
Sì, il mio è un richiamo a Il giardino dei sentieri che si biforcano (su Amazon lo trovate qui), del maestro Jorge Luis Borges. Che poi anche lui si riferiva a un labirinto, elemento da cui l’autore argentino era attratto a livello subliminale. Il labirinto come intreccio dei destini possibili di ciascuna singola persona, e anche come possibile convergenza verso un unico futuro, a dispetto dei molti passati vissuti e non vissuti.
Il labirinto è anche uno dei fattori chiave del mio romanzo breve Minotauros, che ha anche qualcosa di “borgesiano”, oltre a essere una solida storia di fantascienza, con elementi presi in prestito dalla mitologia classica.
L’ho voluto tratteggiare in due binari paralleli: quello fisico (architettonico) e quello mentale, che ha dei richiami agli stessi concetti cari a Borges.
Quella volta che non ho fatto di testa mia, e mi sono lasciato convincere a NON studiare Storia.
Quella volta che non ho baciato quella ragazza in metropolitana, e dire che ci è mancato tanto così. Chissà cosa sarebbe successo, se l’avessi fatto. Magari saremmo già sposati.
Oppure quella volta che ho rifiutato un trasferimento permanente di lavoro ben pagato e con prospettive future. Però papà era malato, e io davvero non me la sentivo di andarmene.
E che dire di quella volta che sono stato un “sì”, per accettare di lavorare permanentemente nel settore del marketing musicale? Contando che si parla di oltre dieci anni fa, probabilmente non avrei mai trovato il tempo per scrivere tutto ciò che di mio avete letto.
Per non parlare di tutte le volte che l’orgoglio o la timidezza mi hanno impedito di dire parole come “ti voglio bene”, “mi manchi”, ma anche un semplice “grazie” pronunciato col cuore, e non solo con le labbra.
I bivi sono tanti, alcuni talmente intimi che non me la sento di citarli, e credo che nemmeno valga la pena farlo.
E se qualcuno ci proponesse di tornare indietro, quasi in modalità librogame, per fare una scelta differente? Non parlo, come facevo in passato, di sbirciare in universi alternativi per vedere come se la passano i nostri doppi di dimensioni speculari, bensì di cambiare la nostra vita, di ripartire da un determinato paragrafo (per rimanere nella metafora dei librogame) e di ricominciare tutto da lì.
Lo fareste? Con tutte le incognite del caso?
Io… non lo so.
Probabilmente sì, ma non ne sono certo.
Ok, questo non è stato il solito post per promuovere il mio prossimo libro. E va bene così.

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È anche l’argomento della trama di “Stefano Quantestorie” di Nichetti.
è un tema, quello dei labirinti e dei bivi, che mi ha sempre affascinato.
molte volte mi sono trovato di fronte alla stessa domanda che ti sei posto tu: what if?
Che sarebbe successo se? E se… e se quella volta mi fossi fatto avanti? Avessi accettato? Avessi rubato quel bacio?
E, anche nel mio caso, non so davvero darmi una risposta.