Di James Lovegrove ho parlato spesso e volentieri.
In particolare sono uno dei pochi, in Italia, ad aver letto la sua saga del pantheon, composta da molti libri autoconclusivi. Eh, no: nessun libro è stato tradotto per il nostro mercato. Che vergogna…
Quali sono le caratteristiche dei romanzi del pantheon? L’ambientazione è contemporanea o leggermente futuristica, spesso distopica o ucronica. In ciascuna di queste storie abbiamo le divinità e le creature del mito di una specifica cultura che camminano di nuovo tra i mortali, quasi sempre con cattive intenzioni. Talvolta questi Dei sono creati in laboratorio, altre volte sono alieni, mentre in altri casi sono proprio quel che dicono di essere: divini.
Lovegrove ha sfruttato il pantheon egizio, quello greco, quello azteco, quello nordico e molti altri ancora. Se volete leggere le mie recensioni le trovate in questa pagina del blog.
Questa serie ha avuto un successo incredibile, anche perché J.L. scrive benissimo – in italiano avrete forse letto i suoi apocrifi di Sherlock Holmes. Inoltre le idee sono sfiziose, stuzzicanti, originali quanto basta. Siamo più o meno nel campo del mythpunk. Se non avete idea di cosa sto parlando vi rimando alla puntata 11 del mio podcast.
L’ultimo libro della saga, Age of Legends, prendeva polvere da qualche tempo sulla mia libreria, perciò ho deciso finalmente di leggerlo (nota: non so perché ma questi libri li ho comprati tutti in cartaceo).
In un mondo post-Brexit, i miti e le leggende delle isole britanniche sono vivi e pronti per la guerra!
Mentre la Gran Bretagna lotta per affrontare la sua nuova realtà in un mondo post-Brexit, il primo ministro del governo Colin Dubois, apparentemente affabile, si considera un uomo del popolo, purificando contemporaneamente il paese da ciò che considera “indesiderabili”.
Ajia Ryker è una giovane donna di razza mista che nel tempo libero, quando non lavora come corriere in bicicletta, gira per Londra imbrattando i muri di graffiti sovversivi in stile Banksy. Quando si scontra con le autorità, Ajia si ritrova nel mondo degli eidolon, esseri mitici che sono l’incarnazione vivente di un’idea, da Oberon, il re delle fate a Robin Hood.
Mentre Dubois cerca di incoronarsi come il nuovo Re Artù con la sua tavola rotonda di cavalieri, usando antichi poteri per raggiungere il suo obiettivo, solo Ajia ei suoi nuovi alleati potranno cercare di fermarlo.
Il romanzo è molto godibile e decisamente attuale (è stato pubblicato a fine 2019). Si parla di Brexit, di populismo, di neofascismo. Il tutto condito abbondantemente dal cosiddetto elemento fantastico.
Intrattenimento politico, ma senza essere demagogico, populista, senza usare ricatti morali per spingere il lettore verso il “giusto”. Da buon narratore, Lovegrove ci porta a tifare per i buoni attraverso la storia, e non con facili mezzucci che usano – per esempio – molte serie TV girate in questi ultimi due o tre anni.
Age on Legends non è il mio romanzo preferito di questo ciclo narrativo. Si percepisce, talvolta, un po’ di stanchezza. L’idea che mi son fatto è che J.L. non vedesse l’ora di chiudere questo capitolo per dedicarsi al progetto riguardante Sherlock Holmes. Visti i risultati di quest’ultimo direi che ci ha visto giusto. Anzi, se vi va leggete questo, poi mi direte. Astenersi gli holmesiani tradizionalisti.
Della saga del pantheon mi rimarranno sempre degli ottimi ricordi e anche un bel po’ di ispirazione.
Applaudo anche al fatto di aver saputo sbaraccare prima che il gioco diventasse noioso. Uno dei più grandi difetti dei progetti di successo è proprio quello di insistere, di strizzare le storie come se fossero dei limoni, finché non esce più nemmeno una goccia di succo. Questo avviene – per esempio – per saghe a fumetti e serie TV.
Visto che i libri del pantheon li ho sempre recensiti qui, in forma scritta, ho voluto mantenere viva la tradizione e l’ho fatto anche questa volta.