Cosa c’è nella scatola misteriosa?

Scatola misteriosa 2

Al posto della solita recensione del venerdì, oggi ho voglia di proporvi un giochino.
La situazione è questa: fine della giornata di lavoro (questa giornata, per esempio). Tornate a casa e trovate una consegna inaspettata, senza mittente. Un pacco.
Scartate il pacco e scoprite una scatola. Diciamo che questa scatola ha le dimensioni che le Poste Italiane definirebbero “medie” (36 x 23 x 12). Si tratta di un contenitore di cartone, apparentemente come tanti, magari di un semplice colore neutro. Come ho già detto, non c’è un mittente palese. Chi ha ritirato il pacco per voi (il portinaio, il vostro compagno, un vicino di casa etc etc) l’ha ricevuto da un comune corriere espresso.
Insieme alla scatola – che è sigillata con del nastro adesivo – c’è soltanto una busta, su cui è stampata una chiara esortazione: “Apri prima questa“.
Nella busta c’è un cartoncino rigido su cui è riportata una sola indicazione: “Il contenuto della scatola cambierà per sempre la tua vita, in meglio o in peggio. Non lo puoi sapere prima di farlo. Questo è l’azzardo, se deciderai di aprirla. Se non vuoi rischiare, lasciala sigillata e consegnala domattina al corriere che verrà a ritirarla al tuo indirizzo di casa.

Bene: voi che fareste?

Ok, lo spunto per questo post l’ho preso dal racconto Button, button, di Richard Matheson. da cui è stato poi stato ricavato il film The Box.
In quel racconto la faccenda era un po’ diversa: nella scatola misteriosa c’era un pulsante. Se premuto, una persona, da qualche parte nel mondo, morirà. L’esecutore riceverà in cambio un milione di dollari (200.000 $, nel racconto originale) e nemmeno mai saprà il nome del poveraccio che ha indirettamente ucciso.
Il dilemma di base è dunque questo: ammazzare uno sconosciuto, senza compiere violenza di alcun tipo, è un’azione moralmente e psicologicamente accettabile, per un tornaconto così grande?

Detto ciò, il giochino di oggi va da un’altra parte.

Tre sono le risposte che dovete dare, se volete partecipare:

  1. Chi pensate che sia il mittente della scatola?
  2. Avete intenzione di aprirla, o preferite non rischiare?
  3. Cosa c’è nella scatola?

Alla domanda numero 3 è subordinato anche un altro quesito: come e perché il contenuto della scatola cambierà per sempre la vostra vita, in meglio o in peggio?

Questo è quanto.
Non pongo nessun limite particolare alla costruzione della vostra storia. Cercate soltanto di limitare le risposte goliardiche, perché non sono in linea con lo spirito del giochino.
Potete usare il famigerato “elemento fantastico”, oppure potete farne a meno. La scelta è vostra. Non vi indico limiti minimi o massimi di parole da utilizzare. Sfruttate il buonsenso.

Tentate soprattutto di immedesimarvi nella situazione, prima di rispondere.
Siete voi che aprite la scatola, siete dunque sempre voi che rischiate di stravolgere la vostra esistenza, nel bene o nel male.

Usate i commenti a questo post per partecipare.
Pubblicherò le storie più belle sulla pagina Facebook ufficiale di Plutonia Experiment, per festeggiare i 1000 followers appena raggiunti.
Niente premi in denaro, solo onori e gloria, se vi bastano.
Se vogliamo anche fare i fighi, possiamo anche creare un hashtag da usare su Twitter, G+, Google e Instagram, per parlare di questo giochino.
Direi che #aprilascatola andrà benissimo.

Buon divertimento.

Scatola Misteriosa banner

– – –

(A.G. – Follow me on Twitter)

Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment

19 commenti

  1. La cosa divertente è che molto prima dell’uscita e della notizia di “The Box”, all’incirca nel luglio 2009, io stavo lavorando ad una sceneggiatura per un concorso di cortometraggi.
    La sceneggiatura era “La scatola”, la storia verteva su un’ucronia in cui l’Italia dopo l’11 settembre 2001 veniva anch’essa attaccata da un attacco terroristico presso la Santa Sede.
    Il vuoto religioso e il terrore del terrorismo (scusate la cacofonia) ha portato al potere una dittatura che opera un rigido controllo su tutto e tutti attraverso l’uso di codici a barre identificativi.
    Il protagonista della storia un giovane ragazzo trovava nel suo appartamento una scatola sigillata, su cui non vi sono codici a barre.
    La storia poi si evolveva in un miscuglio fra spy story, “fantascienza” lovecraftiana e altro.
    La cosa buffa è che l’idea originale era quella di fare un corto alla “Donnie Darko”, ovvero usare una storia “strana” in un contesto metropolitano e che nella mia storia faceva capolino il “Kurbark Manual”, mentre nel film “The Box” vi è il “Human Resource Exploitation” (“seguito” del Kurbark), praticamente Richard Kelly mi aveva copiato (ma anche no).

  2. Posto sotto forma di traccia, non riesco, ora a dargli una “veste” narrativa costruita.

    La scatola è un pacco di Amazon. Dall’etichetta me la sono spedita io, solo che non risulta. All’interno c’è un bastone telescopico, un coltello multiuso, libri su come fabbricare bombe con articoli da giardinaggio, manuali di tecniche di combattimento, di controsorveglianza, operazioni militari, ecc.

    Ovviamente la cosa mette in allarme le autorità che seguono proprio questo genere di ricerche. Più tardi, quando vado in un emporio di giardinaggio a prendere fertilizzanti per il mio prato, mi fermano dei signori in abiti distinti. Polizia. Ma non solo.
    Portato in questura, vengo interrogato. E interrogato. E interrogato. Scavano a fondo.

    C’è una rapina in autostrada. Scompaiono molti soldi. Il commando che la attua usa tecniche militari, ma non solo… dal rapporto viene fuori che il sistema usato era stato parzialmente descritto in un mio racconto. Il torchio stringe di più.
    C’è una fuga di notizie, la stampa ci va a nozze. Le autorità cercano di limitare i danni, ma si scatena il caso mediatico, le ipotesi si susseguono. La mia vita viene ribaltata e passata al setaccio.
    Dita puntate su narrativa horror, di genere, fantascienza, giochi di ruolo, videogiochi, lavoro da freelance, isolamento in un paesino di montagna. Gran festival della caccia alle streghe quando emergono racconti e romanzi action thriller, splatter e… addirittura, soft air e chiacchierate in chat di natura fantapolitica e “terroristica”.

    In questura mi avvicinano dei “funzionari” di stato, tra cui una donna. Sono del SISMI. Vogliono capire che legami abbia con la banda della rapina. Per un caso, la donna è una mia ex dell’epoca del liceo, ora caposezione molto rampante.

    Un altro atto terroristico, a Roma, di natura spettacolare. Sventato per un soffio. Senza vittime. Ancora una volta era descritto in un altro dei miei libri. Telegiornali, speciali, inchieste: l’Italia ha trovato un altro “mostro” da sbattere in prima pagina. Ma soprattutto, l’ombra di un complotto internazionale inizia a dipanarsi. Compaiono indizi: i responsabili sembrano essere affiliati ad Al-Qaeda, una rete siriana, frange estreme italiane.
    Si sospetta che qualcuno abbia tenuto sottocontrollo la mia vita, abbia hackerato i miei computer e attinto a piene mani dalla mia produzione. Per quale motivo? Forse per sviare, forse per fare di me uno specchietto per allodole.

    La funzionaria ottiene la gestione diretta del caso. Litiga con il collega, mi incontra privatamente a più riprese per discutere di una “nuova” operazione di cui parrebbe aver avuto notizia. Vengono scandagliati i miei lavori di narrativa fino a trovare traccia di questo tipo di operazione, ma non l’avevo mai completata.
    Con la funzionaria estrapolo come potrebbe svolgersi l’operazione.
    Quando questa si manifesta, le autorità fanno scattare una trappola. Restano sul campo alcuni “mercenari” slavi, ma la mente del piano scappa con un bottino di svariati milioni di Euro.

    La funzionaria viene promossa, gli eventi scuotono il Paese. Promossa, viene messa a capo di una branca speciale con poteri unici e straordinari. Vengo scagionato, ma sono sempre sotto l’occhio dei media. Tanto che un grosso agente mi mette sotto contratto e stringe per me accordi a sei zeri con case editrici internazionali e produttori cinematografici.
    Il capo dei terroristi – con il suo malloppo milionario – non viene più ritrovato.

    Solo in un secondo tempo si scopre che era tutto un piano orchestrato da me e dalla mia ex del liceo: ha hackerato lei il mio sistema, dopo avermi contattato e convinto. Lei fa carriera e ottiene il mondo che avrebbe voluto, io ho i soldi, i media, pubblicazioni prestigiosissime. Il capo terrorista… mah, forse ora è a Santo Domingo, dove vivrà ricco e felice per sempre.

    Può funzionare come romanzo thriller nostrano? 😉

  3. Ah ovviamente la scatola la apro e sfoglio i libri perché potrebbe davvero essere un mio acquisto 🙂 Poi, esco di casa per le mille faccende quotidiane ed è lì che scatta il delirio.

  4. Forse non avrei mai dovuto aprire quella dannata scatola quando ieri mattina me la trovai in camera,depositata da mia madre che a sua volta l’aveva ricevuta da un corriere. Una scatola semplice,quasi anonima a parte una busta che mi avvertiva che il so contenuto avrebbe cambiato la mia vita in meglio o in peggio in base ad una semplice scelta: aprirla o rispedirla al mittente. Già il mittente, chi diavolo poteva essere? Sulle prime non mi venivano in mente persone che avrebbero potuto farmi un regalo o uno scherzo simile, ma forse al suo interno c’era qualche indizio riguardo la sua identità e questo unito alla mia forte curiosità mi spinse infine ad aprirla. Dentro c’erano una seconda busta ed una statuetta in legno raffigurante una figura umana vestita con abiti di foggia strana,forse orientali. Incuriosito aprii la busta e lessi: “Caro cugino, forse non ti ricordi di me sono Donato uno dei tuoi parenti per parte materna. Non siamo mai stati in buoni rapporti in parte a causa di mia mancanze che mi hanno inviso al resto della famiglia ma ho deciso di rimediare e come gesto di riappacificazione invio a te ed ad altri tesori della mia collezione raccolta in anni di viaggi. La statua che ti ho inviato rappresenta uno spirito chiamato Djinn che può esaudire un desiderio da te espresso,un qualsiasi desiderio. Perciò fai attenzione e sii felice”.
    Ricordavo quel mio cugino e sul momento fui commosso dalla sua generosità,se solo avessi saputo in seguito cosa sarebbe successo lo avrei maledetto. Sulle prime la mia mente fu invasa da desideri materiali denaro,successo,donne ma poi lentamente prese forma un desiderio che avevo fin da bambino la possibilità di poter vedere mio nonno morto quand’ero in fasce e che i miei genitori mi avevano descritto come gentile e simile a me. Desiderai intensamente al Djin di poterlo vedere almeno una volta,poi preso da altre faccende mi dimenticai di tutto. Fino a questa mattina quando qualcuno inizio a bussare con energia alla porta,incuriosito guardai allo spioncino e riconobbi dalle foto che avevo visto mio nonno. Felice stavo per aprirgli quando notai alcune stranezze:perchè non parlava?Perchè la sua pelle sembrava rigida e consumata come pergamena? Ma soprattutto prchè indossava ancora l’abito nero con cui l’avevano sepolto? Terrorizzato mi rifugia nella mia stanza sperando che i colpi smettessero,ma non l’hanno fatto e mentre scrivo questa memoria si sono intensificati. Prima o poi la porta cedera e dio solo sa cosa ne sarà di me. Dannata scatola!

  5. Prima di tutto penso che sia uno scherzo, poi dopo un bel 5 minuti di “lo apro-non lo apro” la curiosità vince e lo apro.
    Ci sono dei documenti. Inizio a leggere incuriosito, all’inizio non ci capisco granché ma poi mi raccapezzo: parlano tutti di affari di Stato e internazionali, accordi su forniture energetiche, passaggi bancari, ordini del Sisde, indagini secretate, risposte a tutti quei misteri “italiani” che ormai nessuno si aspetta più di conoscere.
    E’ una bella gatta da pelare. Potrebbe essere uno scherzo. Oppure no. Forse qualche politico, qualche alto dirigente, qualche agente segreto che si è voluto levare dai casini oppure si è voluto pulire la coscienza. Ma perché me, vaccaboia?
    Devo sbolognare questa documentazione a qualcuno che sappia cosa farci, che sappia fare un lavoro di debunking.
    So che abita a una 50ina di kilometri da me un giornalista famoso per essere antagonista: all’inizio mi tratta come se fossi un mitomane ma poi si interessa alla roba, che gli piace, eccome se gli piace.
    Me ne vado pensando di aver fatto la cosa giusta. La sera su Rainews24 notizia flash: trovato suicida famoso giornalista. Quel giornalista. O cazzo. Non ha scelto proprio un bel momento per ammazzarsi. Ma perché ho i crampi al cervello? Perché so che in realtà lo hanno seccato?
    E così iniziano giorni bui, fatti di notti insonni, di guardarsi alle spalle ogni secondo, di sobbalzi ad ogni rumore, di diffidenza nei confronti delle persone.
    Ormai sono allo stremo delle forze e decido il tutto per tutto: pubblico su internet le cose che mi ricordo dei documenti, di chi ha ammazzato Mattei, Pasolini, di opere d’arte vere vendute a peso d’oro mentre le copie vengono esposte con fierezza nei nostri musei, di accordi segreti con paesi esteri per lo stoccaggio di sostanze tossiche nei nostri territori, del finto suicidio del giornalista. Roba così. Pesa.
    La reazione della gente è abbastanza unanime: prese per il culo, “o coglione, le scie chimicheeee”, sei un troll e commenti simali. Come per una Cassandra qualunque, la verità si trasforma in leggenda metropolitana e non c’è stato neppure bisogno che intervenisse qualche oscura forza a farmi fuori. Nessuno mi crede, o al massimo crede che io sia un imbecille. Les jeux sont faits, amici miei.
    Le giornate sono ritornate normali, anche se devo ammettere che per raggiungere la tranquillità ce ne ho messo. Probabilmente è vero che l’oblio è la miglior cura per ogni cosa.
    Però devo dire che ogni tanto ho proprio l’impressione che qualcuno mi segua.

    1. Mirko, hai vinto il contest! Come promesso ho riportato il tuo racconto sulla fanpage facebook di Plutonia Experiment.

      Complimenti vivissimi 😉

      1. Grazie Alex! Per me è un onore e un piacere!
        Un giorno o l’altro dovrò convincere la parte più oziosa di me a farmi un profilo facebook! XD

  6. Madonna che ansia Ale, però bellissima idea. Quella del pulsante che ammazza qualcuno a caso in cambio di soldi non l’avevo mai sentita, andrò a vedermi il corto.
    Per quanto riguarda quel che chiedi, già prima che tu facessi le domande precise, mi sono immaginato questa scatola, io che decido di aprirla per poi trovarci dentro… nulla. Da lì in poi inquietudine e non saprei che altro… quindi scusa, non ho risposto completamente alla tua domanda, ma magari ci penserò su 🙂 Di certo farei accadere qualcosa di brutto.

  7. 1) Un’agenzia di pubblicità o un’attività commerciale.
    2) Un prodotto che potrei essere costretta a comprare o un’offerta pubblicitaria
    3) Non la apro e la rispedisco
    Sono terra terra.

  8. Only for LULZ

    La pulizia della soffitta ha lasciato il suo tesoro, una scatola con una lettera chiusa con del nastro trasparente, a parte agganciato con uno spillo un foglio scribacchiato.
    -Quell’idiota di postino si è sbagliato ancora, per favore Rossana non ci voglio litigare pensaci tu.-
    Il vecchio proprietario, mi sembra di vederlo con la sua camicia a quadri e quegli occhiali con le lenti come due fondi di bicchiere, adesso però lui è morto, sua figlia chissà dove e io mi trovo con un vecchio scatolone tra le mani, che fare metterlo da parte, portarlo alla poste?
    Si come no.
    Il tempo di prendere un coltello e già sto tagliando il nastro.
    Me lo dicono sempre che sono troppo curioso.
    La lettera è sigillata. La stacco e la metto da parte invece apro la scatola.
    Ci credo che era leggera c’è solo imballaggio e basta… ah no c’è anche una foto.
    Nient’altro.
    Diavolo speravo di meglio.
    La prendo la giro c’è una faccia un primo piano un selfie la guardo meglio e… sento i rumori venire da fuori il ticchettio dell’orologio, poi più niente.
    La faccia in primo piano è la mia.
    Se è uno scherzo è ben fatto.
    Non è un tizio che mi somiglia, sono io e a giudicare dalla foto me la devo essere appena fatta ma, non è possibile… prendo il cellulare un clic e guardo il risultato.
    Sento il cuore saltare un battito poi accelerare.
    La foto è identica, è lei.
    E’ bello sentire storie di fantasmi, invece mi sento come se ne avessi appena incontrato uno.
    Non è piacevole.
    La lettera!
    La apro dentro due fogli, sul primo c’è scritto apri prima questa e bla bla bla… ah beh certo amico, peccato che sia troppo tardi.
    Smetto e passo al secondo foglio.
    Che sia scritto a mano e con la mia calligrafia non mi sorprende.
    – Hai due possibilità: o ti metti comodo davanti alla televisione, oppure prendi l’attrezzatura da campeggio cibo in scatola acqua qualche vestito carichi la macchina e corri alle Due Cime.
    Non scordarti le chiavi di casa e quando arrivato scava sotto la croce.
    P.S.
    Se non parti prima delle quattro mettiti pure comodo e goditi lo show in TV.-

    Cosa?

    Ho viaggiato tre ore finché la macchina non mi ha abbandonato di colpo, non è finita la benzina si è solo spento il quadro come se la batteria non andasse più, nello stesso momento la stessa cosa è accaduta ai lampioni lungo la strada.
    Poco male ormai ero quasi arrivato, ho solo iniziato a camminare svelto con ,lo zaino cercando di contenere la paura, cercando di non mettermi a correre.
    Trenta minuti circa di cammino ed ero tornato alla vecchia casa dei miei nonni.
    Non credevo di tornare così.
    Il tempo di accendere un fornello da campeggio a gas e sono entrato, dentro stanze vuote imposte sbarrate polvere e ragnatele, e la sensazione di essere al sicuro.
    Neanche il tempo di chiudermi la porta alle spalle che ero già in cantina, inginocchiato a guardare il pavimento, a cercare una mattonella.
    Da piccolo avevo paura di quella casa, avevo paura dei vampiri nascosti nella cantina, era stato allora che mia madre aveva disegnato su una mattonella una croce, a dire il vero una grossa x rossa col pennarello indelebile.
    Mi avrebbe protetto mi aveva detto.
    E mi ero sentito protetto.
    Per un momento ho sorriso, poi ho sentito come delle scosse la casa vibrare scricchiolare e tuoni come quelli di un temporale in lontananza, ho subito ricominciato a cercare.
    La x sembrava che fosse stata appena disegnata…
    Con l’aiuto di un piccone l’ho sollevata, sotto c’era un’altra scatola di metallo, con dentro diverse cose.
    Una radio batterie fiammiferi, una pistola e scatole di munizioni.
    Tutto nuovo, tutto come se appena messo… e una nota con un ritaglio di giornale.
    -Era meglio se ti fossi guardato lo spettacolo in TV.
    Sarebbe stato più facile per entrambi.
    Buona fortuna.-
    No sotto la X non c’era un tesoro e neanche una spiegazione, ma non credo che si farà attendere.
    Le scosse aumentano, e ci sono anche rumori in lontananza, tanti, alcuni sembrano ronzii altri non riesco a capirli.
    Non li ho mai sentiti.
    E luce.
    Tanta luce che filtra attraverso le imposte.
    Guardo il titolo sul ritaglio del giornale, -Quattro miliardi di morti- poi sotto un’immagine, gente intorno a qualcosa che non riesco a capire, noto solo che tra loro ci sono anch’io.
    Ci sarà tempo per capire, per ora carico con calma la pistola, domani uscirò a dare un’occhiata.

Scrivi una risposta a mcnab75 Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.