Sentirsi osservati

All’improvviso sentite una specie di disagio, un prurito fastidioso dietro la nuca. Vi voltate e scoprite che qualcuno vi sta fissando intensamente. Quante volte vi è capitato? Senz’altro è un’esperienza comune a molte persone. Per qualcuno si tratta di coincidenze, di banalità che accadono di tanto in tanto per la legge dei grandi numeri. Per altri la spiegazione va invece cercata in quell’ambito misterioso che riguarda le abilità ancora sconosciute della mente umana.
Potremmo banalizzare il discorso è parlare di telepatia, ma così facendo molti scuoterebbero il capo, negando disgustati la sola possibilità che esista qualcosa del genere. Del resto anni di cattiva televisione – trasmissioni tipo Mistero –  hanno demolito ogni possibilità di organizzare dei dibattiti seri su argomenti di questo tipo. Vedere Daniele Bossari o Paola Barale che discutono di telepatia e telecinesi fa effettivamente venir voglia di dedicarsi all’alcolismo pesante.
Eppure c’è chi, altrove, questi fenomeni li studia scientificamente da anni. Per esempio Rupert Sheldrake, discusso biologo e saggista britannico, che da anni si occupa di fringe science.

Una delle ricerche di Sheldrake riguarda proprio il fenomeno del “sentirsi osservati” e fa parte della categoria di studi più ampia, che concerne i fenomeni telepatici spontanei (magari un giorno ne riparleremo).
Nel suo libro The Sense Of Being Stared At il biologo britannico ci rivela che è da inizio ‘900 che si svolgono esperimenti in merito, alcuni dei quali hanno coinvolto più di 9000 “cavie”, disposte a farsi osservare a sorpresa da un certo numero di ricercatori, nell’arco di un periodo più o meno lungo di tempo (dalla settimana al mese). Gli esperimenti si sono quasi sempre svolti in collaborazione con istituti scolastici, ovviamente senza avvertire di quando e come gli osservatori si sarebbero appostati per spiare i soggetti coinvolti.
I risultati sono sempre stati significativi, con una percentuale molto vicina al 50% di cavie che si sono accorte di essere osservate, individuando pure la direzione esatta nel 97% dei casi. Non solo: anche alcuni test fatti attraverso sguardi indiretti (specchi, binocoli) hanno registrato una casistica interessante, ma inferiore al 50%.

Pure Sheldrake ha fatto dei test di questo genere, ottenendo risultati analoghi. Vivendo in tempi in cui i mezzi d’osservazione sono molteplici e particolari, il biologo ha fatto degli esperimenti anche con microcamere, videocamere di sorveglianza e strumenti simili. Sebbene i risultati siano di gran lunga inferiori di quelli riguardanti la vista a occhio nudo, in alcuni casi i soggetti spiati hanno percepito di essere osservati, individuando anche la direzione esatta in cui era puntata la microcamera.
Non c’è ancora una spiegazione scientifica e razionale in grado di spiegare il fenomeno. Sheldrake parla di “mente estesa”, ipotizzando una maggiore ricettività di alcuni cervelli in fase percettiva. Vale a dire: alcuni di noi sentono gli sguardi perché essi influiscono in qualche modo il campo elettromagnetico generato dal cervello stesso. 
Questo genere di studi è fin troppo teorico e senza prove incontrovertibili per essere preso in considerazione in maniera seria. Tuttavia, facendo un po’ di cospirazionismo, nessuno mi toglie dalla testa gli esperimenti di “visione a distanza” fatti dai servizi segreti sovietici e americani durante la Guerra Fredda. Qui c’è poco da obiettare, perché a quanto pare esistevano davvero dei dipartimenti destinati al paranormale, nell’ottica di sfruttare ogni possibile strumento, anche il più improbabile, per acquisire dei vantaggi sul nemico. A quanto pare questi test di chiaroveggenza fallivano quasi sempre perché la parte osservata (che spesso si trovava a migliaia di chilometri di distanza) si accorgeva di essere spiata e correva ai ripari.
Vecchie storie da falò? Può darsi. Magari ne riparleremo.

Ci sarebbe anche da prendere in considerazione tutti quelle ricerche che riguardano le piccole premonizioni (pensare a una persona che dopo pochi minuti ci telefona, o che incontriamo), le manifestazioni dei fantasmi viventi e le predizioni di morte. A quanto pare sono tutti fenomeni che si ricollegano al “sentirsi osservati”, nel senso che i meccanismi innestati sono i medesimi. Tuttavia sono argomenti piuttosto inquietanti e per il momento li accantoniamo.

Intanto direi che chi vuole può a sua volta cimentarsi in una semplice serie di esperimenti: fissate qualche persona alle spalle, ovunque vi troviate, anche in luoghi affollati. Fissate i vostri bersagli con intensità, concentrandovi soprattutto sulla loro testa. Vediamo quanti si accorgono di essere spiati. Prendete appunti e poi riparliamone.

21 commenti

  1. “Vedere Daniele Bossari o Paola Barale che discutono di telepatia e telecinesi fa effettivamente venir voglia di dedicarsi all’alcolismo pesante.”
    Ho sghignazzato per una trentina di secondi.
    L’essere osservati e “accorgersene”. Vero, succede spesso. Sarà che più di “fringe science” magari è un antico retaggio che ci portiamo dietro geneticamente da quando eravamo meno che scimmie, e quindi eravamo sempre all’erta?

    1. È un’ipotesi da non sottovalutare. Non a caso quando si parla di certe capacità si tira sempre in ballo il nucleo R, che abbiamo ereditato da lontanissimi antenati.
      Il paleontologo mi correggerà se dico male 😉

      1. Cos’è il nucleo R? Io so che è così di sicuro. E penso che sia veramente un “tremito” nel campo magnetico generato dal cervello. Beh, ricordo che alle superiori ero fermo sotto la pensilina del bus e vidi passare un pullman dalla parte opposta. Notai che dentro stava seduto un mio amico. Lui parlava con una ragazza e non mi guardava. Mi misi a fissarlo a lungo, con intensità. Alla fine lui si girò, mi guardò, mi riconobbe e mi salutò.

  2. Wow interessanti proprio questo tipo di esperimenti. Mi metto all’opera dunque! Vado a spiar qualche bella donzella e puoi mi appunto nel caso io venga beccato xD Comunque scherzi a parte, da quanto ho letto ci sono diverse visioni nel mondo scientifico riguardo le potenzialità inespresse del cervello. C’è chi dice che lo sfruttiamo solo minimamente mentre c’è una più corposa parte che sostiene l’esatto contrario, affermando che è possibile che un minimo potenziale inespresso ci sia ma che questo sia appunto quasi da non considerare.
    Ecco, a me piace credere che abbiamo grossi margini di miglioramento nell’uso dei nostri cervellini bacati.

    1. A quanto pare nel mondo scientifico sta prevalendo la teoria che ritiene non corretto sostenere l’esistenza di potenzialità inespresse del cervello. Teoria a cui io per primo ho creduto per anni.
      Devo andare più a fondo in questa faccenda!

    1. Evabbè! Dove non arriverà il cervello arriverà la tecnologia. Qualche giorno fa ho visto un video (non sono ancora sicuro sia autentico) in cui si mostra un drone volante comandato tramite il pensiero. Mica male! Se lo trovo poi te cinguetto!

  3. mi sono sempre immaginato come potrebbe essere realmente leggere il pensiero. cosa percepiremmo dall’individuo che stiamo leggendo? immagini, concetti, oppure parole? il pensiero è più antico della parola, credo che gli animali e i bambini molto piccoli pensino e non a parole. la cosa più probabile sarebbero immagini ma in questo caso non per forza legate alla vista. insomma il linguaggio interviene per mediare una propria personale organizzazione mentale del mondo. però credo che tu colga in pieno il punto parlando di sensazione. il “sesto senso” per usare un termine un po’ fastidioso. la sensazione è quaclosa che si patisce senza poterla spiegare. avevo letto su un giornale di divulgazione scientifica di questa ricerca (non era focus per carità;) e ho provato diverse volte questo gioco, di fissare la nuca di sconosciuti e spesso (direi una volta su due) succedeva che gli osservati si guardassero prima intorno e per poi posare lo sguardo su di me. quindi qualcosa c’è, anche se sempre più relegata a livelli di fantasticheria proprio perché fuori dalla possibilità di razionalizzazione. almeno per ora.

    1. Ammetto di aver fatto già diverse volte questo esperimento (ben prima di scrivere il presente articolo). Molte, moltissime volte ha funzionato.
      Anche in senso opposto: io mi accorgo se qualcuno mi fissa di nascosto.

  4. Esiste una spiegazione scientifica – con buonapace di Sheldrake e della Barale.
    Si tratta – molto probabilmente – di un meccanismo sviluppato ai tempi in cui cacciavamo in gruppo e al contempo venivamo cacciati.
    Il nostro cervello ha un software che è in grado di integrare ciò che percepiamo a livello di visione periferica, e le reazioni che ci circonda.
    Se sul tram mi metto a fissare intensamente la nuca di qualcuno, questo si renderà conto, dalle reazioni di chi lo circonda, oltre che da brevi sprazzi colti con la visione periferica, che c’è qualcosa alle sue spalle, e tenderà a voltarsi, sentendosi osservato.

    Per verificare se davvero esista qualcosa di più, bisognerebbe riuscire a svegliare fissandola una persona addormentta.
    E anche così, i nostri meccanismi difensivi preistorici potrebbero bastare a spiegare anche questo fenomeno.

    Ed avendovi rovinato la festa, ora torno a piegare un cucchiai con la forza del pensiero 😉

    1. Grazie della spiegazione scientifica 😉
      Mi sembra in linea con alcuni commenti. Resta comunque un meccanismo molto interessante e per tanti versi poco studiato.
      Sono un po’ dubbioso riguardo al fatto che ci sì accorga di essere osservati solo in presenza di altre persone che fanno da “specchio”; necessiterebbe qualche test sul campo.
      Ho delle perplessità riguardo all’accorgersi di essere spiati via microcamera, mi sembra difficile… Infatti lo sostiene Sheldrake, non io 😉

  5. Secondo me è una di quelle caratteristiche che fanno parte dell’istinto di sopravvivenza insito non solo negli esseri umani, ma anche negli animali. A me che piace fotografare la natura, capita spesso, pur stando a distanza, ben nascosto e sottovento, che il soggetto della mia foto si giri verso di me qualche istante prima che io scatti, e magari fugga via. Idem… la stessa cosa capita a noi. E come ogni cosa, alcuni soggetti hanno queste caratteristiche più sviluppate, altri meno.

    Madò… ora mi vado a iscrivere al CICAP! 😀

  6. Coscienza collettiva?
    Nel senso: se io spio te, sto pensando e creando una sorta di ponte di energia invisibile ma comunque reale. E se tu, anche inconsciamente, fossi in grado di recepirla?
    Ok, forse è un pò banale, ma affascinante non credi?
    Oltretutto si potrebbe applicare a tante altre cose, come il sapere chi ti sta chiamando anche prima di rispondere (ovviamente ora non accade più, visto che con i cellulari è ormai impossibile…)

  7. Io propendo per le varie teorie del campo stile Bruce Lipton, per spiegare questa e altre facoltà misteriose (visto che vuoi approfondire, potresti dare un’occhiata qui, dove critica il dogma centrale della biologia molecolare: http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=kAKxeHR5274).
    E concordo con lui su una cosa: siamo eccessivamente fissati solo con l’aspetto meccanicistico delle cose. Studiamo il cervello e la genetica, che è un’ottima cosa, ma ci siamo convinti che spieghino qualunque cosa mentre forse c’è di più, e nuove branche della scienza sembrano cominciare ad affermarlo. Certo, non è ortodossia, ma per lo meno possiamo vedere le cose da un’altra prospettiva senza scomodare l’esoterismo. Ad esempio, noi pensiamo perché abbiamo neuroni e sinapsi, oppure siamo immersi nel pensiero come pesci nel mare e lo elaboriamo grazie ai neuroni e alle sinapsi? In un caso il cervello è la causa del pensiero, nell’altro una sofisticata macchina per la sua elaborazione, un recettore sofisticato di segnali. E se tutto è un segnale, non può stupire che ogni tanto ci si senta osservati…;-)

  8. Beh del resto ad alcolizzarsi in modo professionale ci ha già ben pensato il buon Pinketts, peraltro mio vecchio amico!
    Per quanto mi riguarda, mi capita spesso di sentirmi osservato, girarmi e scovare qualche jettatore che mi fissa. C’è modo e modo di “guardare”, ed alcuni risultano persistenti e fastidiosi a prescindere dal modo.
    È capitato anche che mi rivolgessi poi all’osservatore chiedendo spiegazioni.
    Tuttavia pure io ho fissato spesso persone e di tanto in tanto son stato sgamato.
    Per quanto riguarda invece gli altri effetti parapsichici, per me sono il pane quotidiano. Ho smesso quasi di farci caso.
    Bel tema e bell’articolo Alex!

  9. Buon giorno è da un anno che mi succedono questi tipi di fenomeni ma a parlarne con qualcuno è davvero difficile per me mi chiedo a cosa serva questo a volte mi vengono dolori intensi alla testa che durano solo pochi secondi pochi ma intensi e appunto guardando la direzione giusta mi osserva qualcuno…

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