Crossed (di Garth Ennis e Jacen Burrows)

Crossed
di Garth Ennis e Jacen Burrows
Panini Comics
256 pagine a colori, 20 euro

Sinossi

Tutto accade all’improvviso: buona parte della popolazione mondiale impazzisce, trasformandosi in una massa indistinta di pazzi omicidi spietati, autolesionisti, adoratori del dolore fatto e ricevuto. Quella che pare essere una malattia trasmissibile tramite i fluidi corporei (sangue, saliva, sperma) ha come sintomo evidente la comparsa di un’orrenda cicatrice a forma di croce sul volto.
Il mondo va a rotoli, in una spirale innarrestabile di violenza senza fine.
Questa è la storia di un piccolo gruppo di sopravvissuti, in marcia attraverso un’America devastata, verso nord, verso l’Alaska.

Commento

Un calcio nelle palle.
Avrei potuto dirlo con altre parole, ma Crossed è proprio questo: un colpo a tradimento, violentissimo e destabilizzante.
Non sono una persona impressionabile. Salvo rarissimi casi sono anni che non trovo un film, un fumetto o un libro in grado di spaventarmi. Crossed è riuscito nel difficile tentativo di lasciarmi spiazzato, colpito, sorpreso. E sì, anche un po’ spaventato. 

Garth Ennis, Dio lo preservi, lavora in tandem con Jacen Burrows (disegnatore del già recensito Neonomicon) e realizza una saga “pandemica” che raggiunge vette di orrore che anche i più coraggiosi registi non sognano nemmeno di girare su pellicola. Gli scrociati – ossia gli infetti che hanno devastato il mondo – sono i più sadici bastardi mai visti in una graphic novel.
Immaginateli come un incrocio tra i rabbiosi di 28 giorni dopo e dei serial killer senza più alcuna inibizione sociale. Sono in grado di parlare, di maneggiare armi e perfino di coordinare rudimentali strategie di gruppo. Il loro fine ultimo è però solo il Male. Il Male e il dolore, inflitto e subito.  
Omicidi, torture, cannibalismo, stupro di gruppo, necrofilia: questo è il nuovo caos mondiale che gli scrociati hanno diffuso ovunque. Per diventare come loro è sufficiente entrare a contatto con del sangue, della saliva o dello sperma infetto. Il classico morso “zombesco” è il veicolo di diffusione più utilizzato. Ma che dire quando vediamo alcuni scrociati masturbarsi sui proiettili delle loro pistole, onde ricavarne delle pallottole avvelenate?

Ennis e Burrows mettono in scena un teatrino degli orrori che spesso stupisce per la crudezza delle immagini, per la brutalità del mondo post-apocalittico narrato e disegnato.
Nulla o quasi ci viene risparmiato. Il lettore non ha l’opzione di distogliere lo sguardo, di immaginare la brutta fine di questo o quel personaggio. Ciò che avviene lo vediamo, attimo per attimo. Una scelta inesorabile che trasmette un senso d’ansia e di disperazione difficile tra trovare perfino in film particolarmente coraggiosi ed espliciti.

Ma i due autori solleticano in realtà anche un secondo livello d’orrore, più mentale e morale. I membri del gruppetto di sopravvissuti, tutti ben descritti e caratterizzati, si trovano a compiere scelte davvero estreme per rimanere in vita. Abbandonare un compagno perché influenzato e incapace di proseguire, uccidere dei bambini perché hanno imparato dalla loro tutrice a nutrirsi di carne umana per non morire di fame. O, ancora, ammazzare un compagno dopo aver scoperto i suoi trascorsi da pedofilo, lasciare la scelta di suicidarsi a un altro, perché troppo instabile per gli equilibri del gruppo.

In questa voragine di orrore senza fine Ennis è però bravo a insinuare degli struggenti brandelli di umanità. Quella stessa umanità che deve però trasformarsi e adattarsi per permettere di sopravvivere in un mondo popolato da mostri.
E’ così che questa graphic novel violentissima regala sprazzi di lucida filosofia, poetica del postumanesimo. Proprio come soltato certi ottimi autori sanno fare. 

23 commenti

  1. trovo bella anche l’idea di utilizzare il simbolo “re” della religione occidentale , e quindi culuturalmente dominante da noi, e di destabilizzare il “crociato” inteso come eroe coraggioso, valoroso, pronto al sacrificio ( e quindi un pò coglione..) per creargli una matrice di crudeltà.che ne dici?, penso sia uno degli effetti ricercati dagli autori.non leggo molti fumatti da parecchio tempo, io sono della generazione di Alter Alter e Metal Hurlant, ( a proposito , li ho ancora tutti in ordine sugli scaffali..), però sono incuriosito dalle nuove leve, bello l’articolo, mi piace.!

  2. Ennis ha un curriculum pazzesco e non mi stupisce che riesca a creare storie come questa. Vorrei solo far notare che ormai per osare, per andare oltre, si sta sempre più raschiando il fondo del barile del genere “gore” o del “torture porn”. Non è una deriva che mi piaccia molto. Tuttavia se serve a riflettere e a far riflettere su quanto sia sottile la patina della civiltà, ben venga. Lo diceva anche un certo Robert E. Howard qualche annetto fa.

    1. Specifico che io non sopporto il torture porn e il Gore lo apprezzo solo a bassissime dosi.
      Detto ciò, se parliamo di apocalisse, è giusto rappresentarla con toni cupi, disperati ed estremi. Ciò che tollero poco in diversi racconti/fumetti/film apocalittici è quel mai osare, mai discostarsi da una patina di umana bontà che, sarò cinico io, difficilmente sopravviverebbe ai giorni peggiori. Come se la fine del mondo debba essere in qualche modo garbata, gentile.
      Comunque in questo tuo commento poni un interrogativo non da poco…

  3. “Ma che dire quando vediamo alcuni scrociati masturbarsi sui proiettili delle loro pistole, onde ricavarne delle pallottole avvelenate?”
    Che Ennis come sceneggiatore e narratore è sempre stato avanti anni luce, ecco. Ed è uno dei miei preferiti in assoluto, assieme a Millar.
    Roba di qualità.

  4. Come si fa a capire quando si è ormai al di là di ogni redenzione?
    Semplice, quando leggi…
    vediamo alcuni scrociati masturbarsi sui proiettili delle loro pistole, onde ricavarne delle pallottole avvelenate
    … e pensi…
    Improbabile che il virus resista all’esposizione all’aria, alle temperature di scoppio dello sparo, all’accelerazione e all’impatto…

    Ma a parte questi smanettamenti idioti da biologo della domenica, ammetto un odio/amore per l’opera di Ennis…
    Questo mi pare un po’ estremo – già The Boys (comunque consigliatissimo) mi pareva un po’ eccessivo (ma divertente).

    1. The Boys è una saga eccellente. Sono colpevole di non averne ancora parlato, prima o poi recupererò. Latte Materno è uno dei “supereroi” dalla genesi più assurda di cui ho mai letto.

  5. Ennis lo amodio. Alle volte riesce a meravigliarmi e farmi godere fino alle stelle (The Preacher, il primo volume delle Cronache di Wormwood :D) alle volte stucca di brutto e mi fà solo venire il nervoso (Il suo ciclo di “Hellblazer”, il secondo volume delle Cronache di Wormwood -_- ). Crossed l’ho letto solo a sprazzichi, lo ammetto. Non è riuscito a prendermi più di tanto forse proprio per via di questo eccessivo senso di violenza che sembrava non arrivare a nessun fine ben preciso.
    O forse l’ho mollato perchè sono morbosamente terrorizzato da Jacen Burrows, che penso sia stato una delle poche persone al mondo capace, negli ultimi undici anni, di farmi venire gli incubi.

  6. Ennis il suo top lo ha raggiunto con il caro vecchio Preacher ma Crossed rimane un bel divertissement.
    Comunque Danilo Arona sul virus che fa venire un escrescenza in faccia a forma di croce, con tutta la sua “metafora” religiosa, c’era arrivato anni fa
    Così, per spezzare una lancia a favore dei nostri autori! 😉

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