Negli ultimi due mesi io e la scrittura ci guardiamo in cagnesco.
O meglio, come forse già sapete, mi sono preso una pausa dalla narrativa per dedicarmi alla creazione di giochi di ruolo. Sarà una parentesi, ma è stata ed è tuttora utile a ricaricare le pile.
Comunque non c’è alcun disamore per la scrittura di narrativa. Anzi, oltre ad avere in sospeso la pubblicazione di un romanzo breve praticamente già pronto (Blu Morte), ho un paio di spunti da sviluppare e non vedo l’ora di trovare il tempo di farlo.
Al che – giustamente – (in grassetto, perché lo ritengo giusto davvero) qualcuno commenterà immancabilmente “ma devi prima finire la saga X o la saga Y“.
Ed è vero. Però la creatività (sì, spendiamo parole grosse) non funziona esattamente così.
Provo a spiegarvi perché.
Innanzitutto non si può comandare l’inventiva come una macchinetta da juke box. Semplicemente non è possibile farlo, quantomeno per me. Ci sono autori che vengono pagati per produrre cose seriali (che probabilmente odiano scrivere), ma non è il mio caso.
Per scrivere una determinata cosa devo avere voglia di farlo. Viceversa procederei estremamente a rilento e con scarsa ispirazione.
Questa è la spiegazione più concettuale del “perché non hai ancora finito di scrivere la saga X?”
Poi c’è quella di carattere pratico e volgare: alcune saghe sono rimaste in sospeso perché vendono poco. Alcune, badate bene, non tutte (le altre rientrano nel punto precedente).
Scrivere un racconto lungo, o ancor più un romanzo, è un investimento di tempo, di energie e di denaro. Purtroppo un autore (e ancor più un editore) deve fare le opportune valutazioni di ottimizzazione del profitto, prima di decidere se concludere un progetto, o se lasciarlo in sospeso.
Può sembrare crudele e irrispettoso, ma funziona così, soprattutto se con le royalties ci paghi le bollette, i pranzi e le cene.
Scrivere è un’attività con dei rischi d’investimento, esattamente come accade per molte altre professioni. Ovviamente c’è il lato emotivo che fa la differenza: il lettore che vede interrompersi la saga tanto apprezzata ci rimane male, si sente in qualche modo tradito e – diciamolo chiaramente – se ne frega abbastanza delle motivazioni dello scrittore.
Eppure non c’è mai cattiveria, quando uno scrittore lascia un progetto incompleto.
Purtroppo la nostra non è una professione semplice e richiede molti compromessi a livello di spazio e di energie, visto che è estremamente difficoltoso dedicarcisi a tempo pieno.
E i compromessi, si sa, sono dolorosi. Però funziona così e difficilmente le cose cambieranno a breve, considerando la balcanizzazione costante ed esponenziale dei lettori.
Viviamo tempi crudeli, ma interessanti.
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
Segui la pagina Facebook di Plutonia: https://www.facebook.com/PlutoniaExperiment/
Segui il canale Telegram di Plutonia: https://telegram.me/plutonia
Pagina autore: amazon.com/author/alessandrogirola
Ciao,
sinceramente, posso affermare che nella tua variegata attività di scrittore, vi sono alcuni filoni narrativi per i quali ti seguo assiduamente e altri quasi per nulla, e non sempre le tue nuove uscite appartengono al primo dei due.
Però ci tenevo a precisare che ti capisco benissimo quando affermi di dover fare le somme e valutare il rapporto ritorno/investimenti, concordo pienamente che documentarsi, scrivere, revisionare sia un lavoro estremamente faticoso (anche se in molti non lo credono) perciò bisogna sempre valutare i frutti plausibili dello sforzo. E poi c’è il discorso dei momenti di creatività, senza i qualiscrivere diventa una vera e propria agonia.
I miei complimenti per il filone dei giochi di ruolo, da giocatore di non eccessiva esperienza posso dire che il contenuto di italia Doppelganger non sfigura dinnanzi a quelli delle case editrici che conosco.
Intanto grazie per i complimenti a proposito del GDR, mi fanno molto piacere.
Guarda, essere un autore indie mi dà la possibilità di sperimentare generi diversi, e di sfidare le leggi di mercato (anche se non si può ignorarle completamente).
I lettori mi identificano soprattutto come uno scrittore horror, eppure ho delle “minoranze” che leggono solo i miei racconti di kaiju, così come chi mia seguito solo per 2MM.
Non si può accontentare tutti, ma almeno si prova a proporre una varietà che magari manca sul mercato tradizionale 😉