Se non ti avessi conosciuto

Eduard, un padre di famiglia come tanti, perde la famiglia in un incidente stradale. Incapace di sostenere il dolore medita di suicidarsi buttandosi da un ponte. Viene salvato da un’anziana scienziata, Liz Everest, che sembra misteriosamente conoscerlo.
La Everest le rivela di aver ideato un modo per esplorare degli universi alternativi al nostro, in cui i nostri doppi quasi identici hanno compiuto decisioni differenti in punti cruciali della loro vita, cambiando così del tutto le cose. L’anziana propone a Eduard di testare la sua invenzione, dandogli così modo di esplorare realtà attigue, nella speranza di trovare un modo per salvare la sua famiglia.
In questo universo o in un altro…

Ci sono serie TV e film che arrivano, per ciascuno di noi, al momento giusto.
O in quello sbagliato, fate voi.
Il titolo di questa serie è Se non ti avessi conosciuto, e la trovate su Netflix, dove è stata aggiunta qualche settimana fa. Si tratta di una produzione catalana. Dieci episodi da 50 minuti l’uno, per la regia di Kiko Ruiz Claverol, e ideata da Sergi Belbel.

Possiamo indubbiamente definire tale serie come un’opera d fantascienza pura, e anche del filone che mi è più congeniale: viaggi negli universi alternativi, realtà parallele, la teoria del multiverso a bolle. Argomenti assolutamente affascinanti, che ho spesso trattato anche in qualità di autore.

Tuttavia Se non ti avessi conosciuto è tutto fuorché un prodotto d’azione, di combattimenti, di mostri.
Al contrario abbiamo a che fare con una serie struggente, intensa, che unisce la suggestione degli argomenti già citati con pensieri che in qualche modo abbiamo fatto tutti.

E se quel giorno mi fossi fatto avanti e avessi detto a quella ragazza che ero innamorato di lei?
E se avessi detto a papà che gli volevo bene, prima che se ne andasse all’improvviso?
E se avessi creduto in me stesso, iscrivendomi alla facoltà X invece che alla facoltà Y, come invece volevano i miei genitori?
E se mi fossi licenziato quando ero allo stremo delle forze, avrei fatto in tempo a candidarmi per quell’altro posto di lavoro a cui tenevo tanto?
E se quel giorno non l’avessi tradita, resistendo a un momento di debolezza?
E se non avessi mai conosciuto quella persona che mi ha fatto soffrire tanto?
E se…
E se…

Bivi, alternative, interrogativi di cui non avremo mai una risposta, bensì solo elucubrazioni che, se troppo insistite, ci fanno stare male.

Eduard, il protagonista, si trova nella situazione di diventare un esploratore di realtà alternative, benché si tratti di alternative che riguardano soprattutto la sua vita.
La ricerca di un modo per prevenire la morte della moglie e dei figli si trasforma presto in una rilettura globale della sua vita, fino a porsi l’interrogativo più complesso: e se non avessi mai conosciuto la persona la cui scomparsa mi fa soffrire in modo tanto atroce? Potrebbe essere questa una soluzione radicale a un problema complesso?

Se superate una certa lentezza del primo episodio, vi troverete in viaggio tra gli universi con Eduard, personaggio con cui è anche piuttosto semplice identificarsi, visto che si tratta di un uomo comune, alla presa con problemi che riguardano tutti noi.
Mentre seguiamo le sue scelte, i suoi tentativi per eliminare il dolore che prova (in fondo si tratta di questo), viene spontaneo domandarsi se anche noi riscriveremmo il nostro passato, potendolo fare.

Ottima serie, per di più europea. Fantascienza raffinata, che in fondo richiede soltanto dei buoni autori per essere scritta, ma che da troppe parti hanno dimenticato come si fa.


Articolo di Alex Girola: https://twitter.com/AlexGirola
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