Black Mirror – Quarta stagione

Apriamo l’anno di blogging 2018 in anticipo sul previsto, spendendo due parole per la quarta, attesissima stagione della serie televisiva britannica Black Mirror, che nelle tre precedenti edizioni si è ritagliata un vasto ed eterogeneo pubblico di appassionati.
Finora quel che ha colpito di Black Mirror è il suo mettere in scena una fantascienza distopica plausibile, anticipando spesso la realtà. Merito della serie è soprattutto quella di mettere in rapporto lo sviluppo parallelo tra l’essere umano e la tecnologia, sottolineandone i possibili pericoli, senza però rigurgiti luddisti di bassa lega.
Black Mirror non piace a tutti ma piace a molti.
Sarà così anche dopo la quarta stagione?
Vediamo un po’.

La visione si apre con USS Callister, che racconta la vita virtuale (generata da una complessa e avanzata simulazione ludica) a bordo di un’astronave che fa il verso all’Enterprise di Star Trek. È un episodio lontanissimo dalle atmosfere viste finora in tre stagioni di Black Mirror, anche se preso singolarmente riesce a intrattenere e a strappare più di un sorriso. Ma la domanda è proprio questa: lo scopo di BM è far sorridere? Probabilmente no.

Il secondo episodio, diretto da Jodie Foster, è quello che mi è piaciuto di più in assoluto. Arkangel racconta la storia di una mamma single che decide di impiantare nella giovane figlia un software di sicurezza che le permette di monitorarla 24 su 24, e di regolare in qualche modo la sua percezione del mondo, rendendolo più rassicurante. Se da piccina la cosa sembra funzionare, crescendo la situazione si complica in modo addirittura drammatico.
Ecco, qui siamo in pieno territorio Black Mirror, infatti l’episodio funziona e provoca i giusti brividi.

Passiamo poi a Crocodile, che racconta la storia di un’architetta di grido, con un episodio nel suo passato che rischia però di riemergere e di rovinare la sua carriera, e non solo. Mentre la Polizia Mnemonica inizia a indagare su questo vecchio crimine finora irrisolto, la protagonista si trasforma in una vera e propria assassina, il cui unico scopo è proprio quello di evitare che la Giustizia riesca a scoprire ciò che ha fatto in gioventù.
Crocodile è interessante ma non riuscitissimo. Manca un plot twist forte e la narrazione si trascina un po’ troppo per le lunghe, risultando a tratti noiosa.

Hang the DJ rientra di nuovo in territorio Black Mirror, raccontando la storia di una società futura apparentemente utopica, dove le scelte di ciascuno di noi è guidata da un tutor informatico, un’intelligenza artificiale in grado di consigliarci su quali scelte fare, in qualunque campo, anche sentimentale e sessuale.
Ma davvero una macchina può comprendere qualcosa di tanto complesso come l’animo umano?
Pur non essendo eccelso, è un episodio che mi è piaciuto e che affronta un tema interessante, per quanto non esattamente iscrivibile nel campo della fantascienza “possibile”.

Metalhead è l’episodio più noioso e inutile. Racconta una storia di sopravvivenza che ha per protagonista una donna, alla ricerca di qualcosa da saccheggiare, in un magazzino situato in una periferia suburbana semi-abbandonata, e un cane-robot guardiano. Quest’ultimo è progettato per applicare le massime procedure di soppressione di ladri e predoni, anche se nel magazzino che protegge non pare essere rimasto nulla di prezioso.
Metalhead non offre spunti originali o momenti memorabili. Sembra un b-movie con qualche pretesa autoriale, girato in un monocromo a tratti fastidioso.

 

La stagione si conclude con Black Museum, che racconta di un museo (ma va?) dedicato ai fatti di cronaca nera legati alla tecnologia avveniristica e/o sperimentale. L’episodio si snoda in alcune sotto-trame raccontate dal curatore del museo all’unica cliente della giornata, che sembra capitata lì per caso…
Atmosfere a metà tra cyberpunk e horror, una sottile vena di humor nero e un plot twist non eccezionale ma ben diretto: questi sono gli elementi che mi hanno fatto apprezzare Black Museum.
Eppure, anche in questo caso, siamo piuttosto lontani dai fasti delle prime stagioni di Black Mirror.
Qualcosa pare essersi perso per strada.
Speriamo che la quinta stagione si rimetta in carreggiata.


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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4 commenti

  1. Pur essendomi piaciuta più della terza stagione (per esempio, Crocodile l’ho trovato un buon episodio), siamo lontani da atmosfere e coraggio delle prime due stagioni, come dici anche tu. Per tornare a quei livelli, dovrebbe cambiare casa di produzione. Il passaggio da Channel 4 a Netflix non poteva essere indolore: i britannici osano di più e per loro la storia ha la priorità, senza freni e inibizioni. Netflix richiede uno standard più patinato per piacere, logicamente, a un pubblico più vasto, soprattutto americano. Per questo non si arriva mai a punte come quella del primo ministro che deve fare sesso col maiale, per dire. Netflix non passerà mai (è normale, ci manchefebbe)quella linea che separa il colpire lo spettatore dal disgustarlo quasi. (Scusa il commento luuuuungo)

    1. Piacere a un pubblico vasto ha senso dal punto di vista commerciale, ma se riguarda un prodotto nato con un target diverso (ed è il caso di BM), si rischia di perdere il pubblico storico.
      Siamo comunque a livelli medi oltre la sufficienza, ma mi aspettavo di più.
      In effetti la quarta stagione non mi ha mai “disgustato” né “perturbato”. Al limite mi ha colpito con qualche colpo d scena azzeccato. Però mi aspettavo di più.

      1. È normale che già dalla terza stagione abbiano dovuto limare un po’ il taglio classico, per poter rientrare negli standard della rete. Ci sono buoni spunti che se sviluppati in suolo britannico avrebbero inquietato sicuramente di più. Certe tematiche, specialmente quella di Arkangel, è un’ottima denuncia verso il tragico percorso di educazione dei figli intrapresa dalle ultime generazioni. Il concetto di filtro e delle sue terribili conseguenze è rappresentata in maniera troppo morbida, secondo me.

  2. Ho visto soltanto i primi due episodi, ma devo dire che, contrariamente da te, ArkAngel è quello che mi è piaciuto di meno (forse il meno gradito dell’intero universo di BM) 😮

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