Giusto qualche giorno fa ho affermato che d’ora in poi buona parte delle recensioni libresche verranno veicolate su Plutonia Telegram e sulla pagina Facebook, eppure è già tempo di fare un’eccezione.
Avevo già accennato all’antologia di fantasy ruspante pubblicato da Acheron Books, Zappa e Spada, ma credo sia giusto dare risalto a questo progetto anche qui, sul blog.
Di cosa parliamo?
A voi la quarta di copertina:
Cajelli, De Feo, Fantoni, Gonnella, Hoffmann, Lanzoni, Leonardi, Mala Spina, Mana, Mazza, Nerdheim, Vicenzi. Questa la lista dei rinnegati che hanno dato vita a “Zappa e Spada”, la prima antologia al mondo di racconti Spaghetti Fantasy! Ecco la fantasia eroica all’italiana, quella con pochi soldi per gli effetti speciali, ambientata in una contrada fantastica popolata da furfanti e villani, avventurieri senz’arte né parte e paladini male in arnese, fratacchioni e fattucchiere… insomma: braccia rubate all’agricoltura, e restituite al campo di battaglia. Perché quando l’uomo con la zappa incontra l’uomo con la spada… nasce lo SPAGHETTI FANTASY!
Se siete stanchi del solito fantasy – o se il fantasy lo mal sopportate – questa raccolta di racconti potrebbe essere ciò che cercate, per cambiare idea.
Abbiamo infatti a che fare con qualcosa di diverso dal solito.
Niente atmosfere tolkeniane – niente elfi, nani brontoloni, hobbit o oscuri signori.
Niente storie con protagonisti adolescenti, belli-belli-belli in modo sfolgorante, in guerra contro clan di vampiri/licantropi/streghe.
Niente steampunk vittoriano tutto orpelli e poca sostanza.
No, Zappa e Spada è un insieme di racconti di un fantasy “sporco”, molto affine a quello storico, ma caratterizzato da una preponderanza di antieroi brutti, poveri, perdenti, e in taluni casi pure puzzolenti e cattivi.
Nonostante l’antologia sia stata presentata in toni decisamente “pop”, non c’è il rischio di imbattersi in qualcosa di eccessivamente bizzarro o demenziale. Siamo ben lontani dai toni caciaroni che potrebbe lasciar intendere la quarta di copertina. In realtà Zappa e Spada è un bel viaggio in un fantasy ruspante, ma spesso cupo, dove i toni ironico-sarcastici servono a mitigare la drammaticità di imprese disperate e di avventure destinate a concludersi nella peggiore delle maniere.
Poi ok, ci sono anche racconti squisitamente divertenti, come per esempio Il Mangiare del Sandrone, dove le sfumature gore fanno da contorno a un quadretto spassoso.
I miei racconti preferiti sono La lingua del Santo, dal delizioso odore di zolfo che accompagna una storia che prende in giro l’ossessione per certi eccessi di Fede, e Tanfo di Gulu, la cronaca di una tragicomica crociata, ancora una volta spinta dalle ossessioni della Fede (o comunque da qualcosa che ci assomiglia).
C’è poi il racconto di Davide Mana, Tre diavoli in Fausto, che tra zotici, prostitute e atmosfere da osteria, si prende la briga di infilare delle chiavi di lettura decisamente non banali, sulla natura stessa dell’arte del narrare e in particolare dell’intrattenere. Mica male, per un volume sdoganato come fantasy da cialtroni (in senso buono), con un retrogusto pecoreccio 😉
Ma, tra alti e qualche inevitabile basso, è l’intera antologia che funziona, nel suo duplice scopo di divertire e di offrire dei racconti del fantastico diversi da quelli che vanno per la maggiore, soprattutto nella grande distribuzione editoriale.
La strada tracciata è quindi giusta e potrebbe portare a interessanti mete, nella speranza che l’editore continui a coniugare sostanza e qualità, allontanandosi dagli eccessi di “ignoranza” (burineria), che magari possono attrarre qualche lettore, ma non certe un pubblico vasto ed eterogeneo.
O quantomeno questo è il mio parere.
Comunque si tratta di un buon inizio, di un punto di partenza per costruire qualcosa di interessante.
Avanti così.
Zappa e Spada lo potete acquistare qui (cartaceo o digitale).
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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Grazie per averci letti.
Sarebbe bello se Zappa & Spada riuscisse a percorrere la linea sottile che separa la buona narrativa fantastica dal minimo comun denominatore per lettori impigriti.
Ma che dire… ci si prova 😉
Ci si prova e si sta continuando a provare. 🙂 D’accordissimo sull’evitare il facile rischio di burineria. Credo sia sensato impegnarsi a restare nell’ambito della commedia all’italiana, anche cinica o sguaiata, ma non finire con Pierino o il cinepanettone.
Insomma, basta che rimaniamo naturali 😉