Cose che ho imparato scrivendo

Un post ‘accazzo, di quelli che va a finire che diventano poco più che riflessioni a voce bassa.
Avevo promesso di non parlare più di scrittura, ma a volte è inevitabile farlo, specialmente sul finire di questa stagione in cui ho scritto tanto, ma in modo radicalmente diverso rispetto al passato.
Diciamo che cerco almeno di evitare i soliti discorsi di manualistica varia ed eventuale e le tiritere sullo show don’t tell, che oramai conoscono perfino gli analfabeti e la cui diatriba oramai ha posizioni ben consolidate..
E allora di cosa si chiacchiera in questo post, escludendo tutte queste ciò? Di esperienze personali e relative considerazioni.
Sono oramai cinque anni che propongo i miei ebook sul Web. Lo faccio da quando “ebook” era una parola per pochi carbonari, quando l’unico formato di condivisione era il vecchio, caro PDF, altro che ePub e Mobi. Chi è veterano come me ricorderà le frecciatine “Gne gne gne, ti autopubblichi perché gli editori non ti cagano!“. Oppure i discorsi senza senso, del tipo “Speri che qualcuno capiti per caso sul tuo blog e ti faccia diventare un caso letterario come Melissa P.
All’inizio c’era molta ingenuità, qualche sogno, tanta voglia di fare senza rimanere imbrigliati nei meccanismi assurdi dell’editoria a gettone (ossia: pubblicare solo quello che vende).
Dopo cinque anni di tutto ciò non rimane più alcuna ingenuità, ho addomesticato i sogni e conservato buona parte della voglia di fare.
Cosa ho imparato nel mentre? Vediamo un po’…

  • Il mondo della scrittura/editoria in Italia è una terra di nessuno . Ci sono moltissimi microcosmi che non si tangono mai o che si tangono solo per mero interesse. Per fortuna esistono le eccezioni. Sono quelle che salvano tutto il baraccone, quelle che lor signori si rifiutano di considerare. Ma in realtà è il resto del mondo che non considera più loro. Basta vedere quanto certi premi letterari (come lo Strega) siano sempre più distaccati dai gusti reali dei lettori.
  • Con la scrittura non si fanno soldi e alla fine si matura una serena accettazione di tutto ciò. Oppure, se volete provare a farne un lavoro, preparatevi psicologicamente a scrivere cose che non vi piacciono. E anche a occuparvi di attività collaterali che con la scrittura hanno poco da spartire.
  • C’è sempre qualcuno che è convinto di saperne più di te e che ci tiene a dirtelo a più riprese. Di solito sono quelli che parlano di scrittura ma, che se poi vai a vedere, pubblicano un raccontino di mille parole ogni quinquennio. Per come la vedo io meglio provarci. Poi per migliorare c’è tempo.
  • Ho imparato anche che moltissimi leggono, pochi commentano, ma quei pochi ti riscaldano l’anima (oppure ti fanno incazzare come una bestia, se sono dei cafoni). Dopo anni di lavoro sono arrivato a una media di un paio di feedback a settimana, tra messaggi, semplici commenti o (assai più rare) recensioni. Potrebbe andare meglio, ma senz’altro non c’è male.
  • Non mi sono ancora stancato. I momenti di luna storta ci sono stati e ci saranno ma, diamine!, creare storie e mondi è parte di me. E’ troppo divertente e smettere di farlo sarebbe castrante.
  • A qualcuno piace ciò che scrivo. Ad altri piace molto. In fondo non ci sarà mai ricompensa pari a tutto ciò, ossia alla consapevolezza di divertire ed emozionare qualcuno attraverso la parola scritta. Lo dico da lettore che spesso prova le medesime sensazioni.
  • Quando scrivo sono un po’ tutti i miei personaggi. Sono un po’ uomo, un po’ donna (e che donna!), un po’ mostro. Sono ad Admiral City, sono in un 1937 alternativo, quello coi robottoni giganti, sono nel 2015 a ricostruire il mondo distrutto dalla pandemia. Sono ovunque eppure sono sempre qui. Viaggio più di chi viaggia, vado in luoghi che non esistono, perché in realtà li costruisco io.
  • Ho conosciuto tante belle persone con cui sono nate collaborazioni spontanee in cui la parola “denaro” non è mai stata pronunciata. E se un domani dovessimo pure pronunciarla lo faremo senza la spiacevole sensazione dell’ingroppata subdola che ci aspetta dietro l’angolo.
  • Ho imparato poi che i lettori bisogna rispettarli ma anche farsi rispettare. Ho imparato ad ascoltarli e al contempo a non essere un juke box. Sei tu scrittore che comandi la nave: porta i passeggeri a fare una bella crociera, di quelli che non si aspettano. E se qualcuno cerca di ammutinarsi, buttalo a mare.
    – – –

* L’immagine di questo post è presa dal fantastico blog Figures in action. Visitatelo, ne vale la pena!

30 commenti

  1. “creare storie e mondi è parte di me. E’ troppo divertente e smettere di farlo sarebbe castrante”
    Questa frase è da incorniciare 🙂

  2. Beh beh cerca di non farti passare la passione perchè secondo me sei parecchio bravo! 😀 Io non riuscirei mai a creare delle ambientazioni e dei mondi intero come hai fatto tu…

  3. Io sono uno di quelli che parlano di scrittura, ma almeno pubblico un raccontino a settimana LOL
    La scrittura non paga, ovvio, a meno che uno non venga notato da Hollywood e venda i diritti della sua opera. Ma io non punto a quello. L’importante è l’obiettivo che ogni scrittore/aspirante scrittore vuole raggiungere.

  4. Dico qualcosa di serio? Posso? Ricordi editoria, scrittura, ecc, beh:
    “Confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere?
    Questo soprattutto si domandi nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere?
    Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice “io devo” questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità”.
    (corrispondenza fra Rainer Maria Rilke e Franz Xaver Kappus)

    Scusate per la seriosità 🙂

  5. penso di poter sottoscrivere ogni tua parola. Leggendo (molto) e scrivendo (molto poco) mi sono reso conto che alla fin fine, a meno che non sei uno che si è messo in testa di fare lo scrittore di professione (magari perché non è disposto ad andarsi a sudare la pagnotta in qualche magazzino di facchinaggio o in qualche campagna), quello che è importante è divertirsi!

  6. condivido tutto quello che hai scritto. Io soffro molto del blocco dello scrittore, ci sono periodi in cui non mi riesce proprio a buttare giù niente e in quei momenti soffro proprio fisicamente.

  7. Il punto sul “sono tutti i miei personaggi” è perfetto. Ed è la risposta migliore, con gli altri quando ti chiedono se qualcosa che hai scritto è autobiografico, e con te stesso se hai paura di stare andando troppo sul personale. Grazie per questo elenco puntato 😉

  8. Anch’io volevo fare l’idraulico per lo stesso motivo di Super Mario.
    Poi però son stato rapito dalla lettura e dalla scrittura, e i motivi son gli stessi che indichi tu. Non si vive di scrittura, ma si posson prendere grandi soddisfazioni. Nemmeno le grandi soddisfazioni pagano il mutuo, ma ti aiutano a vivere sicuramente meglio. L’importante è avere una passione, ma anche due, che ti facciano vivere al meglio.
    Che tanto poi i corsi da idraulico sono sempre li ad aspettarti nel caso 🙂

    1. Esatto…
      A me basta avere uno stipendo dignitoso, appena sopra il livello di mera sussistenza, il resto lo dedico da sempre anima e corpo alle mie passioni 🙂

  9. Mi piace come scrivi. Perciò vengo qui spesso.
    Perchè so di trovare pagine che magari non comprendo per non aver letto questo o quello o aver visto un film, ma sono mirabilmente scritte.
    Perchè non mi importa se siamo d’accordo su tutto, ma che quello che leggo dia piacere per il modo in cui è scritto.
    Mi piace che dalla tua scrittura venga fuori una persona intelligente, anche se non sempre condivido quello che scrivi, e determinata in quello che fa.
    E poi il divertimento, quello non manca mai.
    Unica pecca di questo blog? mancano gli uomini di Plutonia 😛

    1. Beh… grazie 🙂
      Inutile dire che concordo con te: è bello avere idee a volte divergenti, ma poterne parlare con calma e col sorriso sulle labbra.
      Ecco, io voglio che il mio blog sia così 🙂

      PS: Gli uomini… mmm… prima o poi un regalo dovrò farvelo!

  10. Quello che scrivi mi piace! è da un pò che frequento il tuo blog ed anche strategieevolutive. Avevo già letto verso ottobre la tua trilogia prometeo e la guerra, per poi dimenticarmi di te, qualche settimana fa ti ho riscoperto e sono stato attratto dai tuoi post. Oggi ho letto tutto d’un fiato the shfit. 😉

  11. Alla fine tutto si riduce a quello che si sente di voler fare. Tu hai una spinta creativa e hai imparato negli anni a disciplinarla fino a metterla al servizio della creazione delle tue storie o a trovarti a coordinare interi universi alternativi. Ti fa stare bene, ti diverte. Due cose che traspaiono in maniera evidente nei racconti o nei romanzi. Credo che ognuno di noi abbia un approccio differente a queste cose ma in pochi hanno mostrato la tua costanza negli anni. Fammi la cortesia di continuare, OK?

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