Venti parole o espressioni che non sopporto

Vi dico la verità: questa classifica potrebbe facilmente arrivare a un elenco di cento o forse anche cinquecento voci. Mi limito invece a segnalarne venti, facendo una selezione all’ingresso e andando a istinto, per associazione d’idee.
Di cosa stiamo parlando? Di espressioni, frase fatte o parole che mi causano gastriti ed eritemi ogni volta che le sento pronunciare. Soprattutto in TV, ma anche dal vivo. Senza contare che spesso vengono citate a sproposito, ribaltando il significato originale tanto da dar luogo a involontari siparietti comici degni dei migliori programmi dei Gialappi.
Alcune parole, come vedrete, sono rubate dall’inglese e usate ad minchiam per ogni occasioni. Dal mio elenco si deduce che è un’abitudine che, fuori dal contesto di Internet, mi sta proprio sulle scatole. E infatti è così.
La top 20 di oggi vuole essere divertente, ma se volete è anche un po’ tragica. La dice lunga su quanto la nostra bella lingua – sì, l’italiano è bello – sia oramai stravolta, non più studiata, forse nemmeno parlata. E non è colpa dei nuovi linguaggi, che invece apprezzo perché hanno una loro funzione, un loro senso, bensì di un’ignoranza dilagante che parte dalle famigerate scuole dell’obbligo.
Ora allacciatevi le cinture di sicurezza, si scende nel pozzo degli orrori.*

Venti parole o espressioni che non sopporto

  • Film da guardare a cervello spento.
  • La nostra mission.
  • Retard.
  • Foto artistica.
  • Nella misura in cui.
  • Cioè (usato come intercalare).
  • Wellness.
  • Mass media (pronunciato all’inglese).
  • Risorse umane.
  • Discrezionalità.
  • Il discorso è un altro.
  • Lasciamo stare (in risposta a: come stai?).
  • Tesoretto.
  • Tipo/tipa (al posto di compagno/a, fidanzato/a).
  • Popolo di Facebook/Twitter.
  • Cool.
  • Bella zio.
  • ItaGlia (con la G dispregiativa)
  • Attenzionare.
  • Blogger.

– – –

* Sentitevi liberi di aggiungere i vostri contributi!

(A.G. – Follow me on Twitter)

52 commenti

  1. Tra le parole indicate nell’elenco, devo ammettere che le uniche due che mi trovo praticamente costretto ad usare sul lavoro, sono “risorse umane” e “attenzionare”, La prima ha un risvolto che, forse, ricade nell’abusata pratica del politicamente corretto perché nelle forme scritte o verbali si evita di usare quei termini che – chissà perché – oggi possono risultare quasi offensivi. Basti pensare a “truppa”, “spazzini”, “portantini”, ecc.. Per il resto, posso aggiungere che una frase che detesto e che spesso è all’origine di feroci discussioni con colleghi,amici e ora anche i con miei figli adolescenti è “ci sono cose più importanti da fare (o cui pensare)”. Ad esempio, mi rendo conto che sarebbe più importante debellare la mafia piuttosto che la microcriminalità, così come sarebbe meglio trovare un vaccino per il cancro piuttosto che metterci un pò di buona volontà per risolvere il problema delle file presso l’accettazione dell’ospedale, però, visto e considerato che i “problemi più importanti” non si possono risolvere, oppure, la soluzione non rientra nelle nostre competenze e capacità, sarebbe meglio provare a risolvere almeno le questioni più semplici.

    1. “Risorse umane” non lo sopporto perché oramai ha assunto un significato troppo simile a “mercato degli schiavi”.

      “Ci sono cose più importanti da fare” è una sorta di ritornello che mi accompagna da tutta la vita, come per sottolineare che ciò che faccio è inutile e superfluo. Quindi condivido il tuo odio…

  2. concordo praticamente con tutta la scelta , aggiungerei ,a titolo di curiosità regional-linguistica, alcune espressioni alto-venete che sento praticamente TUTTI i giorni in studio dai miei pazienti,( ma anche al bar,edicole,mercati e quant’altro..),dunque..; “no se tira più schei”( non si riesce a riscuotere il dovuto credito), ” ghemo ee bae piene”(abbiamo i testicoli rigonfi), “semo stufi de magnar merda”(vi è una certa qual difficoltà a digerire deiezioni solide umane), etc etc….a proposito..bon sabato a tuti ,Ale in testa!..riposatevi nel uichend……

  3. Posso dire di non aver mai sentito la parola “attenzionare”. Devo considerarmi fortunato? 🙂
    Aggiungerei “crescita”, in coppia con “raggiungimento degli obbiettivi”. E “taggare”. Odio “taggare”.

    1. Comunque una delle espressioni che più mi fa venire in brividi, escludendo alcune che hai già citato tu, è “tocca certe corde…”. Che diamine vuol dire? Che corde tocca un libro/film/canzone? Che corde? Qualcuno me lo riveli!

      1. Qui non sono d’accordo! 😀 si intendono le corde dell’anima, delle emozioni…volendo si può fare anche un parallelo colto con le tre corde che Pirandello nomina ne Il Berretto a Sonagli…io con i miei allievi la uso spesso! 😀
        Anche se dubito che molti altri la utilizzino con cognizione di causa…

        1. Con l’ultima frase, hai risposto a tutto 🙂 Io so cosa si intende, ma fa venire i brividi quando la si sente ogni 2×3, usata per sembrare degli intellettuali profondi o nel giustificare una porcheria melensa 😉

  4. “foto artistica” > solitamente traducibile in enorme minchiata ma, siccome sono “cool” non lo voglio dire
    “nudo artistico” eufemismo per non dire foto zozze o porno
    “trasmettere un messaggio” riferito ad una foto o un racconto
    “bellezza interiore” di solito riferito a persone impresentabili
    ecc ecc ecc

  5. Beh mission è un termine economico che viene molto molto usato anche nei libri di economia. E’ proprio lo scopo dell’impresa o azienda. Come mai ti crea turbe? 🙂 Forse per quando viene usato fuori da questo contesto?
    Una frase che odio io è ”Mi cascano le ovaie” usata per imitare il ”Mi cascano i coglioni” che invece ha un certo che 🙂

    1. Mi dà fastidio il tono con cui lo usano certi manager qui, dalle mie parti, per darsi un tono (quando in realtà non sanno una mazza d’inglese e usano le solite 5/6 parole per atteggiarsi).

  6. hai dimenticato “blogger pagati” 😉
    A proposito, consiglio di visitare la sezione “Culture” (???) dell’Huffington Post Italia, troverete articoli davvero essenziali, come La “haute couture“ della chirurgia nei tumori del retto, Il nuovo talent scout della neve , Investi nelle ragazze. ecc. Fatevi una cultura con Lucia Annunziata! http://www.huffingtonpost.it/news/culture

    ps in effetti la descrizione del sito dice “Le notizie più importanti, le opinioni più diverse, “i titoli più audaci” su l’Huffington Post Italia diretto da Lucia Annunziata.”
    Insomma, sono audaci come un “tumore del retto”, quello “danneggiato” ai blogger utilizzati, spremuti e NON pagati.

  7. ma leggendo anche altri post in varie sezioni si scopre un web magazine davvero interessante, qualche “articolo”: Sos delle figurine Panini: scaduto l’accordo col calcio”, Ditology: ritratti in punta di dita (FOTO), Vladimir Luxuria: “Non sono malata”, E se Cassano fosse gay?… insomma per la cultura solo i soliti articoli sul Nobel per la letteratura, per il resto solo fesserie varie, politica (di casta) e cronaca. Allora è giusto che QUESTI blogger non vengano pagati. Scusami per l’OT Alessandro, ma alcune cose sono davvero ridicole….

    1. Non dimentichiamo di aggiungere che in molti quotidiani leggo articoli con orrori grammaticali che non possono essere soltanto refusi, bensì vere e proprie dimostrazioni di ignoranza conclamata.
      Forse perché prendono dei praticanti senza pagarli e senza dar loro nessuna formazione specifica?

  8. Uhm…di cose così ce ne sono a palate! 😀
    Io detesto tutte le parole inglesi/francesi usate quando si potrebbe tranquillamente utilizzare il corrispettivo italiano…tipo “minidress”, o cose simili…si, anche mission. 😀
    Trovo insopportabile anche “scialla” o “zero sbatti” sia come espressioni in se sia come filosofia di vita…
    E poi mi uccide vedere come la gente non sia più abituata ad usare i congiuntivi. 😦
    Ah, e una che fa il pari con il cervello spento è “ho bisogno di staccare la spina”. Terribile!

    1. “Scialla” non si può proprio sentire. “Zero sbatta” mi sta sulle palle più come filosofia di vita che non come espressione.
      “Staccare la spina” in effetti è un’affermazione odiosa.

    1. A me comincia a stare su *azzo perché molti ne abusano senza motivo.
      Bisognerebbe fare una bella distinzione tra i blogger. C’è una bella differneza tra quelli che postano foto con fuori la lingua e chi cerca di fare un po’ di contenuti 😀

  9. Attenzionare non l’ho mai sentita.
    “A cervello spento” la uso spesso, ma non nell’accezione negativa del termine. 😀
    Mass “MIDIA” lo odio con tutto me stesso.
    La nostra mission…stendiamo un velo pietoso.

    Io ho sempre odiato “Un attimino”. Che cacchio vuol dire “Un attimino?”

    1. Sapete che la mia prof di filosofia (gran donna) mi ha aperto gli occhi sulla parola? Mass MEdia non esiste. La parola “media” (latino, quindi si pronuncia come si scrive) è così e basta ma, se accostata alla parola “mass”, è un termine di invenzione anglosassone, dunque si dovrebbe utilizzare la corretta pronuncia inglese: “Mass Midia”.
      😀
      Un attimino è un po’ come una bestemmia.

  10. Si ma il discorso è un altro, cioè fai bene ad attenzionare su un certo modo retard di ragionare che non appartiene solo al popolo di Facebook/twitter ma anche ai Blogger, però devi tener conto che in Itaglia si tende a ragionare sempre più poco, e basta notare l’invasione di film da guardare a cervello spento che i Mass Midia ci propinano, quasi volessero salvaguardare un tesoretto di incoscienza e cliché nella misura in cui tutto, aiuta a ridurre il livello medio delle masse.
    Ora che tu faccia questo elenco è si una bella foto artistica delle risorse umane del paese, fatto sempre più di gente che vuole essere cool o di fauna tipo/tipa, però giocare ai colti che usano parole come wellness non è la nostra mission, e lasciamo stare come la pensi soggettivamente.
    Comunque ben pensata. Bella zio.
    😉

  11. “attenzionare” è orribile, non posso far altro che auspicarmi una Norimberga per chi lo ha coniato e per chi ne ha permesso la diffusione.
    incomincio ad essere insofferente ai vari “epic fail” usato anche per uovo rotto “un tumore da estirpare” usato come metafora

  12. Ciao, sono nuova.
    ‘La nostra mission’ e ‘nella misura in cui’ le sento spesso, ma non mi danno troppo fastidio. Le due espressioni che mi irritano di più, invece, sono ‘piuttosto che’ intenso come ‘oppure’ e ‘controlli snelli’. Qualche indizio su cosa significhi?

    1. e che mi dite dei vari briefing e derivazioni come briffare?
      io odio i milanesi che parlano come pizzaioli italiani a ny.

  13. Se non ti ci sei ancora imbattuto, sappi che circola anche “disdettare”. Io ci sto male ogni volta.

    «Devo disdettare questa visita»,
    «Cosa? Ah, la deve disdire».
    «Eh? Sì, disdettare».
    «Va bene… gliela disdico subito».

    Anche una mia collega ha preso il vizio, e persino negli altri uffici, tanto che secondo me certe parole (soprattutto sul lavoro) diventano un virus: un giorno qualcuno scazza la pronuncia, gli altri lo sentono e recependo la parola nuova credono si tratti di gergo professionale, quindi lo copiano e il male si diffonde.

    Ne approfitto anche per dire che il gergo professionale – a volte – fa cagare a spruzzo, visto che nasce in ambito burocratico, quando stendono missive e circolari cercando paroloni che confondano e intimidiscano il ricevente che alla fine, se non è stato ancora lobotomizzato da questo sistema, si fa quattro ghignate o alza per lo meno un sopracciglio.

    1. “Disdettare” è un crimine contro l’umanità. Peggio di attenzionare (se possibile). Se la gioca con briffare XD

      E, sì, il gergo professionale è orrendo! Specialmente quando lo usano certi ignorantoni…

  14. dopo un anno e mezzo a niguarda, il medichese mi è venuto tutto in odio, ma “infartare” più di tutto il resto…
    Poi io delle reazioni fisiche violente se leggo o sento alcuni verbi. Come dardeggiare e guizzare. se li trovo nella prima pagina di un libro/ebucco, mollo tutto e non leggo più.
    Ah, dimenticavo. “Tipo”. Non ce la faccio. Sono ancora della generazione del “ad esempio”

  15. Na’ favola, allucinante, drinkino, shottino, mangiarini, che dolce (in specie riferito al cucciolotto), pausa di riflessione, principessa, amo’, a luci rosse, omaggiare e quante ce ne sarebbero …

  16. E “work in progress”? Mai sentita? Ho letto tutti i commenti e non mi sembra di averla vista citare da qualcuno. Si usa per indicare un lavoro in fase di elaborazione (spesso vuole anche indicare un lavoro non ancora iniziato e che, forse, non vedrà mai la fine…). Leggendo alcuni commenti, vedo che molti non hanno sentito il termine “attenzionare” che in campo poliziottesco, sta ad indicare un soggetto da controllare in maniera approfondita, attraverso pedinamenti, accertamenti patrimoniali, ecc. perché, ad esempio, pur risultando nullatenente e senza un’occupazione fissa, mantiene un tenore di vita molto elevato. In realtà, sono più i magistrati inquirenti a pronunciare “attenzionare” che i poliziotti.

  17. come ha detto Robi, odio, profondamente odio, non lo sopporto più è “piuttosto che” usato nel modo errato, cioè al posto di “oppure”, “invece di”.
    E poi:
    – quant’altro
    – all’insegna dello sport
    – è un di cui

  18. Alla lista aggiungerei “LOL” e derivati come Lollare, lollato etc. Poi c’è “subbato” al posto di “sottotitolato”. Infine: “spiegone” invece di scrivere “spiegazione”. Hai ragione, si potrebbe giungere a 500 termini.

  19. Puttosto che usato per elencare… mio Dio, che odio. Che fastidio.
    E poi: Ti spiego il perché. Ma chi cazzo te l’ha chiesto di spiegarmi?
    Amò. Qui a Roma va forte, parecchio forte.
    E poi: com’era il film? Bello. Com’è questo libro? Bello. com’è stato il concerto? Bello. E la mostra, la partita, l’inaugurazione, la festa? Bella, bella, bella, bella. Aggettivi cercasi, eh.

  20. Cosa ne pensi di “la nostra inviata” usato da studio aperto per mandare una celebrolesa a 30 metri dallo studio per fare un servizio sul tempo?

    1. Anche scrivere “celebrolesa” invece di “cerebrolesa”, però, ha il suo bel perché. 🙂 🙂 🙂

Scrivi una risposta a Marcello Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.