Patreon per gli scrittori

Se siete dei cosiddetti lettori forti avrete notato che un numero crescente di professionisti della scrittura sta sviluppando progetti, romanzi e racconti tramite la piattaforma Patreon, alternandola ai canali di pubblicazione più classici (Amazon, iBooks etc).
Questo fenomeno – chiamiamolo così – mi incuriosisce sia come autore che come lettore, perciò ho pensato di scambiare quattro chiacchiere con Davide Mana, uno degli autori italiani che per primo ne ha fatto uso.
Il risultato è questa intervista che ritengo interessante per spiegare ai profani con cosa abbiamo a che fare.
Meglio familiarizzare con Patreon (e con altre piattaforme simili), perché ho l’impressione che in futuro assisteremo a una serie di interessanti progetti dati in esclusiva ai soli fan “benefattori”…

P.P. Ciao Davide, bentornato da queste parti. Questa volta sei qui per fare una chiacchierata a proposito di quella che alcuni definiscono “la nuova via dello scrittore”. Parlo di Patreon (ed eventualmente di piattaforme simili).
Cominciamo così: se dovessi descrivere in meno di venti parole cos’è Patreon, cosa mi diresti?

D. Ciao e come sempre grazie dell’ospitalità. Cominciamo con una cosa facile, eh? Venti parole? Proviamo…

Patreon è una piattaforma online attraverso la quale condividere contenuti esclusivi coi propri fan, in cambio di una donazione mensile.

Venti parole. Questo è essere professionisti.
Espandendo un minimo: Patron è stato creato per permettere a chi svolge professioni creative di interagire coi propri fan e di integrare il proprio reddito con donazioni. L’idea è che si deve mangiare anche fra un libro e l’altro, fra un concerto e l’altro. Si suppone che chi apprezza il nostro lavoro abbia l’interesse a mantenerci vivi e in salute perché noi si possa fare di più di ciò che gli piace. Perciò magari sono interessati a versarci un fisso. Noi in cambio gli diamo dei contenuti esclusivi.
È uno strumento molto flessibile.

P.P. Pubblicare romanzi e racconti su Patreon esclude l’utilizzo di piattaforme più classiche, come Amazon, Google Play Libri, IBooks e simili, oppure sono attività che si integrano?

D. Sono attività che si integrano abbastanza facilmente, e in diverse maniere. Bisogna fare attenzione a cosa si intende per “contenuto esclusivo”. Posso condividere in anteprima e con ampio anticipo coi miei supporter racconti che poi usciranno su Amazon o altrove, o che ho venduto o proverò a vendere ad un editore. Ci sono autori che pubblicano a puntate su Patreon romanzi che poi usciranno in forma diversa in volume unico. Altri pubblicano racconti che poi espanderanno come novelle. Trattandosi di una condivisione privata, non viola le regole di Amazon o di altre piattaforme. È come se postassi le mie storie sul mio blog, con la differenza che su Patreon accede alle mie storie (e a tutto il resto del materiale) solo chi è veramente interessato.
Poi ci sono i contenuti veramente esclusivi, quelli solo per i supporter, dei quali magari parliamo più avanti.

P.P. La mia impressione è che lavorare (scrivere) per il pubblico di Patreon sia un impegno che richiede notevole dispiego di energie. Sbaglio?

D. Dipende molto da come ci si organizza, ma in generale io direi che non è così. In effetti organizzarsi, fare un piano di lavoro e sapere cosa offrire, ed offrire qualcosa che, per i nostri ritmi, sia sostenibile, è il primo passo ed è fondamentale. Offrire qualcosa di sostenibile, e che interessi ai nostri lettori.
E in generale, e lo sai bene quanto lo so io, quando si scrive non si butta via niente. Uno scrittore può condividere coi propri supporter storie originali, o storie a puntate, o appunti e materiale dietro le quinte. Tutto il materiale dietro le quinte è, se lo si vuole, esclusivo. Si possono organizzare chat e hangout, giveaway o concorsi, ancora una volta esclusivi per i supporter. Non è che ci si ammazza di lavoro, a meno di non volerlo. Ed è qualcosa che molti già fanno sui loro blog, o su Facebook, spesso in maniera molto meno organizzata.
Personalmente, la cosa pesante – ma perché il mio è un caso particolare – è fare tutto doppio, perché ho supporter sia italiani che stranieri, quindi posto in italiano e in inglese.

P.P. Secondo te perché molti autori con una certa esperienza stanno utilizzando sempre più spesso Patreon, dividendo le loro pubblicazioni tra questa piattaforma e i soliti canali di vendita noti e arcinoti?

D. I motivi sono molteplici, io credo.
Il primo è che Patreon ti permette di pagare le bollette in quei mesi in cui non esce nulla di nuovo di tuo, o magari stai aspettando che arrivi il pagamento delle royalties. E non si può negare che chi ha un’ampia fan-base parte estremamente avvantaggiato, per cui gli autori affermati si creano molto facilmente un secondo reddito, al contempo facendo contenti i fan.
Il secondo è che Patreon ti permette di entrare in contatto con persone alle quali importa davvero del tuo lavoro, ed è una cosa che fa bene all’anima. Credo che ricordiamo tutti il discorso che fece quel tale “Perché pagare per leggere il tuo blog? Se smetti di scriverlo posso trovarne un altro da leggere.” Chi ti segue su Patreon è chi non vuole trovare altro da leggere, perché gli interessa ciò che scrivi tu. Sono i tuoi fan, quelli sani, quelli che amano e rispettano il tuo lavoro. Oh, e io continuo a dire autori, ma vale lo stesso per musicisti, artisti grafici, cosplayer.
E in effetti, iscriversi al Patreon di un autore è un po’ come entrare nella KISS Army o in un altro fan club di un gruppo rock: ci sono magliette e incisioni live esclusive solo per i membri del club, e quando vai al concerto puoi incontrare i tuoi beniamini. Una fetta del nostro pubblico è speciale, trattiamola come tale.
Una conseguenza diretta dei primi due punti, poi, è che i tuoi fan ti tengono in riga. Nel momento in cui ti prende la depressione e ti dici ma chi cavolo me lo fa fare, e rifletti sul fatto che passare il pomeriggio a dormire o a giocare a campo minato sarebbe meglio che stare qui a scrivere, ti ricordi che c’è gente che è disposta a scommettere i suoi soldi sul tuo lavoro. Che ha scommesso i propri soldi. Sei in debito con questa gente. Quindi smettila di frignare, e mettiti a scrivere. È importante.
Patreon inoltre ti permette di fare esperimenti con un pubblico che ti è vicino, e che apprezza certe cose. E se facessi un podcast? E se provassi a scrivere young adult? Con patreon puoi provare, e sentire cosa ne dice chi ti conosce e conosce il tuo lavoro, e lo apprezza.

P.P. Una domanda informale: se ancora non ho fatto ricorso a Patreon è perché sono affezionato al concetto della classifica Amazon. Credo cioè che comparire in top 10 o in top 20 di una certa categoria (esempio: horror) possa fare da boost naturale alle vendite. Però vedo che le cose non funzionano più così. Tu hai notato qualche differenza, diminuendo (seppur di poco) la tua presenza su Amazon, in favore di Patreon?

D. Ci colleghiamo a ciò che dicevo prima. Su Patreon, chi ti segue lo fa perché vuole leggerti. Sono i famosi lettori fidelizzati. Sono i fan. Sono quelli che su Amazon ti comprebbero comunque. Quindi sì, le vendite su Amazon calano. Per contro, è probabile che tu riesca a fare un po’ di più di ciò che faresti su Amazon come entrate, e in maniera più regolare. E quei fan che ti seguono su Patreon potrebbero essere interessati a qualcosa di tuo che su Amazon non si filerebbe nessuno.
E poi ti recensiscono su Goodreads (che incide comunque su Amazon) e ti fanno pubblicità. Perché magari ciò che tu pubblichi oggi su Amazon, loro lo hanno letto in anteprima due mesi fa. E magari ti hanno fatto da beta reader. E sono citati nei ringraziamenti. Fanno circolare la voce.
Su Amazon rimangono i tuoi lettori “standard”, quelli non vanno perduti. Ed attraverso gli strumenti di Amazon puoi naturalmente promuovere il tuo lavoro in maniere diverse. Amazon e Patreon possono lavorare in parallelo. Vai a servire due fasce diverse di pubblico.

P.P. Mettiamo che io decida domani di aprire la mia pagina Patreon. Quali sono – tecnicamente parlando – le cose che mi occorrono per iniziare a pubblicare contenuti in esclusiva?

D. Primo: mi mandi un messaggio privato e io ti passo un link. In questo modo, sia io che ti presento che tu che vieni presentato otteniamo un bonus del 50% sugli introiti del mese successivo, gentilmente offerto da Patreon.
Detto ciò, non ti serve nulla se non ciò che metteresti assieme per avviare un nuovo blog di scrittura (nel nostro caso) molto focalizzato sui tuoi fan: una copertina, una tua foto, una pagina di presentazione, un’idea di quali contenuti vuoi condividere, e dei traguardi che vuoi raggiungere.
Oh, sì, e una strategia per spargere la voce il più possibile. Come si diceva, avere una ampia fan-base è un ottimo punto di partenza.
E poi a quel punto devi creare i contenuti, e mantenere il ritmo che hai promesso di mantenere. Io al momento sono in ritardo – entro il mese devo finire la novella che avevo promesso ai miei supporter per il superamento del primo traguardo.

P.P. Al momento cosa offre la sottoscrizione al tuo progetto Patreon? A quali contenuti accedono i tuoi sostenitori/finanziatori?

D. Chi si abbona al mio canale Patreon (nel caso qualcuno fosse interessato, il link è questo https://www.patreon.com/user?u=455465) al livello minimo (1 dollaro al mese o più) ha accesso ad appunti, preview delle copertine e altra grafica, articoli legati a ciò che scrivo, più varie ed eventuali come schede dei personaggi e outline, scene tagliate, prime stesure non editate, anche i pitch che presento agli editori, e le loro relative risposte.
Al livello successivo (5 dollari al mese o più), oltre a tutto quello elencato sopra, i miei “Patrons” si beccano una storia al mese in esclusiva. Scrivere una storia (diciamo dalle 3 alle 6000 parole) non è una cosa pesante, e come si diceva la storia può sempre venire poi pubblicata altrove. Da questo mese (salvo incidenti), cominceranno anche a ricevere articoli, e non solo racconti. E speriamo che gradiscano. Molto spesso la “Five Bucks Brigade” riceve anche degli sconti su ciò che pubblico come self e – quando riesco – su ciò che pubblico tradizionalmente.
A livello ancora superiore (10 dollari al mese o più), i miei supporter ricevono una copia gratis di tutto ciò che autopubblico, oltre a tutto ciò che ho elencato fin qui.
Oltre a ciò, negli ultimi mesi ho organizzato degli eventi online – niente di Hollywoodiano, semplicemente delle chiacchierate in hangout con i miei supporter. Molto rilassato, molto divertente, lo rifacciamo questo venerdì (fra due giorni, al momento in cui scrivo). Ho anche altri progetti, il primo dei quali riguarderebbe dei brevi podcast, ma il tempo è quel che è. Potrei accorpare le due idee – quella degli articoli e quella dei podcast. Il lavorare in due lingue, come dicevo, mi penalizza (ma, al contempo, è una opportunità in più). Credo troverò una quadra, prima o poi.

P.P. Ci puoi rivelare futuri progetti che ti riguardano, e che pensi di pubblicare in esclusiva su Patreon?

D. Al momento ho in lavorazione una nuova serie fantasy, di ambientazione tardo-rinascimentale, e ispirata a cose tipo certi vecchi film della Hammer, a cominciare dal nostro vecchio amico Captain Kronos. L’idea è partita da una chiacchierata con i miei supporter, e potrebbe essere interessante. Perché, si diceva, sempre spade e stregoneria, e non invece archibugi e stregoneria?
E Patreon vedrà anche, con l’estate e salvo incidenti, un ritorno di Asteria, con una nuova serie. Quasi un reboot, che uscirà sia in italiano che in inglese.
Queste storie saranno accessibili solo ai miei supporter su Patreon, anche se non posso escludere un giorno di farne una collezione. Per ora però, o Patreon o niente.
Inoltre è imminente il lancio del mio gioco di ruolo Hope & Glory, e voglio assolutamente fare qualcosa di collegato al gioco sul mio Patreon, dove da mesi condivido le anteprime della grafica dei manuali. Ma questo è qualcosa che sto ancora delineando, e che non riguarda solo me, ma anche il mio editore.

Davide Mana su Strategie Evolutive
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6 commenti

  1. Io mi sto divertendo molto a portarlo avanti e sto sperimendando. Iniziato quest’anno.
    Ma mi dà l’idea che oltre a una base di fan ampia necessaria… funzioni molto meglio per il pubblico americano, e quindi in lingua inglese, che in italiano.

    Ian

    1. Io ho un gruppo di supporter misto, e credo di essere la dimostrazione che anche in Italia si può fare, e che il pubblico italiano non è morto dentro quanto si creda.

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