Dal letame nascono fiori?

Io Ibra

Più di un mese fa ho visto in TV un breve servizio dal Salone del Libro di Torino.
Si trattava di brevissime interiviste ad alcune scolaresche (di quinta superiore) in gita a quell’evento. Le domande erano tutte sulla lettura. Come è facile intuire le risposte che i giovinastri davano alla divertita reporter erano alquanto agghiaccianti.
Quasi tutti i ragazzotti dicevano di leggere un libro l’anno (e secondo me arrotondavano per eccesso). Nessuno di loro, tranne una ragazza, ha saputo citare un titolo specifico tra i libri letti di recente.
Un ragazzo ha orgogliosamente affermato di aver “iniziato a leggere” la biografia di Ibrahimovic. Un altro si ricordava che “da piccolo” (?) apprezzava Harry Potter. Una tizia ha prevedibilmente citato Twilight come un libro che giudicava perfetto.
Vabbé, il panorama è desolante, e questo si sapeva, anche se averne le prove audiovisive fa un certo senso.
Però…

Harry Potter, Twilight, la biografia di Ibrahimovic…
Titoli che un lettore forte sopporterà a malapena, o forse nemmeno. Sì perché andiamo dal sufficiente nazional-popolare (Potter) al trash puro e semplice (Twilight), passando per un libro probabilmente scritto bene, ma che ha come figura centrale uno sportivo odioso e senza spessore umano di alcun genere (Ibra).
E i ragazzi, a quanto pare, leggono questa roba, oppure niente.
In effetti i dati di vendita confermano il suddetto trend, che porterebbe ogni scrittore degno di questo nome a dedicarsi ad altro.

Eppure io voglio trovare qualcosa di positivo in tutto questo disastro culturale.
Leggere – anche leggere schifezze – è pur sempre meglio che non allontanarsi del tutto dal mondo dei libri.
Spesso accade che ci si appassiona a delle robe orrende, tipo Twilight o Licia Troisi, salvo poi scoprire che esistono varianti più mature, più belle, più interessanti.
Insomma: il salto di qualità è pur sempre possibile.

letture impegnate

Chi invece non toccherà mai un libro per tutta la sua gioventù difficilmente riuscirà ad appassionarsi alla lettura in età adulta. Non capita quasi mai.
Dunque occorre forse essere un po’ più comprensivi coi ragazzini che si appassionano di porcherie. Qualcuno – sappiamo chi – preferisce catalogarli come “ritardati” e deriderli. Da un comportamento del genere non può nascere nulla, se non delle pseudosette di saccenti che non riusciranno mai a far capire che la lettura è bella. Anzi, probabilmente non è nemmeno nel loro interesse farlo.

Certo, ci sarebbe anche da discutere sul fatto che né la scuola né la famiglia aiutano l’adolescente medio all’appassionarsi di libri. Con tutto che oramai esistono mille distrazioni più immediate e instintive, Internet in primis, pare davvero difficile immaginare l’Italia come un paese di futuri lettori.
Ma forse sbaglio, magari sono troppo pessimista.

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

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25 commenti

      1. be’, allora in effetti se la situazione è quella non è rosea. O magari porterà semplicemente ad un mondo diverso, come in effetti sta già accadendo. Un mondo tutto da scoprire, magari anche con lati positivi. O magari no.

  1. Non sono più tanto sicuro che basti leggere qualsiasi cosa per appassionarsi alla lettura, a volte iniziare con la merda vuol dire fermarsi a quella o desistere. Harry Potter comunque sta più di un palmo sopra gli altri titoli, ma anche lì devi guardare le motivazioni. Leggono solo perché lo fanno gli altri (quindi per evitare di essere esclusi) o perché si sono appassionati davvero? Di questi lettori da fenomeno del momento solo una piccola parte continuerà a leggere, gli altri chiuderanno l’esperienza o si limiteranno ai best sellers tanto per aver qualcosa di cui parlare coi loro simili.

    1. Il dramma è proprio questo: oggigiorno ai ragazzini cercano di vendere dei “casi”, non dei libri. Un po’ come se fossero figurine, tanto per dire “ce l’ho anch’io”.

      1. Il caso editoriale è un ottimo modo di vendere, così come i volumi clone sono ottimi per sfruttare la richiesta creata dal fenomeno e vendere ancora sul suo strascico. Non si tratta di letteratura, solo di mercato.

  2. guarda, purché si legga. Tutti abbiamo iniziato da robette (magari non in quinta superiore, vabbè, qui è ritardo mentale – grazie alle forze non troppo occulte i quali hanno contribuito a creare una generazione di scimmie). L’importante è che ci si abitui alla lettura, poi tutto può entrare, o almeno c’è la possibilità. Se uno non legge, non leggerà ciofeche come non leggerà capolavori, zero, non leggerà E BASTA.

    1. Sostanzialmente la vedo come te. Meglio iniziare con qualcosa di scadente e abituarsi alla lettura, salvo poi capire che in giro c’è molto di meglio.
      Ma se uno non legge da ragazzino, non leggerà mai…

  3. Forse il vero ostacolo al salto di qualità è la progressiva riduzione della disponibilità di materiale di qualità.
    Io faccio spesso il caso dell’orrido Eragon – romanzo popolarissimo, che è sostanzialmente un clone dei romanzi di Pern della McCaffrey.
    Un ragazzo può leggere Eragon e poi, cercando qualcosa di simile, scoprire la McCafrey – che è infinitamente meglio come stile e come contenuti – e poi grazie alla McCaffrey scoprire altri autori, da Hamilton a Burroughs fino a Herbert o a Vance.
    Il problema è però che il ragazzo che abbia letto Eragon e si metta in cerca di qualcosa di simile, non troverà sullo scaffale del fantastico la McCaffrey, o Hamilton, o Vance o nessuno degli altri.
    Troverà altro ciarpame, per cui o diventerà un entusiasta lettore di ciarpame, o si convincerà che in fondo il genere è tutto uguale ed ugualmente scadente, e lascerà perdere.

  4. che poi farà sorridere, ma tra i titoli fatti probabilmente il migliore è proprio la biografia di Ibra, che se non altro è ben scritto, come gran parte delle biografie degli sportivi. Non siamo ai livelli di Open di Agassi, ma può essere un trampolino di lancio. Il quadro generale è avvilente, mi chiedo quanti ragazzi diventeranno i lettori di domani

  5. Non c’entra ma c’entra. L’altra sera, a cena da un’amica, il marito: “io ho iniziato a leggere solo ora che ho preso il kindle”. E prima, gli chiedo, perchè no ? “eh, perchè i libri occupano spazio, son dei mattoni”. Non gli ho chiesto cosa leggesse perchè sono rimasto basito su quella frase. Cioè, secondo me la passione per la lettura ce l’hai o non ce l’hai. Ma se leggi solo perchè hai preso un reader, secondo me sei come quelli che si comprano il tablet solo per far vedere che ce l’hai, non per usarlo. Quindi chissà cosa ti frega, di quello che leggi. Sempre che non lo tieni spento.

  6. Due riflessioni sull’argomento; la prima è che la lettura non nasce dal nulla. Se questi ragazzi leggono un libro all’anno e/o se il libro in questione è di basso livello c’è da indagare l’intera filiera famiglia-scuola-amici per capire come mai. La seconda è che nel ciarpame (i.e. Moccia, Volo, bio di personaggi discutibili et similia) germinano messaggi come minimo devianti e a quel punto forse è davvero meglio non leggere (questa è anche una provocazione, me ne rendo conto).
    E’ un anello di retroazione, non so quanto pilotato. Gran parte dell’offerta di massa è di basso livello, i nuovi lettori/consumatori vengono esposti a materiale sempre meno curato (traduzioni, editing, impaginazione, grafica) e faticano sempre di più a trovare un proprio percorso culturale all’interno del mercato. Chi va avanti e diventa un lettore forte (casi rari) di solito lo fa perché incontra sul proprio cammino qualcuno che gli fa da guida e gli fa scoprire man mano materiale più adeguato.

  7. Iniziai a leggere Harry Potter quando avevo circa dieci anni e credo sia stato davvero importante per avvicinarmi alla lettura, quindi non posso che essergli grato.
    Il problema è che, come si faceva notare, la maggioranza legge solo il caso del momento.
    Però se un ragazzino legge Harry Potter, ma anche Troisi e Paolini, è comunque un bene. E’ un punto di partenza e il ragazzino può così avvicinarsi ad altro, appassionarsi alla lettura e scoprire lavori di qualità migliore.
    Trovo desolante invece vedere persone che hanno da poco superato i venti anni e che ritengono la lettura un’inutile perdita di tempo e che decidono a comprare (e poi magari anche leggere), solo biografie dell’Ibra di turno. Ho visto anche persone definirsi grandi appassionati di lettura e propormi le sfumature di grigio e Fabio Volo come ottime letture. Praticamente tutto quello che consegue dal dovere/volere stare al passo con i tempi e non perdere nessun caso letterario e allo stesso tempo non avere idea di cosa sia un buon libro.

    1. Ho iniziato a nove anni con “La Spada di Shannara”, un romanzo che, con gli occhi di oggi, vedo come una palese scopiazzatura del lavoro di Tolkien, eppure a quell’età e in quel periodo (1979) aveva un suo perchè e risultava più facile e discorsivo dell’Originale e perchè in un periodo in cui Tolkien non se lo filava più nessuno, ha dato modo a tanti amanti cdel fantasy di riscoprirlo.
      Da quello sono passato a romanzi superiori, agli Originali di Tolkien, Lovecraft, Conan e Wagner, che però non avrei mai scoperto se mi fossi limitato a chiudermi nel cassetto i gioelli di famiglia con la roba che mi davano da leggere alle superiori.
      (La ragazza di Bube, la Noia, I ragazzi dello Zoo di Berlino).
      Insomma, purchè serva per appredere il gusto di immergersi in un racconto, tutto può servire allo scopo.
      Il problema oggi è di Qualità generale, anche solo rispetto a 10 anni fa. Un tempo leggevo molto di più, oggi mi limito alla saggistica storica o al massimi mi rileggo i vecchi libri di Asimov, Phol, Scot Card, visto il 90% di quello che si trova in libreria (o non si trovaaffatto) ha la stessa qualità di un “Die Hard IV” o di un “Fast and furious IX” proiettato al cinema; quando va bene la lettura di intrattenimento è il sequel di un sequel di una trilogia, o il plagio del plagio di un plagio di un libro di successo di anni fa.
      Ognuno è libero di leggere quello che crede purchè, siaalmeno in grado di trovare qualcosa che valga ancora la pena di essere letto.

  8. Faccio outing e ammetto senza problemi che c’è stata un’epoca in cui collezionavo le peggiori letture, e mi appassionavo per cose che oggi relegherei negli angoli più oscuri di un bidone dell’indifferenziata. Erano schifezze conclamate, ma come hai osservato, mi hanno aperto le porte della lettura! E poi, grazie a ad alcune persone tolleranti e internet, ho trovato spunti e consigli per passare ad un livello migliore di letture.
    Per esperienza posso dire che l’aiuto degli insegnanti nell’indirizzarmi non è stato un granchè: non ho quasi mai ricevuto consigli che uscissero dal canone dei classici, più o meno grandi… niente fantastico o fantascienza, per carità!

  9. Il mio primo libro è stato Le due tigri di Salgari, letto due volte nel corso di una vacanza al mare con i miei quando avevo 7 anni. Una folgorazione. Mio padre da piccolo amava leggeva Salgari o Verne, quel libro ovviamente me lo ha dato lui (e lo custodisco ancora).
    Ora leggo di tutto, anche libri scelti (quasi) a caso.
    Penso che per appassionarsi occorra iniziare con la lettura giusta. Sbagliare l’approccio in un certo senso può traumatizzare tutte le future esperienze.

    1. probabilmente hai ragione. A volte incasina anche il lessico. Una delle primissime cose che lessi, a 5 anni e ad alta voce, sillabando, fu un fumetto di Batman. Wayne ha deciso di combattere il crimine, ma non sa ancora in che veste proporsi. Un pipistrello vola dentro la stanza mentre lui cogita. Wayne si accende ed esclama: “Un presagio!”.
      Per almeno 3 o 4 anni credetti che i pipistrelli si chiamassero presagi.

  10. Anche io sono della schiera di quelli che dicono “intanto impara ad apprezzare la lettura come passatempo, poi pensiamo alla qualità”.
    Il problema di base è che sono gli adulti, i nostri coetanei (io ho 43 anni), che non sono riusciti a trasmettere ai ragazzi il gusto della lettura perché siamo cresciuti in un sistema scolastico ottuso che non lasciava spazio ai gusti dei ragazzi quando si trattava di leggere.
    Ricordo che il primo anno di superiori per le vacanze di Natale mi obbligarono a leggere “passaggio in India”… ma si può far leggere quel libro ad un ragazzo preadolescente??? E’ ovvio che odierà la lettura.
    L’anno dopo la nuova insegnante ci diede un elenco di 10 libri da cui sceglierne uno; nell’elenco c’era pure Lo Hobbit. Incuriosito dal titolo andai a chiedere alla prof di cosa trattasse e lei mi rispose “leggilo e lo saprai”.
    Fu così che mi innamorai di Tolkien e del Fantasy… 🙂

    1. concordo; tuttavia c’è anche da dire che il piacere della lettura, almeno in parte, dovrebbe essere spontaneo. Forse oggi ci sono altre cose che attirano più della lettura.

      1. Le altre cose (tecnologia, tv, musica, internet, etc.) sono tante e più d’impatto, del resto viviamo nell’era della comunicazione.
        Ne cosegue che è sempre più difficile trovare il tempo per apprezzare la lettura, aggiungici che la “cattiva pubblicità” che la scuola fa alla lettura stessa ed avrai, nelle giovani generazioni, l’equazione “lettura=2palle”.
        Io non credo esistano piaceri spontanei, c’è sempre qualcosa o qualcuno che ti porta a conoscere una cosa nuova. Se presentata bene magari ti incuriosirà ed eventualmente approfondirai, se presentata male nemmeno tenterai l’approccio.

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