta capita pure di essere sintonizzati sulla stessa frequenza, nello stesso momento.