
Mi sarebbe piaciuto evitare del tutto dei post politici su Plutonia Experiment, che raramente ha trattato argomenti di questo genere.
Romperò una sola volta questa regola interna e lo farò con questo post, in cui comunque cercherò di evitare inutili comizi.
Scrivo il presente articolo soprattutto perché sono rimasto umanamente colpito – e anche parecchio avvilito – dalla nota vicenda che ha coinvolto Oscar Giannino. Sì, la storia delle lauree millantate e tutto il resto. Trovate ampia documentazione online.
Parlo di avvilimento perché il personaggio in questione mi sta umanamente simpatico e, come tutti gli riconoscono, è uno dei giornalisti più preparati in tema di economia, storia e geopolitica. Il suo errore pacchiano, la sua furbata poco furba, ovviamente squalifica Giannino agli occhi di moltissimi elettori. La cosa peggiore è che senz’altro farà perdere molti voti al suo movimento, Fare per Ferma il Declino, la cui presenza in Parlamento farebbe invece tanto bene a questa democrazia priva di veri liberali.
Parere personale, lo so. Non voglio catechizzare nessuno, né fare propaganda elettorale. Perciò mi concentrerò solo sul caso umano. Che, per dirla tutta, è specchio di un paese, nel bene e nel male.
Ho una simpatia congenita per i cialtroni* e per i perdenti.
Simpatia che risponde però a una logica precisa: i cialtroni non devono causar danno a chi non lo merita, e i perdenti non devono diventare tali trascinando con sé degli innocenti.
Essendo un amante degli eroi pulp e di quelli noir, il perdente e il cialtrone sono due archetipi che fanno parte della mia cultura letteraria, narrativa e cinematografica. Romanzieri e registi ce li presentano spesso come persone di straordinaria creatività e intelligenza, ma incapaci di vivere confinati nelle regole tracciate dalla legge e dal buonsenso.
Libri e film d’avventura sono pieni zeppi di eroi senza né arte né parte. Archeologi e scienziati improvvisati, con una conoscenza costruita sul campo e solo più raramente nelle accademie e nelle università. In molti casi questi personaggi sono un po’ cavalieri, un po’ imbroglioni. A volte ladri a volte salvatori delle donzelle in pericolo. Più raramente salvatori del mondo.
Da L’uomo che volle farsi re a Catch me if You Can, i titoli sono tanti e assolutamente variegati. Pensate per esempio a tutto il cinema avventuroso degli anni d’oro, pieni zeppi di eroici imbroglioni.

Qualcosa di diverso dai cialtroni che, per fare un esempio astratto, promettono mari e monti per guadagnare voti, giocando pericolosamente coi conti pubblici, con la dignità della gente semplice, e non raramente con la malavita. Vantando magari amicizie con pericolosi dittatori, spacciati per amici e per “uomini forti al servizio della patria”.
L’amico X accuserebbe questo mio passaggio di benaltrismo. Ossia:
Il benaltrismo è un neologismo italiano utilizzato nell’ambito delle scienze politiche e derivante dall’espressione “ci vuole ben altro”, ovvero dall’individuare origine o soluzione di un problema in qualcos’altro e più importante rispetto all’affermazione dell’interlocutore o a quanto creduto comunemente.
Lascio a ciascuno di voi ogni giudizio in merito, e passo oltre.
Il punto dell’articolo è: come ci si sente quando uno di questi eroi cialtroneschi fa capolino nella cosiddetta vita reale?
Non che gli esempi manchino, a ben vedere. Nei primi anni del ‘900, e fino all’inizio della Guerra Fredda, c’era un fitta schiera di autonominatisi nobili, di inventori che sperimentavano in umidi scantinati, di generali che mai avevano frequentato una scuola militare. Alcuni di loro li trovate anche nei libri di storia.
Il già citato Catch me if You can racconta la storia vera di Frank Abagnale Jr., un noto truffatore statunitense. Falsario, finto insegnante di sociologia**, finto pilota di aerei Pan Am, finto pediatra, finto avvocato***, frodatore bancario. Dopo essere stato scoperto e arrestato, Abagnale ha pagato il suo debito con la società. Oggi, a 55 anni, ha fondato una compagnia di assistenza contro le frodi finanziarie.
Buffo, vero? Come si fa a non essere affascinati da un personaggio del genere? Oddio, forse basterebbe far parte della schiera dei truffati, a pensarci bene…
Il nostro brevissimo percorso finisce qui e torna a Oscar Giannino.
Avevo inizialmente pensato di portare molti più esempi di millantatori e cialtroni, salvo poi pensare che l’ex leader di Fare per Fermare il Declino non merita accostamente impropri. Sono già eccessivi quelli appena riportati.
Perché il valore umano della persona, da anni impegnato in un volontariato serio, costante e assolutamente non pubblicizzato, non si discute. Perché l’aver rassegnato le dimissioni, pratica sconosciuta all’italico politicante, gli riconferiscono dignità e simpatia.
Resta l’avvilimento, il gusto amaro di un percorso interrotto a un passo da un traguardo che poteva rappresentare la summa del suo percorso.
Io giudizi morali non ne do, e mi urta anche chi si arroga questo diritto con tanta faciloneria. Sarebbe invece interessante indagare su cosa spinge certe persone, per molti versi stimabili, a rischiare tutto con azzardi di questo tipo. Vanità? Tornaconto personale? Ricerca dell’approvazione? Paura di essere giudicati? Chissà.
Se potete, cercate di non lasciare insulti e prediche nei commenti. Questo post in fondo, me ne accorgo ora, non vuol dire nulla, né ha pretese di alcun tipo.
Forse è solo uno sfogo, ecco. E io avevo bisogno di metterlo nero su bianco.

Note
* In questo articolo la parola “cialtrone” non è mai da intendersi in senso denigratorio, bensì in ottica pulp.
** Con tanto di finta laurea in sociologia della Columbia University.
*** Con nuova finta laurea, questa volta in legge, della Harvard University.
– – –
(A.G. – Follow me on Twitter)
Cosa li spinge? Non lo so, ai piani alti della Piramide non ci ho mai vissuto (nè mai ci vivrò, penso). Ma, se dovessi azzardare un’ipotesi generale, direi che il problema esistenziale di questa gente è la loro grande difficoltà a fare il benché minimo “reality check”. Chiamiamola vertigine del successo, chiamiamola “Hubris”, sindrome da dietro lo specchio (dove il bianco è nero e viceversa), chiamiamola come volete… Quando, in un certo senso, ti senti al di sopra e al di fuori dei limiti che vincolano noi comuni mortali, perdere la prospettiva è fin troppo facile. Almeno fino a che non ti prendono con le mani nella marmellata. Questo sì, il crimine peggiore nell’immaginario dei nostri illuminati tempi: fregare qualcuno e non riuscire a farla franca.
Bah, ripeto, io provo naturale simpatia per gli stravaganti, magari anche cialtroneschi (nel senso che spiego nel post), ma poi quando si prende una porta in faccia fa davvero male. A noi. Figuriamoci a loro.
PS: Non ritengo che “sentirsi al di fuori dei limiti” sia da intersi come un male in senso assoluto. Certo, è rischiosissimo. E se ne pagano le conseguenze.
“Sentirsi al di fuori dei limiti” lo intendo nel senso di mancanza di misura, ignoranza di se stessi, orgoglio che ti acceca e ti fa pensare che tutto o quasi ti sia permesso. È quella che i greci chiamavano “Hubris”, il contrario del “conosci te stesso e segui il tuo buon demone”, che per loro era la chiave della felicità. Poi certo, cercare di non restare confinato nei limiti (della medicrità?) è importantissimo e pure legittimissimo, ma non so se questo sia applicabile al caso in oggetto…
Secondo me – ma parlo da simpatizzante – è applicabile al caso in oggetto.
Però è una pratica che comporta rischi e problemi a non finire.
Quasi tutti prima o poi ne pagano il conto…
Penso che sia stata una grossa sottovalutazione, e quando si è accorto della cosa era troppo tardi.
Il tempismo di Zingales, se dobbiamo dirla tutta, è stato “geniale”.
Condivido il senso di avvilimento provato appena avuta la notizia. Detto questo, cosa li spinge? Non saprei, forse un misto di vanità e senso di rivalsa. Sicuramente è un percorso lungo che non si sviluppa in pochi giorni ma ti prende in alcuni anni. Capita, ad esempio, che uno studente universitario rimanga bloccato su di un esame per anni, senza però avere il coraggio di confessarlo; si ritrova così quasi “laureato”, per i genitori, senza in realtà aver compiuto alcun passo avanti; ovviamente, alla fine, i nodi vengono al pettine. Ecco, credo che il meccanismo sia molto simile.
Certo che da una figura che vuole diventare istituzionale, e che fa del merito la base del programma politico, è un difetto più grave che per la persona comune. Personalmente credo che comunque voterò Fare (spero di non fare danno nel blog dicendolo) per un po’ di motivi: la denuncia è venuta dal partito stesso; si è dimesso; è stato promesso che, se eletto, Giannino rinuncerà al seggio. Su quest’ultimo punto li aspetto al varco; spero che la mia fiducia non sia, anche da parte loro, tradita.
Mi sono dilungato un pochino ma come hai detto tu: forse avevo bisogno di sfogarmi.
Secondo me si rischia di rimanere avvinghiati nella ragnatela delle bugie.
Se cominci a spararle grosse, alla fine sarà sempre più difficile uscirne. Umanamente parlando, anche per non fare figure barbine con chi ti sta vicino.
Concordo sulla gravità del fatto applicato alle cariche istituzionali. Ottimo però il passo indietro.
O almeno: per me è servito.
Anche per te, vedo.
Quando l’ho scoperto mi veniva quasi da piangere.
Secondo me è la voglia di riscatto sociale che l’ha spinto a questa truffa (è figlio di operai della Mirafiori, se non erro). Una storia che mi ha ricordato quella di Christopher Langan (Outliers), anche se questi non ha certo mentito.
La penso anch’io come te, sulla voglia di riscatto sociale.
E anch’io ne son rimasto colpito, e avvilito. Però son quelle cose che, in fondo, servono a tante persone.
Avevo intenzione di scrivere un post molto simile, ma temo non farò in tempo. 😦 Che dire, gli ultimi giorni sono stati parecchio pesanti, specie per chi come me ha contribuito a far crescere “Fermare il Declino” dal nulla. Mi spiace che Giannino abbia commesso un errore così grossolano: non mi sento “tradito”, ma lo sconforto* è grande. Credo tuttavia che le dimissioni di Oscar abbiano dimostrato quanto il movimento sia diverso dagli altri. E’ un momento buio…ma forse abbiamo gettato i semi per un vero cambiamento: un esempio da seguire per i partiti del futuro. Chi sbaglia paga, trasparenza sempre. Anche se comporta sacrifici.
*Con sconforto intendo “giramento di balle con bestemmioni assortiti”. Gran bella settimana. 😀
Parlare di certe cose senza lasciarsi prendere dal tifo sfrenato è sempre un gran casino.
Sinceramente non credevo di essere ancora capace di prendermela così per una faccenda politica. O forse è la questione umana, che mi ha colpito.
Speriamo in bene 😉
Conosco un sacco di figli di operai della Mirafiori che la laurea l’hanno presa davvero.
Hanno sputato sangue sui libri, hanno pagato tasse stravaganti e sopportato docenti psicotici e compagni di corso bastardi.
Se erano studenti-lavoratori, si son sentiti dire “ma lei un lavoro ce l’ha, cosa viene all’università a fare?”
Una volta laureati si sono trascinati fra colloqui di lavoro deliranti e “grandi opportunità” a 4 euro lorde l’ora.
Gli è stato detto che sono troppo choosy.
Quando se ne sono andati all’estero, si è detto di loro che abbandonavano la nave che affonda, “come i ratti”.
Quando se ne sono andati all’estero a cercarsi un po’ di rispetto e considerazione, si è detto che abbandonavano la nave che affonda, “come i ratti”.
Voglia di riscatto sociale?
Ma non fatemi ridere!
Non credo che si possa generalizzare così.
Io di altra gente che ha millantato studi proprio per farsi bello col parentado ne conosco di persona.
Non approvo ciò che fanno (più che altro mi chiedo come possano dormire la notte, rischiando di essere sgamati da un giorno all’altro), ma cerco di capire la loro psicologia.
Come ho detto, sono molto incuriosito da certi meccanismi mentali.
Il discorso sulla laurea te lo appoggio in toto.
Non dimentichiamo che questo è il paese in cui vieni deriso (spesso e volentieri) se non fai un lavoro “da uomo”. Cosa pretendiamo?
Anch’io ho conosciuto gente che ha simulato esami sostenuti (con l’antico trucco del doppio libretto) e lauree mai conseguite.
Sono dei disperati, che rimangono intrappolati nella loro rete di bugie.
Perché lo facciano… Mah, di solito per opportunismo, da quel che ho visto.
Per stare tranquilli, per non sentirsi tormentare dai parenti che ti chiedono se hai dato l’esame oppure no.
Di solito finiscono malissimo.
Posto che io continuo a detestare chiunque millanti titoli in questo modo – perché ho visto quelli in gamba e che non ce l’hanno fatta, spesso non per loro demerito, e sono stati umiliati…
Io credo che più che il desiderio di riscatto sociale (scusate, non riesco a trattenere le risate), nel caso in esame ci sia stato un desiderio di legittimazione.
Se sai fare ma non hai il pezzo di carta, nel nostro paese non sei nulla.
Qui da noi l’idea del self-made man non esiste.
Ho conosciuto persone con competenze colossali, sviluppate in maniera atipica ma innegabili, che comunque venivano presi a pesci in faccia da imbecilli che avevano il pezzo di carta. magari ottenuto acquistando una tesi già fatta dalla persona non laureata che poi dileggiavano.
E non sto inventando.
L’effetto di questa atmosfera porta a deliri diversi – il desiderio di legittimazione spinge spesso queste persone a fare delle sciocchezze.
Nel mio piccolo (40 anni sulle spalle quest’anno, e a volte mi sembrano il doppio psicologicamente parlando) posso testimoniare il tragico abbaglio di due intere generazioni. Quella dei genitori, convinti che la laurea sarebbe stata la porta dichissàquale futuro sfavillante e prestigio sociale. Quella dei figli, che hanno creduto alla favoletta del “puoi essere quello che vuoi” e che “questo pezzo di carta ti aprirà le porte del mondo”. In un contesto, osserverei, dove la scommessa migliore sarebbe stata pensare di poter fare lo stesso mestiere di papà o di mamma.
Così, in un certo senso, se l’analisi di Davide regge, è forse un caso di sottile e perfida giustizia poetica che l’uomo sia stato perduto da quello che ha fregato (e in maniera assai più radicale) non meno di due generazioni…
Io sinceramente non ho mai guardato il suo curriculum, sono anzi piacevolmente stupito (perché siamo condizionati a pensarla diversamente) che senza titoli sia riuscito a diventare un giornalista di una certa importanza, nonché a mettere insieme un movimento con dei contenuti. Mi avrebbe fatto piacere vederlo in parlamento. Però anche lui ha puntato molto sulla trasparenza, ed è tristemente rientrato nella sua stessa categoria di “miserabile”. Io ho ammirato moltissimo la sua coerenza, mi viene da chiedermi – ma questa è la solita domanda retorica – quanti avrebbero ammesso la “balla” e si sarebbero dimessi di conseguenza.
Mi viene anche un’altra domanda: per arrivare dov’è arrivato, la “balla” gli è servita veramente?
So che lui sostiene di non aver mai sfruttato i titoli millantati per accedere a concorsi etc etc.
Probabile che sia vero.
La cultura è innegabile, la preparazione idem. A questo punto avrebbe più bella figura a non mentire. Vuoi mettere? Il selfmade-man arrivato in parlamento in stile ottocentesco, studiando da solo, mettendoci la faccia…
ammetto di esserci rimasto male, perché ritengo che fosse l’unico a non aver annacquato il programma, a non essersi fatto assorbire da listoni ma sopratutto ad aver detto cosa avrebbe fatto e come lo avrebbe fatto, cosa quest’ultima decisamente inusuale in campagna elettorale. Uno dei pochi, credo, che lo si potesse apprezzare o contestare nel merito delle proposte, un liberale vero con una visione “laica” su temi etici. Purtroppo la sua smargiassata vanifica tutto.
Comunque gli rendo l’onore delle armi, perché le dimissioni anche se dovute sono un gesto di responsabilità in un paese profondamente irresponsabile
Quoto la tua valutazione sull’uomo politico/Giannino, e sul suo movimento.
C’è da dire che il suo probabile successore, Michele Boldrin, secondo me è estremamente in gamba.
E’ uno ei pochi giornalisti italiani che si occupi ( bene, con competenza e con disponibilità al dialogo) di armamenti e tecnologie della difesa in Italia, per questo lo seguo da molti anni, ed ho avuto modo di conoscerlo personalmente un paio di volte.ne ho ricavato l’impresssione di una persona ricettiva , capace e sopratutto avida di pareri, conoscenze ed opinioni..molti così in Italia, vero?.Io lo voterò comunque, ha fatto una cazzata, la sta pagando abbastanza cara, e penso sia giusto così, ma il giudizio di fondo non cambia..altro che Ruby…
Mi piace molto questa tua testimonianza di persona, grazie mille per aver condiviso.
Credo che lo voterò anch’io.
Io avevo deciso di votare Giannino, e ora sono “orfano” di un partito a cui dare la mia preferenza.
Perché l’ha fatto? A me sembra talmente ovvio: per lavorare come giornalista e per fare conferenze e convegni di economia serviva qualche titolo. Per farsi staccare assegni come consulente di qualcosa serve di presentarsi in qualche modo. Per raccontare in giro di essere un superesperto, non puoi certo dire che hai letto qualche opuscolo la sera, sul divano. Per parlare davanti a studenti di master che pagano decine di migliaia di euro devi presentarti come – anche tu – ex studente di un master da decine di migliaia di euro e che solo i pochissimi e superselezionati migliori economisti del mondo possono ambire a frequentare
Non so nemmeno come pensare di “assolverlo” in qualche modo: ha usato dei titoli che non aveva imbrogliando decine di migliaia di persone, e una volta scoperto – sia chiaro solo una volta scoperto e smascherato da altri – ha confessato e si è scusato… e allora? Se ti scoprono a rubare sei un ladro, che significa scusarsi dopo? Sei un ladro e sapevi di rubare e l’hai fatto reiteratamente e col sorriso sulle labbra davanti a gente che si fidava di te.
Poi io i titoli che ancora non ho me li sto sudando ed è una fatica enorme. Passo le serate sui libri invece magari di andare in giro a divertirmi, e come posso concepire che uno salti tutta la trafila inventandosi addirittura aneddoti e situazioni che sarebbero successe durante i suoi studi?
C’è gente che studia e lavora e si massacra per anni per avere un pezzo di carta e poter sperare di raggiungere qualcosa. Uno che lo stesso pezzo di carta prende e se lo aggiunge sul curriculum è al di sotto dell’inqualificabile, è come se sputasse in faccia a tutte quelle persone.
La cosa più triste è che con queste tempistiche ha anche ucciso un movimento che poteva rappresentare una vera alternativa allo schifo che ci sta sommergendo ma che ora andrebbe completamente rivisto e reinventato: chi mette la crocetta su delle idee che sono state partorite da un tale individuo? Io no.
Su Giannino non aggiungo nulla, ho detto tutto nell’articolo.
Non concordo sul giudizio al movimento.
Giannino era Fare? Secondo me no. Ci sono tante persone stimate che fanno parte del movimento, il cui progetto è lo stesso che mi piaceva prima dello scandalo.
Se scopro che un membro della mia compagnia di amici è, per dire, un millantatore, cosa faccio? Taglio con tutti, compresi quelli che non sapevano nulla delle sue frottole?
Poi son giudizi personali, ci mancherebbe.
E’ vero che gli altri membri del movimento non hanno colpa. Ma io Giannino lo vedevo non come uno del gruppo ma come il leader. C’erano Giannino e le persone attorno a lui e io in TV o sui giornali sempre Giannino cercavo e di lui si parlava quando si parlava di votare Fare.
Ora il movimento è guidato da persone che non ho mai sentito nominare… capisco che si possa ricostruire sulle medesime basi e che altri membri del movimento possano essere altrettanto validi, ma ci voleva tempo per metabolizzare la cosa e questa situazione a così breve distanza dalle elezione probabilmente pregiudicherà in ogni caso (e a prescindere dal mio voto) il raggiungimento del quorum. Aggiungerei poi che probabilmente è stata anche voluta: cioè qualcuno sapeva da prima dei titoli falsi e ha aspettato il momento giusto per annientare un partito “scomodo”. Una porcata immonda, secondo me, che ha raggiunto il suo obiettivo.
Simone
Beh, capisco…
In effetti la differenza è che io Michele Boldrin, che credo sarà l’erede di Giannino, lo conosco e lo stimo molto.
Per questo lo voto a occhi chiusi.
Poi, ripeto, ciascuno fa le sue scelte, non son qui a sindacarle.
Sinceramente non avevo intenzione di votarlo nemmeno prima. Però, dal punto di vista umano non mi sento di giudicarlo, quindi massimo rispetto per lui.
Forse però, un po più di sinceritá non avrebbe guastato.
Grazie per la risposta pacata e sincera 🙂
Dalle mie parti c’è una scoraggiante quanto radicata tendenza al voto utile, e difficilmente le liste più “piccole” ricavano granchè. Già normalmente. Perciò non riesco a quantificare l’impatto elettorale che la faccenda può avere.
Quello che mi scoraggia è il fatto che già normalmente sta passando il messaggio che studiare è un lusso, oltre che una cosa inutile e un simbolo di “arroganza”; e queste millantate lauree non fanno che rafforzare questi pensieri, l’idea che in fondo fare i furbetti conviene, che in qualche modo la gente possa cavarsela: “vedi? Questo qui ha fatto carriera senza il pezzo di carta, ed è stato anche un grande a non farsi beccare fino ad ora!”
Sai, in piccole oasi di riflessioni come questa se ne può discutere razionalmente, ma un giovane maturando, già disilluso e inaridito dai tempi, non so quale messaggio possa ricavarne…
In questo senso ritengo che le dimissioni immediate e irrevocabili di Giannino possano essere istruttive. Così come la rinuncia alle ultime (importantissime) tribune elettorali, che ha disdetto.
Che da una brutta situazione possa nascere qualcosa di buono? Io ho 37 anni e non credo a nulla (nemmeno alla mia immagine allo specchio), ma voglio sperare ancora in qualcosina.
PS: grazie per la definizone “piccola osasi di riflessioni”. L’ho apprezzata molto.
Da persona intelligente quale penso che sia devo dire che secondo me è stato un po’ un pirla, e scusa la parola. Che diamine, come poteva pensare che la sua ”balla” non venisse scoperta?! Sul motivo del perché l’abbia detta non saprei proprio come esprimermi. Il semplice ”avvalorare” la sua persona per apparire più ”credibile” all’opinione pubblica e all’elettorato non mi pare molto sensato. Insomma, i pro di questa sua azione mi sembrano molto pochi, anche senza confrontarli ai contro. Ha fatto una figuraccia… Specie visto il ricorrente tema dell”’essere puliti” che salta fuori abbastanza spesso.
No, beh, hai ragione.
Se non altro non doveva candidarsi come leader del movimento. Avesse fatto soltanto il supporter, nessuno gli avrebbe fatto le pulci.
Una leggerezza incredibile, da lui stesso ammessa (troppo tardi).
Il punto è che non ha inventato balle per raccogliere consensi politici ma l’ha fatto prima, probabilmente per raccogliere “consensi”, semplicemente. Al momento di presentarsi come leader e candidato di Fare ormai la balla era troppo avanti, non poteva uscirne senza distruggersi, mediaticamente parlando, e non ha avuto, purtroppo va riconosciuto, il coraggio di tirarsi indietro.
Certo: come dicevo stamattina, conosco altra gente che si è inventata titoli su titoli. Arrivi al punto in cui semplicemente non puoi più dire “guardate, scherzavo”.
Mi pare che il caso di Giannino va in questa direzione…
La vicenda umana e professionale di Giannino è interessante e può fungere da paradigma per molte persone di quella generazione. Giannino è bravo a fare il giornalista? Sì. Ha delle buone competenze settoriali? Sì. Le competenze e le capacità in questione sono inficiate dal suo CV? No. I suoi lavori precedenti vengono in qualche modo sminuiti dalla vicenda delle false lauree/master? No. Più di tutto il resto, il movimento politico di cui fa parte è ascrivibile al solo Giannino? No.
A voler ridurre la cosa al meccanismo domanda/risposta si semplifica, vero? Aggiungo due considerazioni, che escono dal singolo caso. Primo, l’Italia è il paese dove più si abusa della qualifica “dottore” al punto da farla diventare un titolo onorifico slegato dal significato che acquisirebbe nella valutazione di un percorso accademico. Da qui discende l’ormai cronica piaga delle lauree prese a pagamento a Malta, a Tirana, in pseudo college americani et similia. Secondo, in un paese popolato ai livelli alti da personaggi che esibiscono pareti di certificati e diplomi (mi viene in mente un milanese attempato che ha due lauree alquanto sospette e un impero mediatico) e che in compenso non sanno accendere uno smartphone da soli, è chiaro che una persona che si sforza di essere brillante e competente si trova parecchi pressione addosso per non avere titoli ufficiali.
Io, tanto per andare sul personale, non sono laureato. Mai nemmeno iscritto all’Università. E’ da quasi 25 anni che lavoro e da quasi altrettanto che inciampo su ingegneri e altri laureati che come dicono a Livorno, non sanno fare una O con il c*lo. L’equazione laurea=competenza non è esatta. Così come la semplice osservazione dal vivo di architetti e avvocati che non hanno la minima frequentazione di congiuntivi e gerundi mostra che l’istituzione universitaria non è scevra di difetti.
Quoto Angelo, purtroppo qui da noi prima si guarda al pezzo di carta e poi dopo si controllano le competenze anche se la logica direbbe il contrario.
Anche qui a Milano inciampi in megalaureati con tanto di (veri) master presi chissà dove, che poi non sanno manco scrivere una lettera in italiano leggibile.
E non sto usando un esempio a caso.
Di certo c’è la legittimazione di un foglio di carta, troppo spesso inteso come spartiacque sociale e professionale, a cui però non fa seguito una benché minima preparazione.
Fa tristezza questa concezione della vita, che per dirla tutta squalifica anche quella marea di laureati bravissimi, ma forse meno sboroni, che non trovano nessuna strada nella vita, perché si trovano tra i coglioni questi emeriti imbecilli, quelli dei master a Tirana.
Be’, qui in Italia ti puoi vantare di essere “dottore” con una laurea triennale. Dopo altri due anni puoi essere “dottore magistrale”. Nel mondo, “dottore” è chi ha conseguito un “dottorato”. Il punto è che “dottore” viene usato come titolo onorifico, tanto quanto “ingegnere” e “avvocato” (di grado superiore, perché indicano appartenenza a una corporaz… a un ordine professionale), mentre in realtà indica semplicemente il livello di studi conseguito, così come te lo riconosce lo Stato Italiano. Anche in quest’ottica, suppongo, era stato pensato il valore legale del titolo di studi, su cui oggi si discute. Ecco, quello che mi dispiace è che Giannino, a posteriori, poteva essere un ottimo esempio di come questa mentalità sia errata e mascheri un malcostume a cui si accennava qualche commento più sopra.
Ancora una volta, ti quoto.
Sottoscrivo sia il post di Alex che il commento qua sopra di Angelo, ma in realtà volevo solo dire che ho notato ora che la foto di Giannino è la stessa da cui ho provato a creare una sua versione steampunk! 😀
http://subsire.deviantart.com/art/Oscar-Giannino-Steampunk-355121399
Ma dai, bellissimo 😀
In effetti il personaggio è decisamente steampunk 😀
Io ho conosciuto Oscar grazie alla sua trasmissione 9 in punto su Radio24, all’inizio cambiavo immediatamente canale quando iniziava a parlare con quella voce che mi ricordava Duffy Duck, poi un passo alla volta mi sono appassionato alla figura di quest’uomo che sprizzava cultura da ogni poro, non solo economia, ma anche musica, volontariato, tecnologia… La passione infinita che metteva nel suo lavoro mi affascinava, qualche volta è riuscito a farmi commuovere.
La scoperta delle sue bugie (su cui andrebbe sicuramente fatta una analisi psicologica molto più approfondita)mi hanno colpito molto, non tanto per il valore del “pezzo di carta” (conosco tanti Idioti laureati che Dio ci salvi..)ma per l’aspetto umano. Non oso immaginare, la vergogna, le prese in giro da pezzenti che in questo momento lo colpiscono. Ha sbagliato e per questo pagherà, ma non mi sento di abbandonarlo. Grazie alla trasmissione di Oscar sono cresciuto culturalmente e umanamente, mi ha fatto riflettere su tante questioni e in questo momento, vi confesso, mi preoccupo un po’ per lui. Io voterò comunque Fare, e spero in suo ritorno. Un ultima cosa, hai fatto bene a scrivere l’articolo, prendere una posizione (senza atteggiamenti da Tribù) è un atto di coraggio e nobiltà. Come recita una canzone di Capovilla “E’ colpa mia, perchè non prendo posizione…”.
Bellissima testimonianza, grazie mille per le tue parole e per averci resi partecipi di questo percorso.
Concordo – e ne sono stato testimone – sulla quantità di insulti idioti ricevuti da Giannino dopo il fattaccio.
Vedremo come si rialzerà. Conoscendo il soggetto, potrebbe stupirci.
Non giudico Giannino nello specifico, già il suo passo indietro la dice lunga sul suo essere. Credo che la tesi più plausibile sia quella del riscatto, della risalita sociale. Ma quando si arriva a certi livelli si trovano ex-compagni di asilo disponibili a ricordarsi quante volte hai spiato le bambine nel bagno… figurarsi in una competizione politica come la nostra, dove i contenuti sono andati a farsi benedire. Certo, mi assalgono dubbi su tempi e modi: magari non lo so, ma c’è un ex-compagno di asilo di quello assunto al ministero con laurea taroccata che si farà avanti? E quanti hanno un CV vero?
Quanta gente con CV fasulli ho visto passare negli uffici dove lavoro… magari con qualche santo in paradiso, come unico “master”.
Questo era un post che aspettavo da ieri, ma naturalmente arrivo tardi a leggere e a commentare… E’ stata una bella fatica leggersi tutti i 40 e rotti commenti 😀
In soldoni, comunque, io che non sono un elettore di Fare ma solo un osservatore esterno con simpatie per Oscar Giannino, penso le seguenti cose:
1) Sulla questione “riscatto sociale” la penso esattamente come Davide. L’ho sentita pure dalla Bignardi, ‘sta panzana. Dai, la storia del povero figlio di operai non regge neanche un po’…
2) Sulla questione “perchè?” la penso invece come Beppe, più su ancora: ho avuto spesso (dalla Bignardi e in altre interviste) l’impressione della cazzata raccontata in un ambiente ristretto che poi, data la velocità con cui Fare è nato e cresciuto, non poteva essere più confessata senza danneggiare il movimento stesso. E questo mi porta al punto
3) il tempismo di Zingales è quantomeno sospetto, a voler usare un eufemismo. Secondo me dietro Zingales ci sono altri, che hanno voluto (con successo, probabilmente) azzoppare il movimento. Dai, un tempismo del tutto assurdo dal punto di vista politico, avrebbe potuto riunire “in segreto” i capi del movimento, Giannino compreso, e smascherarlo di fronte ai colleghi. Poi avrebbe potuto pretendere le sue dimissioni DOPO le elezioni, con annessa rinuncia ad eventuali seggi in Parlamento.
4) Infine, sulla questione “titoli millantati”… Mah. Onestamente non credo che li abbia davvero usati per essere assunto, un mio amico è giornalista (ha sostenuto l’esame, è pubblicista) senza essere laureato. Non credo ovviamente che una laurea sia sinonimo di competenza, anzi, ho avuto prova sulla mia pelle di come questo non sia necessariamente vero. Per le consulenze e i convegni serve un titolo? No. Non necessariamente, io sono un competente (evviva la modestia) “esperto esterno” (ora si chiama così) di Teatro nelle Scuole di diversi ordini e gradi senza avere lauree o master. Ho altri corsi di formazione, l’esperienze e l’aver dato prova di tali capacità.
Mi scuso per il commento spropositato, ma l’argomento mi interessa molto e mi ha fatto piacere leggere tante opinioni in merito, soprattutto quelle di chi vota/votava per Fare. ^_^
Intanto mi paleso, perché credo sia giusto farlo, e confermo la mia volontà di votare Fare.
Alla fine ho scoperto, anche grazie a questo post, che mi piacciono anche i suoi sostenitori, e il modo in cui ragionano.
Sul resto, se hai letto le altre mie risposte, sai che la penso più o meno come te. Tranne forse sulla questione del riscatto sociale, su cui sono possibilista.
Su Zingales, mah… Non ho grandi simpatie per il personaggio, e il tempismo sospetto me lo rende ancora meno simpatico.
Che poi non ho capito: perché ora non rientra nel movimento, visto che hanno purgato “l’immondo” Giannino?
Mah, guarda, io te la butto lì: perché gli hanno offerto altro? 😀
Ma io sono un complottista, pessimista, comunista…
Io accetto la sfida, e rilancio: lo vedremo presto nei montiani, o magari nel FLI?
😉