Mi concedo un veloce post sabatino per fare il punto sui lavori di scrittura, da qui alle prossime settimane.
Un lavoro facile, la novelette che ho pubblicato per il mio compleanno, è stata accolta molto bene, sia da chi l’ha scaricata gratuitamente tramite Telegram, che da chi l’ha acquistata in seguito su Amazon. Al solito: grazie.
Ma non ci si ferma mai, perché il mondo dell’editoria è diventato velocissimo e i lettori chiedono con insistenza sempre nuovi racconti.
Per dicembre vi avevo promesso il romanzo breve Blu Morte, ma ho deciso di posticipare la pubblicazione a gennaio, perché il lavoro di editing richiede più tempo del previsto.
Tuttavia non vi lascerò senza qualcosa di nuovo da leggere, per Natale e le feste.
In queste ore sto ultimando un racconto iniziato circa un mese e mezzo fa, che diventerà presto una novelette fatta e finita.
Ariel sarà una nuova storia del ciclo Italia Doppelganger, una sorta di spin-off non milanese di Milano Tsunami, ma perfettamente fruibile anche da chi non ha ancora letto il suddetto romanzo. Cronologicamente parlando si porrà qualche mese dopo i fatti narrati in Milano Tsunami, e si occuperà di uno degli effetti collaterali del grande nubifragio stregonesco di cui parla il romanzo.
Ariel conta circa 18.000 parole, quindi possiamo considerarla l’ennesima novelette della mia produzione (sì, questo formato mi piace un casino).
Devo poi una risposta a chi mi chiede un nuovo (l’ultimo) ebook del ciclo Kaijumachia.
Arriverà, questo è certo, ma non vi so ancora dire le tempistiche. Ho in mente la storia e so più o meno come svilupparla, ma al momento non ho lo stimolo giusto per scriverla
Sì, di solito per me la scrittura funziona così: si deve innestare qualcosa nella mente, una scintilla che accende il fuoco e chi mi fa poi procedere al ritmo di 2000-3000 parole al giorno.
Quindi, quando verrà il momento, so già che scriverò questa nuova storia di kaiju in un mese (o anche meno), quindi non mi preoccupo granché.
Gli altri progetti restano sempre aperti, ma senza scadenze predefinite. Purtroppo il tempo per occuparsi di tutto non c’è, perciò occorre posticipare e – mi duole dirlo – interrompere o eliminare i progetti rivelatisi infruttuosi.
Col 2018 penserò anche a una ristrutturazione del blog, con molte rubriche che oramai trovo più pratiche gestire sulla pagina Facebook di Plutonia, o su Telegram.
Di Plutonia Experiment rimarrà dunque l’ossatura, la struttura consolidata, il mio sito su cui discutere senza particolari limiti tematici, limitando però sempre più lo spazio dedicato a recensioni e segnalazioni dal mondo dell’editoria (che continuerò a fare, soprattutto sui due canali indicati in precedenza).
Il blog non chiuderà (per diverso tempo ho considerato anche questa possibilità), bensì rimarrà attivo e “anarchico”, per dar voce al fantastico, ma anche a tematiche legate al mondo della scrittura, della creatività e dell’arte, in un paese sempre più insofferente a questi argomenti.
Ho anche dato una spolverata a uno dei miei Tumblr, in particolare a quello storico. The Tumblr at the edge of the world è diventato il Plutonia Publication Lounge Area, con tanto di link aggiornato.
Li troverete alcuni repost dal mio Instagram, ma anche concept art dei miei racconti, scatti delle mie testimonial e cose simili.
A proposito: salvo contrattempi, entro fine mese avrete anche il primo calendario di Plutonia Publications, che sarà scaricabile gratuitamente, per tutti i miei lettori e followers. Vedrò su quale canale distribuirlo.
Magari vi fornirò qualche anticipazione nei prossimi giorni 🙂

Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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Pagina autore: amazon.com/author/alessandrogirola
Se il blog lo chiudessi mi dispiacerebbe molto. Come sempre commento poco ma lo leggo sempre. Il fatto che mi arrivi una email nella mia inbox mi piace molto così non ne perdo uno di articolo.
Come ti ho scritto anche su twitter “Un lavoro facile” è proprio bello bello. Me lo sto proprio godendo alla grande.
Grazie, per il costante sostegno e per i complimenti 😊
Come ho scritto il blog non chiuderà, bensì lo userò “a ispirazione” 😉