Gli Anunnaki, razziatori umanoidi simili a serpenti, sono sempre stati una piaga per le persone che vivono nella dimensione nascosta conosciuta come Livello Perduto. Ora però gli abitanti di questa dimensione li stanno combattendo. Dopo che la loro comunità è stata decimata e i loro cari sono stati ridotti in schiavitù in seguito a un devastante attacco degli Anunnaki, Aaron Pace guida un gruppo eterogeneo di guerrieri – tra cui la donna arciere Tolia, la potente Karenk, un piccolo Triceratopo e nientemeno che lo scrittore Ambrose Bierce – in un sentiero attraverso giungle primordiali, foreste oscure e infine in un deserto arso dal sole. Sulla loro strada incontreranno pterodattili affamati, vermi mangiatori di uomini, relitti di dischi volanti nazisti, astronauti provenienti da versioni alternative del nostro mondo e molto altro ancora…
Seguito attesissimo di quella piccola perla che è The Lost Level, di Brian Keene (qui la mia recensione), Return to the Lost Level è un romanzo all’altezza del predecessore.
Siamo di nuovo dalle parti del vecchio, glorioso planetary romance, con robusti inneschi di atmosfere horror e fantasy, il tutto a comporre una storia accattivante, ben scritta (sapete quel che penso di Keene) e pensata per un pubblico adulto ed esigente.
Il Livello Perduto è un luogo spaventoso e meraviglioso, una sorta di discarica del multiuniverso, dove precipita ogni genere di cosa/creatura, comprese le versioni alternative di persone e oggetti, nate o costruiti su mondi paralleli ai nostri. Keene l’ha creato (anche se l’idea l’ha presa – giustamente – in prestito da altre opere del passato) e si è divertito moltissimo a riempirlo di cose incredibili.
Non mi nascondo e ammetto di aver pensato al Livello Perduto, scrivendo il capitolo relativo alle “avventure dimensionali” del gioco di ruolo di Italia Doppelganger.
La lettura di Return to the Lost Level è stata spassosa e non vedo l’ora che esca il terzo volume. Al momento entrambi i capitoli di questa saga sono a disposizione esclusivamente in lingua inglese, ma lo stile di Keene è “amichevole” e comprensibile anche a chi mastica la lingua d’Albione a livello di mera sufficienza.
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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