Soldiers of the Night: Green Berets vs Vampires (di George Crawford)

Green Berets

Soldiers of the Night: Green Berets vs Vampires
di George Crawford
Autoproduzione
409 pagine, 2.05 euro circa
Lingua inglese
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Sinossi

In un non meglio precisato paese balcanico un gruppo di paramilitari governativi dà il via a una serie di raid in una sperduta zona di montagna. Quella che sembra essere un’operazione di pulizia etnica attira gli interessi della NATO, e in particolare degli americani. Questi mandano sul posto degli incursori, Berretti Verdi delle forze speciali, col compito di documentare quanto sta avvenendo, per fornire le prove alle Nazioni Unite, in modo da decidere poi un eventuale intervento armato.
Peccato che i paramilitari locali siano in realtà al servizio di un’antico clan di vampiri, che da secoli difende quelle montagne, e che ha stretto un patto disumano col nuovo governo in carica: reciproca protezione, in cambio della libertà di procacciare cibo tra i villici della regione, a cicli stagionali.

Commento

Ogni tanto mi piace leggere questi romanzi un po’ grezzi, a forte rischio di cliché, ma spesso in grado di regalare qualche ora di divertimento spensierato.
Green Berets vs. Vampires (d’ora in poi GBvV) appartiene alla suddetta categoria, e non fa nulla per nasconderlo. L’autore, che mi è francamente sconosciuto, ha un’ottima conoscenza del mondo militare, tanto da usare la terminologia corretta per descrivere l’equipaggiamento, le tattiche operative e tutto ciò che ci si aspetta da una storia di horror bellico. Anche il gergo dei Berretti Verdi è perfetto, tanto che ci viene perfino spiegato, con un ricorso forse un po’ eccessivo all’infodump.

Lo scenario balcanico, fatto di monti solitari, di villaggi sperduti e di panorami nebbiosi, crea un intrigante teatro dello scontro, qualcosa che sta a metà tra la Transilvania dei film della Hammer, e i film sulla guerra nella ex-Jugoslavia.
I vampiri che i prodi (perché tali sono) militari americani si trovano ad affrontare sono di quelli duri e puri. Creature malvagie e spietate, che hanno difeso in territorio per secoli, venendo a patti con gli scellerati governanti locali, spesso più crudeli degli stessi non morti.
Il capo dei vampiri è il maresciallo Sedlacek, una creatura con novecento anni sul groppone, un condottiero che ha saputo sopravvivere a decine di guerre e a centinaia di nemici. Ora che i soldati americani – già affrontati durante la campagna di liberazione della Jugoslavia, nella Seconda Guerra Mondiale – sono tornati a invadere la sua casa, il maresciallo intende catturarli e carpire i loro segreti. Infatti il nuovo obiettivo di Sedlacek è quello di far visita al Nuovo Mondo: un enorme territorio di caccia tutto da sfruttare…

Predators
Si, più o meno si tratta di Green Berets di questo genere.

Azione, soldati, armi e mezzi da guerra, eroismi e bassezze: in GBvV c’è tutto ciò che vi potete aspettare da un romanzo di questo genere. Crawford scrive abbastanza bene per essere un autoprodotto. Di certo la competenza tecnica aiuta a immedesimarsi nella storia, che forse non offre particolari spunti di originalità, ma che diverte, anche grazie a un’impostazione narrativa cinematografica, rallentata soltanto da alcuni eccessi descrittivi a volte ridondanti.

I vampiri sono senza né infamia né lode, molto classici nella loro concezione. Classici in senso buono, ossia così come venivano descritti e utilizzati prima dello tsunami Twilight, che li ha resi insopportabili ai più. Per quel che mi riguarda utilizzare i nosferatu nei loro territori natali – in questo caso i Balcani – è un valore aggiunto non trascurabile, visto che oramai siamo abituali a vederli agire a Londra, New York, Parigi etc etc. Insomma, ovunque tranne che a casa loro. In GBvV invece è così, e la scelta dell’autore è apprezzabile.

Non un capolavoro, ma divertente. Per due euro vale senz’altro la pena di acquistarlo, se vi piacere il genere.

Immagine tratta dalla saga a fumetti American Vampire, e perfetta anche per questo romanzo.
Immagine tratta dalla saga a fumetti American Vampire, e perfetta anche per questo romanzo.

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(A.G. – Follow me on Twitter)

23 commenti

      1. Lo chiedo perchè il cognome Crawford è molto diffuso ma l’unico famoso è uno inventato: il Crawford de Il silenzio degli innocenti, che però si chiama Jack. Ma più che altro leggendo ciò che hai scritto lo scenario ricorda molto da vicino quello dei primi 3 numeri di Dampyr. Poi però qui intervengono i berretti verdi e questa è in effetti una grande idea. D’altro canto, come affermava Borges, i libri parlano sempre di altri libri.

        1. Non a caso i primi numeri di Dampyr sono veramente buoni! L’idea era ottima e, sì, la trama di questo romanzo riprende quelle atmosfere, almeno in parte.

          1. concordo. Quella tra l’altro fu una guerra particolarmente truce in uno scenario, appunto, già cupo (almeno per certi versi) di suo. Anche perchè molti uomini si comportarono peggio dei vampiri.

  1. Me lo segno perchè sembra fatto apposta per me,inoltre è sempre bello vedere in azione dei vampiri veri.

  2. OK, me lo hai venduto.
    Ci sono giorni in cui un buon hamburger è meglio di qualunque manicaretto raffinato.
    E se poi prendono a fucilate i vampiri, per me va bene.

        1. Grazie Alex: allora suggerisco di andare direttamente alla recensione (2009) dell’ottimo Girola cercando claudio vergnani

      1. Be’, a parte gli scherzi, e in assoluta onestà, io, dal titolo e dalla copertina non avrei mai pensato di acquistare i miei libri; avrei pensato a qualcuno che cavalcava l’onda Twilight. Tu sei stato o il primo o cmq tra i primissimi a scrivere fior di recensione. Ergo, il consiglio è di cominciare sul serio da lì.

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