Il senso della Storia e il senso del ridicolo

celestino v

Credenti o meno, religiosi o pagani che siate, le “dimissioni” di Benedetto XVI rappresentano un evento storico, una singolarità dell’epoca moderna, a confronto della quale i cinque pontefici che hanno abdicato prima di lui, ultimo Celestino V, non reggono il paragone.
Da ieri mezzogiorno in poi, quando la notizia è stata resa pubblica, i social network sono scoppiati di commenti, di rimbalzi della news, di battute più o meno divertenti (alcuni lo erano, inutile negarlo). Io stesso, che appartengo alla schiera dei non credenti, sono stato coinvolto nel tam-tam mediatico. Inevitabile, per uno come me, che ama la Storia, e con essa gli episodi che la arricchiscono.
E questo senz’altro lo è.
Una cosa che mi ha intristito è aver letto una caterva di commenti sulla falsariga del “Non me ne frega assolutamente niente.” Commenti che, per carità, sono leciti, ma rappresentano un modo superficiale e stupido di guardare alle cose del mondo. Un guardare in piccolo al grande, che non è minimalismo, bensì solo regressione intellettiva.

Accontenterò anche i più feroci anti-religiosi: tale atteggiamento l’ho visto riservare sempre più spesso anche per eventi storici di natura scientifica o culturale. Tanto per citare quelli che mi vengono in mente al momento, ricordo dei commenti del genere (“Non me ne frega niente“) riguardo alla missione marziana di Curiosity (a tal proposito vi ripropongo un valido articolo estivo dell’amico Davide Mana), così come per il “salto dallo spazio” di Felix Baumgartner. Idem per la morte di Rita Levi Montalicini: tra i tanti messaggi di cordoglio c’era un nutrito drappello di intelligentoni che twittavano “Tanto era vecchia, e poi rubava uno stipendio da senatore a vita“.
Ma lasciamo perdere, per questa volta, i giudizi morali su tali uscite infelici. Concentriamoci soltanto sul disinteresse, sull’apatia in cui buona parte dell’umanità sembra vivere, comodamente a mollo.
Nulla sembra scuotere questi personaggi, molti dei quali sono giovani o giovanissimi. Ma non si può nemmeno imputare questo menefreghismo virale all’età, visto e considerato che spesso tali atteggiamenti appartengono anche a persone piuttosto in là con l’età.

Il tipico commento su Curiosity era: "Con soldi per questa missione potevano costruire degli ospedali in Africa."
Il tipico commento su Curiosity era: “Coi soldi per questa missione potevano costruire degli ospedali in Africa.”

I tempi dell’interesse globale per altri eventi storici recenti – l’Undici Settembre, la prima elezione di Obama, la morte di Papa Giovanni Paolo II, la Guerra del Golfo – sembrano oramai lontanissimi, seppur ancora vicini in senso meramente cronologico.
Già la Primavera Araba, un movimento epocale tanto quanto quelli precedenti, e per molti versi anche maggiore, è tutto sommato passata in sordina, guardata con sbadigli e disinteresse dal tipico occidentale medio, interessato soprattutto a non perdersi la puntata di MasterChef o il quiz preserale.
Dunque il vento della Storia non soffia più?
Certo: forse l’abdicazione di un Papa, il viaggio di una sonda su un lontano pianeta disabitato, o la rivoluzione in paesi esotici come la Libia o la Siria possono davvero apparire distanti dalla nostra quotidianità. Ma spesso non è così. Mai sentito parlare dell’Effetto Farfalla?

Mi chiedo comunque quali sarebbero gli sconvolgimenti tanto forti da annullare questo disinteresse verso il mondo. L’incontro con una civiltà aliena? La scoperta del viaggio nel Tempo? Un secondo attentato grave nel cuore dell’Occidente? Una pandemia?
O forse nulla di tutto ciò?
Stiamo andando verso una società che si avvia verso l’egocentrismo totale?
Chi lo sa. E magari a molti non interesserebbe comunque.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

32 commenti

  1. E’ un fatto – e non un opinione – credenti o meno che ci si reputi, che tale episodio sia di quelli che segnano la storia dell’umanità. Poi, naturalmente, uno se ne può fregare, ci mancherebbe. Ma è un evento senza precedenti, e come tale dovrebbe portare a meditare sui suoi significati e sulle possibili conseguenze.

    1. Infatti.
      Spaventa il fatto che molti non se ne rendano conto. Non dico che dovrebbero mettersi a fare dibatti pubblici, ma risolvere tutto col classico “che cazzo me ne frega” è abbastanza miserabile.

      1. Credo sia solo un atteggiamento, una posa. Poi, per l’amor del cielo, può anche non interessare. Ma credo che sia un evento che va oltre la divisione che separa chi ha fede e chi non ce l’ha. E’ una svolta nella storia del mondo. E come tutte le svolte cambierà le cose.

  2. a volte mi chiedo se questo menefreghismo sbandierato, questa superficialità nei commenti, non sia anche una della controindicazioni di Twitter che costringe a giudizi lapidari e tranchant anche per situazioni controverse e sfumate. Da laico ho sempre trovato in Ratzinger un interlocutore interessante, per certi versi molto più interessante del predecessore, e piaccia o no le sue dimissioni hanno una portata storica. Disinteresse o no tutto il mondo ne parla

    1. Se si parte dal presupposto – credo ragionevole – che la religione, che si sia o meno credenti, influenza (a volte pesantemente) la nostra vita, allora un evento come questo ha una importanza e una portata storiche. Difficile ignorarlo, insomma.

      1. Il Vaticano è un potente soggetto politico. Muove milioni di persone. In questo particolare momento, la chiesa sudamericana è in tumulto, di pari passo con le potenze regionali emergenti. Fregarsene di tutto ciò è un po’ sciocco, ma facciano pure…

    2. Facebook, con le sue vignette sceme, non è da meno 🙂
      Che poi io sono il primo che Ratzinger l’ho sempre trollato (per me è sempre stato Palpatine, l’imperatore di Guerre Stellari). Ma oltre allo sberleffo mi rendo conto del momento storico.
      Diciamo che mi stupisco di chi non si ferma mai un secondo a riflettere sul mondo che gira, e gira, e gira…

  3. Io mi trovo particolarmente d’accordo con la chiusa di quest’articolo, che pure è una domanda, ma che rivela tanto dell’odierno sentire: l’individualismo impera, inutile negarlo e, spesso, non va più in là della difesa dell’orticello.
    Già il concetto di nazione s’è sgretolato, gliideali patriottici ormai appartengono solo a chi ha la garanzia della busta paga o quasi, e in ogni caso c’è un diffuso atteggiamento mercenario che, per carità, non mi sento nemmeno di osteggiare.
    Certo è grave il disinteresse verso le cose del mondo, che se esistono oggi sono il risultato di millenni di lotte ideologiche e di guerre. Il fatto che si bolli con un “me ne frego” una faccenda importante come lo Stato della Chiesa è scoraggiante.
    Però, ecco, sembra che da un lato sia un’evoluzione ineluttabile della società. Non so fino a che punto positiva. Magari per niente.

    1. Homo sum, humani nihil a me alienum puto: frase in lingua latina che significa letteralmente: «sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano» (in parole più semplici: «Nulla che sia umano mi è estraneo»).
      La frase è di Publio Terenzio Afro che la usò nella sua commedia Heautontimorùmenos
      E aveva ragione, a mio parere

    2. Io sono abbastanza individualista, ma su certe cose non riesco ancora a fare spallucce e a continuare le mie cazzate quotidiane senza pormi nessuna domanda.
      Forse è solo questo che mi rende ancora un essere umano, e non un bacellone in stile Ultracorpi…

  4. In effetti, con tutta probabilità, stiamo iniziando ad assumere un atteggiamento strafottente davanti a qualsiasi evento, per paura di essere additati nel famigerato gregge… finendo al contrario nel gregge delle pecore menefreghiste o qualunquiste. Così la morte di un vip non scuote più nessuno o in modo spropositato fazioni opposte. C’è mancanza di equilibrio in pratica: o zero emozioni o isterie dall’altro capo.

    1. Vado al di là dal giudizio singolare, del mi dispiace/son contento di questa abdicazione. Mi fa paura lo step precedente, quello del fregarsene altamente.
      Posso capire una reazione forte, perfino spropositata, ma il completo menefreghismo mi lascia senza parole.

      1. Beh, sul papa poi calano l’asso di briscola, facendo gli anti-clericali con il solito discorso che la Chiesa qui e la Chiesa là. Anche un ateo dovrebbe cercare invece di capire il peso storico e politico che questo evento potrebbe avere. Non se n’è andato un netturbino del quartiere…

  5. Per la maggior parte della popolazione, la storia è finita nel 1958.
    È una cosa inutile che ti insegnano a scuola – conosco ragazzini che devono prendere ripetizioni di storia, che credo sia la pietra tombale sull’argomento “istruzione” nel nostro paese.
    La realtà non interessa.

    1. So per certo che storia, come materia, viene oramai catalogata tra quelle che possono essere trascurate, se si è indietro col programma globale.
      La morte di una cultura.

  6. Io ho la mia teoria.
    Da sempre, ci hanno inculcato una semplice idea: tu non conti un cazzo.
    Tutto scorre sopra le nostre teste e troppo in alto perché possiamo raggiungerlo e cambiare qualcosa, non necessariamente a nostro favore.
    E non parlo di chissà quali grandi realtà.
    Basta un lampione spento. A chi viene in mente di lamentarsi col comune perché lo faccia riparare? A nessuno, perché non siamo semplicemente messi in condizione di far valere i nostri diritti col minimo spreco di tempo e di risorse.
    Figuriamoci cose più grosse.
    Un Papa dimissionario: anche se scendessimo in piazza a urlare la nostra, a chi importerebbe? Cosa cambierebbe?
    Guardate i tizi no-TAV: hanno fatto di tutto per impedire la famigerata linea ferroviaria in val di Susa. Cos’hanno ottenuto? Le botte della polizia.
    Allora è meglio fregarsene?
    Il messaggio che sembra arrivare dall’alto sembra questo: fregatene, perché tanto non conti un cazzo.
    Oggi gira così, scusate.

    1. Non scusarti, ogni commento motivato è ben accetto 😉
      Quel che dici è vero. Ma in fondo non si tratta di dimostrare, di provare a influire su eventi che sono troppo grandi per noi. Ma almeno di conoscere il mondo in cui viviamo, questo sì.
      Resto convinto che la conoscenza sia sempre l’arma più forte a nostra disposizione.

  7. “Coi soldi per questa missione potevano costruire degli ospedali in Africa.”, declinato nei modi più disparati, è ormai diventata una di quelle frasi tipiche, sul genere “non ci sono più le mezze stagioni”. E in un clima simile diventa pesante replicare “Anche il tuo stipendio, la tua auto e il tuo iPhone, potrebbero aiutare l’Africa”.

    Allo stesso modo, quando diversi anni fa si parlava di Cina, qualcuno immancabilmente se ne usciva col classico “chissene”. Salvo poi stupirsi e venire travolti dal boom di prodotti cinesi.

    L’unico interesse per questo evento papale lo vedo solo nel rifiorire di astruse profezie, non sia mai che restiamo per più di un mese senza un’apocalisse.

    Mah. Questo è sempre stato un Paese dal passato selettivo e cristallizzato sul presente. Ok, prima si viveva alla giornata, ma ormai il fenomeno sta degenerando: ci hanno scippato il futuro, e va bene; il passato sparisce anche dalla scuola dell’obbligo, e va bene; ma adesso anche del presente, dell’attualità, la gente se ne frega. Si vive a intervalli tra un pasto e l’altro, e solo nel tragitto tra letto e scrivania.
    Probabilmente l’unico libro che l’uomo medio legge in un anno parla della sua vita routinaria, visti gli scarsi orizzonti che ha.

    1. Eh, hai detto tutto tu, non posso far altro che condividere il tuo commento.
      Certo questo questo passaggio: “Si vive a intervalli tra un pasto e l’altro, e solo nel tragitto tra letto e scrivania”, mi fa venire i brividi.

      1. Magari ci ridurremo a rimpiangere la superstizione e il conservatorismo di una volta, davanti a questo vuoto pneumatico.
        C’è un unico lato positivo in tutta questa situazione: se arrivassero orde di zombi mangiatori di cervelli, in queste lande italiche farebbero la fame. Sopravvivenza garantita.

  8. Di questa categoria di pensatori mi è sempre sfuggito il nesso tra il dire “Non me ne frega un c….” ed il bisogno di comunicare agli altri questo stato emotivo; se non sei interessato ad un argomento semplicemente lo ignori.
    Purtroppo si osserva sempre più spesso che la necessità di commentare prevarica l’aver “qualcosa da dire”.

    1. Lecito interrogativo.
      Forse prima c’erano pochi mezzi per esprimere questo disinteresse per tutto, mentre ora coi social bastano poche parole sgrammaticate per fare un sacco di inutile baccano.

  9. Un evento epocale che avrà ripercussioni che vanno ben oltre il mondo dei fedeli e della Chiesa di Roma. Sarà difficilissimo per noi che guardiamo “da fuori” capire quello che veramente sta accadendo. Troppe voci,troppe ipotesi. E la sensazione forte “che non riusciremo mai a sapere la verità sui fatti e le loro implicazioni. Io credo che il disinteresse ostentato nasca proprio dall’idea che “tanto non ci faranno mai sapere cosa succede davvero”. Un’idea: cercare la massima pluralità nell’informazione e seguire gli avvenimenti “nel tempo” per avere qualche possibilità in più di farsi un’idea propria.

    1. Sì, per qualcuno il disinteresse nasce dal fatto di essere di fronte a cose di cui non avremo mai una versione reale e veritiera al 100%.
      Non che sia una giustificazione, eh.

  10. Penso che vi sia una risposta a ciò che giustamente segnali:
    decadenza. E’ il tramonto dell’occidente che si sta concludendo.
    Noi fissiamo come data epocale la deposizione di Romolo Augusto
    come fine dell’Impero d’Occidente,
    ma leggendo i saggi storici e non gli orrendi testi scolastici,
    ci si rende conto che nessuno si era accorto di nulla, perché ormai
    nessuno credeva più in nulla se non nella propria miserabile quotidianità.
    Noi poi come Italia siamo i più decadenti di tutti; ricordo quest’Estate quando mentre su Le Monde
    la notizia di Curiosity era in prima pagina a nove colonne, sul nostro Corriere della sera
    in prima pagina c’era la solita commedia dell’arte dei nostri inutili politicanti gaglioffi.
    Nello specifico trovo veramente enorme l’abdicazione del pontefice, non tanto per l’atto, ma per la persona che lo ha fatto: una persona di una cultura
    immensa, amante della bellezza, dell’arte e della musica.
    Secondo me si è talmente disgustato della piega che stanno prendendo le cose
    che ha preferito molto nobilmente non essere complice delle nefandezze
    che si sarebbero compiute in suo nome.
    Sono credente anche se non papista e penso che l’occidente rifiutando il sacro stia
    perdendo molto. Una volta ero molto razionale, ora vedo le cose in un ottica più ampia: non mi sento di rifiutare l’esistenza di Dio, ma neanche degli dei del pantheon induista per dire o i Kami giapponesi. Credo molto nella scienza, ma non nella tecnologia che è serva dell’economia.

    1. Grazie per il tuo commento, molto ben motivato ed espresso.
      Condivido molti punti, anche se non sono un credente. O meglio: credo in qualcosa di trascendente, ma non spiegabile tramite i dogmi di qualche religione.
      Detto ciò, credo che sia sempre opportuno porsi interrogativi e domande…

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