Ai margini del caos

L’Isola dei Morti (Terza versione)

La mia nuova cover su Facebook (sul profilo privato) ha innescato alcune discussioni interessanti.
Si tratta de “L’isola dei morti”, capolavoro del pittore svizzero Arnold Böcklin, realizzato in ben cinque versioni, tra il 1880 e il 1886.
Viene definita un’opera dalla potenza magnetica, ipnotica, tale da ispirare molti altri pittori e artisti, tra cui il nostro De Chirico. Ma anche Freud era affascinato dall’interpretazione psicoanalistica dell’opera, che aveva tra i suoi fan anche Lenin.
Tuttavia la cosa più intrigante è un’altra: “L’isola dei morti” era l’opera più amata del pittore fallito più famoso di sempre, Adolf Hitler. In una celebre foto si vede il dittatore nel suo studio, in compagnia del Ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Michajlovič Molotov e del Ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop. Sulla parete di sfondo è appeso proprio il quadro di Böcklin.

Nel 1888 Böcklin realizzò una sesta versione della sua opera, ma ne cambiò radicalmente le caratteristiche e il titolo. Il pittore ha infatti cercato di cancellare la fama pessimista e nefasta del suo capolavoro dipingendo “L’isola dei vivi” (Die Lebensinsel), un tripudio di luce, di vita animale e vegetale.

La cosa curiosa è che io ho conosciuto “L’isola dei morti” grazie a un romanzo di fantascienza italiano pubblicato nel 1998 da Urania Mondadori. Si tratta dell’ottimo Ai margini del caos, di Franco Ricciardello, probabilmente una delle migliori storie di fantascienza “dickesiana” (da P.K. Dick) scritte nel nostro paese.
Peccato che pochi la citino, perché vale sicuramente la lettura. La notizia positiva è che ho scoperto giusto mezz’ora fa che di questo romanzo esiste finalmente anche una versione ebook, pubblicata come indipendente. Probabilmente i diritti sono tornati all’autore, che ha deciso di metterlo a disposizione di eventuali, nuovi lettori a un prezzo esiguo.

A Basilea una giovane donna viene colta da malore davanti a un quadro dalla lunga storia: L’isola dei morti, di Arnold Bocklin. Sembra un malessere passeggero, ma forse è qualcosa di più misterioso e agghiacciante. Qual è l’enigma del quadro? E perchè alcuni lo considerano come un ponte gettato verso un’altra realtà? Ma, soprattutto, se L’isola dei morti è veramente una “porta”, in quale spaventosa dimensione può condurre chi lo guarda? (Quarta di copertina)

A questa lettura, molto consigliata, suggerirei di far seguire un altro romanzo di Franco Ricciardello, anch’esso ora disponibile su Amazon in formato ebook. Si tratta dell’ottimo Radio Hasselblad, di cui vi riporto di nuovo la quarta di copertina.

Tutto comincia quando un fulmine stordisce Kimberley Miranda, la cantante dei Radical Belt. Ora Kim sembra posseduta da un’entità estranea, il russo Alpers, un ex agente del controspionaggio sovietico0 Smerš, che tramite Kim rivela terribili fatti della Seconda guerra mondiale e afferma di essere tenuto artificialmente invita dagli alieni.
Benché sembri tutto pazzesco, una fotografa, Roberta, cerca di trovare il bandolo della matassa e l’indagine pone domande sempre più inquietanti. Hitler e Eva Braun sono morti davvero? Dov’è finito il clone della donna del Führer? Ma la soluzione del mistero affonda nel tempo, a un tragico giorno del 1941, quando in Polonia scese un velivolo non di questa Terra…

Spero di avervi dato qualche buona lettura per le settimane a venire. E magari anche un’opera d’arte da ammirare nei vostri futuri viaggi.
Le varie versioni de “L’isola dei morti” sono esposte rispettivamente qui:

  • The Metropolitan Museum of Art (New York)
  • Museum der bildenden Künste (Lipsia)
  • Kunstmuseum (Basilea)
  • Alte Nationalgalerie (Berlino)

La quarta versione (quella del 1884) purtroppo è andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’isola della vita (1888)

Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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4 commenti

  1. Non avendo un account Facebook, non posso leggere le discussioni private (immagino serva pure l’amicizia) ma butto lì un’ipotesi: in passato ho sentito criticare i gusti artistici di una persona perché apprezzava un’opera amata da Hitler… è successo pure con questo quadro?
    Mai nessuno che critichi chi apprezzi le belle donne, che se non erro piacevano pure all’Adolfo coi baffetti. Che bizzarria! 😛

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