Avventure nel piano quasielementale del vapore

C’è chi gradisce una sauna, ma il Quasipiano del Vapore è molto differente. E’ terribilmente freddo e forse il nome giusto sarebbe Piano della Nebbia e non del Vapore. Densa, turbinante nebbia che si insinua ovunque. In alcuni punti si può rischiare di morire annegati.
Avvicinandosi al piano dell’acqua, sembra sempre di più di nuotare in un mare liquido pieno di bolle. La vicinanza del piano della Melma rende il vapore appiccicoso e nauseabondo, l’energia Positiva fa scintillare di luce propria le particelle d’acqua, mentre il Ghiaccio crea una gelida brina. La vicinanza al Minerale riempie i vapori turbinanti di pericolosissime schegge affilate di varie dimensioni. (Descrizione del piano quasielementale del vapore. Da http://www.planescape.it/

C’è una sorta di infatuazione mai del tutto sviluppata in vero e proprio amore, tra il sottoscritto e il setting Planescape, per il gioco di ruolo Advanced Dungeons & Dragons.
Si tratta d uno dei set più maturi e complessi di un gioco tipicamente old style, quello con la classica formula: esplora il dungeon, ammazza il mostro, arraffa il tesoro.
Con Planescape gli avventurieri si trovano invece a viaggiare per l’intero multiuniverso, visitando altre dimensioni, comprese quelle elementali e quelle del cosiddetto “aldilà”, che ovviamente sono ben più delle canoniche tre (Inferno, Purgatorio e Paradiso).

Il manuale di Planescape offre una miniera di spunti per avventure e campagne in luoghi/mondi/realtà/dimensioni ben diverse da quelle dei classici GDR. Dimenticatevi i castelli in rovina, le caverne dei goblin, la tana del drago, e immaginate di dovervi infiltrare nella Fortezza dell’Anima, dove i monaci cinerei hanno costruito un luogo di contemplazione, nel cuore del letale Piano dell’Energia Negativa.
Oppure preparatevi a incontrare i djinn che vivono nella cittadella Cuore della Tempesta, edificata nella massa gassosa ed elettrica che è il piano quasielementale del Fulmine.
Che ne dite, in alternativa, di visitare Swarga, la gigantesca bolla di quiete, per metà colma di latte incantato, che galleggia nel caos mutevole del Limbo?

Ecco, la grande potenzialità di Planescape era proprio questa. Non è mai stata sfruttata appieno, quantomeno non dal materiale ufficiale pubblicato in seguito al set base. Ci si è concentrati un po’ troppo sulle dimensioni infernali, sulle guerre tra diavoli e demoni (sì, in AD&D sono due razze differenti) e meno sull’aspetto più esotico e avventuroso di questa spettacolare espansione del gioco di ruolo più famoso di sempre.

Ma veniamo a noi.
Una parte di me è rimasta ancora oggi legata a tutto il potenziale di Planescape, anche perché la struttura del multiuniverso è piena di palesi riferimenti alle tradizioni mistico-esoteriche di almeno una mezza dozzina di culture diverse. Il che, per uno scrittore del Fantastico, è oro colato.
Ultimamente ho ripescato parte di questo sapere per utilizzarlo in Milano Tsunami (chi ha già letto il romanzo in questione sa cosa intendo). Sto facendo – e questa è un’anteprima – qualcosa del genere anche in un breve spin-off del suddetto romanzo, Ariel.
La volete sapere una cosa? Mi diverto un mondo a scriver cose del genere.

Da qui l’idea, per ora rimasta tale, di scrivere un urban fantasy maturo (tendente all’horror, come lo sono diverti racconti del ciclo Italia Doppelganger) che preveda una bella scampagnata in realtà/dimensioni tanto strane e ricche di potenzialità che potrebbero rivelarsi uno spasso per i lettori in cerca di qualcosa di diverso.
Oppure, per contro, potrebbe incantarsi tutto dopo il primo tentativo di scrivere qualcosa del genere, anche perché non so nemmeno se esiste un pubblico virtualmente interessato a storie di questo tipo.
Comunque è l’unico sottogenere di fantasy che potrei tentare di scrivere: più o meno contemporaneo (ho iniziato da tempo a odiare le culture ferme allo pseudo-medioevo), non dinastico, non classico, non paranormal romance. Un titolo che potrebbe rientrare in questa non-categoria, letto di recente, è l’ottimo Più nero della notte, di Ian Tregillis (ne riparleremo con più calma).
Ma, mi chiedo di nuovo, c’è qualcuno a cui incuriosiscono storie del genere?

Di certo – almeno per il momento – la mia è una tentazione forte. Con buona pace di chi ogni tanto mi invita a scrivere cose più “attinenti alla realtà”.
In questi casi io rispondo sempre: “di quale delle tante realtà stai parlando?”.

Lo strato superiore della Gehenna confina con l’Ade e i Nove Inferi, quindi non è un posto piacevole. Enormi montagne vulcaniche, apparentemente senza una base o una sommità, fluttuano nel vuoto infinito e impenetrabile. Le montagne hanno un limite solo nel senso più stretto della parola, estendendosi per centinaia di migliaia di chilometri in ogni direzione. Un unico vulcano domina ognuno dei quattro strati della Gehenna; di tanto in tanto, alcuni iceberg di terra vulcanica più piccoli fluttuano fino a schiantarsi contro le montagne più grosse.

Non esiste nessun luogo adatto a insediamenti su nessuno degli strati; tutte le montagne hanno una pendenza di almeno 45 grdi, e molte si trasformano in pareti verticali invalicabili. Gli abitanti immondi della Gehenna hanno scolpito alcuni cornicioni artificiali, alcuni abbastanza grandi da ospitare un’intera città, dotati di alcuni sentieri che li collegano fra loro. (Descrizione della dimensione di Gehenna, sempre da Planescape.it)


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