La nave dei folli (ebook gratuito)

La nave dei folli è il seguito dell’ebook gratuito Il treno di Moebius.
Siamo ancora dalle parti del fantahorror, dell’avventura ai confini della realtà. Partendo più o meno da dove vi avevo lasciati ne Il treno, vi condurrò alla scoperta dei segreti nascosti sui monti Calvana, tra creature che sembrano uscite dai quadri di Bosch e antiche cospirazioni all’italiana.
La nave dei folli è molto più corposo rispetto al capitolo precedente: 120 pagine circa in formato ePub e Mobi.
Questo ebook è scaricabile gratuitamente, a differenza del precedente, che trovate sul Kindle Store a un prezzo stracciato. Come vi ho anticipato in fase di scrittura, se la storia vi piacerà, potrete (a vostra discrezione) donarmi un euro utilizzando l’apposita applicazione Paypal che trovata nel menù alla vostra destra, qui sul blog. Se non lo farete, amici come prima.
E ora qualche doverosa premessa prima di lasciarvi ai link di download.

Colgo l’occasione per ringraziare Matteo ed eBookAndBook per l’impaginazione, Germano per il prezioso editing, Mitvisier per la copertina e Luca Morandi per la supervisione alla medesima.  Una gran bella squadra che mi ha dato una mano enorme, e senza la quale La nave dei folli sarebbe soltanto un altro prodotto amatoriale, imperfetto e probabilmente trascurabile.
Inizialmente avevo pensato di inserire qualche extra (una cover alternativa, quella di Cily, e qualche immagine), ma per potervelo regalare a Natale ho preferito andare sul concreto. Magari in un’eventuale seconda edizione, perché no…

Parafrasando un mio caro amico, voglio che questa novel vi diverta, nulla più. Non cerco maestrini di scrittura, solo pareri spassionati, siano essi positivi o negativi. Non si tratta di supponenza, ma di dignità. Non mi considero più né “esordiente” né “aspirante” da molto tempo. Non c’è nessun problema se alcune delle mie storie proprio non vi piacciono, è normale e anche logico che sia così. Viceversa sono un po’ insofferente nei confronti di chi insiste nel volermi insegnare la retta via.

Sperando che La nave dei folli vi piaccia almeno un po’ vi auguro buona lettura e buone feste!

La nave dei folli

di Alessandro Girola
eBook gratuito
120 pagine circa, formato ePub e Mobi

Prima di scomparire nel nulla insieme alla sua troupe, Martina ha fatto in tempo a inviare alcune inquietanti foto al fidanzato, Enrico, regista e proprietario di una piccola casa cinematografica. Quali misteriose forze si nascondono sui monti Calvana, nel cuore della Toscana? Qual è il segreto di Monteflauto, il paese fantasma che confina con una valle che pare non appartenere al nostro mondo? Toccherà a Enrico scoprire le risposte.

74 commenti

      1. Guarda, se mi mette addosso metà della strizza de il treno, mi basta e mi avanza. Ed è difficile spaventare in letteratura. Non sempre riesce e non sempre la paura momentanea ti resta addosso a fine lettura.
        E quindi, scarico con gioia, ti ringrazio per il regalo e, appena la mia carta di credito torna a casa dalle spese natalizie di mia sorella, aggiungo l’ obolo che te lo meriti a prescindere.

        1. Non è un complimento da poco, sai? Io per primo non mi spavento quasi mai leggendo un libro. Lo posso apprezzare – anche tanto – ma provare paura è proprio un’altra cosa.
          Riguardo l’obolo non preoccuparti! Considera questo mio piccolo libercolo un sentito regalo di Natale a un’amica 😉

  1. Sono io che ringrazio te.
    Questa copertina ha rappresentato per me sia un divertimento che una gran bella soddisfazione, oltre al privilegio di una revisione di lusso dalla quale imparare.
    Ora vado a scaricare questo atteso dono natalizio, seguito de Il treno di Moebius
    Non vedo l’ora di leggerti e senz’altro passerò a dire la mia in amicizia. Ciao. 🙂

  2. Stasera recupero iPad e scarico…così ho da leggere stasera 😀
    Poi recesirò anche se conoscendoti sono sicuro che sarà un buon prodotto.
    L’ euro te l’ho inviato perchè è giusto che il lavoro e l’ìmpegno venga riconosciuto

  3. L’elenco di ebook da leggere nel periodo natalizio si sta allungando in maniera incontrollabile.
    Certo, se non dovessi lavorare e se smettessi di dormire…

    Ottimo lavoro come sempre!
    (ma cosa te lo sto a dire, tanto è noto che siamo parte di una Cricca)

  4. Scaricato, se mi piacerà anche solo la metà de Il Treno di Moebius sarà tempo ben investito. 😉
    Una volta di più, veramente ottimo il lavoro di Elena sulla copertina. Lavorare con voi, signori, è stato un privilegio.

    1. Spero ti piaccia!
      Siamo sulla falsariga de “Il treno”, con molta carne al fuoco in più, e qualche inside joke sfizioso.
      L’onore di lavorare con te è senz’altro il mio, sempre. Dire grazie non basta mai!

  5. Ma che bellezza!!!
    Per quanto riguarda le foto e la mia copertina hai fatto bene a preferire la scadenza natalizia piuttosto che allungare il tutto 🙂
    Non vedevo l’ora che lo mettessi online!
    Spero di riuscire a leggerlo subito mentre sono travolta nella girandola natalizia di luci, parenti e panettoni.
    Grazie ancora

    Cily

  6. Grazie Alex, lo porterò con me in vacanza.
    Aspetta un momento… io non vado in vacanza!
    Vabbè, diciamo allora che intanto lo infilo nel reader 🙂
    E’ sempre un piacere leggervi, buone feste a tutti.

    P.s. Ne approfitto per fare un po’ di bieca autopromozione: come forse sapete, sono tra i fondatori di WePub, una neonata casa editrice digitale. Cerchiamo opere inedite di narrativa per costruire il nostro catalogo. Se qualcuno di voi fosse interessato (o se conoscete qualcuno che potrebbe esserlo), ecco il link: http://www.wepub.it/

    Ciao!

    1. Fai pure tutta la promozione che vuoi!
      Anzi, ora che ho cambiato blog potremmo riparlarne e dedicare a WePub un bell’articolo immediatamente dopo le feste 😉
      Mi farebbe piacere “ospitarti”.

  7. Ho deciso che faccio la mia donazione adesso, perché devo approfittare del fatto che ho soldi nella Postepay e chissà quando riuscirei a ricaricarla. 🙂 Quindi donai, anche se devo ancora leggere. Ma facciamo che vale sia per il bel lavoro de “Il treno” sia come sorta di acquisto de “La nave”, eh. 😉

    Ciao,
    Gianluca

  8. Ok, eccoci qui, Alex. 🙂

    In attesa del terzo eBook, dopo il quale pubblicherò una recensione globale dei tre racconti della serie Punto Delta, ti lascio già qui il mio parere su “La nave dei folli”. Il livello di apprezzamento si attesta sullo stesso de “Il treno” e come sai il primo racconto mi era piaciuto parecchio. Azzarderei che questa serie si sta rivelando la tua opera migliore, di quelle che io ho già letto!

    La struttura narrativa riprende grossomodo quella de “Il treno”: indagine, sopralluogo, tunnel, mondo alternativo. Bella l’idea di utilizzare Enrico come personaggio principale, in modo da legare “La nave” al precedente racconto, pur mantenendo una propria consistenza narrativa. Belli anche gli altri personaggi, Fernando su tutti, che è quello con sui sono riuscito di più a empatizzare. Seguono Antonello “Black Coat”, Astrid, Fabrizio e infine proprio Enrico, che nonostante sia il principale mi è risultato quello meno coinvolgente. Ancora molto azzeccate, come nel precedente racconto, le citazioni a opere di genere, tra film, libri e GdR (a proposito, la citazione al GdR Il Richiamo di Cthulhu chissà perché me la sarei aspettata più da Fernando piuttosto che da Enrico). Grandiosa l’idea del cortometraggio ispirato al romanzo di Claudio Vergnani.

    Quello che però è più evidente è il modo con cui hai legato il tuo mondo personale non solo alle opere di Bosch, ma anche ad altri classici della letteratura come Dante e Ovidio. Hai creato una rete di richiami e indizi credibile e intrigante, che supporta e giustifica ancora di più l’esistenza del mondo alternativo! Mi ha fatto piacere arrivare insieme ai personaggi fino al villaggio e leggere il diario del tenente, altro elemento che riesce a fare da collante alla cospirazione e rafforza la mitologia dietro al Punto Delta.

    Quello che ho trovato personalmente poco incisivo è il bosco con gli scheletri-vegetali, che ho trovato sì affascinante, ma anche poco sposato bene con il resto delle “stranezze” di quel mondo. Ed Enrico, che come ti ho già detto mi è risultato il meno coinvolgente dei personaggi, anche se non saprei dire il perché. Forse gli altri hanno mostrato emozioni più dirette, mentre lui era troppo invischiato nell’idea dello scoop del secolo e poco legato alla perdita di Martina per convincere del tutto. A ogni modo, sono dettagli.

    La storia prende e non molla fino alla fine. Il ritmo è ben gestito e le varie parti del racconto sono bilanciate. Il mondo alternativo affascina quanto e ancora di più di quanto succede ne “Il treno”. Il finale lascia presagire un terzo e ultimo capitolo decisamente scoppiettante!

    Ciao,
    Gianluca

    1. Commento sontuoso, di quelli che danno un senso a tutto il lavoro fatto in questi mesi!
      Tra l’altro – e se non erro non è la prima volta – mi trovi alquanto concorde sulle valutazioni che fai.
      Enrico è volutamente un personaggio poco positivo, sicuramente il meno empatico del gruppo. Tra gli altri io affezionato soprattutto ad Antonello e a Fernando, che minson divertito a caratterizzare in modo un po’ alternativo 😉

      Mi fa soprattutto piacere che tu abbia notato la complessa serie di riferimenti letterari che ho cercato di cucire in modo -spero- intelligente. Quella di Dante è la citazione che mi è più piaciuto fare.

      Che dire, sicuramente mi hai dato motivazioni validissime per concentrarmi sul terzo capitolo appena dopo aver finito Nazipandemic. C’è molta carne al fuoco, molte parentesi da chiudere e… altri inside jokes da inserire 😛

      Ancora grazie. Posso riciclare questa tua rece per un futuro articoletto su La nave dei folli?

  9. Cioè, se io dovessi metter giù un commento (come già capitòmmi per il precedente racconto) in cui dico cosa non mi è andato del tutto a genio e il perché, resto nel mio legittimo diritto di critica e considerazione blogghistica/pubblico/privata, o divento un rompipalle che vuole insegnarti la retta via? Tanto per sapere, che poi mi regolo, ma eventualmente non escludo di farlo lo stesso…

  10. Figurati, non sono così stronzo (o almeno credo 😉 ).
    Le uniche cose a cui non rispondo – e non lo dico per risultare antipatico, ma per sincerità – sono gli appunti sullo show don’t tell, infodump e facezie tecniche del genere.
    A ogni modo la mia mail è aperta anche a chi ha eventualmente trovato la storia bruttissima e/o noiosa 😉

  11. Ho appena fatto la donazione di un euro e lascio un breve commento.
    Il racconto ha delle potenzialità ma necessita di una revisione.
    Ho visto che non vuoi commenti da editor (cosa che comunque non sono, sia chiaro :-)) ma permettimi di farti notare che ci sono troppi refusi (“ispirazione” al posto di “aspirazione”, per esempio), sviste con gli accenti (ricordo un “sé stesso” e qualche “ché”) e alcune parole sono saltate in un paio di occasioni.
    Sono tutti difetti che abbassano un po’ l’immagine della tua opera e, almeno per me, pregiudicano un po’ il giudizio finale.
    In bocca al lupo per l’eventuale terza parte, comunque! 🙂

  12. Ciao. Ho letto La nave dei folli tutto d’un fiato e devo dire che il ritmo è molto buono e omogeneo. Questo è fondamentale al fine di non far cadere la tensione narrativa, quindi direi che il tutto funziona e alla grande. Personalmente trovo che questo racconto “prenda” persino di più de Il treno di Moebius, che pure mi era piaciuto.
    Riguardo ai personaggi, mI piace molto come hai tratteggiato “Black Coat” (che emerge rispetto all’inizio del racconto mano a mano che si entra nel vivo dell’azione) ma anche Enrico, del quale spiccano più le debolezze che le virtù. Lo trovo un elemento molto importante perché in questo caso era facile cadere nel cliché dell’eroe positivo che torna a cercare la pulzella, Cliché che lo avrebbe appiattito un bel po’. La sua “piattezza”, semmai, è morale, ma insita nel personaggio.
    Gradevolissimi il diario ritrovato e gli inside jokes, anche se sospetto di essermene persi per strada alcuni. Anzi, sicuramente sarà così.;-)
    Si nota una certa cura documentale nei riferimenti letterari e pittorici che fai, senza che però essa diventi “pedagogica”, quindi noiosa. Ottimo.
    C’è qualche nota stonata che pure non pregiudica il risultato finale, ovvero qualche refuso in qua e là, che potrebbe essere “sistemato”.
    Il mio giudizio, per quello che vale, è nell’insieme decisamente buono. Raccomando La nave dei folli.

    1. Che bel commentone, grazie!
      Riguardo a Enrico devo confessarti che hai colto in pieno tutti gli aspetti che ho cercato di tratteggiare. Non avrei sopportato di utilizzare un protagonista classico, buono e virtuoso. Anche perché, in linea di massima, sarebbe stato piuttosto irreale.
      Gli inside jokes e il diario sono le cose di cui – se si può dire – vado più fiero in questo romanzo.
      Mi scuso per i refusi e per le parti più stonate, ovviamente cercherò di migliorare nel terzo capitolo.
      Grazie di cuore!
      PS: nessun commento sulla bellissima copertina? 😀

  13. Alessandro ho letto anche questo capitolo della saga di Moebius. Contrariamente a quanto detto dalla maggior parte degli altri commentatori l’ho trovato peggiore rispetto al primo capitolo. Cerco di elencarti le ragioni senza scadere ne “l’autopsia letteraria” che so non piacerti. Eppure sono curioso di sapere se prima di pubblicare questo ebook hai dato modo a dei beta-reader o ad un editor professionista di darti qualche consiglio. Di ciò la tua opera si sarebbe giovata parecchio in questo caso secondo me. Tralasciando quest’aspetto, seppur importantissimo, passo ad altre considerazioni:

    – Scelta del protagonista e narratore: credo che non sia sfuggito a nessuno il parallelismo tra questo Enrico e il Maurizio del capitolo precedente. La caratterizzazione, che riamane comunque grossolana lo vede confrontarsi con un rapporto di infatuazione per una donna che non può avere. Se nel caso di Maurizio questo rapporto poteva essere “verosimile”, nel caso di Enrico, con la fidanzata creduta morta da poco, sembra in più punti una forzatura specie quando cerchi di dare corpo al suo interesse verso il documentario. Insomma una storyline inutile (perchè non viene sviluppata in seguito) che distrae dal vero obiettivo di Enrico (il documentario, la popolarità) che rende debole il pg principale e altro non fa che far sorgere il dubbio che a parlare non siano i protagonisti dei tuoi racconti, ma il Girola autore, cosa resa ancora più visibile da tutti gli inside Jokes, i camei riservati agli amici (Mana e Germano su tutti), le battute sui film e i brani tratti da Dante e gli altri autori citati a più riprese.
    E’ vero, dici di Fernando che ha una cultura enciclopedica, ma a me non sembra affatto così, sembra che l’autore abbia voluto infilarci tutto e di più. Anche forzando numerosi dialoghi con altri personaggi, che la cultura non ce l’hanno certo enciclopedica, in una direzione stabilita a priori.
    La consapevolezza che non sia Enrico il narratore, ma l’onnisciente Girola, viene accentuata negli innumerevoli cambi di prospettiva. Non c’è niente di male in questo, a patto di scegliere il personaggio emotivamente più coinvolto in un’azione per raccontarla. Emblematico il caso (ma non è l’unico) in cui scegli di raccontare tramite Enrico, l’ingresso a fucile spianato nella casamatta dell’esercito sotto il tunnel. Utilizzando il pdv di Antonello avresti ottenuto maggiore suspence (ricordi la scena del’ingresso di Will Smith nel palazzo dove si era nascosto il suo cane di io sono leggenda?). La differenza mi sembra abissale. La stessa cosa, la fai più volte. Tanto che mi viene il dubbio che volontariamente non abbia voluto insistere sui toni horror del primo capitolo. Da ciò risulta spesso che l’azione è scialba nel suo dispiegarsi e quando diventa molto concitata non riesci a decidere a chi affidare il compito di descriverla (come nel caso della scena degli scheletri liana) balzando di palo in frasca a seconda di cosa vuoi mostrare e risultando perciò poco empatico nei riguardi di tutti i pg.

    Argomenti sparsi e cose di gusto personale che mi hanno fatto storcere il naso:

    – descrivere un personaggio dicendo che è il Lee van Cleef di non so quale film non ti risparmia la fatica di descriverlo. Se capita una sola volta può starci, ma se come ho capito leggendo questi due libri è un metodo che usi spesso, credo che pecchi di pigrizia e manchi di rispetto a quei lettori che non conoscono il dato attore. La stessa cosa vale per i luoghi (le case tipo Il signore degli anelli in questo libro).
    – Utilizzare un cliché nascondendosi dietro un dito avvertendo i lettori che lo stai facendo non ti rende più intelligente di scrittori che usano cliché senza saperlo, anzi è indice di pigrizia perchè pur sapendolo non hai fatto nulla per modificare la situazione o rendere quei cliché “diversi”. E siccome questa situazione si è verificata in tutti e due gli ebook della serie moebius ho il sospetto che tu lo faccia sempre quando incappi in queste circostanze. E non va bene.
    – Sei affezionato a un sacco di frasi generiche che ripeti spesso e che ritornano appena ce n’è l’occasione. Per esempio “una sorta di..qualsiasi cosa”. Stai attento a queste cose che sono fastidiose da leggere.
    Da tutte queste cose ho ricavato l’impressione che tu non abbia dedicato a questo ebook tutto il tempo che avrebbe meritato per riuscire a pubblicarlo sotto le feste. Capisco i motivi, ma avrei preferito un’opera più curata. Per questo ti chiedevo se avessi fatto leggere il libro a dei beta-reader. Se l’hai fatto e non ti hanno detto nulla riguardo a questo, beh, direi che puoi farne a meno le prossime volte e cambiare gruppo di lettura.
    Evito di dilungarmi ancora sugli aspetti più formali. Quelle cose le lascio al tuo editor. Però se ne hai già uno cambialo, non fa il suo lavoro.

    Spero che questo corposo commento possa in qualche modo valere il prezzo simbolico di un euro. Perchè, sinceramente, se avessi dovuto acquistare questo prodotto non l’avrei fatto. In bocca al lupo per i tuoi futuri lavori. Riccardo

  14. Allora… applausi sia per Il treno di Moebius che per La nave dei folli. Non mi dilungo in complimenti perché credo che fare una donazione possa già essere un attestato di stima esaustivo.
    Posso permettermi un piccolo appunto? (domanda retorica)
    Ho apprezzato molto il tono generale abbastanza realistico, nonostante parte della storia sia ambientata in un mondo fantastico. Però starei sempre attento a non inciampare nel “rambismo”. Bisogna evitare di innamorarsi di un personaggio tanto da farlo diventare fumettoso (o super-eroistico).
    Non voglio fare il maestrino, non fraintendermi. Prendilo come uno spunto di riflessione, nulla più.
    Aspetto il terzo episodio!

  15. Che dire, se la prima è stata buona (Il Teno di Moebius), la seconda lo è stata ancora di più. La Nave dei Folli parte poco dopo gli eventi narrati nel Treno e ci fa conoscere un nuovo gruppo di protagonisti, ancora più agguerriti e preparati dei precedenti! La generosità di pagine di questo sequel (poco più del doppio) ci regala non solo una cura maggiore per i personaggi, ma anche (e finalmente!!!) maggiori informazioni sul misterioso mondo al di là del tunnel. Sebbene ci sia una coltre di mistero ancora fitta, viene sufficientemente diradata dalle informazioni centellinate per lasciare il resto all’immaginazione dei lettori. Il finale, poi, è forse ancora più spiazzante del precedente e ti lascia con l’acqua alla gola in attesa della tanto attesa parte finale del Trittico.
    Daje Girola, dacci sto terzo atto, please!!! *_*

  16. Ciao Mr. Girola, ma dell’ultimo capitolo del trittico in questione non se n’è fatto più nulla? Mi era piaciuto tantissimo…T_T

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