Compie oggi gli anni James Lovegrove, scrittore britannico che, dopo averlo scoperto grazie a una dritta del solito Davide Mana, è diventato per me un punto di riferimento sia come lettore che come autore.
Non ho infatti mai negato quanto e come mr. Lovegrove abbia ispirato diversi miei scritti. In particolare adoro il suo ciclo dei Pantheon, che unisce urban fantasy dal taglio maturo e dark, fantascienza bellica e spesso anche ucronia.
Dèi del’Olimpo (col relativo seguito di mostri e semidei) che ritornano dall’oblio e schiavizzano l’umanità.
“What if” in cui l’Impero Azteco è sopravvissuto fino ai giorni nostri, conquistando parte del mondo grazie alle sue divinità incarnate.
Supereroi creati in laboratorio per affrontare i demoni vomitati dalle peggiori leggende indù.
Queste sono solo alcune delle storie straordinarie che Lovegrove ha proposto ai suoi fan. Molte le trovate recensite nell’apposita sezione del mio blog.
Purtroppo del ciclo del Pantheon nulla è arrivato in Italia (non a caso io ho letto tutti i romanzi – autoconclusivi – in inglese).
Però, se non conoscete la lingua della perfida Albione, potete comunque leggere qualcosa di suo.
Lovegrove si è infatti occupato di molti altri cicli narrativi.
Ha anche scritto dei nuovi romanzi – chiamiamoli apocrifi – che hanno per protagonista nientemeno che Sherlock Holmes. I puristi assoluti forse storceranno il naso, eppure si tratta di ottime storie, che fondono le atmosfere classiche di Conan Doyle a un linguaggio ovviamente più moderno.
E, soprattutto, ci sono spunti che potremmo definire steampunk, anche se non si sfora mai nella fantascienza pura. Ecco: per me che non sono mai stato uno sherlockiano appassionato, questi spunti rappresentano il punto di forza degli apocrifi in questione.
Grazie alla collana Il Giallo Mondadori potete leggere due romanzi di questo ciclo, volendo anche in comodo formato ebook.
Si tratta di Sherlock Holmes – La Leggenda del Barone Nero (ambientato nel 1890) e de Gli Dei della Guerra (che sposta l’azione molti anni più in là, nel 1913, anno che anticipa lo scoppio della Grande Guerra).
Ditemi se la sinossi de La Leggenda del Barone Nero non stuzzica il vostro senso di ragno (o di lettori, insomma, quella roba lì…)
Una spaventosa figura si aggira sui tetti della Londra notturna. Grazie a una forza sovrumana e a un arsenale avveniristico, il misterioso Barone Cauchemar semina il terrore fra i criminali della metropoli. Un giustiziere solitario alleato della polizia oppure un criminale a sua volta? O forse solo un personaggio nato dalla superstizione popolare? Non è l’unico rebus da risolvere in questo fosco autunno del 1890, dopo che ben tre attentati dinamitardi hanno sconvolto la popolazione. Perfino un noto dottore ne è stato sfiorato: sceso alla stazione di Waterloo, è stato investito dall’esplosione di una bomba per ritrovarsi illeso nel mezzo di una carneficina. Stampa e Scotland Yard seguono senza troppa fantasia le piste degli anarchici e dei nazionalisti irlandesi. In Baker Street, al 221B per la precisione, un investigatore munito di pipa e violino coltiva in proposito un’idea più ardita. Per lui potrebbe esserci un legame proprio con le apparizioni del fantomatico vendicatore. Indagare su eventi straordinari richiede capacità fuori dell’ordinario, e Sherlock Holmes certo non ne difetta. Ma riuscirà la sua mente ineguagliabile a prevalere in uno scontro titanico fra supereroi?
Ecco, immagino di aver trovato qualcosa da leggere per alcuni di voi in ascolto, soprattutto durante queste feste di Natale.
Mi auguro di sì, perché l’autore è valido ed è una pena che in Italia sia ancora così poco conosciuto.
Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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Ammetto che non lo conoscessi, ma sarò ben lieta di recuperare questa mia lacuna. I “what if” mi hanno sempre appassionato!
Grazie per la segnalazione, è un autore decisamente interessante. Mi sono preso uno dei titoli da te consigliati per una prossima lettura 😉