Il romanzo dell’Esorcista con Il Sole 24 ore

Copertina della prima edizione Mondadori.
Copertina della prima edizione Mondadori.

Abbiamo visto tutti il film, ci siamo spaventati, lo abbiamo sognato di notte, nei peggiori incubi della nostra vita.
Eppure non tutti sanno che L’Esorcista è tratto da un romanzo omonimo di William Peter Blatty. Romanzo che, per inciso, funziona bene quanto la trasposizione cinematografica, col bonus non trascurabile di abbondare in dettagli che, per ovvie ragioni di media narrativo, sono state omesse dal film.
L’Esorcista (libro) venne ristampato per l’Italia sei anni fa, dai tipi di Fazi, ma alla notizia fu dato poco risalto, tanto che se ne accorsero solo gli addetti ai lavori (tra cui il sottoscritto).
Ora però avete tutti una seconda occasione per recuperarlo: mercoledì 3 marzo 2015 il libro verrà venduto in allegato col quotidiano Il Sole 24 Ore. Sarà il primo volume della collana “I Capolavori della Letteratura Horror”, che dovrebbe comprendere quattro o cinque titoli in totale.
Segnatevi la data e comprate questo dannato volume.

La storia è quella del film, quindi non si tratta di un acquisto a scatola chiusa.
Vengono approfondite le questioni riguardanti gli esorcismi e le possessioni diaboliche. Del resto Blatty scrisse il romanzo ispirandosi a un fatto di cronaca del 1949, da cui seguì una lunga fase di documentazione da parte dell’autore, in modo da scrivere qualcosa di senso compiuto, di accurato e credibile, pur trattandosi di una storia di fantasia. Per spiegare la “malattia” della piccola Regan vengono prese in considerazioni sia le ipotesi mediche che quelle religiose, anche se poi l’autore decide, come era sua lecita libertà di scelta narrativa, di propendere per quest’ultime.

C’è molto stile e molta bravura, nella scrittura di Blatty. Strano che un autore così in gamba si sia trovato poi più volte nelle condizioni di non riuscire a proporre altri romanzi all’altezza de L’Esorcista. Potremmo quasi parlare di un singolare caso di scrittore prigioniero del suo capolavoro.
Perché, sì: di capolavoro stiamo parlando.
Se il film di Friedkin lo è per il cinema, la sua versione cartacea lo è per la letteratura horror.
Tra l’altro il libro ha più di quarant’anni, eppure non si sentono granché, in fase di lettura.

Non se sia corretto parlare di un romanzo in grado di spaventare. La paura è un’emozione complessa da gestire, e non è detto che un libro horror, fosse anche il più bello, riesca a farlo.
Di sicuro Blatty inquieta. E lo fa in modo continuato, sistematico, pulito, senza ricorrere a periodi bizantini o a trovate lessicali bizzarre, come tentano di fare oggi alcuni presuntuosi autori del brivido.

Di solito Plutonia Experiment non fa segnalazioni, bensì solo recensioni e articoli di senso compiuto. Tuttavia in questo caso non potevo proprio fare a meno di compiere quello che ritengo, spero con ragione, un servizio pubblico per i miei lettori.

Buon divertimento!

Il demone Pazuzu. A mio parere una delle immagini più spaventose della storia del cinema.
Il demone Pazuzu.
A mio parere una delle immagini più spaventose della storia del cinema.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

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18 commenti

  1. Concordo sulle qualità del romanzo, che si tempi che furono trovai più complesso e inquietante per certi versi del film. Molto interessante quanto lui svisceri il rapporto madre figlia e riesca a rendere la sensazione di impotenza davanti ad avvenimenti dove la scienza non ha risposte.
    Io possiedo la seconda edizione italiana, ereditata dai nonni, con una copertina inquietantissima 🙂
    http://www.fantascienza.com/catalogo/volumi/NILF104401/l-esorcista/

  2. L’ho letto da bambina e poi, l’anno scorso, l’ho ricomprato in offerta lampo kindle e l’ho riletto. Sembra scritto ieri, non si sentono affatto gli anni che ha sulle spalle. Formidabile,
    E interessante l’iniziativa de Il Sole 24 Ore.

  3. Premessa: la frase “non tutti sanno che L’Esorcista è tratto da un romanzo omonimo di William Peter Blatty” mi ha fatto urlare di dolore 😀
    Detto ciò…
    Quando Blatty scrive L’Esorcista (con l’idea di scrivere un “poliziesco teologico”, non un horror), ha già alle spalle una lunga carriera come autore di commedie e script per la televisione – e la capacità di mantenere il ritmo derivata da quest’esperienza è evidente nel romanzo, che è un buon esempio di come si scrive un thriller (teologico o meno), e che non è invecchiato di un giorno.

    1. Beh, mi sa che dicendo che “non tutti lo sanno” ho anche esagerato in quanto a ottimismo 🙂
      Scommettiamo che fra qualche anno saranno anche in pochi a conoscere il film? Che, per assurdo, verrà più ricordato nelle sue trasposizioni parodistiche…

        1. Be’, io ricordo di aver involontariamente scioccato parecchia gente quando ho scritto su facebook che stavo leggendo First Blood di Morrell, perché nessuno sapeva che Rambo era tratto da un libro. E ok che il libro è meno famoso di quello di Blatty, ma credo siano più le persone che hanno visto Rambo che quelle che hanno visto l’esorcista.

  4. Ti ringrazio per la segnalazione che rischiavo di farmela sfuggire da sotto il naso, anche perchè è da un po’ di tempo che volevo acquistare il libro e me lo ero già fatto scappare quando era in promozione su amazon. Tenendo presente che adoro il film, sono molto curioso di leggere l’opera “tradizionale” e vedere se riesce ad inquietarmi avendo dalla sua parte la mia immaginazione.

  5. Ho visto girare quel libro a casa dei miei per molti anni. Era lì nella libreria … anche se nascosto rispetto agli altri ma i miei occhi curiosi lo hanno sempre “scovato”. Dopo aver visto il film, all’età di 15 anni, ci ho girato alla larga per bene e continuerò a farlo…. Hai ragione tu, i miei incubi peggiori li ho avuti per merito di quel film.. figurati se leggo il libro. Grazie per la segnalazione, starò lontana anche dal Il Sole 24 Ore … : )

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