-Punk!

Odio le classificazioni rigide.
Come sapete odio soprattutto chi si arroga il diritto di decidere cosa rientra in un certo genere o meno, in base all’autodefinizione di “esperto in materia”.
Lo steampunk, per esempio, è un filone narrativo delizioso, la cui parte peggiore è fin troppo spesso rappresentata dai cosiddetti fans, il cui stereotipo è quello del fanatico dei dettagli e dei costumi, minuzioso conoscitore del calibro di ogni arma da fuoco prodotta nell’800, nonché micidiale e insopportabile rompicoglioni.
Premesso tutto ciò può essere tuttavia stimolante e divertente analizzare alcuni sottofiloni di due genere che ultimamente si tangono in maniera suggestiva: la fantascienza e il fantasy.
Dove vanno a tangersi esattamente? In quei generi di nicchia – ma nemmeno poi molto – che hanno come suffisso la parola -punk.
Probabilmente alcuni, specialmente qui in Italia, non li avete nemmeno sentiti nominare.
Ecco una guida in formato ridotto per un primo, superficiale orientamento. Tenete conto che si tratta di notizie minimali, una short list di titoli, stereotipi e caratteristiche che inquadrano il discorso e nulla più.
Semmai su alcune di queste correnti torneremo in futuro in modo più specifico.

Steampunk

Il sottofilone più famoso, oramai sdoganato dalla grande editoria (con tutti i rischi di banalizzazione che ne derivano). Lo steampunk nasce dall’incrocio tra ucronia, fantascienza e fantasy.
Il periodo storico di riferimento è all’incirca l’800, in particolare l’epoca vittoriana o il Wild West nordamericano.
Elementi caratteristici dello steampunk sono: l’esistenza di tecnologie anacronistiche basate sul vapore, l’esaltazione dell’estetica ottocentesca per tutto ciò che riguarda l’arte, la società, la cultura.
Gli stereotipi più ricorrenti sono i dirigibili, le locomotive, i primitivi “computer meccanici” derivati da Charles Babbage, gli occhialoni da aviatore ante-litteram.
Le opere più note in materia sono La lega degli straordinari gentleman (fumetto e film), Le porte di Anubis (romanzo), La trilogia steampunk (di Paul Di Filippo), Flaming London (di Joe. R. Lansdale).
Vengono considerati precursori dello steampunk molti romanzi di Jules Verne e di H.G. Wells.

Dieselpunk

Ci spostiamo nella prima metà del ‘900, col limite massimo fissato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Le atmosfere sono quelle dei magazine pulp, ma anche le storie di guerra, di pseudoscienza nazista o di qualche potenza affine. Il vapore è sostituito dal petrolio, vera e propria fonte di energia dominante di questo periodo.
Il noir è uno dei fattori più presenti nel dieselpunk, così come la non rara presenza di qualche personaggio supereroistico vecchio stile (vintage).
I riferimenti artistici sono soprattutto quelli dell’Art Deco, anche se alcuni tendono addirittura a considerare il Decopunk come un sotto-sotto genere del dieselpunk.
Gli stereotipi del genere sono gli aerei a elica, i tank, gli scienziati folli in stile Rotwang (Metropolis), i nazisti, i robot fumettosi in stile anni ’40.
Le opere più note sono Sky Captain an the World of Tomorrow (film), Dark City (film), Bioshock (videogioco), Castle Wolfenstein (videogioco), Hellboy (fumetto), Leviathan (romanzo).

Atompunk

Dal petrolio all’energia atomica, giusto prima dell’epoca digitale. Eccoci nell’atompunk!
Il genere è davvero poco conosciuto da noi e, un po’ come succedeva anni fa per lo steampunk, lo si guarda più dal punto di vista estetico che non da quello creativo/narrativo.
Del resto l’atompunk si sposa (bene) con tutto ciò che è vintage, coi favolosi anni ’50 e ’60 che affascinano sempre più le nuove generazioni.
Ok, ma in pratica cosa si dovrebbe trovare in un romanzo/film di questo sottogenere? Presto detto: Guerra Fredda, Unione Sovietica, programma spaziale, architettura futurista (Googie!), supereroi patriottici e spie avventurose.
Alcuni fanno coincidere questo filone con una sorta di post-apocalittico “anticipato”: la Guerra Fredda è diventata guerra nucleare, e ora il mondo è ridotto in macerie, coi superstiti che cercano di sopravvivere tra la minaccia di radiazioni, mutanti e quant’altro.
Gli stereotipi più classici: lo Sputnik, la spia sovietica bella e spietata, il “mostro atomico”, i mutanti, le auto retrofuturistiche, l’architettura visionaria.
Tra i titoli rappresentativi dell’atompunk vale la pena ricordare Il pianeta delle scimmie (film), 1984 (romanzo), Dracula cha-cha-cha (romanzo), Fallout (videogioco), Fido (film). Si tratta però di opere “derivative”, ossia identificate in questo genere per associazione di idee, non per volontà dei rispettivi autori, salvo rari casi.

Cyberpunk

Il più noto sottofilone fantascientifico, che secondo alcuni esperti di settore ha notevolmente contribuito all’affossamento della fantascienza stessa.
Nato negli anni ’80, il cyberpunk mischia la cibernetica estrema a una serie di riflessioni sulla società, sull’anarchia, sulla percezione stessa della realtà, spesso sovrapponendo quella fisica con quella virtuale.
Non si identifica con un preciso periodo storico, sconfinando più che altro in un futuro a breve termine con chiare tendenze distopiche. Un altro dei maggiori temi del cyberpunk è il rapporto che emerge tra l’essere umano e la tecnologia, che tende ad esprimersi prioritariamente nel rapporto con il corpo umano, mostruoso o, in modo aggiornato, cyborg.
Gli stereotipi del genere sono ben noti: la realtà virtuale, la matrice (una sorta di Internet più o meno evoluto), gli hacker, le megalopoli degradate, replicanti, androidi e cyborg.
I titoli più significativi del cyberpunk sono senz’altro Neuromante (romanzo), Blade Runner (film), Mirroshades (antologia), Akira (film d’animazione), Cyberpunk (gioco di ruolo).
Ma la lista è in realtà lunghissima.

Vari e derivati

Teslapunk: Una variante del dieselpunk concentrata sulle geniali invenzioni dello scienziato Nikola Tesla. Racconti di questo sotto-sotto-genere sono di solito caratterizzati da scenari ucronici in cui la tecnologia è basata sull’energia pulita, libera e infinita ipotizzata da Tesla.

Clockpunk: Variante rinascimentale dello steampunk, con ambientazione pre-moderna, con tecnologie anacronistiche basate sulla meccanica.

Biopunk: Sotto-sotto-genere nato negli anni ’90, ispirato a un’ipotetica futura tecnologia a base di tecnologia biologica e ricombinamento del DNA. Pensate a megacorporazioni, esperimenti genetici ad atmosfere postcyber e avrete una vaga idea del biopunk.

Elfpunk: Prendete elfi, fate, gnomi e altre creature favolistiche e innestatele in uno dei generi sopraindicati, trattandoli come varianti accettate di una società a maggioranza umana. Ecco, in linea di massima, cos’è l’elfpunk. Da notare l’importanza dell’elemento fantasy in questo contesto.

Sondaggio

Giuro che è un caso, un eclatante caso di sincronicità: uno dei miei vicini del blocco della morte ha pubblicato giusto ieri questo sondaggio decisamente a tema, condito da altre considerazioni su alcuni dei generi appena esaminati. Fatevi un giro e votate, che ne vale la pena!
Anche perché dal risultato del sondaggio salterà fuori il bando del prossimo concorso di scrittura…

65 commenti

  1. molto interessante, almeno per me! devo ammettere la mia ignoranza anche in quest’aspetto: pur sentendo in continuazione questi termini, non avevo mai fatto una ricerca specifica per capirne le differenze e le peculiarità. Questo post (e quello di Minuetto) ha colmato una lacuna, anche se io, come dici anche tu all’inizio, non sono uno di quelli che spacca il capello per scriminare un racconto: se è bello lo leggo, altrimenti amici come prima!

  2. Interessante e sintetico excursus in tutti i generi e sottogeneri ——–punk.
    Non per fare il pignolo, volevo aggiungere anche un altra cosa:
    il suffisso punk, viene usato per indicare ribellione, infatti nel cyberpunk di solito troviamo come protagonisti, hacker che si ribellano al sistema delle mega-corporazioni.
    Questo vale per la maggior parte dei ——-punk, ma la mia conoscenza di tutte le correnti non è molto approfondita.
    Sono contento che l’atompunk, si stia propagando a macchia d’olio, sia Minuetto Express e sia Michele A. F. Greco ne parlano e per me è davvero una gioia, essendo uno dei miei generi preferiti.
    Ho scoperto che il mio “Jack” inconsciamente fa parte anche di un altro genere, fra quelli elencati, ci sarà da divertirsi.

    1. Giustissima precisazione. Il suffisso “punk” è inteso proprio in quel senso, anche se alla fin fine dell’elemento ribelle è rimasto ben poco in questi filoni, che a volte hanno invece una certa carica – se posso usare questa parola – reazionaria.

  3. A questo punto, per puro spirito distruttivo, potremmo lanciare il mush-up-punk (Lincoln e il suo carro armato a vapore), il roman-punk (variante dello steampunk con i romani che padroneggiano il vapore dai tempi di Augusto), il suicide-punk (sotto variante in cui tutti i protagonisti del libro alla fine si ammazzano), il NIE-punk (sotto variante del suicide-punk in cui gli estensori di un manifesto di danno fuoco in pubblica piazza), il DC-punk (universo italiano in cui Andreotti è immortale, diventa papa e presidente).

    1. Tu ridi, ma il peplumpunk esiste davvero, almeno a livello concettuale 😛
      Invece il NIEpunk… Argh! Dio ce ne scampi! Anzi, Dio ce ne gamberi! 😀
      Va be’, torno nella cuccia.

  4. forse dico una castroneria, ma io avrei inserito tra i romanzi rappresentativi dello steampunk la macchina della realtà di sterling e gibson.
    e qualche esempio di romanzo clockpunk e teslapunk che valga la pena di perdercisi, perché non saprei da dove iniziare ma come sottogenere mi ispira 🙂

    1. Romanzi teslapunk e clockpunk al momento non me ne viene in mente nessuno.
      Recentemente ho letto il fumetto “Anna Mercury” di Warren Ellis, secondo il mio personale giudizio potrebbe essere ascritto nel genere teslapunk, assieme al videogioco “Dark Void” e forse anche il telefilm “Warehouse 13”.
      Per quanto riguarda il clockpunk, al momento mi viene in mente solo il videogioco “Assassin Creed 2” e seguiti, in cui ci troviamo davanti alle invenzioni di Leonardo Da Vinci.

  5. Sul DCpunk sono soccombuta 😀
    E comunque è davvero un dossier utile, perché cominciavo ad avere una leggera confusione in testa con la pletora di generi e sottogeneri e derivati. Almeno adesso ho uno schema di riferimento!
    E quando gioco a Fallout posso dire: ecco, un bel gioco atompunk!

  6. Grazie infinite per questa sintesi.
    Pur se appassionato del genere musicale e della sottocultura punk, non ho mai approfondito fino in fondo la narrativa fantascientifica che vi si ispira.

    È interessante notare come nel mondo anglosassone questa letteratura di genere abbia influenzato anche le culture giovanili. Dopo gli ultimi viaggi a Londra e Liverpool ho realizzato con piacere che:
    – il punk ‘classico’ è da tempo mainstream. Al festival di Blackpool è cosa comune incontrare intere famiglie punk che, dal nonno ai nipotini, sfoggiano simpatiche creste colorate.
    – il cyberpunk è uno stile ormai consolidato. Locali/negozi come Cyberdog ne sono un esempio, pur nella loro identità dedicata ai turisti.
    – lo steampunk è una simpatica realtà. Praticamente qualsiasi negozio vende corsetti, indumenti di cuoio e tutti gli accessori necessari per farsi un perfetto look di questo tipo. Non è raro incontrare ragazzi e ragazze che, insieme ai tatuaggi e ai capelli colorati, sfoggiano abiti e completi più o meno “vittoriani”.

    PS: sbaglio o il biopunk era chiamato anche “ribofunk”?

    1. Non ti so rispondere riguardo al biopunk, ma indagherò 🙂
      Interessantissime le tue annotazioni!
      In effetti lo steampunk, proprio come il cyberpunk negli anni ’90, è diventato una moda piuttosto diffusa, meno letteraria e più estetica… Il che è un bene e un male allo stesso tempo, perché secondo me certe cose quando escono dalla nicchia possono solo banalizzarsi.

  7. Il più noto sottofilone fantascientifico, che secondo alcuni esperti di settore ha notevolmente contribuito all’affossamento della fantascienza stessa. ”

    Sono d’accordo con questa definizione del Cyber-punk ! Il bello é che questa cosa l’hanno capita tutti quanti meno i Connettivisti in Italia.

  8. Ecco… arrivo proprio da Minuetto Express e mi son detto: possibile? In effetti può capitare che due blog scrivano dello stesso argomento. E così come mi è piaciuto quello su Minuetto, anche qui non posso che dare un bel pollice in sù al tuo post.

    Come ho scritto da Minuetto. Io amo l’Atompunk… perché è quello che più si avvicina alle Space Opera classiche, e allo stesso tempo soffre meno di influenze negative come quelle che citi nel caso dello Steam Punk. Probabilmente l’Atompunk è un po’ più immune proprio perché le Space Opera sono passate di moda, e sempre meno scrittori vi si cimenta.

    Concordo con te che il Cyberpunk ha scavato la fossa della SF… e ho come il sospetto che i connettivisti (loro malgrado) abbiano dato la spallata per farla cadere dentro la fossa. Devo ancora capire chi è che sta ributtando la terra nella buca… 😦

    1. Sì, due articoli sincronici 🙂
      Pensa che questo l’ho scritto dieci giorni fa… Quando ho visto quello di Giovanni ero tentato di rimuoverlo dalla programmazione, ma poi son stato troppo pigro 🙂

      Sui connettivisti… Stanno simpatici a tutti, eh? 🙂

  9. Bella infarinatura iniziale, Alex! 🙂 Io ho in cantiere un romanzo – che probabilmente chissà quando scriverò – che potrebbe definirsi “renewable-punk”! Scherzo, mentalmente lo considero fantascienza e basta, perché come te non mi piacciono troppo le sotto-sotto-sotto suddivisioni dei generi. 🙂
    Ora passo dal minuetto per il sondaggio!

    Ciao,
    Gianluca

      1. Non credo esista come termine, me lo sono inventato mentre commentavo! XD La storia che vorrò scrivere ha a che fare con un mondo in cui finalmente è tutto rinnovabile, però ci sono gruppi che cercano di sabotare le cose comunque. 🙂

  10. Confesso che sono un po’ preparato solo sul cyberpunk, mentre in tutti gli altri generi che tu elenchi devo imparare quasi da zero (vabbé, qualcosa di dieselpunk l’ho appresa grazie ai tuoi prometei 😉
    A quale concorso di scrittura fai riferimento, qualcos’altro di tuo? Per i RSdPG sono ancora in alto mare, dubito di farcela 😦

  11. Articolo interessantissimo. Cose che non si conoscono (ignoravo l’esistenza di alcuni di questi sotto-generi) non fanno altro che incuriosirmi e mettermi strane idee in testa 😉

  12. Io temo che queste etichette – a partire dal cyberpunk – siano state prese troppo sul serio.
    Si passa da giochino fra appassionati a linguaggio della critica a merceologia – e se è vero che sono sempre ben felice di giocare al gioco delle etichette (anni addietro avevamo inventato il clipperpunk per indicare tutti quei romanzi stile “Hornblower” in cui dominavano le navi a vela), alla lunga le trovo ampiamente discutibili.
    Il “dieselpunk”, per dire – sottogenere che mi piace, ed etichetta che uso volentieri – è poi semplicemente la vecchia narrativa avventurosa delle riviste pulp (solo che pulp, grazie a Tarantino, oggi significa sesso e violenza, non azione ed esotismo).
    L'”elfpunk” ai miei tempi si chiamava “urban fantasy” (ma poi sono arrivati i serial sulle bonazze ammazzavampiri, ed ora, asininamente, quello viene schedato come urban fantasy).
    Perciò trovo divertente la tua carrellata, ma tremo all’idea che qualche idiota senza una vita la faccia diventare una incastellatura classificativa rigida e inoppugnabile, tormentando l’umanità con domande del tipo “ma è vero atompunk, o è solo dieselpunk…?” o altre simili perdite di tempo.

    Come dice il poeta…

    Hot funk, cool punk, even if it’s old junk
    It’s still rock and roll to me.

    1. Penso che la premessa del mio articolo sia esaustiva in questo senso.
      Ammetto che a me la classificazione lessicale diverte parecchio, anche perché sono nomi che trovo molto graziosi.
      Al di là di questo lascio il lavoro di “custodi del genere” ai soliti noti che, a quanto pare, non hanno un cazzo da fare se non classificare i lavori altrui (visto che di loro non producono una minchia a vapore).

  13. Ecco…un post come questo sono illuminanti.
    Io molto spesso mi perdo tra queste definizioni e classificazioni.
    Sarò un sempliciotto, ma quando leggo “è un romanzo Xpunk” mi chiedo sempre: “Sì, ok, Xpunk vattelappesca: ma in sostanza, di che si parla?”
    Sarà che preferisco ancora il contenuto al “classificatore”, ecco. 🙂

  14. E il Mythpunk dove lo lasciamo? 🙂 Ossia quel “sottogenere del fantasy in cui elementi mitologici si fondono completamente con la nostra realtà. … Il mythpunk differisce dal fantasy mitologico perché quest’ultimo usa elementi mitologici senza fonderli con la nostra realtà. Nelle ambientazioni mythpunk, le creature mitologiche sono viste come normali e non creano stupore negli esseri umani”

    Faccio un po’ il fico erudito giusto perchè sto leggendo American Gods di Gaiman che dovrebbe rientrare nella suddetta categoria.

    Comunque anch’io condivido l’idea che tutte queste classificazioni siano messe lì più che altro per li gusto di farlo perchè alla fine, parliamoci chiaro, una di queste definizioni vale l’altra. Chissenefrega se le macchine inventate vanno a vapore o a petrolio o se ci sono elfi oppure no, tanto la matrice di partenza è più o meno sempre la stessa. Anche perchè alla stessa stregua allora dovremmo parlare per esempio di vampire-horror se ci sono vampiri, werewolves-horror se ci sono licantropi e via dicendo.

    1. Niente di più giusto: ho dimenticato il Mythpunk e anche il peplumpunk e mi sa anche altri sottogeneri minori… Sentitevi liberi di citarmi nei commenti e di aggiungerli a vostra discrezione 😉

  15. Non li conosco quasi per niente, eccetto lo steampunk che credo mi attiri più di tutti i vari “-punk”, anche se non ho ancora letto nulla.

    Non capisco però che significhi quel suffisso -punk.

    1. Direi che sono letture per veri appassionati, non per tutti…

      Il suffisso “punk” si riferisce a un elemento di ribellione, tipico del cyberpunk e poi mutuato dagli altri sottogeneri, anche se in realtà ha ben poco da spartire con essi…

  16. Insomma ne abbiamo di punk in giro. A parte lo steampunk, il dieselpunk – grazie a te – e il classico cyberpunk degli altri non conoscevo l’esistenza: ho imparato qualcosa anche oggi
    grazie:-)

  17. Che bello, questo è decisamente il mio post (visto che si focalizza su gli stessi argomenti di una riflessione che faci tempo fa).

    Io sono da sempre stato affascinato dallo Steampunk, la LoEG è la mia serie preferita in ASSOLUTO (il film una mezza vaccata), e ci sono stati dei periodi che di Steampunk mi sono quasi “Intossicato”.
    Ora, dato che non mi sento di potermi chiamare “purista” per un qualsiasi narrativo, tendo semplicemente ad amarlo e ad apprezzare tutte le sue possibili derivazioni (le macchine alimentate a vapore, il genere dell’Edisonade….etc etc..)

    Mi trovo molto in disaccordo, poi, con la visione di questi cosidetti puristi dello Steampunk, per quanto riguarda il Dieselpunk, da loro ritenuto una semplice “anomalia”.
    Ma non direi proprio! Non si può classicare così! Il Dieselupunk si apre a generi e concetti totalmee diversi, seppur basandosi anch’esso sul concetto di “sense of wonder” e di “tecnologia anacronistica”. Il dieselpunk a mio parere è meno aperto alle ibridazione col Fantasy, inteso come Folletti e Fatine. CIoè, posso arrivare a concepire un elfo su uno Zeppelin, ma non un Elfo con una mitragliatrice da Gangster. ._.

    Ho sentito molti classificare come Atompunk opere del genere Post-Atomico, tipo il videogioco “Fallout 3”, anche se a mio parere quello andrebbe classificato più come uan sorta di “Dieselpunk Post-Atomico”.
    Io personalmente, quando penso all’Atompunk, penso allo splendido Retrofuturismo, alla Silver Age dei Supereroi e all’Era Spaziale. Tipo i “Jetson”! 🙂

    In sostanza io mi trovavo molto d’accordo su Alan Moore quando descriveva l’Universo della Lega, che era tecnologicamente “bizzarro”: essendo formato dalle opere degli a utori di quei determinati periodi, essi subiscono le trasformazioni dovute all’idea di avanzamento meccanico dell’epoca. E così avrai Navi Volanti alla fine dell’ 800, un sistema di Razzi Spaziali negli Anni ’60 e un intero mondo virtuale in 3D alla fine degli anni ’80.

    1. Mah, in realtà, per quanto si faccia fatica a immaginare qualcosa di veramente bizzarro, come per esempio il tuo elfo col mitra Thompson, stanno per davvero provando a mischiare di tutto di più.
      A volte i risultati sono davvero ottimi, anche se il rischio della “cafonata” è sempre dietro l’angolo.
      Comunque, come diceva qualcuno, l’unico limite è la nostra immaginazione: non lasciamoci imbrigliare troppo dalle definizioni categoriche 😉

  18. Eccomi qua! (Con un pò di calma alla fine sono arrivato!)
    Beh, che dire? Bello questo sincronismo! Vuol dire che è proprio nell’aria ^_^
    Penso che sentiremo parlare di Atompunk sempre di più nei prossimi mesi…

    1. Sì, davvero un bell’articolo in combo. Ci voleva ^_^
      Concordo sull’atompunk… che tra l’altro a me affascina tanto quanto il dieselpunk e mooolto più dello steampunk!

  19. Tanto per andare di sincronicità in sincronicità, io mi sto vedendo Sucker Punch dove mi pare (ma ripeto, fatico a districarmi tra questa valanga di sottogeneri) ci sia un po’ di tutto – steampunk-dieselpunk-atompunk. E mi9 sembra un film abbastanza riuscito, nonostante degli aspetti che potevano sicuramente essere migliorabili, a dimostrazione del fatto che si può fare di tutto e di più, basta che il risultato sia credibile. Per quanto riguarda i puristi… be’, diacimo che il purista di solito non crea niente di nuovo. L’ibridazione tra generi non è necessariamente una cosa da ricercarsi a tutti i costi (anche perchè effettivamente è difficile non sfociare nel grottesco), ma può dar vita a qualcosa che se non altro incuriosisce. Poi ovvio, c’è il rovescio della medaglia, perchè se parli di robottoni giganti appaiati in un film con nazisti zombie e quant’altro, il 99% della gente che conosco si rifiuterebbe di vedere un film o leggere un libro a priori. E l’1% rimasto ovviamente sarei io…

  20. Mamma mia, mi rendo conto or ora di aver scritto l’ultimo post in un italiano vomitevole! Vabbè, perdonatemi!!! Comunque per il prossimo concorso sarebbe bello trovare qualcosa che abbia un’ibridazione ancor più massiccia di Ucronie Impure e Deinos messi insieme, qualcosa che faccia storcere il naso a chiunque alla sola idea. Poi sì che fioccherebbero le critiche! 😉

    1. Vediamo un po’ cosa salterà fuori…
      Per quel che mi riguarda devo dire che è divertente e stimolante fare un po’ da apripista per questi generi, in Italia.
      Ogni volta che ne accenno riscontro molto interesse, perciò credo che valga la pena provare a proporre qualcosa in tema, e poi vada come vada 🙂

  21. Devo dire che non ci ho mai fatto molto caso, nel senso che scelgo cosa leggere (o cosa scrivere) in base al fatto che mi piacci o no.
    In ogni caso, leggendo le classificazioni devo dire che i
    Biopunk sarebbe il mio preferito, manipolazione genetica? Non c’e’ gara 😀
    Ps: evento sincronico davvero singolare tra te e Mr. Giobblin xD

      1. Non ci ho mai provato a dir la verità, ma lo pensavo anche io.
        Anche nel non cadere in clichè e rendere il tutto una poltiglia anonima.
        Come esempio perfettamente riuscito del genere citerei un videogioco: Bioshock, non so se ne hai sentito parlare.

  22. Infatti un paio non li conoscevo, o meglio, avevo in mente l’idea generale, ma non il nome.
    Devo dire che una miniera per questi generi sono sempre stati i videogame, da tempo immemore e magari anche in maniera involontaria!

    1. Ma infatti: molti spunti da videogiochi e film, specialmente dei decenni scorsi, sono del tutto involontari. Siamo stati noi a riclassificarli con questi termini punkeggianti 🙂

    1. Forse continuano a considerare i videogiochi come cose per puro svago, mentre nel cinema e nei libri ci deve essere questo presunto “alto valore artistico”, che poi a voler guardare nessuno sa definire…

  23. Il mio professore di “linguaggi della TV generalista” e direttore di Rai 4 Carlo Freccero, ha fatto tutta una lezione sulla cultura steampunk. Mi ha fatto molto piacere scoprire che uno dei capoccia del tanto odiato media, condivide, studia e approfondisce queste tematiche così d’avanguardia. Non sono tutti vecchiacci del “prodotto di qualità” made in RAI con cui ci trapanano i coglioni da 60 anni, che pensano che l’unico modo per fare ascolti sia rimpinzare il palinsesto di comicità da baretto, stacchetti con ballerine scosciate, e massacranti festival della canzone italiana con cantanti altrettanto vecchi, accompagnati da orchestre ridicole quanto pompose.

  24. Lo steampunk, per esempio, è un filone narrativo delizioso, la cui parte peggiore è fin troppo spesso rappresentata dai cosiddetti fans, il cui stereotipo è quello del fanatico dei dettagli e dei costumi, minuzioso conoscitore del calibro di ogni arma da fuoco prodotta nell’800, nonché micidiale e insopportabile rompicoglioni.

    Sì, mi sono imbattuto in personaggi e blog del genere 🙂

    Ad ogni modo bel post, confesso che non conoscevo elfpunk e clockpunk; e confesso che questi ultimi non mi hanno fatto scattare alcunchè curiosità

    1. Anch’io mi sono imbattuto in fenomeni del genere, quindi posso solo concordare con te.
      Personaggi tristi, che un po’ mi hanno tolto la passione per lo steampunk.

  25. Il cyberpunk italiano esiste! 😀

    Aaaah purtroppo ognuno di questi filoni (e ciò che li contraddistingue) meriterebbero un saggio di millemila pagine per comprenderli al meglio. Una piccola nota circa il Cyberpunk, che a mio avviso è il più interessante per 3 semplici motivi:

    1 E’ un genere letterario profetico (Gibson aveva previsto il Web – Cyberspazio – anni prima della sua creazione).
    2 La realtà del cyberpunk è la più verosimile e possibile.
    3 Ha dato origine agli altri generi -punk (difatti questo suffisso ha perso di significato negli altri generi)

    Ovviamente la suddivisone è in alcuni casi evidente (lo steampunk è ucronistico, il cyberpunk futuristico), in altri meno (vedi atom, disiel etc.). Gibson stesso non ha mai accettato di classificare i suoi scritti secondo il termine cyberpunk (anzi, ne ha dichiarato la morte alla fine degli anni 80 perchè esperienza letteraria di pochi scrittori);

    Italia storia futura è un ottimo racconto del blogger Doc Manhattan che potete recuperare dal suo sito

    Un libro (ITALIANO!) interessante è La Seconda Mezzanotte di Scurati che rispecchia molti canoni del genere http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/fantascienza/la-seconda-mezzanotte/

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.