I morti viventi sono tra noi
di Thomas Plischke
Armenia Editore
512 pagine, 16.50 euro
Sinossi
La giovane Lily, studentessa inglese di antropologia, sta scrivendo una tesi di dottorato sugli zombie, ma non sa che questa sua passione sarà irrimediabilmente la causa della sua discesa nel mondo delle tenebre.
Al funerale del nonno, la giovane conosce infatti Victor, uomo affascinante e ambiguo che, con il pretesto di darle importanti informazioni per la tesi, la accompagna a una festa dove, nel corso di uno strano gioco, un uomo travestito da zombie la morde. Da quel momento inizia una metamorfosi che conduce Lily a trasformarsi, lentamente ma inesorabilmente, in una morta vivente e a sfuggire a se stessa e agli altri abitanti del villaggio di Manger, regno degli zombie.
Una zombie, tuttavia, non può amare né rifugiarsi nell’inferno in cui è stata trascinata senza fare del male a chi le sta accanto… ma, forse, un giorno, spinta dall’amore, potrà essere in grado di frenare i suoi impulsi omicidi.
In questa speranza il destino di Lily… e la sua maledizione. (Dalla quarta di copertina)
Commento
Se non avessi letto una recensione positiva postata su un blog (che ahimé non ricordo), non avrei minimamente calcolato questo libro. La sinossi, la copertina e altri fattori fanno pensare, credo volutamente, all’ennesimo horror-armony di cui l’umanità intera può fare a meno. Strategia assurda, quella di Armenia: tradurre un vero horror, non privo di scene forti, e poi farlo passare per un romanzo young adult. Il mondo editoriale italiano è folle.
Gli zombie del libro di Plischke stanno a metà tra quelli classici e altri più di stampo soprannaturale, usciti dalle leggende caraibiche e oramai da secoli diffusisi anche nel nostro continente. I morti viventi sono tra noi non è la storia di una zombie apocalypse, bensì un romanzo che ruota attorno al mistero dei “ritornanti”, che si nascondono tra i vivi, interagendo con loro e nutrendosi di carne umana per poter conservare intelletto e raziocinio.
Si tratta quindi di zombie che possono essere sì stupidi predatori senza ragione, ma soltanto se non riescono a mangiare per un prolungato periodo di tempo. Tra i morti viventi esistono vere e proprie comunità rurali in cui gli Anziani istruiscono le nuove leve, preparando i ragazzi al rito di passaggio. Da queste comunità partono poi degli ambasciatori nel mondo, che hanno il compito di tenere d’occhio ciò che succede tra i vivi. I non morti non sono del tutto sconosciuti. C’è chi li combatte, cercando di localizzare i villaggi isolati in cui essi abitano e distruggendoli. E’ una lotta che va avanti da secoli, senza né vincitori né vinti.
La prima parte del libro, in cui Lily studia le leggende sugli zombie per scrivere la tesi in antropologia, è inframezzata da interviste che ricordano (e nemmeno poco) lo stile adottato da Max Brooks per World War Z. Ciò nonostante il clima di complottismo, di mistero e di orrore è ben reso e le pagine scorrono via veloci. Nella seconda parte Lily viene infettata e pian piano si trasforma a sua volta in una non-morta, finendo sotto l’ala protettrice di Victor, uno zombie potente e anziano. Che però non si rivelerà essere la creatura sfortunata e in fondo pacifica (sostenendo di nutrirsi solo di criminali) che dice di essere.
I morti viventi sono tra noi si lascia scappare qualche momento da paranormal romance, ma sono parentesi non fastidiose, perché calate in una storia godibile, con inframezzi horror molto forti, tra cannibalismo, teste-zombie conservate a mo’ di canarini, misteri macabri. Tutto verso il gran finale, forse troppo affrettato, ma di ottimo impatto scenico.
Se cercate qualcosa di diverso in tema zombie, questo libro vi piacerà.
Fatico a crederci. Sul serio. La sinossi era da far cadere le palle e la copertina, vabbè, non ne parliamo neanche.
Comunque le strategie di marketing di certe case editrici sono dei misteri insondabili. Cosa avevano in mente? di attrarre il pubblico di horrorarmony che dopo due pagine defenestra il libro schifato? O di allontanare noi che invece cerchiamo una narrativa horror più adulta?
È quello su cui riflettevo anch’io.
Difficilmente si tratta di un libro apprezzabile dalla tipica ragazzina che legge Twilight. Quindi si tratta di doppia presa per il culo, ossia di non una, bensì di due categorie di lettori.
Ecco anche io l’avevo snobbato perchè la copertina e la sinossi lo facevano sembrare un harmony in salsa zombesca.In quanto alla rece positiva forse era quella su Zombie KNB,già loro ne avevano parlato bene.
In quanto alle strategie di marketing italiane stendiamo un lungo velo pietoso…
Bravo! Ecco dove l’avevo già sentito, su Zombie KNB.
Se non avessi letto quella rece avrei snobbato per sempre questo libro.
Che non è trascendentale, ma si è rivelato comunque una lettura gradevole.
Sono d’accordo con Lucia. Se non avessi letto la tua recensione la sinossi mi avrebbe indotto a una rapida fuga. La definizione horrorharmony è assolutamente calzante e lapidaria.
Devono pensare che il pubblico maggioritario abbia palati ben poco raffinati.
Un altro chiaro segnale dell’ormai classica mancanza di rispetto verso i lettori.
Forse gli editori ci credono tutti cerebrolesi…
Pensa te che culo,conoscere il Girola.
Ora lo prendo!!
Erni
Se poi non ti piacerà mi verrai a prendere col forcone? 😛
No,penso che ci penserebbero 2 miai amici,Smith&Wesson…
Si lo so battuta rubata a Harry la Carogna
scelta editoriale davvero infausta, solo per questo non andrebbe comprato.
avessero avuto a disposizione anche dei glitter per la copertina probabilmente li avrebbero usati.
a quando un lascivo morso saffico tra due zombesse?
Qui è anche peggio, perché siamo alla disinformazione vera e propria. Il romanzo non è un Paranormal Romance. Quindi Armenia ha cercato di vendere una cosa per un’altra.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Queste sono le cose che mi lasciano davvero perplessa e senza parole.
Insomma che senso ha avere tra le mani un buon libro Horror (e purtroppo di questi tempi sono rari) eppoi spacciarlo per qualcos’altro.
Davvero in nostri editori mancano di coraggio.
E io torno a chiedermi che senso ha fare l’editore se non sai scegliere e proporre.
Se non sai interpretare i gusti correttamente e i target potenziali.
Alla fine sei poco più di un tipografo.
Poveri gli editori VERI, quelli d’altri tempi che hanno davvero dato qualcosa alla cultura, si staranno rigirando nella tomba.
Cily
Io vado controcorrente ma capisco invece perfettamente il ragionamento che ci sta dietro. Ci sono più lettori di horror o di paranormal romance oggi come oggi ? Bravi, la seconda che ho detto. Pure se il passaparola negativo poi si spande, intanto la massa iniziale di ragazzine che se l’è comprato convinta di trovarci un nuovo twilight mi ha fatto quantomeno rientrare nei costi. E’ una fregatura ? certo. E’ buon marketing ? si, assolutamente. Se butta bene, visto il livello medio delle giovani lettrici, glielo puoi pure rifare con un altro titolo.
@Giulio Uggè
Non sono troppo convinta.
Le ragazzine lettrici di paranormal romance NON sono lettori forti.
Mi freghi due volte ma non tre. Il risultato è che non leggo più nè il paranormal nè nient’altro. Magari passo ai fumetti, dico per dire.
Un marketing troppo a corto raggio, non è un buon marketing.
Cily